Archivio per il mese di dicembre, 2005

Letterine di Natale

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Il Presidente dell’Unione Industriali Alberto Alberti, scrive al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando dicendogli che il nuovo Porto è un’opera fondamentale per la città e che quindi s’ha da fare.
Il Gip di Milano Clementina Forleo scrive a Giampiero Fiorani e lo manda in galera per i noti fatti della Banca Popolare Italiana.
Senonchè pare che in tutta questa squallida vicenda, sia coinvolto anche Ignazio Caltagirone, noto agli imperiesi essendo socio privato della Società per Azioni ‘Porto d’Imperia Spa’ (80% di partecipazione, come si evince dai manifesti affissi a suo tempo ai muri della città da parte dell’opposizione).
Come se non bastasse, stando a quello che oggi scrive La Stampa di Torino nelle pagine locali, Fiorani “aveva in animo di realizzare nell’area ex Italcementi, un grosso complesso residenziale, con villette, garage, centri commerciali per un business di decine e decine di milioni di euro”.
Imperia è davvero in buone mani e se Burlando s’informerà bene sulla questione, è probabile che a Alberti risponderà consigliandogli di scrivere una bella letterina a Babbo Natale.
Stavolta Imperia è andata a cercarsi i delinquenti altrove e li ha accolti come salvatori della nostra economia.
Sarebbe interessante sapere chi li ha cercati e ce li ha messi tra i piedi. In questi giorni, molto probabilmente, non dorme sonni tranquilli.

Fonte: La Stampa – 15.12.2005

Scritto da Angelo Amoretti

15 dicembre, 2005 alle 11:58

Pubblicato in Personaggi

Luci sulla città

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I commercianti della Marina si lamentano perché il pittoresco quartiere della città è poco illuminato per le vacanze natalizie.
Non hanno tutti i torti. Anche quest’anno, per Capodanno ci sarà la grande kermesse a Oneglia ed è normale che una città piccola come la nostra, concentri tutto in un unico luogo, ma la Marina non si può e non si deve tagliare fuori in questa maniera. Insieme alla Foce al Prino e al Parasio è il borgo più suggestivo della città, il luogo dove i turisti possono vedere cose che i loro occhi non hanno mai visto, per cui il Comune dovrebbe fare in modo che le possano vedere bene.
Non bisognerà mica aspettare il nuovo porto turistico per avere una Marina piena di vita e di luce? Se così fosse, temo che bisognerà aspettare qualche annetto, ma mi auguro che così non sia e che anche questo storico borgo abbia l’attenzione che merita da parte del Comune.
Il turismo è in diminuzione e se si vuole davvero incrementarlo, la soluzione giusta non è certo quella di lasciare parti della città all’abbandono.

Scritto da Angelo Amoretti

14 dicembre, 2005 alle 11:57

Pubblicato in Ambiente

Perdere

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Il Sindaco Luigi Sappa e il Presidente della Provincia Gianni Giuliano, secondo un recente sondaggio, perdono consensi: rispettivamente il 3,3% e il 9,7%.
Con quello che stanno facendo perdono ancora poco e possono essere soddisfatti. E’ un momento difficile per loro, ma direi che lo è per tutta Forza Italia a livello nazionale.
Forse i cittadini stanno aprendo gli occhi e c’è da sperare che in vista delle prossime elezioni, li spalanchino.
Il Sindaco ha un pochino più di tempo per rimediare, sempre che Forza Italia duri fino alle prossime comunali.
Nel caso dovesse perdere alle politiche, il partito potrebbero sempre chiamarlo Forza Imperia.

Scritto da Angelo Amoretti

13 dicembre, 2005 alle 11:56

Pubblicato in Personaggi, Politica

Slogans

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In città sono apparsi i manifesti trionfanti della Lega Nord:
PADRONI A CASA NOSTRA e anche FERMA ROMA LADRONA.
Poverini: se non fossero pure reazionari, farebbero quasi tenerezza. Ora in Consiglio Comunale hanno un rappresentante, ma alle prossime elezioni, se non si sparpaglieranno in qualche altro partito, non avranno neppure più quello.
Loro sono contenti così: da Berlusconi hanno ottenuto quello che volevano e davanti agli elettori devono far vedere che hanno raggiunto l’obiettivo della devolution.
Solo che ci sarà un referendum che probabilmente li spazzerà via.

Scritto da Angelo Amoretti

9 dicembre, 2005 alle 11:55

Pubblicato in Politica

Aste

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Lo stabilimento dell’ex Borelli di Pontedassio verrà finalmente messo all’asta per la gioia dei creditori che da quattro anni aspettano quanto gli è dovuto.
Il prezzo di partenza sarà di cinque milioni di euro e si profila già un’accesa disputa tra la Carli, la Isnardi, la San Lorenzo e l’Italgraf. Altre società sconosciute si presenteranno solo in sede d’asta. E’ quanto sostiene il Secolo XIX di oggi, che tra l’altro, tessendo le lodi di “Pino” Cipolla, proprio come quando la Borelli andava col vento in poppa, dimentica di scrivere che Cipolla è stato condannato per il crac del 1999, se non ricordo male.
Si accettano scommesse su chi si aggiudicherà l’asta. Io ho uno strano presentimento.

Scritto da Angelo Amoretti

7 dicembre, 2005 alle 11:54

Pubblicato in Cronaca

Nubifragi

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L’avevano detto Blog Imperia prima e Imperia Parla qualche giorno dopo, ma come giustamente dice oggi Cassiodoro, la consolazione è magra.
Gli allagamenti ci sono stati e poteva andare peggio, ma se non si prendono seri provvedimenti in fretta, alla fine potrebbe succedere qualcosa di molto più grave.
Mi domando se qualche Assessore, oltre a leggere i quotidiani, ogni tanto dà un’occhiata anche ai siti che parlano della città. Non si vuole insegnare niente a nessuno, per carità, ma a volte leggendo qua e là, qualche idea potrebbe balenare nella sua testa d’uovo.
Questo sito è nato anche con l’intenzione di essere propositivo oltre che critico, non è disfattista e non ha la pretesa di essere seguito alla lettera, qualche volta però qualcosa di buono potrebbe uscire fuori.
La domanda è sempre la stessa: lo sanno o non lo sanno che è inutile spendere milioni di euro per arginare i torrenti alla foce, se non si puliscono i greti anche a monte? Una pulizia adeguata costerebbe meno di quello che sono costati gli argini e sarebbe la cosa giusta da fare perchè è inutile, lo ripeto, evitare un allagamento alla Foce, se poi si allaga la Fondura, tanto per fare un esempio.
Nel frattempo consoliamoci con le dichiarazioni del Sindaco al Secolo XIX di ieri che sono tutto un programma:«Il sistema ha retto bene, anche se l’abbondanza della pioggia, la maggior parte concentrata in poche ore, qualche problema lo ha evidenziato.»

Scritto da Angelo Amoretti

5 dicembre, 2005 alle 11:53

Pubblicato in Ambiente, Cronaca

SAD CITY – di E. Stark – Dodicesima puntata

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Sono in questo angolo paradisiaco da sei anni durante i quali mi sono relativamente informato su Sad City.
All’inizio avrei voluto dimenticarla completamente, ma non era possibile: era la città in cui ero nato, cresciuto e avevo lavorato, la città dove riposavano i miei cari. Così, ogni tanto, cercavo informazioni. Turisti ne arrivavano pochi, ma in un certo senso preferivo così. Non ero venuto certo qua per essere circondato da gente con la puzza sotto il naso. Quando ne capitava qualcuno cercavo di capire dall’accento di dove fosse e una volta ebbi l’occasione di sentire una giovane coppia che parlava con l’accento delle mie parti. In effetti non erano proprio di Sad City, ma la conoscevano bene. Così mi raccontarono che molte cose erano cambiate nella mia città. Prendemmo un gelato insieme e continuarono a raccontare. Poi li salutai e non li vidi più. Aiutavo un italiano che aveva un ristorante più che decoroso sulla spiaggia. In pratica facevo il cameriere, ma solo alla sera. Durante il giorno me ne stavo in spiaggia a pescare o a fare surf, quando il mare lo permetteva. Per vivere mi bastava quello che guadagnavo da Peppino, il proprietario del ristorante. L’avevo conosciuto qualche settimana dopo il mio arrivo. Ero andato a pranzare da lui e mi offrì il caffè. Era un tipo che si faceva i fatti suoi e mi aveva chiesto solamente cosa mi avesse portato qua. La prima stronzata che mi era venuta in mente gliela dissi:«Ho divorziato da poco e volevo togliermi di torno.»
Non fece commenti, ma disse semplicemente:«Se hai bisogno di qualcosa, conta pure su di me.»
Lo ringraziai e dopo due mesi ero a fare il cameriere nel suo locale. Mi trovò anche una casetta confortevole, non lontana dalla spiaggia e cominciai a star bene.
Adesso però mi è venuta voglia di tornare a Sad City. Voglio andare a vedere se le cose sono cambiate o no.
Ho pagato l’affitto a Peppino, gli ho detto della mia intenzione di tornare.
«Non so ancora se mi fermerò a Sad City» gli dico mentre lo saluto.
«In ogni caso, se vorrai tornare qua, sai dove trovarmi.»
Eravamo diventati amici: un grand’uomo, Peppino, poche parole, ma sempre quelle giuste.
Arrivo a Sad City dopo un’ora di taxi dall’aeroporto e chiedo all’autista di prendere la strada che costeggia il mare. E cominciano le sorprese.
Ai bordi del mare, lungo tutto il percorso, ci sono tantissimi pini marittimi. Non c’è più quella fabbrica in disuso, questo assomiglia di più a un parco. Chiedo lumi al tassita e mi conferma che in effetti lì c’è un parco enorme, e dentro ci sono campetti di calcio e di tennis, liberi a chiunque. Panchine e fontanelle, chioschetti eleganti che vendono bibite e panini a prezzi bassissimi, una pista dove poter fare passeggiate a cavallo…Non lo seguo più e lui si accorge del mio stupore e mi chiede:«Scusi, ma lei è di qua?»
Rispondo che ci sono nato, ma che manco da qualche anno.
Allora mi chiede se ho voglia di fare un giro perché intuisce la mia curiosità e io acconsento.
Passiamo in centro che più o meno è come prima. Mi porta verso l’entroterra e mi rendo conto che al posto dell’azienda dei Charly Brothers adesso c’è un enorme complesso, stupendo, in mezzo ai pini e agli ulivi. Lui, che conosce bene Sad City, mi dice che adesso ci sono quattro cinema, una modernissima biblioteca, un paio di librerie, un ristorante, alcuni bar e una pista di pattinaggio, tra le tante altre cose.
«Prenda per qua!» gli dico improvvisamente.
«No, di qua non si passa: è diventata una pista ciclabile che costeggia tutto il mare per quattro o cinque chilometri.»
«Accidenti, ne sono cambiate di cose!» gli dico tutto eccitato.
E lui mi racconta che in effetti ne sono cambiate molte. Il Sindaco che c’era prima l’hanno arrestato per storie di corruzione, insieme a un bel po’ di assessori e da tre anni la giunta è cambiata. Ci sono molti giovani in Consiglio, gente in gamba, che ha voluto far crescere la città senza mettersi soldi in tasca. Si sono dati da fare per tutti: giovani e anziani.
«Che bello, mi fa proprio piacere!» gli rispondo.
L’auto esce dalla città per imboccare la strada che mi riporta a casa.
Nello specchietto retrovisore vedo un cartello di sfuggita, così mi volto per guardare meglio: è a sfondo bianco e c’è scritto “Benvenuti a Sun City“.

Fine

Scritto da Angelo Amoretti

4 dicembre, 2005 alle 16:48

Pubblicato in Racconti