Archivio per il mese di aprile, 2007

L’acqua è un bene di tutti

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Al raduno dei Motoryacht d’epoca, l’onorevole Claudio Scajola, oltre a parlare di porti – e la CGIL gli ha già risposto qui – è anche intervenuto sul problema della siccità dichiarando a La Stampa, tra l’altro:
«L’acqua in Italia c’è. Anzi, la nostra è una delle nazioni con la maggiore ricchezza d’acqua. E qui, grazie al Roja, ancora non si patisce la sete. Il problema è un altro: creare infrastrutture per trasportarla e invasi per contenerla. Naturalmente bisogna risparmiare l’acqua. Però si devono creare invasi che permettano di conservarla, senza sprecarla, e acquedotti moderni con cui raggiungere tutti i territori.»
Infatti al campo di atletica del Prino l’acqua si risparmia:

Gli svariati irroratori si accendono alternativamente a due per volta permettendo così un notevole risparmio e all’invaso di non perderne neppure una goccia.

Scritto da Angelo Amoretti

30 aprile, 2007 alle 7:47

Pubblicato in Ambiente

Il collezionista di tempo [III]

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Mi sono procurato una copia de “Il Collezionista di tempo“, il nuovo romanzo di Marino Magliani, così ho potuto leggerlo con un leggero anticipo rispetto alla sua data di uscita ufficiale (che è il 30 aprile prossimo) e scriverne in anteprima.
Del romanzo avevo già detto qui e qui.
Considerato l’erede naturale di Francesco Biamonti, Magliani ci tiene a sottolineare come il suo punto di riferimento principale sia proprio lo scrittore di San Biagio della Cima, scomparso nell’ottobre del 2001.
E leggendo nel nuovo romanzo delle fasce frananti di San Rocco – il paese che Gregorio lascia in età adolescenziale per andare in collegio a Mondovì- come non pensare alle fasce di Pietrabruna che franano nel famoso “Attesa sul mare” di Biamonti?
Come si fa, leggendo dei giovani “perdigiorno” nel “Collezionista..” che passano i pomeriggi al bar sotto la grande acacia, a non pensare al bar di Pietrabruna (che amo pensare fosse quello dei miei prozii Mainola e Carlò) dove l’Edoardo di Biamonti contempla il paesaggio, in attesa di un nuovo imbarco?
Epperò lo voglio dire, da semplice lettore e non certo da critico: Magliani ricalca le orme di Biamonti, ma col tempo la strada è diventata tutta sua, magari parallela, ma molto personale.
Quando era uscito “Quattro giorni per non morire” altrove l’avevo descritto come “un volo psichedelico che, partendo dall’Olanda, finisce a Nizza, passando per il Sudamerica e la Valle Prino”.
Ne “Il Collezionista di tempo” Gregorio Sanderi (protagonista anche in questo romanzo) è andato in loop e colleziona il tempo senza tempo: passato, presente e futuro si accavallano come le onde che alla fine diventano una, ma che all’inizio una non erano.
Più che di un film in tre tempi (il collegio, il dopo congedo militare, l’esilio in Olanda) parlerei di storia su tre livelli.
Nel romanzo, che consiglio caldamente, a un certo punto si parla di una scuola di corsi serali a Imperia.
Non so se sia finzione o realtà, ma la cosa mi ha incuriosito e chiedo l’aiuto dei miei lettori per scoprire di che scuola si trattasse.

Era il 1977, durante l’anno aveva studiato ed era andato pure a lezione da un vecchio professore di matematica in pensione che abitava nelle case sopra San Rocco. A giugno aveva dato l’esame. Ma, strano, quel giorno vide che si presentavano all’esame di Stato pure una dozzina di persone in là con gli anni, poliziotti, postini, bidelle del comune, avevano frequentato i corsi serali di una scuola patrocinata da un grande partito poi scomparso, e ora si presentavano per i quattro anni in uno.
Questa gente, uomini e donne, tutti tra i trenta e i quaranta, l’anno prima aveva ottenuta la licenza media, i tre anni delle medie in un solo anno, e ora, in un anno solo, tentavano di prendere il diploma di maturità.
Dalla quinta elementare alla maturità in due anni… Dovevano essere dei fenomeni, si disse. Parlò con loro, lesse il loro programma, era vasto, lessero il suo, gli fecero delle domande, rispose, e ne fece lui. Non ci capì più niente, questa gente non sapeva nulla, presentava un programma enorme senza avere una preparazione degna della licenza media, non capivano nulla di algebra, non conoscevano i confini della Germania Ovest, ignoravano Foscolo, Monti, Manzoni, Kant, Platone, s’accorse pure che qualcuno, parlando, usava regolarmente i verbi nella forma condizionale al posto del congiuntivo.
Poi l’esame di Stato c’era stato e a lui era parso d’essersela cavata bene. Specie negli orali, i poeti maledetti e la seconda guerra mondiale.
Alla fine era rimasto bocciato, dei due anni non gliene avevano passato neanche uno…[...]
E i poliziotti, gli impiegati comunali, le bidelle, le postine, la dozzina di trentenni che l’anno prima avevano frequentato i corsi serali patrocinati dal grande partito scomparso, ottenendo in un solo anno la licenza media, quell’anno avevano ricevuto il diploma di maestri. Tutti promossi, tutti quattro anni in uno, in due anni dalla quinta elementare al diploma, senza sapere il nominativo di rosa, senza sapere cos’era un nominativo[...]

Fatemi sapere!

Scritto da Angelo Amoretti

28 aprile, 2007 alle 23:00

Pubblicato in Libri

Le opere di Lele Luzzati a Imperia

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Sono andato a Villa Faravelli a vedere la mostra dedicata a Lele Luzzati presentata dal Comune di Imperia.

Di Luzzati, in occasione della presentazione, si è letto già abbastanza: qui mi limito a consigliare la visita della mostra perché è davvero notevole ed eventi di questo genere dalle nostre parti accadono di rado.
C’è tempo fino al 6 maggio: l’apertura è dalle 16 alle 19 dal giovedì alla domenica, compresi i festivi.
E’ stata una bella occasione anche per visitare la Villa e godermi la vista dal terrazzo.

Scritto da Angelo Amoretti

27 aprile, 2007 alle 9:04

Pubblicato in Eventi

Il matrimonio del Secolo

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Oggi, quando sono arrivato a pagina 31 dell’amato quotidiano, all’inizio pensavo di essere incappato in una di quelle pagine a pagamento.
Sapete, quelle che sembrano veri e propri articoli, ma in effetti sono inserzioni fatte da qualcuno che ha pagato salatamente.
Non era un inserto pubblicitario, era l’articolo di Milena Arnaldi che, lo confesso, mi ha commosso fino alle lacrime.
La nota giornalista racconta dell’incontro tra Marco e Alessandra che di cognome fanno Scajola e Isnardi e che si sposeranno il 9 giugno prossimo nella chiesa di San Giovanni Battista a Oneglia.
E io non ce l’ho fatta a resistere: prima, come ho detto, ho pianto di brutto, poi mi è venuta voglia di scriverne.
La loro è “una favola che diventa la storia di due delle famiglie più in vista, più conosciute e stimate della città“, si legge nell’articolo.
La favola sarebbe questa: i due si conoscono fin da piccoli, poi quando diventano grandi, vanno insieme al corso fiorito di Sanremo (”galeotto“).
Lui è stato invitato in veste di assessore per dare un giudizio sul carro di Imperia e invita l’amica Alessandra.
Sarà stato il profumo dei fiori, la confusione della festa, fatto sta che invece di tornare a casa, i due monelli vanno sulla Costa Azzurra.
Una gita che si conclude con una scappata romantica a Montecarlo
Sono persone semplici, non era il caso di andare a Dubai.
Passano i mesi e i due, innamoratissimi, decidono di sposarsi il 9 giugno, “una giornata che entrerà nella storia imperiese“.
Monsignor Ruffino è emozionato fin d’ora, l’organo della chiesa suona già da solo, e il coro si sta già allenando.
L’abito della sposa, ovviamente, sarà semplice, così come lo sarà la luna di miele in Polinesia.
Non è obbligatorio credere alle favole, al romanticismo, ai sogni. Provarci, però, non costa nulla“.
Ho ritagliato la pagina e la conserverò: magari tra qualche anno ci tiro su qualche euro, mettendola all’asta da Sotheby’s o più “semplicemente” su eBay.
In Inghilterra hanno Carlo e William? A Montecarlo Carolina, Alberto e Stephanie?
E chi se ne frega, mi sono detto fra le lacrime, a Imperia abbiamo Marco, Alessandra e Milena!

Scritto da Angelo Amoretti

26 aprile, 2007 alle 16:14

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25 Aprile: 62° anniversario della Liberazione

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Stamattina a Piani, al monumento ai partigiani caduti per liberare l’Italia dal nazifascismo, tra le tante personalità erano presenti il Sindaco Luigi Sappa e il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza, Manfredo Manfredi.
E’ stata una ricorrenza commovente che ha visto la partecipazione di numerose persone: giovani, anziani ed ex partigiani, per ricordare chi ha combattuto e si è sacrificato per l’Italia.
Dopo il discorso del Sindaco Sappa e del Presidente Manfredi, Don Antonello Dani ha celebrato una solenne funzione.

Le foto ingrandite: qui e qui.

Scritto da Angelo Amoretti

25 aprile, 2007 alle 11:00

Pubblicato in Eventi

Largo Piana cambia volto, via Cascione no.

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Alice De Andreis è decisamente l’architetto più quotata di Imperia, ultimamente.
Dopo aver progettato i nuovi Giardini Dante Novaro al Prino, adesso è la volta della riqualificazione di Largo Nanollo Piana, quello che per capirci sta di fronte al negozio di Bonavera, a Oneglia.
Qui si fermeranno gli autobus e l’edicola sarà integrata in un complesso che comprenderà anche un bar e servizi igienici pubblici. Il tutto condito con un pizzico di verde.
Il verde è diventato un componente essenziale nei piatti che ci vengono serviti e un pochino si mette ovunque, così siamo tutti felici e contenti e nessuno rompe le scatole.
Quel che viene di utile e positivo è sempre ben accetto, ma se il tutto nasce dall’esigenza di spostare gli autobus da Piazza Dante, che magari danno fastidio a qualcuno che ha gli uffici proprio sopra le fermate, sorge spontanea una domanda: perché qualche architetto non studia un progetto per spostare i capolinea degli autobus anche da Via Cascione?
Non sono un tecnico, ma credo che non ci sia bisogno di esserlo per capire quanto siano scomode le fermate dei mezzi in Via Cascione: a destra il mezzo fermo, a sinistra le auto posteggiate (spesso in maniera selvaggia). Risultato: spesso si forma una coda che arriva fino alla Galleria Gastaldi.
Magari sopra la via non ci sono uffici di persone di primo piano, ma ci sono negozi e abitazioni e credo che i residenti respirino molto più ossido di carbonio di quelli di Piazza Dante.
Forza, De Andreis, trovi una soluzione anche per via Cascione sennò poi i cittadini che votano e pagano le tasse come quelli di Piazza Dante, con mille ragioni si chiederanno perché non si fa più nulla per loro.

Scritto da Angelo Amoretti

23 aprile, 2007 alle 12:25

Pubblicato in Ambiente

Rintracciato il ragazzino del manifesto

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Il Secolo XIX e gli ex partigiani hanno “scovato” il ragazzino della foto del manifesto che la Regione Liguria ha fatto stampare per il 25 aprile.
Si tratta di Pietro Naso, oggi settantaseienne che in città è assai conosciuto essendo stato uno dei fondatori della Croce Bianca.
Oggi passa gran parte delle sue giornate nella sua agenzia immobiliare di Via XX Settembre e ricorda bene quel 25 aprile del ‘45.
Naso ha detto di conoscere anche l’altro ragazzino ritratto nella foto: si tratta di Mauro Colombo, anch’egli di Imperia, che adesso “vive verso  Sanremo”.
Bene: adesso che sono stati rintracciati i ragazzini, troviamo pure il manifesto della Regione Liguria.

Scritto da Angelo Amoretti

23 aprile, 2007 alle 9:46

Pubblicato in Personaggi

Uomini e no

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Prima ha detto «non mi risponde», poi si è riferito al ministro come «mezzo uomo» e «signorino», per concludere con «evidentemente non mi riceve perché non sono il suo tipo».
Il tutto davanti alle telecamere di Primocanale.

La Stampa, 21 aprile 2007

«Evidentemente non sono il suo tipo»
Il Secolo XIX, 21 aprile 2007

Sono le frasi che il Consigliere Eugenio Minasso ha rivolto al Ministro Pecoraro Scanio durante il consiglio comunale dell’altra sera e paradossalmente, a mio parere, hanno fatto più brutta figura di lui i suoi colleghi che sorridevano sarcasticamente.
Quando a Strasburgo Berlusconi diede del “kapò” a Schulz, Fini ebbe il buon gusto di alzarsi e lasciare la poltrona vuota.

Scritto da Angelo Amoretti

21 aprile, 2007 alle 17:08

Pubblicato in Politica

Liberazione: il mistero del manifesto commemorativo

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Il 18 aprile la Giunta Regionale, dal sito della Regione Liguria, dirama il seguente comunicato stampa:

25 Aprile, chi è il bambino del manifesto della liberazione nell’imperiese? Un appello del Presidente Claudio Burlando
Fu stata scattata a Imperia la foto del manifesto del 25 Aprile realizzato dal Consiglio Regionale e dalla giunta della Regione Liguria e affisso in questi giorni in tutti i comuni liguri.
Nell’immagine in bianco e nero che risente dei segni del tempo trascorso, fra i partigiani e i cittadini che sfilano per festeggiare la Liberazione si scorge anche un bambino dall’apparente età di 10-12 anni.
Ed è proprio su questo piccolo protagonista e possibile testimone di quella memorabile giornata che si è soffermato il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando nel corso della presentazione delle manifestazioni del 25 Aprile in Liguria.
“Con la speranza di poterlo incontrare, questo bambino, oggi un settantenne o poco più avrebbe sicuramente tante cose da raccontarci di quel giorno a Imperia, sarebbe una testimonianza toccante e importante”, ha affermato Burlando.

La notizia viene ripresa, via Ansa, da Radio Amicizia e Sanremonews.
Il giorno dopo La Stampa pubblica la foto in formato 6×4 cm. (circa) e il Secolo lo fa oggi, in formato 6×6 cm. (circa)
Come si può riconoscere una persona da una foto così rimpicciolita?
Dal momento che il manifesto è “affisso in questi giorni in tutti i comuni liguri“, vado a controllare a Palazzo Comunale, ma del manifesto in questione non trovo traccia.
Guardo in città e invece di trovare il manifesto della Regione Liguria, trovo quello “ufficiale” del Comune di Imperia dove ovviamente non c’è traccia della famosa foto del ragazzino che festeggia insieme ai partigiani.
Scrivo all’ufficio stampa della Regione Liguria per chiedere dove si possa trovare una foto ingrandita decentemente in modo da pubblicarla e offrire il mio contributo, affinché quel ragazzino, ora settantenne, possa riconoscersi e dire: “Sono io!”, ma sto ancora attendendo la risposta.
La RAI ci fa pure una puntata di “Chi l’ha visto?”, ma anziché chiedere se qualcuno ha visto quel ragazzino, avrebbe dovuto chiedere: “Chi ha visto quella foto?”
A questo punto mi domando: quale foto “i partigiani si stanno passando di mano in mano“, come scrive oggi il Decimonono?
Come mai nella nostra città questo benedetto manifesto, a tutt’oggi, non si trova da nessuna parte? E’ la Regione che non l’ha mandato o è il Comune che non lo ha affisso?
E’ un modo di comunicare a dir poco bizzarro e in ogni caso il Governatore rischia assai perché ammesso che quel ragazzino oggi sia un settantenne vivo e con tutte le rotelle a posto, potrebbe anche dirgli che se avesse saputo che poi sarebbe finita com’è finita, forse avrebbe festeggiato con meno entusiasmo.
Ne parlo con un amico che finalmente mi spedisce la foto in formato 22×15 cm.
Chi fosse interessato, può trovarla qua.
Update: Mauro Boccaccio dell’Ufficio Stampa Giunta della Regione Liguria, che ringrazio sentitamente, mi ha gentilmente inviato il manifesto ora visibile qui.

Scritto da Angelo Amoretti

20 aprile, 2007 alle 12:12

Pubblicato in Attualità

Chicane

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Da qualche giorno, in via Littardi, all’altezza dei piloni dell’Autostrada, per via dei lavori del raddoppio della Ferrovia, c’è una chicane:

Pur essendo molto ben segnalata e abbastanza pericolosa, come si può vedere in questa foto:

qualche automobilista maldestro (per non dire altro) arriva piuttosto “lungo” e rischia di invadere la corsia opposta.
Se dovete transitare da quelle parti, soprattutto nelle ore notturne, prestate molta attenzione.
Le foto ingrandite sono qui e qui.

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2007 alle 11:54

Pubblicato in Ambiente