Archivio per il mese di novembre, 2005

Lavagne

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Nelle scuole elementari di Borgo San Moro da anni mancava la lavagna, nonostante le insegnanti la richiedessero da anni.
Adesso pare che la lavagna sia arrivata, grazie all’intervento dei genitori degli alunni che ne hanno recuperata una all’asilo di Sant’Agata.
La vicenda è curiosa perché una maestrina, non si sa per quali ragioni, voleva una lavagna quadrettata in ardesia e il Comune non era in grado di soddisfare le sue esigenze.
Ora mi chiedo: se davvero sono anni che mancava una lavagna, non ci si poteva accontentare momentaneamente di una lavagna qualsiasi?
E se il Comune è disposto a spendere milioni di euro per porti, rotonde e altro, non ha i soldi per acquistare una lavagna?
Per concludere adesso dietro la lavagna ci metterei l’assessore competente e, diciamola tutta, per una buona ora, anche la simpatica maestrina.

Scritto da Angelo Amoretti

30 novembre, 2005 alle 9:50

Pubblicato in Cronaca

SAD CITY – di E. Stark – Undicesima puntata

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Il tempo era splendido. Non ne ero certo, ma con ogni probabilità l’onorevole avrebbe fatto il suo solito giro in bicicletta del sabato mattina.
Era diventata un’abitudine ormai e quando tornava a casa, quasi tutte le settimane, prendeva la bicicletta e usciva per le vie di Sad City. Aveva la scorta, naturalmente, e quando passava lui sembrava di assistere a una gara ciclistica perchè c’erano staffette davanti e dietro.
Mi ero appostato su una piazzetta che offriva una panoramica di almeno cinquecento metri sul tragitto che avrebbe percorso e aspettai. L’attesa non fu lunga perché dopo una mezzoretta ecco laggiù la carovana che stava andando verso ovest. Sapevo che entro pochi minuti avrebbe svoltato e rifatto il percorso all’indietro.
Non volevo far troppo male e speravo che Frank non avesse esagerato con la potenza dell’esplosivo. Lasciai che i due poliziotti passassero vicino al tombino e quando l’onorevole fu a cinque o sei metri diedi l’input col cellulare.
Ci fu un botto incredibile, tipo quello che causò la morte di Carrero Blanco in Spagna. Come in quell’occasione tutti pensarono che si fosse trattato di una fuga di gas. Da quello che rimaneva del tombino, infatti, si sprigionò il classico odore del metano e inoltre un tubo dell’acqua, nello scoppio, in pochi minuti stava allagando il buco provocato dall’esplosione, cancellando per sempre qualche eventuale traccia di esplosivo.
Qualche minuto dopo ci fu un viavai incredibile di pompieri, polizia e ambulanze. La bicicletta dell’onorevole era finita su una palma, a circa venti metri dal tombino esploso. Lui fu trovato nel negozio vicino alla strada. Lo spostamento d’aria l’aveva letteralmente sbattuto dentro, fracassando la vetrina. Credo sia stato proprio il gestore del negozio a chiamare i primi soccorsi. Le macchine si erano fermate tutte: c’era gente che urlava e qualcuno stava portando i primi soccorsi. Metà della strada era una voragine almeno larga quattro metri e profonda due. Cazzo, Frank aveva un po’ esagerato! Approfittando della confusione, scesi per i vicoli per andare a raggiungere la mia macchina. Incontrai una vecchietta che mi chiese cosa fosse successo. Non mi fermai, ma senza guardarla in faccia, tutto concitato, risposi che avevo sentito un’esplosione e che stavo andando a vedere.
Salito in macchina, presi la direzione verso est e me ne tornai a casa. Non c’erano posti di blocco perché tutti pensavano che l’esplosione fosse stata causata da una fuga di gas.
Lasciai passare qualche giorno, seguendo gli sviluppi delle indagini attraverso i giornali locali e nazionali.
Ogni mattina, come al solito, scendevo al bar e la gente non parlava d’altro. C’era chi sosteneva che si fosse trattato di un attentato, magari della mafia, e chi diceva che sicuramente non c’entravano nè mafia nè terroristi perché probabilmente era stata la fuga di gas a provocare quel macello.
Nessuno era morto, per fortuna. I poliziotti della scorta che stavano dietro all’onorevole avevano riportato ferite serie agli arti e leggeri traumi cranici.
Quello che stava peggio era l’onorevole: apparentemente aveva perso l’uso della parola e non ricordava niente.
Il tempo passava, c’erano stati molti controlli tra i gruppi più scalmanati di Sad City e qualche mafioso. Qualcuno fu portato in galera, ma nessuno venne incriminato.
L’onorevole si era ripreso, ma non riusciva a camminare senza l’aiuto di qualcuno. Aveva perso completamente la memoria e quando parlava diceva frasi sconnesse. La famiglia gli stava vicino e la domenica mattina qualcuno lo portava a fare una passeggiata sul lungomare. Le persone che lo incontravano, lo salutavano con cordialità e lui rispondeva con un sorriso, ma non riusciva mai a formulare un pensiero compiuto. Dal punto di vista politico, la sua carriera era finita e dopo un po’ anche quelli che gli erano stati vicini quando era in politica, non andarono più a trovarlo.
Dopo sei mesi presi un aereo per il Costa Rica e lasciai Sad City al suo destino.

Scritto da Angelo Amoretti

27 novembre, 2005 alle 9:49

Pubblicato in Racconti

Siamo ricchi!

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Il bello delle classifiche è questo: un giorno scopri di vivere nella seconda città più felice d’Italia, poi però scopri che Imperia è all’ottantesimo posto nel rapporto annuale di Legambiente per quel che riguarda la qualità ambientale e l’euforia ti passa, ma basta aver pazienza e essere ottimisti, cribbio!
Basta aspettare che esca la Riviera e tutto si rimette a posto: scopri che il tuo comune è il più ricco fra i sessantasette della Provincia!
Sarebbe interessante, come al solito, sapere con che criteri sono calcolate le medie che poi generano queste classifiche. Se per esempio un tizio guadagna 100 e altri due non guadagnano niente, la media è 33,3 pro-capite, ma due fanno la fame.
Ma queste sono quisquilie, è voler spaccare il capello in quattro. La classifica parla chiaro: siamo tutti dei Paperon de’ Paperoni!


fonte: la Riviera – 25-11-2005

Scritto da Angelo Amoretti

25 novembre, 2005 alle 10:48

Pubblicato in Attualità

Nuovo porto

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L’Assessore regionale all’urbanistica Carlo Ruggeri ha momentaneamente fermato il progetto per il Nuovo Porto di Imperia.
Immagino già qualcuno che da Roma telefona al Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, per chiedergli:«Ahò, ma che state a fà?!»

Scritto da Angelo Amoretti

23 novembre, 2005 alle 8:47

Pubblicato in Ambiente

Classifiche

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Le classifiche a volte possono riservare strane sorprese.
Un giorno scopri di vivere nella seconda provincia (o città, non lo capisci bene, ma non importa) più felice d’Italia. Ti senti ringalluzzito e lo dici agli amici tutto pieno di orgoglio.
Dopo qualche giorno quei birichini di Legambiente pubblicano il loro rapporto annuale delle città italiane con la miglior qualità ambientale e scopri che Imperia è all’ottantesimo posto!
La felicità scompare improvvisamente. Adesso vallo a raccontare a quelli con cui ti eri tanto gasato per il secondo posto nella classifica delle città felici!
Non tutto è perduto però: l’anno scorso eravamo al novantaquattresimo posto e se andiamo avanti così, tra qualche anno magari saremo nei primi venti!

Scritto da Angelo Amoretti

22 novembre, 2005 alle 9:46

Pubblicato in Attualità

Giuseppini

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Anche il campo di calcio dei Giuseppini, alla Fondura, sta per essere privatizzato.
Pare che al suo posto verranno costruiti due campetti da calcetto, in erba sintetica e che, ovviamente, per andare a giocarci, occorrerà pagare.
Un altro pezzo di storia della nostra città che va a farsi benedire.
Poi ci sarà qualche benpensante che dirà che i ragazzi seduti sui gradini delle chiese sono dei mascalzoni.
Se questi benpensanti facessero un giro a Roma, Firenze o Genova, tanto per fare alcuni esempi, troverebbero ragazzi e adulti seduti sui gradini di ogni chiesa e si accorgerebbero che nessuno se ne lamenta.
A parte questo, se a un ragazzo si toglie tutto, se per andare a “dare due calci al pallone” deve pagare, se per una bibita al bar deve sborsare due euro, se non ci sono posti dove possa andare, cosa si pretende, che sparisca dalla circolazione?
In effetti è quello che sta succedendo: Imperia sarà pure una città felice, ma un ragazzo, appena laureato, va a cercare lavoro altrove e se l’università l’ha frequentata in un altra città, il lavoro lo cerca dove si è laureato perché sa perfettamente che la sua città natale ha ben poco da offrire, a parte il clima e il mare d’estate.

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2005 alle 9:45

Pubblicato in Ambiente

SAD CITY – di E. Stark – Decima puntata

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Il tempo passava e mi stavo preparando all’ultimo atto della mia missione per salvare Sad City: l’ultimo, il più rischioso, il botto finale.
Come ogni città che si rispetti, anche Sad City aveva i suoi parlamentari, alcuni con poco potere, altri con tantissimo.
Uno in particolare mi stava sulle palle perchè con la sua banda era letteralmente diventato padrone della città, e non solo. Bisognava impedirgli di fare ulteriori danni. Aveva fatto anche cose positive, ma soprattutto per le tasche sue e dei suoi amici, poco o niente di utile per la cittadinanza.
Il piano stavolta era più complicato e c’era il serio rischio che venissi colto con le mani nel sacco e se così fosse stato, avrei passato il resto dei miei giorni in galera. Avevo deciso di far tutto per conto mio, in modo che nessuno, un dato giorno, potesse fare il mio nome.
Mi serviva ancora Frank.
Ogni tanto lo vedevo sulla passeggiata, ma mai una volta i nostri sguardi si erano incrociati per più di due secondi. Da quando mi aveva venduto la pistola per l’affare Garden, non avevamo più avuto alcun contatto. Il fatto che fosse libero come un uccellino significava che non aveva noie con la giustizia. Era un grande, Frank. Aveva sempre saputo come comportarsi, non aveva mai ammazzato nessuno e continuava indisturbato a farsi i suoi affarucci.
Entrai al bar dove di solito prendeva l’aperitivo e gli feci scivolare in tasca un bigliettino dove avevo scritto la mia richiesta. Lui se ne accorse, ma non si scomodò minimamente. Bevve il suo aperitivo, pagò il conto e uscì dal bar.
Alcuni giorni dopo tornai sulla passeggiata e in mezzo al brusio della gente, quando mi si avvicinò, mi disse:« Vai in macchina e aspettami.»
Feci come mi disse di fare e me ne tornai alla macchina senza fretta. Lui mi aveva seguito e lo vidi nello specchietto retrovisore avvicinarsi con aria assorta. Giunto all’altezza del finestrino mi porse con destrezza un pacchetto dicendo:«Devi solo collegare i fili e fare un numero di telefono»
Giunto a casa esaminai il contenuto del piccolo pacco: era una scatoletta nera che a occhio e croce pesava meno di un chilo. Vidi i due fili di diverso colore che penzolavano e su un biglietto un numero di cellulare.
Mi fidavo di lui: gli avevo chiesto dell’esplosivo, quel tanto che bastasse per far saltare un tombino, possibilmente senza fare troppi danni alle persone che si sarebbero trovate nelle vicinanze.
Piazzarlo fu uno scherzo. La sera, a parte in estate, in giro per Sad City non c’è nessuno, ma dovevo lo stesso fare attenzione per via di qualche macchina di pattuglia della polizia che avrebbe potuto passare da un momento all’altro. Il venerdì stabilito, alle dieci, uscii di casa e parcheggiai la macchina al bordo della strada, fingendo di andare alla macchinetta che distribuisce le sigarette. Con un piede di porco alzai il coperchio del tombino e piazzai il pacchetto sopra i tubi, poi chiusi subito il tombino. Presi la macchina e tornai a casa. Non c’era alcun pericolo: la bomba non sarebbe esplosa senza l’input del cellulare.

Scritto da Angelo Amoretti

20 novembre, 2005 alle 9:44

Pubblicato in Racconti

Collaterali o Correlati?

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Anche quest’anno si svolgerà l’importante manifestazione denominata “Olioliva – Festa dell’Olio nuovo” dal 23 al 27 novembre, nelle strade e nelle piazze di Oneglia.
L’iniziativa è giunta alla sua quarta edizione e attira migliaia di visitatori.
Il programma lo trovate sul sito ufficiale.
Quello che mi ha colpito, consultandolo, è l’uso dell’aggettivo “collaterali” in riferimento agli eventi che si svolgeranno in contemporanea.
Forse gli organizzatori avrebbero fatto meglio a usare un altro aggettivo perché questo fa venire in mente gli effetti collaterali di una medicina o di una guerra, insomma, qualcosa di poco simpatico.
Forse era meglio “correlati“.
Detto questo, accorriamo numerosi perché tra le tante novità quest’anno ci sarà la Jazz Ambassadors Marching Band che si esibirà per le vie cittadine domenica dalle 16 alle 18.

Scritto da Angelo Amoretti

18 novembre, 2005 alle 8:43

Pubblicato in Eventi

Ohibò!

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Sono felice e non lo sapevo!
L’ho scoperto stamattina leggendo questo articolo.
Sono cose che fanno piacere. Il titolo dell’articolo dice che i cittadini di Imperia in quanto a felicità sono secondi solo a quelli di Rieti, poi nel pezzo si legge che è la provincia a godere di tutta questa allegria. C’è la possibilità che i sanremesi o i dianesi, per fare un esempio, siano più felici di noi imperiesi e che abbiano contribuito alla grande a farci raggiungere il secondo posto nella hit parade delle province più felici d’Italia (sarebbe interessante trovare la classifica completa). Ma non cerchiamo sempre il pelo nell’uovo! Ovviamente quello che ci rende contenti è il clima ‘californiano’ e la vicinanza sia alla Francia che alle montagne.
Se ci fossero più cultura, più spettacolo e più divertimenti, se i giovani e gli anziani avessero dove incontrarsi, se l’acqua dai rubinetti uscisse sempre bella limpida, se ci fosse ‘chiù pilu per tutti’, se invece di certi assessori ce ne fossero altri, probabilmente saremmo euforici e l’anno prossimo potremmo essere in vetta alla classifica.

Scritto da Angelo Amoretti

15 novembre, 2005 alle 9:42

Pubblicato in Attualità

Minoranza o Opposizione

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Ultimamente, quando si scrive di politica a Imperia , anzichè ‘opposizione‘ viene usato il termine ‘minoranza‘ e questo non va bene. Dà l’impressione di una vaga, piccola minoranza di non si sa cosa. Una locandina di un giornale locale, pochi giorni fa riportava una frase più o meno così: ‘Nuovo porto. Minoranza contraria’. Minoranza di cosa? Di pescatori, di cicloamatori, di giocatori di scopone? Troppo ambigua come definizione.
Bisognerebbe che anche i Consiglieri dei DS-SDI, della Margherita, dei Verdi, di Rifondazione e Gruppo Misto imparassero a dire ‘Noi dell’opposizione‘, anzichè ‘Noi della minoranza’.
Perlomeno un cittadino normale capirebbe, senza ombra di dubbio, che se sono dell’opposizione a qualcosa si stanno opponendo.

Scritto da Angelo Amoretti

14 novembre, 2005 alle 11:41

Pubblicato in Politica