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Claudio Scajola fuori dalle liste per le elezioni Europee

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Adesso si scatenerà l’inferno: chi farà votare, Claudio Scajola?
Conoscendo il suo temperamento mi aspetto di tutto e scommetto che stanno già avvenendo accordi sotto traccia a nostra insaputa.
Cosa chiederà in cambio l’escluso eccellente?
Analizzata dal suo punto di vista: “Perché io no e tutta quella massa di “marroni”, come li definisce il Fatto, sì?”
Vedremo alle elezioni.

Scritto da Angelo Amoretti

16 aprile, 2014 alle 23:10

Per qualche voto in più

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Quando lo scorso 1° aprile lessi questa notizia pensai si trattasse del classico pesce, invece solo oggi ho avuto la conferma che era tutto vero.
In sostanza Giuseppe Fossati, consigliere comunale di opposizione di “Imperia Riparte”, si faceva portavoce di due personaggi che se definisco “fascisti” credo non si offendano, essendo uno di Forza Nuova e l’altro colui che allegramente, anni fa, espose da una finestra del liceo Vieusseux la bandiera della Repubblica Sociale Italiana.
Cosa chiedeva, il Fossati? Che fosse presa in considerazione la proposta dei due fascisti in questione di intitolare uno spazio pubblico a ciò che definiscono “l’eccidio di Costa d’Oneglia“.
Quando l’ho letta ho fatto un salto sulla sedia, ma ripeto: speravo che fosse un pesce d’aprile. Invece non lo era e la faccenda, che a mio avviso è di sostanziale importanza, è passata sotto pesantissimo silenzio, ma il bello doveva ancora venire.
Giuseppe De Bonis, assessore del PD nella giunta di maggioranza, che in consiglio comunale non aveva mai parlato fino a quel momento, ha detto: “Va bene”.
Per fortuna (o per disgrazia, a seconda dei punti di vista) in commissione toponomastica c’è chi ha i piedi un po’ più piantati per terra e per dare un colpo alla botte e l’altro al cerchio, pare abbia deciso di mettere una targa dalle parti delle Carceri, in ricordo di tutte le vittime civili della seconda guerra mondiale.
A seguito della vicenda, alcune domande mi sono sorte spontanee:
Per quale motivo il liberal/repubblicano Fossati, come lui stesso si definisce, insiste nel mescolarsi con i fasci (vedi la question time, la partecipazione alla manifestazione di Forza Nuova in commemorazione delle vittime delle foibe e la visione particolare della vicenda dei forconi, per fare tre esempi)?
Il suo maggiore sponsor durante la campagna elettorale, nella fattispecie l’On. Vittorio Adolfo, che proviene da una famiglia antifascista, avendo lui stesso avuto un parente partigiano trucidato dai fasci durante la Resistenza, gradisce o no questo comportamento?
Pensa, il Fossati, così facendo, di prendere venti o trenta voti in più alle prossime elezioni?
Lasci perdere i neri, al limite glieli faccio prendere io: ho un pacchetto di venti voti, senza filtro, che da qui alle prossime elezioni potrebbero diventare 25.
Il PD non ha ancora fatto indigestione di rospi? Mica per altro: a forza di ingoiarne, alla fine si rischia di star malissimo.
I dirigenti del PD hanno strigliato un po’ il compagno De Bonis o va tutto bene così?
Qualcuno mi dirà: “Quanto sei ingenuo, Angelo! Basta vedere con chi stanno in maggioranza!”. E’ vero, ma pensavo che si fossero dati un limite e mi sbagliavo perché per quanto mi riguarda è oltrepassato da mò.
In ogni caso, riassumendo: il Fossati potrà sempre farsi bello dicendo che l’Assessore gli ha dato il benestare, ma venticinque voti fascisti valgono il gioco?
De Bonis lo ha preso in contropiede perché gli ha detto “OK”, ma lo sa che Imperia è medaglia d’oro della Resistenza?
La commissione toponomastica ha annacquato il tutto, con l’idea della targa ai civili caduti durante l’ultima Grande Guerra.
L’unica, a mio giudizio, che da questa storia esce indenne.

Scritto da Angelo Amoretti

12 aprile, 2014 alle 21:30

La guerra di Piera

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La consigliera comunale Piera Poillucci, che in alcune immagini sui portali locali è indicata come appartenente al Popolo delle Libertà, mentre lo sanno cani e gatti che è passata a Forza Italia (che non ha assolutamente nulla a che vedere con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano), lotta come una leonessa, sia durante il consiglio comunale che dopo, rilasciando comunicati stampa ogni due per tre. Si direbbe che abbia ingaggiato una sorta di gara con Giuseppe Fossati, il consigliere comunale di Imperia Riparte (che non ha niente a che vedere né con Forza Italia, né con il Nuovo Centro Destra: sono tre cose completamente diverse) che peraltro qualcosa ha ottenuto: sono stati rimossi i cartelloni alla Marina che pubblicizzavano una città limitrofa. L’assessora competente, Enrica Fresia, non se n’era accorta. Strano, perché anche i gabbiani e i laxerti avevano preso la via del west. E per far due cartelloni decenti per mascherare i lavori in corso, sarebbe bastato chiedere a Fijodor e ai suoi amici: sarebbero venuti da quella città limitrofa a guardarli! Ma lasciamo perdere e ritorniamo al discorso Poillucci che stavolta l’ha combinata grossa.
Rivolgendosi alla maggioranza (che non ha niente a che vedere con la minoranza, sono due cose completamente diverse) ha sbottato, in ponentevisione: “Siete una banda di buffoni!”
Se ci fosse stata la compagna Boldrini, a presiedere il Consiglio, l’avrebbe espulsa in men che non si dica, ma siccome c’è Strescino a dirigere l’orchestra, la nostra non ha neppure beccato un cartellino giallo. Perché Strescino tollera.
I “buffoni” naturalmente si sono risentiti e anche io li ho risentiti, solo che su youtube si sente maluccio, quindi approfitto dell’occasione, se mi è permesso, per chiedere a chi fa le riprese televisive:

1) alzare il volume;
2) se non costa troppa fatica, oltre a orientare la videocamera a destra o a sinistra, roteare anche l’obiettivo, così, ogni tanto, giusto per avere qualche primo piano che non ci starebbe male quando parlano Annoni o la Ester, per dirne due a caso e per par condicio.

In ogni caso, alla fine, le acque si sono calmate e mi permetto, anche se lei è avvocato e sa parlare meglio di me, di consigliarle di usare altri termini, diciamo così, più carini, tipo:

1) Siete diversamente competenti;
2) Fate ridere i polli e anche le pollastre;
3) Non sapete che pesci prendere e non siete neppure capaci a pescare, per dirla tutta;
4) Ricordatevi che Renzi ha iniziato facendo il sindaco di Firenze e guardate che fine ha fatto;
5) Dove andiamo, dopo, a mangiare le pizza?

P.S. Si può riavere la Aimo?

Scritto da Angelo Amoretti

4 aprile, 2014 alle 12:54

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Toti [in tuta] brucia Scajola, ma lui non ci sta

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Ieri, a seguito di questa notizia avevamo fatto tutti, chi per un verso, chi per l’altro, un salto sulla sedia: come?! Toti brucia Scajola?!!
E oggi, sul Corriere della Sera, c’è questo articolo che riporto:

Toti silura Scajola
Lui si sfoga: mi trattano come un appestato
«Altre forze vogliono candidarmi con loro»

Senza pensarci un attimo, tra decine di aggettivi Claudio Scajola sceglie «abnorme». Premette che no, «io Giovanni Toti non lo conosco, penso che si sia espresso in modo diverso, anche perché lui come me dovrebbe aver fatto tesorodella lezione garantista di Berlusconi». Poi, però, affonda: «Trovo abnorme che il consigliere politico del presidente possa esprimere un pensiero come questo. Perché è un pensiero che lo annovererebbe tra le Procure più persecutorie, invece che tra i cittadini che hanno rispetto non dico di me, madella sentenza di un tribunale».
Alle sei di ieri pomeriggio, i suoi collaboratori leggono all’ex ministro le parole che Toti ha affidato a un’intervista a Gad Lerner, in cui il consigliere politico del Cavaliere riconosce a Scajola di essere stato «uomo fedele» e «miglior coordinatore del partito». Ma in cui la porta delle elezioni europee viene di nuovo sbarrata. Con questa motivazione: «La storia della casa del Colosseo, nonostante l’assoluzione e quindi la sua innocenza, ha pesato troppo. Credo che sia suo interesse stare più coperto e aspettare». «Preferirei che a deciderlo fossero gli elettori con il loro voto», risponde di primo acchito Scajola. Che dissimuli o meno rabbia, non è dato saperlo. Di certo c’è che il suo tono è calmo. «Non ho ben capito se è un pensiero recondito che gli è scappato», scandisce. «E mi sembrerebbe strano il contrario, soprattutto dopo che per quella vicenda mi ero dimesso, per rispetto delle istituzioni e senza che nessuno me lo chiedesse. Perché ho aspettato tanto tempo che la verità venisse fuori. Ed è venuta fuori con una sentenza limpida e motivata».
Il fatto che Scajola ostenti una calma quasi extraterrestre non lo rende, evidentemente, immune dal demone del sospetto.
«Vede, io sto qui fermo da settimane. E leggo sui giornali delle strane frasi sulla mia candidatura, gente che dice “Scajola candidato? Si vedrà”… Quasi fossi un appestato. A questo punto mi viene il sospetto. E ogni tanto mi chiedo: ma non è che nel mio stesso partito c’è gente che sperava che fossi condannato per la casa al Colosseo, invece che assolto?».
A sentire Scajola, l’aria che tira nei suoi confronti fuori dai confini forzisti è persino migliore da quella che si respira in una parte del suo partito. «Autorevoli esponenti di altre forze politiche, di cui ovviamente non faccio il nome, mi hanno chiamato scandalizzati per quello che leggono sul mio conto. Mi hanno anche chiesto di candidarmi con loro…». Domanda: e lei, Scajola, che cosa ha replicato? Risposta: «Ho ringraziato ma ho detto di no. La mia disponibilità a candidarmi c’è ma vale per Forza Italia. Sono stato vicino e leale con Berlusconi anche nei momenti più bui. Pensi che alle scorse Politiche ho fatto un passo indietro rispetto alla candidatura. Ma ora che sono stato assolto sono qua, di nuovo disponibile a essere in campo per le Europee. La mia disponibilità c’è, piena. E mi rimetto alla decisione di Berlusconi, che continuo a considerare un uomo saggio, un uomo giusto».
L’amarezza umana di sentirsi considerato alla stregua di un «appestato», quella è sempre difficile da nascondere. «Mi dà dispiacere e sofferenza», spiega Scajola. Poi però il timbro di voce si fa squillante. E succede nel momento in cui racconta «di questo bel giro che ho fatto nel Nordovest. Ho avuto un’accoglienza forte e calorosa, sa? Decidessi io, obbligherei tutti quelli che sono forti sul territorio a candidarsi alle Europee».
Ma non decide lui. Lui si rimette alla decisione di Berlusconi. «Uomo saggio, uomo giusto», ripete.

Tommaso Labate – Il Corriere della Sera

Scritto da Angelo Amoretti

2 aprile, 2014 alle 17:08

I tempi cambiano, le opposizioni pure

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Non aspettiamoci nulla di buono, meno che meno che i craniacci abbiano trovato il sistema per eliminare o attutire i danni che hanno già fatto con la TARES!“.

Piera Poillucci, Capogruppo F.I. – 13 marzo 2014

Registro ancora oggi come una divertente consigliere comunale del PDL, con la consueta comicità involontaria, si stracci le vesti disperata ed indignata perché, secondo lei, la nuova giunta (dove vi sono due tesserati PdL) sarebbe stata scelta dal Sindaco, che è un dirigente del PdL e che ha tale prerogativa per legge, e dall’On.Minasso, che è un onorevole del PdL, il vice coordinatore regionale del PdL e, quindi la massima autorità del PdL in provincia di Imperia, anche se, in ultima analisi, secondo la consigliera in questione la scelta della giunta sia stata operata del sottoscritto, come capo supremo della Spectre[...]
Tenuto conto, però, che mi dicono che quella consigliera organizzava corsi di formazione politica per il PdL, è tutto detto e si capisce perché siamo arrivati a questo punto.

Giuseppe Fossati, Capogruppo FLI – Sanremonews, 5 aprile 2012

Interessante Consiglio Comunale, quello di questa notte o, per meglio dire, di questa mattina, considerato che è terminato alle 7,30. Interessante perché è andata in scena, in tutta la sua tragicomicità, la disfatta dell’armata Brancaleone del PdL, per l’occasione condotta con mirabile inconsistenza, condita dalla usuale macchiettistica acidità da zia acida di un film di Sordi degli anni ’50, che vorrebbe essere malevola ma risulta solo ridicola, dalla Consigliera Poillucci, alla quale il PdL ha dato il compito di parlare con i tempi del capogruppo, con l’ovvio risultato disastroso di dare l’immagine di un partito rancoroso senza idee, senza strategia, senza argomenti, senza prospettive che è capace solo di fare una serie impressionate di autogoal”.

Giuseppe Fossati, Capogruppo FLI – Sanremonews, 13 aprile 2012

Scritto da Angelo Amoretti

14 marzo, 2014 alle 12:36

Ricomincia il film?

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Distribuito da Medusa e probabile candidato ai prossimi Oscar nella sezione “miglior film comico straniero”.

Verso le Europee. Claudio Scajola riparte da Imperia. Incontro oggi alla Camera di Commercio

L’attuale scenario politico, le problematiche da affrontare e risolvere nel Ponente, la vicenda della casa romana e la partecipazione alle Elezioni europee. Questi, in sintesi, gli argomenti che saranno affrontati oggi da Claudio Scajola (foto). L’occasione è offerta dall’appuntamento in programma alle 18 nell’auditorium della Camera di commercio di Imperia: l’ex ministro, incontrerà cittadini, simpatizzanti e amici, ovvero i rappresentanti di Forza Italia della Riviera. A un’analisi sulle criticità politiche del momento, si aggiungeranno le prospettive future di sviluppo del Ponente.
Mentre per quanto riguarda il candidato a sindaco di Sanremo, la prospettiva è quella delle primarie per arrivare a un nome condiviso, per le Europee, sembra ormai quasi sicura la candidatura di Claudio Scajola che, proprio oggi, facendo una scelta «affettiva», fa partire da Imperia, la sua corsa verso Bruxelles. E potrà valutare direttamente il grado di risposta di cittadini e fedelissimi.[M.BR.]
La Stampa, 9 marzo 2014

Non riesco a capire se si tratta di un comunicato stampa o di un articolo vero e proprio: in questo caso chi lo ha firmato è da candidare al Pulitzer 2014. Mica per altro: se sono un suo “fedelissimo” o  mi si invita via telefono ad andare a venerare l’uomo più amato del Ponente, è un po’ difficile che vada a dirgli di lasciar perdere.

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2014 alle 17:18

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Claudio Scajola prepara il ritorno

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Siccome ci tengo moltissimo, penso sia opportuno fare il punto della situazione.
Su Il Secolo XIX di oggi il nostro noto statista dice che vuole sentire prima il parere dei suoi concittadini per decidere su un’eventuale sua candidatura alle prossime elezioni europee. Così, giusto per sapere se lo ritengono ancora utile al territorio [non all'Europa, chiaramente].
Quindi domani sera dovrebbe riunire i fedelissimi e i quadri del partito [un Carrega, due Fontana e un Pomodoro].
E, scusate, ma è più forte di me, già m’immagino il fedele Ranise che si chiede se si nota di più se ci va o se sta a casa.
Ma su un portale locale leggo che domenica 9 marzo il nostro concittadino “annuncerà la sua candidatura alle Europee all’Auditorium della Camera di Commercio“.
Probabilmente immagina già quello che gli dirà la sua gente: è un tipo avantissimo.
Nel frattempo ricordate il famoso “discorso della macelleria” in piazza San Giovanni? Sì, quello che, insieme a tutti i loro pacchetti di voti, avrebbe dovuto far vincere Annoni, Fossati e compagnia bella?


[foto: Il Secolo XIX]

Ebbene, si è portato avanti anche il macellaio: ha chiuso il locale e sta aspettando di affittarlo a qualcuno.
Aveva già capito tutto, quel giorno.

Scritto da Angelo Amoretti

26 febbraio, 2014 alle 19:16

Il fedelissimo Antonello Ranise

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Perdindirindina, nell’intervista che Antonello Ranise ha rilasciato a Imperiapost , ho dovuto leggere ben circa trecento parole prima di vedere quella fatidica [confesso che l'ansia iniziava a salire paurosamente], ma alla fine è arrivata: Claudio Scajola!
Il fedele Ranise ripete già le mezze verità dette in passato, ma evidentemente ama i dischi rotti. Qualcuno dovrebbe fargli notare che al limite ne esistono di nuovi o che, in mancanza di quelli, si può evitare di far girare sempre gli stessi.
Ma niente,  secondo lui tutto ciò che è stato fatto di buono nel Ponente Ligure è grazie a un uomo solo: Claudio Scajola.
E stila un elenco delle opere:
Tribunale nuovo (ci piove ancora, dentro?)
Pista ciclabile (ha mai sentito parlare di Burlando?)
Museo Navale (ci riusciamo a farci stare una barca di otto metri in dono?)
Palazzetto dello sport (regolari le altezze?)
Ha dimenticato il campo di atletica del Prino dove però se un fenomeno corre i 100 metri piani in 8 secondi netti, non gli omologano il record mondiale e in ogni caso il salvatore del Pontente e forse della Patria, secondo il fedele Ranise, può essere solo uno: Claudio Scajola.
Con lui il turismo avrebbe impennate da capogiro, le fabbriche riaprirebbero tutte e i treni arriverebbero in orario.

Scritto da Angelo Amoretti

15 febbraio, 2014 alle 12:42

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Veni, Vidi…Vice

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Dalla Provincia ultimamente arrivano notizie entusiasmanti e sono contento di farvi partecipi.
I quadri intermedi, leggo su Il Secolo XIX, calano da 40 a 27 e un dirigente su tre verrà tagliato risparmiando così la considerevole somma di 80 mila euro all’anno.
Il giovane Alessandro Lanteri, del Partito Democratico, è stato eletto all’unanimità vice Presidente del Consiglio provinciale (al posto di Fulvio Vassallo che va in Carige: due buone notizie in una) e sono certo che saprà svolgere il delicato incarico con serietà e competenza.
Lo stesso vale per Gian Franco Grosso, consigliere comunale di opposizione di “Imperia Bene Comune” che, quale funzionario provinciale, ha fatto un bel balzo in avanti nella carriera professionale, nel Palazzo di Viale Matteotti: sarà il “vice” di Enrico Lauretti nel settore ambiente – territorio e urbanistica.
Il tema dell’ambiente è sempre stato caldo ed è probabile che nei prossimi mesi diventi bollente, perciò qualcuno potrebbe storcere il naso e chiedersi come si comporterà Grosso in Consiglio Comunale quando si discuterà di rifiuti e discariche. I soliti diffidenti dicono addirittura che per correttezza dovrebbe dimettersi, visto il suo nuovo incarico in Provincia, ma sicuramente saprà svolgere i suoi ruoli con scrupolosità come si aspettano i cittadini che l’hanno votato.
Buon lavoro a tutti e due.

Scritto da Angelo Amoretti

3 febbraio, 2014 alle 8:46

Casa al Colosseo: assolto l’on. Claudio Scajola [II]

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Queste sono le immagini delle prime pagine di Libero e il Giornale di cui Travaglio scrive nel suo fondo odierno, le avevo usate in questo post.

Adesso si sperticano per “l’amico ritrovato” che, tra l’altro, finalmente si sente libero di parlare e, di conseguenza, di farmi tornare il buonumore.
I giornalisti saranno “spocchiosi” e “supponenti” (come dice qualcuno), ma, come disse tempo fa a Ospedaletti il Procuratore Cavallone “riportano le notizie”.

E le notizie sono in mostra nelle locandine delle edicole, tipo: “Al treno deragliato ora ci penso io”.
E motivo di studio sarebbe anche quello di sapere come diavolo ha passato questi tre anni e mezzo visto che da una parte si legge che “Questa assoluzione piena mi ha in parte ripagato dei tre anni e nove mesi in cui ho perso il sonno e mi è stata rovinata la vita” [Il Secolo XIX, 28 gennaio 2014] e dall’altra “Sono sempre stato sereno” [Il Secolo XIX di oggi] quindi dormiva o si arrampicava sui muri?
Detto questo e sebbene qua sotto troviate l’articolo di Travaglio, c’è un aspetto che secondo me nessuno ha voglia di approfondire e che è parte di quei livelli superiori di cui parlavo in un post precedente. Io sono sempre più dell’idea che qualcuno abbia voluto far pagare qualcosa al nostro eroe che è sì vanitoso e ingenuo, ma che faceva parte di un ingranaggio a lui sconosciuto (quello a un livello più alto di lui e Anemone, per capirci).
Perché al primo livello c’è da divertirsi, ma a quelli più alti c’è da stare attenti. Non mi sono “convertito”, cerco di stare in mezzo alle colonne che reggono il baraccone.

Gli insaputi

A leggere i giornali e a vedere i tg, pare che un bel mattino di quattro anni fa i magistrati cattivi si siano svegliati e abbiano deciso di inquisire il povero Scajola, costringendolo a dimettersi da ministro in combutta con la stampa forcaiola e i mastini giustizialisti del Pd, malgrado la strenua difesa di B. & C. In realtà il 24 aprile 2010 Repubblica rivelò che la Procura di Perugia, indagando sulla Cricca della Protezione civile, si era imbattuta in 900 mila euro pagati da Anemone tramite Zampolini per pagare dueterzi di casa Scajola. La segnalazione era partita da Bankitalia, insospettita dagli 80 assegni circolari da 12.500 euro ciascuno astutamente usati per l’operazione. Scajola fece sapere che aveva pagato tutto lui, minacciò querele e precisò di non essere indagato. In effetti, né allora né mai i pm di Perugia lo iscrissero nel registro (era competente la Procura di Roma, che se la prese comoda e lo indagò solo il 29 agosto 2011). Eppure, dopo una settimana di afonia perché non sapeva che dire, Scajola si dimise il 4 maggio 2010. Per motivi non giudiziari (inesistenti), ma di opportunità,che avevano indotto persino il Giornale a chiedergli di sloggiare con un editoriale di Vittorio Feltri (“Chiarisca o si dimetta”): “Se non ha niente da dire oltre a ciò che ha detto, le conviene rassegnarsi. Anzi, rassegnare le dimissioni…Qui c’è sotto qualcosa di poco chiaro, per essere gentili… È verosimile che lei non sapesse nulla degli assegni? Mica tanto. L’opinione pubblica è scossa… dalle testimonianze di Zampolini e delle sorelle Papa (le venditrici dell’immobile, ndr). Perché dovrebbero mentire?”.
Lo capì financo Scajola, in una memorabile conferenza stampa senza domande: “Per esercitare la politica, che è un’arte nobile con la P maiuscola, bisogna avere le carte in regola e non avere sospetti”. Poi se ne uscì con la frase che inaugurò il filone satirico dell’insaputismo: “Mi dimetto perché non potrei, come ministro, abitare in una casa pagata in parte da altri senza saperne il motivo”.
Mentre i giornalisti presenti si sganasciavano e quelli della stampa estera pensavano a un errore di traduzione, il premier B. disse in Consiglio dei ministri che Scajola era “indifendibile” perché “quello delle case è un tema che colpisce molto la gente: se uno compra una casa che vale 1 milione e 800 mila euro e la paga 600 mila, c’è qualcosa che non va. E se non può spiegare agli italiani il perché, deve dimettersi”.
Il Cainano avviò persino sue personali indagini, come narravano entusiasti i suoi house organ.
“Adesso indaga Berlusconi”, titolava il Giornale: “Vuole individuare le mele marce. Sta studiando personalmente le carte dell’inchiesta sui grandi appalti: ‘Chiederò spiegazioni a tutti. Nessuna indulgenza per chi ha sbagliato. L’arricchimento personale è inaccettabile’”. Libero lo descriveva “sfinito”, “chiuso in casa”, dove “riceve in pigiama”, “ fa il pm e interroga i suoi: ‘Ditemi la verità… C’è chi s’è arricchito alle mie spalle. Chi ha sbagliato pagherà’”. Belpietro plaudiva alla svolta giustizialista (tranquilli però, “non mi sono convertito al travaglismo”). Sallusti lo scavalcava in manettismo: “Il Presidente sa bene che gli elettori si infuriano di fronte ai privilegi che riguardano la vita privata, a partire dalla casa.
Per questo ha usato parole molto dure, mai pronunciate prima: chi ha sbagliato deve pagare e lasciare incarichi e ministeri. Scajola insegna…
Una convinzione che si è fatto dopo aver indagato a fondo ed esser giunto alla conclusione che è possibile che nel governo o nelle sue vicinanze ci possa essere qualche ladro di polli, che mette a rischio la credibilità politica di tutti. Meglio fare pulizia e pure in fretta”. Ora, dopo l’assoluzione in un processo che ha confermato tutti fatti già noti nel 2009, Libero titola un’intervista strappalacrime al perseguitato: “Io, dato in pasto al tribunale del popolo”. E il Giornale, profittando della smemoratezza generale: “Toghe intimidatorie”, “Scajola assolto: l’indagine gli costò il ministero”. E il Foglio: “Le nostre scuse a Scajola”.
Ma andè a ciapa’ i ratt.

Marco Travaglio – il Fatto Quotidiano, 29 gennaio 2014

Scritto da Angelo Amoretti

29 gennaio, 2014 alle 13:12