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Arma letale: la parola

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I banditi usano solo la parola” scrive La Stampa di oggi in merito al recente furto avvenuto alla Banca Passadore di via Bonfante.
Beh, non è una novità: in Parlamento cosa fanno? A parte i primitivi leghisti che una volta ci sono andati con i cappi, i ventiquattro banditi che siedono là (Previti si è deciso a mollare) mica usano le pistole!
E il bello è che questo sarebbe un “segno dei tempi, evidentemente, che fa presa proprio sulla psicosi dilagante tra la gente“.
Se trent’anni fa mi avesse avvicinato un bandito in banca e mi avesse suggerito di stare calmo perché “questa è una rapina” io che avrei fatto? Mi sarei messo a protestare?
Il problema è che la delinquenza è aumentata per svariati motivi. Il primo fra tutti è l’impunità. Se per caso dovessero prendere i rapinatori della Passadore, c’è da scommettere che non darebbero loro più di cinque anni di galera e al fresco ci starebbero sì e no qualche mese.
Sono aumentate anche le banche e se vent’anni fa nel mirino dei malviventi potevano essercene due o tre a Oneglia e un paio a Porto, ora i fuorilegge hanno più scelta, per così dire.
L’altro problema, gravissimo, è che tutte queste telecamere messe qua e là per controllare se un ragazzo scrive “ti amo” su un muro, non servono proprio a niente quando si tratta di individuare e intercettare un bandito.
Era meglio quando davanti alle banche c’erano le guardie giurate.
Adesso per entrare bisogna attraversare due o tre porte, ci sono le telecamere che ti inquadrano e se qualcosa nell’allarme funziona male, si mette a suonar di tutto manco fossi il più grande rapinatore esistente.
Poi arrivano i banditi veri, ti dicono di stare calmo che così non ti succede nulla, si servono (o se sono poco gentili si fanno servire) e se ne vanno.
Evviva il progresso.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2007 alle 15:47

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Cugini coltelli

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Ricordate il fatto di sangue avvenuto lo scorso 7 dicembre a Torrazza?
Oggi il gup di Imperia, Fabio Favalli, ha disposto la perizia psichiatrica per stabilire la capacità di intendere e volere del tunisino di 22 anni Amine Gabhi, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato due cugini in quella sera infausta, nella ridente frazione dell’entroterra.
L’avvocato difensore del tunisino, Stefania Lombardi di Sanremo, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato per il processo e l’udienza e stata aggiornata al prossimo 13 novembre.

Scritto da Angelo Amoretti

16 ottobre, 2007 alle 19:27

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Bulli

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Più poliziotti e carabinieri davanti e dentro le scuole” recita un titolo su Il Secolo XIX di ieri.
E ci aggiungerei: anche sopra, sotto e dietro. Nel senso che qualcuno potrebbe appostarsi sul tetto e qualcun altro nelle fondamenta così se succederà quello che è successo l’anno scorso, sarà più facile acchiappare quelli che s’intrufolano nell’istituto tanto “per vedere se i sistemi di sicurezza funzionano”.
Ricordate l’episodio, vero? Ne avete più sentito parlare? Ne avete più letto da qualche parte? No, eh? Tutto sistemato.
E del ragazzino aggredito davanti all’Itis, rimasto shoccato sulla panchina per qualche ora? Nulla, eh?
A me l’idea della Polizia nelle scuole piace a metà perché, diciamolo, andare a lezione e sentirmi blindato, manco dentro ci fosse la riunione dei G8, un po’ d’imbarazzo me lo metterebbe.
Ma d’altronde che fare? In un modo o nell’altro il bullismo bisogna ridimensionarlo e se l’educazione ai ragazzi non l’insegnano i genitori a casa, se non ci riescono i prof, ci proveranno i tutori dell’ordine.
Certo che se non ci riusciranno neppure loro la vedo dura perché allora il rimedio definitivo potrebbe essere il metodo Beslan: fuori tutti esclusi i bulli e vai.
Sto ironizzando, ma questo massiccio impiego di forze dell’ordine mi fa sorgere una domanda spontanea.
Visto che negli scorsi week end al Prino ne sono successe di cotte e di crude (lampioni di ristoranti spaccati, cassonetti della spazzatura buttati di sotto, sedie sui moli, bottiglie rotte e chi più ne ha più ne metta) come mai i tutori non si sono mescolati ai ragazzi stando appiccicati ben bene a loro fino alle 6 del mattino, anziché sostare all’inizio di via C.Colombo giusto per vedere se qualcuno aveva bevuto un po’ di più?
Certo, se ha bevuto il danno può farlo a qualche metro (o chilometro) di distanza, ma a quanto pare i danni avvengono anche dentro la “zona rossa” (la chiamo così perché è blindatissima, come i proiettili di Palla di Lardo: full metal jacket).
Allora mi permetto di dare un consiglio agli agenti per l’anno prossimo: qualcuno a una certa ora della notte, sfondi la zona rossa, passeggi su e giù per il lungomare e tenga gli occhi aperti.
In fondo basta prenderne uno (giusto per educarne cento), sbatterlo in galera per qualche giorno, chiamare i suoi genitori (che nel frattempo lo daranno per disperso e studio aperto ci farà un sacco di servizi dando visibilità a Imperia) dicendo loro di portare qualche migliaio di euro per pagare i danni che il loro figlio ha causato e infine consegnarglielo con tanti ringraziamenti.
Con una fava prendiamo due piccioni. Togliamo di mezzzo un delinquentello e facciamo pubblicità alla città.
Cattivo oggi, eh!

Scritto da Angelo Amoretti

10 settembre, 2007 alle 8:39

Ascensori

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Ricevo questa mail da M.F. che pubblico per sensibilizzare l’Amministrazione anche sui problemi “minori”, soprattutto in questo periodo estivo in cui Imperia si gioca molto per il turismo.

“Buongiorno,
è già la seconda volta che mia moglie con passeggino e bambini prende l’ascensore dal Parasio, stranamente l’ascensore non è rotto, ma appena terminata la corsa scopre che il cancello di sotto è chiuso!!!!! Così torna indietro, esce e poi va a piedi, come al solito…
In pratica ogni volta è una scommessa, quindi oltre che un obbrobrio, che sarà costato un sacco di soldi, che costringe la gente comunque ad attraversare la strada e farsi un pezzo a piedi per fare tutto il tragitto…NON FUNZIONA MAI!!!
Siamo veramente in un posto buffo, quando si fanno le cose, l’importante è solo dire che sono state fatte, non farle bene o farle funzionare…”

Scritto da Angelo Amoretti

26 giugno, 2007 alle 10:26

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Restauri e fratture

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I lavori di restauro all’Oratorio di San Martino, nei pressi del Ponte romanico di Clavi, stanno per giungere al termine.
Ancora qualche piccolo ritocco e sarà fatta. Il piccolo sagrato è stato completamente rifatto, così come il tetto in ardesia.
E’ stato rimesso a posto anche il tratto di mulattiera che, passando dietro all’oratorio, una volta portava fino alla colla di Bastera. Dico “una volta” perché ormai tra frane e rovi, oggi, percorsi pochi metri, non c’è più verso di orientarsi.
Quando tempo fa parlai del Ponte romanico e dell’oratorio, chiedevo che gli amministratori competenti si preoccupassero anche di Via Fontana, che dalla provinciale per Dolcedo porta al monumento, perché in pessimo stato e alquanto pericolosa.
Ebbene, purtroppo ieri è successo un fatto grave: il signor M.R. di 75 anni, lodigiano, proprietario di un piccola casa a Clavi, è inciampato in una delle tante buche, procurandosi la frattura del piede destro.
Ora che le feste sono finite, forse l’assessore alle frazioni farebbe meglio a correre rapidamente ai ripari e decidere di rimettere a nuovo la via.
In questo periodo le visite al Ponte, e di conseguenza il passaggio dei turisti, aumentano, per cui il rischio di nuovi spiacevoli incidenti  sale e il Comune non fa una bella figura né con i turisti, né con gli abitanti che pagano le tasse.

Scritto da Angelo Amoretti

25 giugno, 2007 alle 10:59

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Modi di dire

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Probabilmente solo per fare il gradasso con gli amici, un albanese di 34 anni ha sottratto una pistola ad suo datore di lavoro, un contadino di 77 anni.
Sanremonews – 31 maggio 2007

Stamani all’alba Carabinieri di Imperia hanno arrestato un albanese di 34 anni trovato in possesso di una pistola calibro 22 rubata poche ore prima a un uomo di 72 anni.
Radioamicizia – 31 maggio 2007

Probabilmente solo per fare il gradasso con gli amici, un albanese ha sottratto una pistola ad suo datore di lavoro, un contadino di 77 anni.
Il Secolo XIX – 1 giugno 2007

Era entrato nelle grazie del datore di lavoro, che gli aveva dato fiducia e gli consentiva di entrare in casa, ma lo ha derubato, portandogli via un revolver Beretta calibro 22 regolarmente denunciato e custodito in un cassetto, chiuso a chiave. L’albanese Hilir Hoti, 35 anni, residente a Imperia, è stato arrestato dai carabinieri per furto e porto abusivo di arma. I militari sono andati a perquisire l’abitazione dello straniero dopo aver ricevuto la denuncia del datore di lavoro, Angelo D., noto commerciante di articoli sportivi di 77 anni.
La Stampa – 1 giugno 2007

I carabinieri della compagnia di Imperia hanno denunciato per ricettazione un immigrato albanese di 34 anni, Ilir Hoti, per il furto di una pistola Beretta calibro 22 appartenente a un commerciante di articoli sportivi, Angelo Duberti (titolare di Promosport a Imperia) che la deteneva regolarmente a scopo di difesa.
La Riviera – 1 giugno 2007

Scritto da Angelo Amoretti

1 giugno, 2007 alle 10:03

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Assoluzioni

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Il tribunale collegiale di Imperia ha assolto ”perche’ il fatto non sussiste” l’ex vice dirigente della locale Squadra Mobile, l’ispettore Massimo Carabalona.
Il poliziotto era imputato di omissione di atti d’ ufficio per non aver verbalizzato alcune testimonianze relative all’omicidio di Hagere Kilani,la bimba marocchina violentata e uccisa il 18 agosto del 2000, nel quartiere Parasio di Imperia.
I giudici hanno accolto la tesi della difesa, secondo cui mancava l’elemento soggettivo del reato.
Le dichiarazioni non verbalizzate riguardavano, secondo l’accusa, sostenuta dal pm Filippo Maffeo, la testimonianza di una donna che asseriva di aver visto l’ infermiere Agostino Greco al quartiere Parasio in un orario diverso rispetto a quello da lui sostenuto.
L’infermiere, morto suicida alcuni mesi fa, all’epoca aveva ospitato l’assassino della piccola, il romeno Vasile Donciu, nell’abitazione dove poi Hagere venne trovata morta.
fonte: Radio Amicizia
Dal momento che non è un mistero che Massimo sia un affezionato lettore e commentatore di questo blog, non posso che ritenermi soddisfatto per la sua assoluzione.

Scritto da Angelo Amoretti

22 maggio, 2007 alle 20:13

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Karisma: spuntano Vip e politici

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Venerdì ne ho parlato come fatto di cronaca, oggi, dopo aver letto quello che scrivono i quotidiani locali, voglio fare alcune considerazioni e porre qualche domanda.
Francamente mi fa un po’ sorridere lo stupore dei cittadini riguardo al Karisma: scusate, ma nei locali di questo genere, nel resto d’Italia e d’Europa, non succede più o meno la stessa cosa?
Non succede che generalmente ci sia un “extra”, per chi paga, oltre al balletto della bellezza di turno attaccata al palo?
Succedeva anche al Karisma, ci informano gli organi di stampa. Bene: adesso ne abbiamo la conferma e probabilmente abbiamo scoperto l’acqua calda.
Sfruttamento della prostituzione? Perfetto: ma nel frattempo Tatiana, la bellezza rumena intervistata da Giò Barbera, racconta che intascava fino a 10.000 euro al mese. Mica male per essere sfruttata!
Mi viene da pensare alle ragazze dell’est che venivano portate dalle nostre parti e sbattute sul marciapiede, magari picchiate e minacciate, per pochi euro a sera. Ma è un pensiero come un altro.
Quello che mi fa un po’ indignare è che qualche residente dica: “Ormai, questo scorcio di Porto Maurizio, è totalmente in mano a turchi, albanesi, slavi, rumeni e nord africani. Dall’Orologio in già a una certa ora, è decisamente meglio non transitare..se non altro per evitare incontri pericolosi.
A me sembra un po’ esagerato.
Tanto per cominciare: hanno arrestato extracomunitari o banditi nostrani?
Il nucleo operativo dei Carabinieri di Imperia ha arrestato:
Michele De Marte, 38 anni, originario di Seminara e residente a Diano Marina;
Antonio Di Noia, 30 anni, originario di Potenza e abitante a Cervo;
Giuseppe e Claudio Maccarone, di 39 e 38 anni, originari di Vibo Valentia, residenti a Diano Marina;
Robertino Crocetta, 42 anni, ex poliziotto della questura di Imperia licenziato sei anni fa perché coinvolto in una brutta storia di droga;
Monica De Pippo, 35 anni, originaria di Genova e abitante a Savona;
Luca Giani, 33 anni, abitante a Diano Castello;
Davide Veronio, 24 anni, originario di Pralungo (Biella) e residente a Diano Marina.
Non vedo extracomunitari tra questi otto arrestati.
Per Via Cascione ci passo spesso e sono ancora qua che scrivo.
Ci passavano anche Vip e politici, nelle ore più piccole, proprio per andare al Karisma, tanto per dimenticare, per una sera, “la solita minestra riscaldata”, come racconta Tatiana a Barbera.
Forse c’era anche qualche leghista (si sa, ce l’hanno sempre duro), e qualcun’altro che magari il 12 maggio sarà al Family-day.
Risulta che qualcuno di loro abbia avuto brutte avventure, in via Cascione?
E proviamo ad avvalorare la tesi dei residenti.
Perché se via Cascione, dall’Orologio in giù, è nelle mani degli extracomunitari, è stata lasciata fuori dal contratto di Quartiere?
Non sarebbe cosa buona e giusta che l’amministrazione prendesse in considerazione l’intera via? O si è arrivati al punto di pensare che ormai tanto vale lasciarlo così com’è, quell’ultimo tratto? Sarebbe una pessima idea, a mio modesto parere.
Se, come è noto, si vuole fare di Via Cascione, via XX Settembre e via San Maurizio, una sorta di “quartiere latino” alla parigina, anche per numerosi studenti dell’Università, non sarebbe assurdo, per raggiungerlo, dover attraversare quello che a quanto dicono certi residenti (e non solo) è diventato il Bronx?
Infine l’ultima cosa che mi frulla per la testa: qualcuno sa qualcosa di Luca Gaglianone, il signore intraprendente che aveva avuto l’idea di aprire il Karisma?
Non sembra un tantino inverosimile che a un certo punto siano arrivati da lui alcuni gaglioffi promettendogli 25.000 euro per rilevare la gestione e che non abbia denunciato il fatto, dato che, a quanto pare, non ha visto il becco di un quattrino?

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2007 alle 10:13

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Rapina alla Cassa di Risparmio di Savona

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Questa mattina, poco dopo le 8, tre banditi armati di pistola e coltello, col volto semicoperto e caschi da motociclista, hanno rapinato la filiale della Cassa di Risparmio di Savona, in via Belgrano a Oneglia.
I tre malviventi si erano aperti un varco nottetempo, dal retro dei locali, hanno aspettato che gli impiegati fossero dentro e una volta verificato che l’allarme era stato disattivato, hanno bloccato e legato gli impiegati.
Svuotata la cassaforte, si sono dati tranquillamente alla fuga con un bottino di circa 15.000 euro.
Qualcuno, più tardi, passando davanti alla banca, ha notato il direttore e due impiegati legati con dei cavetti elettrici e ha dato l’allarme.
Al momento la polizia sta visionando i filmati del sistema di videosorveglianza, sperando di trovare qualche indizio che porti alla cattura dei tre rapinatori che pare siano di origine italiana.

Scritto da Angelo Amoretti

2 aprile, 2007 alle 12:31

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Mia Nonnis in carriola

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La storia la sapete perché “ha reso di ghiaccio Imperia” [cit.]: Amedeo Nonnis, ispettore di polizia, è stato arrestato al Parasio la scorsa settimana e accusato di “associazione per delinquere, corruzione e divulgazione di segreto d’ufficio” a seguito delle indagini sulle spiate della Telecom.
Devo ancora cercare di capire come mai la Telecom spiava tutti quanti, onorevole Claudio Scajola in testa, per quanto riguarda la nostra città.
Negli anni settanta avevano fatto scalpore i dossier della Fiat sui propri dipendenti. Al confronto questo scandalo è mille volte più grande.
Insomma, i tempi erano quelli che erano, le brigate rosse si svegliavano al mattino e gambizzavano o uccidevano giornalisti, politici e tanti altri. Ci poteva anche stare che la Fiat schedasse i dipendenti, tanto per sapere con chi aveva a che fare.
Ci starebbe anche che la Telecom spiasse e schedasse i suoi dipendenti, anche se oggi, con la legge sulla privacy, la cosa sarebbe oltre che antipatica, pure fuorilegge.
Invece no: la Telecom spiava vip, politici, giornalisti e altri che con l’azienda non avevano proprio nulla da fare.
E allora non me la bevo. Non penso che lo facesse per conto proprio. Visto che la Telecom ha sotto controllo telefoni, cellulari, computer e quant’altro, ho la sensazione che facesse il lavoro sporco per conto terzi, e mi auguro che questi prima o poi vengano fuori.
Tornando al Nonnis. Lui adesso vorrebbe farmi credere che non sapeva per conto di chi spiasse e che lo faceva così, come doppio lavoro (in nero?).
E’ un po’ come se mi prendessero a spacciare droga o a vendere armi e mi difendessi dicendo che lo faccio per arrotondare e che non so a chi vada la merce.
La cosa che lascia di ghiaccio me è che i Servizi Segreti non ne sapessero nulla. C’era una rete di spie più potenti delle spie di Stato. Se non fosse drammatico ci sarebbe da ridere.
Un ex ministro, e mica dell’Agricoltura, ma dell’Interno, diventato poi capo del Copaco, l’organo che controlla l’operato dei servizi segreti, viene tranquillamente spiato e non ne sa nulla.
La faccenda è assai preoccupante e c’è da augurarsi che gli arrestati si mettano a cantare tanto per farci capire a che punto siamo arrivati in questo Bel Paese che pensava di averle viste tutte dopo le stragi fasciste, le brigate rosse e le logge massoniche propaganda P2.

Scritto da Angelo Amoretti

28 marzo, 2007 alle 16:33

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