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“Papel” alla Fiera del Libro di Imperia

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Sabato 1 giugno alle ore 12.00, presso il foyer del teatro Cavour di Imperia sarà presentato il secondo volume di “Papel“, curato da Alessandro Giacobbe e Marino Magliani.

Papel volume 2

Papel è una realtà culturale che nasce in Liguria occidentale, uno spazio libero, senza paletti, senza recinti, che ospita narrazioni di prosa, estratti di romanzi, anticipi, racconti, traduzioni, saggi, poesie. E infine, anche qualcosa sul nome di questo progetto. Basilare. Papel: carta. Parola per identificare anche il foglio umile, come quello che si usava per avvolgere il cibo venduto nelle vecchie botteghe. Si richiama il “papiro”, alla maniera ligure.
Spiega Alessandro Giacobbe: “Oltre la dimensione artistica di una copertina illustrata, c’è sempre una rottura della consuetudine. Questa rottura vuole essere anche recupero. Non solo narrativa di qualità. Non solo saggistica, a riprendere quei disiecta membra culturali già pubblicati magari tempo addietro e facilmente dimenticati. Non solo poesia, profonda e forte. Non solo cucina tradizionale e ricerche gastronomiche. C’è letteratura per l’infanzia (di tutte le età) e c’è la filosofia. Una palestra per pensare, in una accezione si direbbe “magnogreca”. E questo quando il vivere lento del pensiero non fulminante sembra essere fuori tempo.”

Scritto da Angelo Amoretti

31 maggio, 2013 alle 12:04

La ‘ndrangheta in Liguria e nella nostra provincia

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La prossima settimana sarà nelle librerie “A meglia parola – Liguria terra di ‘ndrangheta” scritto dai giornalisti de Il Secolo XIX Marco Grasso e Matteo Indice. Vi consiglio di comprarlo e, soprattutto, leggerlo. E conservarlo, perché i libri, per fortuna, continuano a essere pubblicati e bisogna metterli insieme come pezzi di puzzle.
Circola la voce, ovviamente da verificare, che il più bel porto del Mediterraneo sia stato costruito anche su materiale altamente nocivo, che non si sa come purificarlo e, soprattutto, come e se comunicarlo ai cittadini. Ma sono voci: un giorno potrebbero finire su un libro, o forse no.

da Il Secolo XIX del 23 maggio 2013

COSÌ LA ’NDRANGHETA IN LIGURIA RINASCE DALLE SUE CENERI GRAZIE AI POLITICI

Da oltre trent’anni la ’ndrangheta condiziona la politica e l’economia in Liguria. Ha deciso elezioni, manovrato migliaia di voti e pilotato commesse, in particolare nell’edilizia.
Non tutti i partiti hanno uguali responsabilità, ma le cosche hanno saputo raggiungere con spiazzante facilità sia il centrodestra che il centrosinistra, in Comuni, Province e pure in Regione. E soprattutto rinascere nonostante arresti e indagini, grazie a tanti, troppi taciti accordi. Alcuni politici sono stati smascherati, e di loro si è letto sui giornali. Altri, invece, hanno continuato a operare nelle istituzioni all’insaputa dell’opinione pubblica, ignara del peso della criminalità organizzata in decisioni che riguardano migliaia di persone, ogni giorno.
Per la prima volta, un libro prova a entrare nel dettaglio, esclusivamente sulla Liguria: “A meglia parola – Liguria terra di ’ndrangheta“, scritto dai giornalisti del Secolo XIX Marco Grasso e Matteo Indice (De Ferrari Editore, 236 pagine, 16 euro) sarà nelle librerie dalla prossima settimana. E va dritto, attraverso documenti e fotografie inedite, ai nomi, e poi ai ruoli-chiave che personaggi ancora presenti nella vita istituzionale e imprenditoriale hanno ricoperto mentre i clan si affermavano. Legami che oggi si tenta di nascondere, non essendo mai stati rivelati, o solo “accennati”.
A meglia parola spiega come «un’isola felice», dove l’esistenza della mafia fino a tre anni fa era negata da prefetti, parlamentari e sindaci, si sia trasformata secondo un rapporto commissionato dal Viminale nella «regione a più alta densità mafiosa del Nord». Una situazione così compromessa da portare allo scioglimento di due municipi, Bordighera e Ventimiglia, il secondo e il terzo caso di sempre nel Settentrione.
Come siamo arrivati a questo punto? Per provare a rispondere bisogna partire da lontano, dalla migrazione del Dopoguerra e dai boss spediti in Liguria in soggiorno obbligato; dai primi insediamenti che hanno dato vita a una vera e propria struttura militare organizzata su base territoriale, i cosiddetti locali, un esercito che negli anni si è impossessato del monopolio nel traffico di droga e del controllo degli appalti.
Che ha penetrato l’economia pulita e ha nascosto pericolosi latitanti.
Nella sua fase di maggiore sviluppo, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta, è una mafia che spara. E però i clan si accorgono presto che la violenza serve solo ad attirare l’attenzione degli inquirenti.
Capiscono la lezione e gettano le basi per il vero dominio. La nuova strategia è precisa e mirata: mimetizzarsi, nascondersi, fare poco rumore. Perché, come recita un proverbio calabrese che dà il nome al titolo dell’opera, A meglia parola è chira chi ’un si dicia, la parola migliore è quella che non viene detta. È anche questo il motivo per cui, nel 2013, dopo che quasi ovunque la malavita calabrese ha subito colpi durissimi, non esiste ancora una sentenza definitiva che riconosca l’esistenza e la contaminazione della ’ndrangheta in Liguria.
La novità di questo libro-inchiesta – un archivio di ritratti, informazioni, collusioni e scheletri nell’armadio – è che tanti elementi isolati o mai svelati, assumono finalmente una forma. E vanno a comporre una struttura omogenea al cui interno convivono tante anime.
C’è il vecchio immigrato calabrese che vende frutta e verdura ed è così potente da essere ricevuto dal capo assoluto del Crimine – il massimo livello gerarchico – nella sua residenza di Rosarno. C’è il broker con il colletto bianco, preparato e spregiudicato, che movimenta milioni di euro in paradisi fiscali con la complicità d’un tesoriere politico. E ancora: ci sono i grandi capi del centrodestra ligure che negano fino all’ultimo la malattia che sta corrodendo una fetta di economia nel Ponente, annientando la concorrenza e lasciando che a sopravvivere siano solo gli impresari che si piegano; mentre i big del centrosinistra hanno contatti e sponsor che compaiono nelle indagini della Procura. Ci sono nomi e volti di questa contaminazione, tanti eventi apparentemente slegati che adesso sappiamo far parte di un unico fenomeno. Una realtà che ci chiama in causa tutti e in cui tutti abbiamo una responsabilità.

Marco Menduni

Scritto da Angelo Amoretti

25 maggio, 2013 alle 8:56

Pubblicato in Attualità, Libri

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Enzo Barnaba’ e il suo romanzo “Il ventre del pitone”

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Venerdì 5 ottobre, alle 18,30, all’Antica Compagnia Portuale – Circolo Arci Camalli – in via Bastioni di mezzo a Imperia Oneglia, lo scritore Enzo Barnabà presenterà il suo romanzo “Il ventre del pitone” insieme al prof. Giorgio Bertone.

Il ventre del pitone - Enzo Barnabà

Il mercato colonizza lo stato molto più di quanto lo stato non colonizzi il mercato. In Africa, l’invasione dei media internazionali attraverso radio, televisione, internet e telefoni cellulari ha effetti corrosivi sui legami sociali: mediante la colonizzazione dell’immaginario, trasforma la povertà modernizzata in miseria e lancia migliaia di migranti verso un drammatico fuggifuggi. Basti pensare alla voglia dei giovani – tra cui Cunégonde – di lasciare quello che finiscono per considerare come un inferno per i paradisi artificiali del nord, contro le cui porte andranno a frantumarsi.
E anche se, come succede a Cunégonde, avviene il miracolo e – non senza traumi – essi riescono a oltrepassare quelle porte, la cosa lascia ferite che difficilmente guariscono. Anche questa è la lezione del bel libro di Enzo Barnabà. [dalla prefazione di Serge Latouche]

Scritto da Angelo Amoretti

23 settembre, 2012 alle 17:08

Pubblicato in Eventi, Libri

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Il “Libro bianco sul porto di Imperia” del PD

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E’ stato finalmente stampato il tanto da me atteso “Libro bianco sul porto di Imperia” a cura del Partito Democratico di Imperia.
Il libro, composto di 62 pagine e stampato in 18.000 copie, verrà inviato nei prossimi giorni ai capi famiglia del comune, ma è già possibile scaricarlo in formato .pdf sul blog di Giorgio Montanari.
Si tratta di un documento fondamentale perché aiuta a capire meglio l’operazione Porto e mi auguro vivamente che a leggerlo siano in molti.
Detto questo, occorre aggiungere due cosine che mi pare di non aver letto.
Abbiamo voluto concentrarci il più possibile sugli aspetti politici della vicenda.. si legge nella premessa. E il DPR 509/97 è il cosiddetto “Decreto Burlando” che stabilisce che “Chiunque intenda occupare zone del demanio marittimo o del mare territoriale o pertinenze demaniali marittime o apportarvi innovazioni allo scopo di realizzare le strutture dedicate alla nautica da diporto di cui all’articolo 2, lettere a) e b), deve presentare domanda al capo del compartimento marittimo competente per territorio, dandone comunicazione al comune“.
In sostanza, per sveltire le pratiche, quando Claudio Burlando era ministro dei trasporti nel governo Prodi, emanò il decreto per facilitare la costruzione di porti e porticcioli. Nel Libro bianco, ad ogni modo, si sottolinea che nonostante l’amministrazione di centrodestra abbia sempre sostenuto di essersi attenuta a quel DRP, “si presentano una serie di aspetti dalla dubbia regolarità“.
Nel Libro bianco del PD si consiglia anche di leggere Il Partito del cemento, scritto da Marco Preve e Ferruccio Sansa per Chiarelettere.
In quel libro, presentato anche a Imperia, si parla neanche tanto velatamente di accordi trasversali tra i due Claudio (Burlando e Scajola) per cementificare la Liguria.
Tutto ciò che è scritto nel libro non è mai stato smentito, anzi, i due autori auspicavano perlomeno qualche richiesta di rettifica, invece furono circondati dal silenzio totale e quando si arriva alla fine della lettura c’è rischio forte che passi la voglia di votare per il PD.

Scritto da Angelo Amoretti

27 giugno, 2012 alle 17:04

E’ nelle librerie “La conca del tempo” di Elio Lanteri

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E’ finalmente uscito il romanzo postumo di Elio Lanteri “La conca del tempo” per le edizioni Transeuropa, con prefazione di Bruno Quaranta e postfazione di Marino Magliani.

Dal risvolto di copertina:

In una caletta chiusa da tre lati e aperta sul mare, quattro personaggi vivono dei ricordi della loro vita passata nelle viscere della natura aspra: quella Liguria di Ponente già protagonista de La ballata della piccola piazza e che ancora una volta non si limita a fare da sfondo, ma è elemento essenziale del racconto. Damìn, Viturìn, Bellagioia, Rosy, Badulìn e gli altri personaggi gravitano intorno a un ecosistema apparentemente immobile ma in cui sono proprio i minimi movimenti, i tempi infinitesimi della natura, a dettare il ritmo dell’esistenza.
E proprio gli elementi naturali – una cornacchia, un vecchio ponte, parlano e pensano per ripercorrere in vesti nuove la leggenda di un nuovo Sisifo e del suo destino, non imposto da una divinità ma scelto consapevolmente.
Perché Damìn ogni giorno risale verso la vecchia casa sulla scogliera? Quale scelta lo condanna, quale dolore lo tiene vivo?

Un racconto che respira tra la danza leggera delle foglie d’autunno e il mare in miniatura che, di notte, culla i sogni fantasiosi di una gioventù lontana.

Luigi Berio, amico e gran conoscitore di Elio e la sua scrittura, in un commento al post dello scorso 22 aprile, scriveva che questo romanzo è “forse più difficile rispetto al primo“. E’ vero, ma indubbiamente abbiamo tra le mani una ulteriore, preziosa testimonianza dell’opera di uno dei più importanti scrittori del ponente ligure.
Se Elio fosse ancora con noi, gli chiederei un sacco di cose, a proposito della Conca, ma probabilmente, dopo un lungo e articolato discorso, finirebbe per dirmi di interpretarlo come meglio credo.

Scritto da Angelo Amoretti

20 giugno, 2012 alle 16:41

Pomeriggio con Ferruccio Sansa e Vittorio Coletti

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Ieri, al Liceo Vieusseux, si è svolto un incontro tra gli studenti e il giornalista de il Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, coadiuvato dal prof. Vittorio Coletti, collaboratore de la Repubblica.
Tra gli spettatori ho notato con piacere la presenza dell’Ing. Pierre Marie Lunghi e dell’Ispettore Capo della Polizia Postale, Ivan Bracco.
Gli studenti hanno presentato un resoconto della loro ricerca fatta attraverso i quotidiani sulla vicenda del Porto Turistico, che è stata presentata nelle tappe salienti e integrata dalle conoscenze di Ferruccio Sansa.
Vittorio Coletti ha rivolto qualche critica ai giornali locali che all’epoca avevano ignorato certe questioni per così dire “anomale” e ha incoraggiato i giovani studenti a continuare nella loro opera di ricerca critica e conoscenza dei fatti.
Il Procuratore Roberto Cavallone, quando all’assemblea contro le mafie che si era tenuta lo scorso mese di dicembre, gli avevo chiesto come giudicava l’operato dei giornalisti, aveva risposto: “I giornalisti raccontano i fatti”.
Ma con un minimo di buon senso, quando si scriveva che il porto avrebbe portato circa 7.000 nuovi posti di lavoro, sarebbe bastato andare alla Marina degli Aregai, verificare che più o meno gli occupati erano una settantina, fare le dovute proporzioni e poi scrivere che forse la cifra strombazzata era un tantino esagerata.
E questo è solo un esempio.
La sala, pur non essendo quella Magna, davvero enorme, era stracolma di persone: studenti, insegnanti e gente comune come me, andata lì perché in queste occasioni si può accrescere la propria conoscenza. Tant’è vero che c’erano anche l’Assessore Roberto Cristaldini e la moglie di Ilvo Calzia, indagato e sospeso dal suo incarico in Comune a seguito delle indagini sul Porto. La signora, che credo sia insegnante, dal momento che è strettamente interessata, ha tenuto a sottolineare che “indagato” non significa “condannato”, ma nessuno in quell’assemblea ha voluto condannare qualcuno: si sono semplicemente analizzati i fatti.
E c’erano pure due giornalisti, ma le testate su cui scrivono al momento non hanno ancora riportato una riga sull’evento, che si è concluso intorno alle 17.
La cosa mi meraviglia un po’, ma in fondo se siamo in questa situazione, paradossalmente è un po’ colpa di tutti, come giustamente ha fatto notare il Dott. Ernani Ramò in un suo breve intervento.
Poi Ferruccio Sansa si è spostato alla Libreria Mondadori di Oneglia, dove con Vittorio Coletti e Orlando Botti, ha presentato “Il sottobosco“, scritto insieme a Claudio Gatti. Anche in questo caso la sala era piena: mai vista così tanta gente alla presentazione di un libro a Imperia, ma questa è un’altra storia.

Scritto da Angelo Amoretti

16 maggio, 2012 alle 0:22

Marino Magliani e i topi di Imperia

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Fernando e Pepe El Tira, in passato, si erano occupati  di dare la caccia ai bracconieri e a fare da scorta a chi andava a recuperare legname in zone poco sicure. In seguito presero strade diverse, fino al giorno in cui, ognuno per conto suo e per motivi diversi, si erano messi alla ricerca di Rudy.

La ricerca del legname - Marino Magliani

Fernando e Pepe sono due topi e vivono nelle fogne di Imperia. Anche Rudy, ma sta subendo delle mutazioni.
La breve storia è raccontata nel bel libretto edito da duepunti edizioni: “La ricerca del legname“, 64 pagine; 6 euro.
Su Nazione Indiana si può leggere l’incipit.

Scritto da Angelo Amoretti

6 maggio, 2012 alle 12:43

Pubblicato in Libri

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“La conca del tempo” di Elio Lanteri

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Il romanzo postumo di Elio Lanteri, “La conca del tempo”, edito da Transeuropa, sarà nelle librerie il prossimo mese di giugno.
Lanteri, autore de “La ballata della piccola piazza“, è morto nel 2010 e in quell’anno vinse il premio Biamonti.

La Conca del tempo

Dal sito della casa editrice:

In una caletta chiusa da tre lati e aperta sul mare, quattro personaggi vivono dei ricordi della loro vita passata nelle viscere della natura aspra: una Liguria di Ponente che non si limita a fare da sfondo, ma è elemento essenziale.
Damin, il protagonista, Viturin, Bellagioia, Rosy, Badulin e gli altri personaggi gravitano intorno a un microcosmo apparentemente immobile ma in cui sono proprio i minimi movimenti, i tempi infinitesimi della natura, a dettare il ritmo dell’esistenza.
E proprio gli elementi naturali – una cornacchia, un vecchio ponte – parlano e pensano per ripercorrere in vesti nuove la leggenda di un nuovo Sisifo e della sua condanna, che si configura però non come imposizione, ma come scelta consapevole.
Perché Damin ogni giorno risale verso la vecchia casa sulla scogliera?
Quale scelta lo condanna, quale dolore lo tiene vivo?
Un racconto che respira tra la danza leggera delle foglie d’autunno e il mare in miniatura che, di notte, culla i sogni fantasiosi di una gioventù lontana.

«La terra di Lanteri, pur trovandosi in questo mondo, ci porta in quello delle favole che gli uomini si raccontano per non morire.»
Vincenzo Pardini

Stay tuned!

Scritto da Angelo Amoretti

22 aprile, 2012 alle 17:32

Luca Martinelli al C.S.A. La Talpa e l’Orologio

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Stasera alle 21.30

Il 29 ottobre 2011, a Cassinetta di Lugagnano, su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento “Stop al Consumo di Territorio”, è nato il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”. Un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia che intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Ne parliamo con LUCA MARTINELLI, giornalista della rivista AltrEconomia, autore del libro “le conseguenze del cemento” e curatore dell’omonimo blog.

Il libro racconta l’onda grigia che cancella l’Italia. Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile: palazzi, svincoli, centri commerciali, cave. Chi fa affari col cemento fa pagare i costi ai cittadini, e lo chiama “sviluppo”.
Da vent’anni in Italia si gira un film che sembra pura fantascienza, ma poi si trasforma in thriller. Il titolo è “cementificazione” e la trama è fatta di speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate.
Gli attori sono molti: banchieri, archi-star, immobiliaristi, politici, cavatori e cementieri. Ma i costi di questa pellicola sono tutti sulle spalle dei cittadini, di oggi e anche di domani.
Come in tutti i lungometraggi che si rispettino non mancano i colpi di scena. Porti turistici, campi da golf, stadi, autodromi: è il “cemento che non ti aspetti”.
A un certo punto, però, arrivano i nostri: centinaia di comitati che in tutto il Paese si battono contro la devastazione del territorio. E spesso vincono.
Tre anni di lavoro, decine di viaggi in tutta Italia: un’inchiesta straordinaria che traccia il quadro del saccheggio al panorama italiano, ne spiega le motivazioni, svela gli interessi in gioco, individua le responsabilità, nome per nome.

La Talpa e l’Orologio

Scritto da Angelo Amoretti

7 febbraio, 2012 alle 12:19

Beppino Englaro a Imperia venerdi’ 27 gennaio

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Venerdì 27 gennaio alle  ore 20.45, presso la Biblioteca Civica di Imperia Piazza Edmondo De Amicis 7, l’Associazione Culturale ApertaMente Imperia organizza un incontro con BEPPINO ENGLARO che presenta il libro
” La vita senza limiti . La morte di Eluana in uno Stato di diritto”.
Partecipa il Dottor Fiorenzo BATISTOTTI,  introduce Maria ITRI, giornalista di AG R. Agenzia Giornalistica Radiotelevisiva
Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro moriva. Ci sono voluti 6233 giorni perché il padre potesse liberarla e dirle addio; diciassette anni sospesi fra la vita e la morte, durante i quali Beppino Englaro ha lasciato il suo lavoro e si è immerso nelle carte. Ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà, percorrendo sempre la strada della legalità. I suoi sono stati anni senza tregua, senza pause, senza possibilità di fuga o di riparo dalla violenza di una vita artificiale imposta a Eluana da una legislazione inadeguata. Quella di Englaro è la storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza. Una battaglia in cui Englaro è tuttora impegnato perché la libertà di cura sia un valore collettivo, perché la legge rispetti l’individuo e non dia a altri se non a lui stesso il diritto di decidere della propria salute.
Sollecitiamo tutta la cittadinanza a partecipare all’incontro
Associazione Culturale ApertaMente Imperia

Venerdì 27 gennaio alle  ore 20.45, presso la Biblioteca Civica di Imperia Piazza Edmondo De Amicis 7, l’Associazione Culturale ApertaMente Imperia organizza un incontro con BEPPINO ENGLARO che presenta il libro

” La vita senza limiti . La morte di Eluana in uno Stato di diritto”

Partecipa il Dottor Fiorenzo BATISTOTTI,  introduce Maria ITRI, giornalista di AG R. Agenzia Giornalistica Radiotelevisiva

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro moriva. Ci sono voluti 6233 giorni perché il padre potesse liberarla e dirle addio; diciassette anni sospesi fra la vita e la morte, durante i quali Beppino Englaro ha lasciato il suo lavoro e si è immerso nelle carte. Ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà, percorrendo sempre la strada della legalità. I suoi sono stati anni senza tregua, senza pause, senza possibilità di fuga o di riparo dalla violenza di una vita artificiale imposta a Eluana da una legislazione inadeguata. Quella di Englaro è la storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza. Una battaglia in cui Englaro è tuttora impegnato perché la libertà di cura sia un valore collettivo, perché la legge rispetti l’individuo e non dia a altri se non a lui stesso il diritto di decidere della propria salute.

Sollecitiamo tutta la cittadinanza a partecipare all’incontro

Associazione Culturale ApertaMente Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

22 gennaio, 2012 alle 18:40