Archivio per il mese di settembre, 2006

Sans papier alle Grotte

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Gran spettacolo, ieri sera, alle Grotte della Marina, dove, tra i profumi di fritto misto e l’odore dell’olio, tra persone che cenavano e altre che ascoltavano, si è svolto lo spettacolo organizzato dall’Associazione Olivo Nero.
Il tutto è iniziato con la lettura di alcuni scritti di Jack Kerouac e altri tratti dal libro di Pino Roveredo “Una boccata d’amore”, inframmezzata dal canto della bravissima Ilaria Gazzano.
Credo che si parlerà molto di lei in un futuro non molto lontano, perché una voce come la sua non si sentiva dai tempi dei Grace & Dangerous (credo si chiamasse così il gruppo di Paolo Muruzzo e Leo Bruno).
Ilaria ha eseguito, tra gli altri, pezzi dei Jefferson Airplane e Ben E. King incantando la folta platea.
Di fronte al palco, seduti a un tavolo imbandito, in mezzo ad altri commensali, sedevano il critico Giovanni Choukhadarian e la poetessa Beatrice Niccolai e quando è toccato a loro, il pubblico è andato in visibilio.
I due hanno eseguito una performance che fa già parte della storia delle Grotte, sorprendendo la platea che non è riuscita a capire se si trattasse di finzione o realtà, lasciandosi infine coinvolgere totalmente.
Dico subito che non ho visto nessuno inghiottire pillole colorate, né leccare foglietti, anche se a un certo punto sembrava di essere tornarti alla Summer of love del 1967, anche grazie all’atmosfera che aveva creato precedentemente la cantante con i suoi accompagnatori. Eppure qualcuno chiedeva: “C’è dell’Lsd, in giro?” Era tornato indietro di qualche estate.
Choukhadarian avrebbe dovuto avere un confronto con la Niccolai sul suo bel libro Sans Papier, ma più che altro ha avuto un incontro molto ravvicinato con la poetessa.
Il critico si è alzato e, dopo aver letto brevi passi del libro, è stato lapidario: “Beatrice non è una piccola poetessa, non è una grande poetessa, è La Poetessa”.
Lei, quasi commossa, ha raccontato di averlo conosciuto a Firenze, dove peraltro l’aveva fatta arrabbiare, poi si sono baciati sulla bocca, a lungo.
Il pubblico, prima meravigliato, poi euforico, chiedeva il bis e loro, generosamente, lo accontentavano.
Sembrava di essere a un matrimonio dove di solito gli invitati, ogni cinque minuti, fanno quella simpatica richiesta ai due sposi (”Bacio! Bacio!”) i quali, con piacere, ogni cinque minuti, si baciano.
Qualcuno, a dire il vero, non riusciva a capire la performance perché non sapeva se si trattava di un gioco o di una cosa seria.
Mi sono permesso di far osservare, a chi mi chiedeva cosa ne pensassi, che i poeti sono fatti così, e i critici anche, quindi “è inutile farsi delle domande. Possono essere amori travolgenti di una notte, possono essere veri o finti, vai a capire. Hai per caso dell’Lsd?”
Alla fine, ubriachi dagli eventi, parte del pubblico è uscito sulla piazzetta, ad attendere i due. E proprio come succede ai matrimoni, qualcuno ha cercato, invano, di procurarsi del riso da lanciare alla coppia.
Alberto Carli, l’organizzatore, sprizzava gioia da tutti i pori, dispiaciuto solo per l’assenza dell’editore che non si è potuto godere lo spettacolo.
I due protagonisti della serata, da copione, si sono intrattenuti un po’ con gli ospiti, prima di prendere la macchina e andar via.
Più tardi, quando sono partiti, si sono sentiti rumori di lattine, ma non è dato sapere se era stato qualche buontempone ad attaccarle alla loro auto o se era stato Sebastian che stava svuotando i bidoni della rumenta.
E mentre gli altri lasciavano la piazzetta, io cercavo Ilaria per intervistarla, invano.

Scritto da Angelo Amoretti

29 settembre, 2006 alle 16:06

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Hi-Tech

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Società israeliana prende sede nel capoluogo. Alberti: “Il primo seme del polo tecnologico”.
Si chiama Lynx ed è una società israeliana ad altissimo profilo tecnologico che ha deciso di localizzare ad Imperia la propria sede europea. Lo ha annunciato il presidente dell’unione industriali Alberto Alberti.
L’onorevole Claudio Scajola ha anche parlato della creazione di un incubatore di impresa nell’area dell’ex stabilimento Sairo, per realizzare un polo tecnologico che assecondi l’iniziativa di settori avanzati.
Questo è quanto era scritto ieri su Il Secolo XIX.
Oggi si apprende da La Stampa che la novità principale è quella denominata “Toh Farm” o “Tho Farm”, che in pratica sarebbe un robot per raccogliere le olive progettato dalla Elsag di Genova. Ci dovrebbe essere la possibilità di lavoro per una cinquantina di persone, tra periti e ingegneri. Ma Sviluppo Imperia prevede anche un centro di eccellenza, un “Test Bed”, la cui realizzazione sarà affidata alla Selex Communication.
Cos’è il Test Bed?
“Un sistema di infrastrutture tecnologiche per monitorare il territorio e tenerne sotto controllo gli aspetti idrogeologici, offrire maggiore protezione ai cittadini negli ambiti urbani, arginare il fenomeno degli atti di vandalismo e mettere in sicurezza i porti” dice Gualdaroni dell’Elsag.
C’è un po’ di confusione, vero?
A questo punto sorgono due domande spontanee e sarebbe carino avere delle risposte:
la Lynx Israeliana, sparita dal contesto, che fine ha fatto?
Il Test Bed ha tutta l’aria di essere un grande occhio e un grande orecchio su tutto il territorio.
Visto che nell’era del Grande Fratello ci siamo già, stiamo forse entrando in quella del fratellastro?

Scritto da Angelo Amoretti

27 settembre, 2006 alle 10:04

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Morte a Kabul

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Alle 5:30 di questa mattina, a Kabul, a seguito di un attentato, è morto il caporal maggiore Giorgio Langella, nato nella nostra città nel 1975.
Alla famiglia e alla moglie Francesca, vanno le sentite condoglianze di ImperiaParla.
Le notizie dettagliate, per chi vuole leggerle, sono qui.
Detto questo, non riesco a controllare la rabbia che mi sale ogni volta che succede una disgrazia del genere.
Non bisogna essere ipocriti, ma bisogna guardare la realtà senza cadere nella retorica.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dichiarato: “Per la pace bisogna affrontare prove difficili e sacrifici, non solo sul piano economico e sociale ma anche attraverso l’impegno, unitamente ad altri Paesi europei, in importanti missioni all’estero che possono comportare a volte anche il sacrificio di vite umane. Anche questi sforzi sono indispensabili affinché l’Europa Unita possa crontribuire a costruire un ordine pacifico anche al di fuori dei suoi confini, su scala mondiale”.
Sono d’accordo in parte.
Possibile che per portare pace ci vogliano carri armati, elicotteri e mitragliatrici?
Ormai le vie diplomatiche sono andate a farsi benedire. Si va in guerra, è inutile raccontare frottole. Prima in Afghanistan, poi in Iraq e adesso in Libano.
Ci sono pace e democrazia in Iraq e in Afghanistan, adesso?
Direi di no e mi schiero con Barbara, la sorella di Giorgio Langella, che esorta Prodi dicendo:”Mandate a casa i ragazzi, mandateli a casa perche’ non e’ giusto che altre famiglie, mogli, madri, sorelle e padri, soffrano in questo modo”’.
Barbara dice un’altra cosa che dovrebbe far riflettere, invece di piangere come dei coccodrilli: “Era contento per questa missione non solo per lo spirito di servizio ma anche per l’obiettivo di acquistare un’abitazione”.
E’ anche questo il punto. Centinaia di ragazzi vanno in missione di guerra (c’è chi dice “di pace”) perché si guadagnano soldi e molti di loro pensano di sistemarsi, una volta tornati. In Afghanistan e Iraq si guadagnano circa 5.000 euro al mese, in Libano, essendo sotto tutela Unifil, il doppio.
E’ normale, in un paese dove non c’è lavoro, che in molti dicano: “Quasi quasi ci vado”.
Sanno benissimo che non vanno a fare un pic nic e Giorgio aveva esperienza da vendere. Se tutto va bene, quando tornano comprano casa e mettono su famiglia.
Purtroppo Giorgio non tornerà e rimane sua moglie Francesca a piangerlo.
Più che affrettarsi a dedicargli una via e dargli una medaglia, bisognerebbe unirsi a Barbara e chiedere di riportare subito tutti i nostri militari a casa, dare a quei giovani un lavoro e un futuro qui, dove sono nati.
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Scritto da Angelo Amoretti

26 settembre, 2006 alle 15:59

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Luca Cordero di Montezemolo II

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“Semplificare il Paese”.

Da così:

A così:

Scritto da Angelo Amoretti

26 settembre, 2006 alle 15:58

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Classifiche

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Anche per questo primo semestre la Ekma, con la collaborazione di Monitorcittà, ha stilato la classifica dei Sindaci più amati dai cittadini.
Tramite interviste telefoniche effettuate nel periodo 1 giugno- 12 luglio, è stato chiesto ai maggiorenni residenti nei capoluoghi quanto si ritenessero soddisfatti dell’operato del loro sindaco, per misurare il livello di soddisfazione rispetto ai servizi erogati dai comuni e il grado di fiducia negli amministratori intesi come soggetti istituzionali.
E al primo posto risulta essere il Sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, con un punteggio di 66.
La seconda posizione spetta a Alberto Pacher, Sindaco di Trento, con 61,2 e la terza a Giancarlo Corada, Sindaco di Cremona con 60,9.
Il nostro Sindaco, Luigi Sappa, si è piazzato all’ottavo posto con il punteggio di 59,5, perdendo ben cinque posizioni.
L’anno scorso infatti, nel primo semestre, era risultato terzo con il 65,2.
Essere ottavi in compagnia del Sindaco di Genova Giuseppe Pericu, davanti al Sindaco di Torino Sergio Chiamparino e un gradino appena sotto a Walter Veltroni, Sindaco di Roma, deve essere una bella soddisfazione per il nostro primo cittadino (che sempre primo cittadino rimane: non è che adesso dobbiamo metterci a chiamarlo ottavo cittadino, mi raccomando!), ma qualcosa si può fare per recuperare quel terzo posto dell’anno scorso.
Operare meglio e di più, per esempio, così quando la Ekma ci telefonerà per l’intevista, gli faremo guadagnare qualche posizione.

Scritto da Angelo Amoretti

25 settembre, 2006 alle 9:57

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On the road (again)

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Come già preannunciato il 5 settembre scorso, questa sera, verso le otto, al pub Le Grotte (in piazza Giribaldi & Deri, alla Marina) ricominceranno gli incontri culturali organizzati da Alberto Carli e dalla sua Associazione Olivo Nero.
Sarà una serata nel nome di Jack Kerouac, Alda Merini e Ezio Vendrame, che vedrà la partecipazione degli attori Ilaria Gazzano e Alessio Arbustini, dei musicisti Simone Mazzone e Lorenzo Layolo nonché della poetessa Beatrice Niccolai, autrice della raccolta “Sans papier – reato d’esistenza di una buona a nulla” che sarà presentata dal critico letterario Giovanni Choukhadarian.

Scritto da Angelo Amoretti

22 settembre, 2006 alle 16:05

Pubblicato in Eventi, Libri

Dalla Russia con la Citroen

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”Non andremo via dall’Italia, finché non avremo ottenuto l’affidamento dei nostri quattro nipotini”. E’ l’obiettivo di Svetlana Tanyukevich, madre di Roman Antonov, l’immigrato russo di 33 anni, in carcere a Sanremo, perché accusato di aver simulato la propria morte in un incidente stradale, con sostituzione di persona, per riscuotere i premi di diverse assicurazioni sulla vita, giunta in questi giorni a Imperia, da Taganrov (Russia).
Lo scopo della missione della donna è quella di consegnare nelle mani del pm Filippo Maffeo di Imperia i documenti che accertano l’identità del figlio e della nuora, Maria Antonova, 27, in carcere a Milano per il concorso nello steso reato, ma soprattutto ottenere l’affidamento dei quattro bambini, due maschi e altrettante femmine, tra i 3 e i 9 anni, ospiti di un istituto per minori della provincia di Imperia.
”Quei bambini sono russi – ha affermato la donna arrivata ad Imperia accompagnata dal suo secondo marito – ed è giusto che crescano in Russia, dove io e mia figlia ci prenderemo cura di loro e faremo frequentare loro la scuola”.
Antonov è in carcere, dal maggio scorso, per omicidio volontario premeditato. Accusa, quest’ultima, contestata anche alla giovane moglie, che avrebbe dovuto riscuotere i premi delle assicurazioni sulla vita, all’indomani del riconoscimento della morte del marito.
Svetlana Tanykevich stamani è stata ascoltata come persona informata dei fatti dal pm Maffeo. Terminato l’interrogatorio, durato circa tre ore e mezza, il magistrato ha riconosciuto la donna come legittima madre di Antonov, autorizzandola a incontrare il figlio. Incontro che potrebbe avvenire martedì.
”Nel 2003 mio figlio è scappato dalla Russia con Maria – ha aggiunto la donna – dopo un attentato alla pescheria che gestiva. Stavano bene, avevano molti soldi e trenta persone alle loro dipendenze, ma purtroppo dovevano pagare tante tangenti e qualcuno voleva ammazzarli. Così sono scappati in Europa”.
”Erano andati a Nizza perché Antonov è un marinaio e laggiù pensava di trovare lavoro”, ha aggiunto. In realtà la coppia, oltre ad avere una casa in affitto a Nizza, era anche riuscita a ottenere l’asilo politico in Italia, ad Imperia, dove erano ospiti del Comune.
Sulle accuse di omicidio e la vociferata appartenenza dell’immigrato russo al Kgb, la madre risponde: ‘Non ha mai avuto collegamenti con i servizi segreti. Roman è rimasto vittima di un complotto architettato da altri. E’ innocente e non ha ammazzato nessuno. Se più volte ha raccontato menzogne è stato solo per nascondere la verità ai figli”.
L’avvocato Mario Leone di Imperia, difensore di Maria Antonova, ha annunciato di aver già preso contatti col tribunale per i minori di Genova per velocizzare le pratiche di affidamento dei bambini alla nonna. I visti turistici di Svetlana Tanyukevich e del suo compagno, scadranno il 29 settembre prossimo, ma Leone ha detto che chiederà per loro un permesso di soggiorno straordinario a scopo umanitario.
fonte: Sanremonews

Come diavolo hanno fatto gli Antonov a ottenere asilo politico in Italia e a farsi ospitare dal Comune di Imperia?
Qualcuno può spiegarmelo?

Scritto da Angelo Amoretti

22 settembre, 2006 alle 10:57

Pubblicato in Cronaca

Fantasia in redazione

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Il neretto e le sottolineature le ho aggiunte io:

“…e l’onorevole Claudio Scajola, attuale presidente del Copaco che però nella sua precedente veste di ministro per le Attività Produttive si era occupato dei temi legati all’innovazione tecnologica.”
Il Secolo XIX – 21 settembre 2006

“…il presidente Copaco, Claudio Scajola, il quale, nello svolgimento delle sue funzioni di Ministro per le Attività Produttive, si era occupato dei temi collegati all’innovazione tecnologica anche per la provincia di Imperia.”
Radio Amicizia – 20 settembre 2006

“…il presidente Copaco, Claudio Scajola, il quale, nello svolgimento delle sue funzioni di Ministro per le Attività Produttive, si era occupato dei temi collegati all’innovazione tecnologica anche per la provincia di Imperia.”
Sanremonews – 20 settembre 2006

“…e l’On. Claudio Scajola, che quando ricopriva la carica di Ministro delle Attività produttive si era occupato dei temi collegati all’innnovazione tecnologica, con particolare interesse per Imperia.”
www.sviluppoitalia.it – 25 luglio 2006

“…e il presidente del Copaco Claudio Scajola, «che da ministro per le Attività Produttive si era occupato dei temi collegati all’innovazione tecnologica anche per la provincia di Imperia».”
La Stampa – 21 settembre 2006

Potrebbe trattarsi di un comunicato stampa che le testate giornalistiche non sono tenute a citare, oppure semplice “copia & incolla”, comunque, nel caso non si fosse capito, Claudio Scajola se n’ era occupato.

Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2006 alle 15:54

Pubblicato in Attualità

Ora o mai più

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Finalmente arriva Luca Cordero di Montezemolo: sarà a Imperia il 25 per il convegno organizzato dall’Unione Industriali all’Aula Magna del Polo universitario.
Ho letto la notizia ieri sera, dopo aver visto il film “Ora o mai più” di Lucio Pellegrini.

Girato nel 2003, il film racconta di un gruppo di studenti universitari della Normale di Pisa, che decide di andare al G8 di Genova. E’ il giugno 2001.
Uno di loro, David, deve dare un esame proprio il 20 giugno ed è costretto a rimandare la partenza.
Al G8 non arriverà mai perché viene fermato in autostrada dalle forze dell’ordine che lo portano a Bolzaneto con altri dimostranti. Viene maltrattato e picchiato, poi trasferito nel carcere di Alessandria.
Dopo due giorni esce di prigione e torna a Pisa dove ritrova gli amici.
A un certo punto, nel film, in sottofondo, si sentono alcune frasi pronunciate in Parlamento da Claudio Scajola che da Ministro dell’Interno si era occupato dell’ordine pubblico durante il G8.

Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2006 alle 10:53

Pubblicato in Personaggi, Politica

Thank God It’s Giò!

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Lo scrivevo giusto tre giorni fa che Roman Antonov si stava rompendo delle Vele d’Epoca.
L’Evento aveva occupato tutti gli spazi e di lui non si sapeva più nulla, ma finalmente se ne riparla perché è arrivata sua madre Svetlana.
Dalla Russia con amore e dal Caucaso alle Alpi Marittime: un tocco di rosa non stona col nero e ci scappa pure una lacrimuccia. In fondo questa è la città di De Amicis.
La spy story si riempie di colori: la signora è partita dal Mar Nero col suo secondo marito e passando dalla Costa Azzurra è arrivata alla Riviera dei Fiori.
Non si capisce bene se si sia sorbita tutto il viaggio in macchina o se è arrivata a Nizza con un volo, ma non è questo che conta.
Conta che si sia fatta il lungo viaggio per poter ottenere l’affidamento dei quattro nipotini (i figli di Roman) perché loro nulla possono per i presunti delitti del padre e devono poter vivere una vita tranquilla.
C’è un fattore inquietante, in questo nuovo episodio dell’ (ir)reality show: il fattore “C”.
La signora infatti è arrivata con una vecchia Citroen.
Va bene che sarebbe stato anacronistico arrivare con una Lada, una Volga o una Vaz, ma non poteva scegliere un’altra marca?

Scritto da Angelo Amoretti

20 settembre, 2006 alle 15:52

Pubblicato in Personaggi