Archivio per il mese di aprile, 2007

Acqua potabile

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Questo è il colore dell’acqua che di tanto in tanto esce dai rubinetti in alcune frazioni della Valle Prino.
Stamattina ho voluto fotografarla, tanto per rendere l’idea e stimolare l’Amat a fare qualcosa.

Adesso capirete perché da queste parti, ai bambini si dice spesso: “Ricordati di sporcarti le mani, prima di mangiare!”

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2007 alle 11:44

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Runball 3000

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Per chi si fosse perso l’allarme, trattasi di una corsa automobilistica che è partita da Brussels e toccando Vienna, Budapest, Venezia, Saint Tropez e Parigi, arriva a Antwerp.
E’ una sorta di rally all’americana, fatto su strade aperte al traffico.
Detto che mi sta alquanto antipatica, essendo i partecipanti ricconi che per spendere i loro soldi e divertirsi se le inventano tutte, non vedo cosa ci sia di “clandestino” e “pericoloso”.
Gli organizzatori hanno pure un sito in cui, tra l’altro, spiegano le regole e raccomandano di rispettarle.
Mi sembra un po’ esagerato (e sono i servizi di sicurezza francesi ad aver dato l’allarme) considerare clandestina una cosa di cui tutti, ovunque, possono conoscere i particolari.
Il nostro problema è che detta corsa dovrebbe transitare dalle nostre parti domani, durante la tappa Venezia-Saint Tropez, intorno a mezzogiorno.
Non ci vedo molti problemi: si mettono un bel po’ di pattuglie qua e là sull’autostrada, si fermano coloro che non rispettano il codice, gli si strappa la patente sulla faccia (se se ne ha il coraggio, visto che sono ricconi con Porsche, Nissan e altre auto di grossa cilindrata) e si mandano a casa in treno o in taxi, a loro scelta.

Scritto da Angelo Amoretti

16 aprile, 2007 alle 16:26

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Karisma: spuntano Vip e politici

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Venerdì ne ho parlato come fatto di cronaca, oggi, dopo aver letto quello che scrivono i quotidiani locali, voglio fare alcune considerazioni e porre qualche domanda.
Francamente mi fa un po’ sorridere lo stupore dei cittadini riguardo al Karisma: scusate, ma nei locali di questo genere, nel resto d’Italia e d’Europa, non succede più o meno la stessa cosa?
Non succede che generalmente ci sia un “extra”, per chi paga, oltre al balletto della bellezza di turno attaccata al palo?
Succedeva anche al Karisma, ci informano gli organi di stampa. Bene: adesso ne abbiamo la conferma e probabilmente abbiamo scoperto l’acqua calda.
Sfruttamento della prostituzione? Perfetto: ma nel frattempo Tatiana, la bellezza rumena intervistata da Giò Barbera, racconta che intascava fino a 10.000 euro al mese. Mica male per essere sfruttata!
Mi viene da pensare alle ragazze dell’est che venivano portate dalle nostre parti e sbattute sul marciapiede, magari picchiate e minacciate, per pochi euro a sera. Ma è un pensiero come un altro.
Quello che mi fa un po’ indignare è che qualche residente dica: “Ormai, questo scorcio di Porto Maurizio, è totalmente in mano a turchi, albanesi, slavi, rumeni e nord africani. Dall’Orologio in già a una certa ora, è decisamente meglio non transitare..se non altro per evitare incontri pericolosi.
A me sembra un po’ esagerato.
Tanto per cominciare: hanno arrestato extracomunitari o banditi nostrani?
Il nucleo operativo dei Carabinieri di Imperia ha arrestato:
Michele De Marte, 38 anni, originario di Seminara e residente a Diano Marina;
Antonio Di Noia, 30 anni, originario di Potenza e abitante a Cervo;
Giuseppe e Claudio Maccarone, di 39 e 38 anni, originari di Vibo Valentia, residenti a Diano Marina;
Robertino Crocetta, 42 anni, ex poliziotto della questura di Imperia licenziato sei anni fa perché coinvolto in una brutta storia di droga;
Monica De Pippo, 35 anni, originaria di Genova e abitante a Savona;
Luca Giani, 33 anni, abitante a Diano Castello;
Davide Veronio, 24 anni, originario di Pralungo (Biella) e residente a Diano Marina.
Non vedo extracomunitari tra questi otto arrestati.
Per Via Cascione ci passo spesso e sono ancora qua che scrivo.
Ci passavano anche Vip e politici, nelle ore più piccole, proprio per andare al Karisma, tanto per dimenticare, per una sera, “la solita minestra riscaldata”, come racconta Tatiana a Barbera.
Forse c’era anche qualche leghista (si sa, ce l’hanno sempre duro), e qualcun’altro che magari il 12 maggio sarà al Family-day.
Risulta che qualcuno di loro abbia avuto brutte avventure, in via Cascione?
E proviamo ad avvalorare la tesi dei residenti.
Perché se via Cascione, dall’Orologio in giù, è nelle mani degli extracomunitari, è stata lasciata fuori dal contratto di Quartiere?
Non sarebbe cosa buona e giusta che l’amministrazione prendesse in considerazione l’intera via? O si è arrivati al punto di pensare che ormai tanto vale lasciarlo così com’è, quell’ultimo tratto? Sarebbe una pessima idea, a mio modesto parere.
Se, come è noto, si vuole fare di Via Cascione, via XX Settembre e via San Maurizio, una sorta di “quartiere latino” alla parigina, anche per numerosi studenti dell’Università, non sarebbe assurdo, per raggiungerlo, dover attraversare quello che a quanto dicono certi residenti (e non solo) è diventato il Bronx?
Infine l’ultima cosa che mi frulla per la testa: qualcuno sa qualcosa di Luca Gaglianone, il signore intraprendente che aveva avuto l’idea di aprire il Karisma?
Non sembra un tantino inverosimile che a un certo punto siano arrivati da lui alcuni gaglioffi promettendogli 25.000 euro per rilevare la gestione e che non abbia denunciato il fatto, dato che, a quanto pare, non ha visto il becco di un quattrino?

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2007 alle 10:13

Pubblicato in Cronaca

Il Karisma era diventato proprio un casino

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Ricordate lo scalpore che fece in città la scorsa estate l’apertura del Karisma, il locale di lap dance nei pressi dell’orologio?
Qualche moglie gelosa, le vecchiette con vista su quelle bellezze che entravano nel locale, un po’ di shock in via Cascione e vai.
Il simpatico reportage soft-core di Giò Barbera dalle pagine del Secolo XIX ci raccontava quello che avveniva nel locale di Luca Gaglianone che, spinto dall’idea di sua madre Maria Trovatello,
aveva aperto il night club.Tutto regolare: con 50 euro si poteva avere uno spettacolo privato di dieci minuti, in una stanza al piano di sopra “sempre nei limiti del buon gusto”.
E nel frattempo le cose cambiavano, ma nessuno se ne curava più.
Per esempio succedeva che una banda di estorsori già a novembre aveva preso in mano la gestione del locale, dopo ripetute minacce ai titolari, con la promessa che avrebbero pagato 25.000 euro per subentrare nella gestione.
E per farla breve lo spettacolino privato da 50 euro perdeva quel “sempre nei limiti del buon gusto” e diventava una vera e propria prestazione sessuale.
All’alba i carabinieri del nucleo operativo di Imperia hanno messo la parola fine a una serie di attivita’ estorsive finalizzate
sia ad ottenere l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell’hotel Principe di Diano Marina , sia ad acquisire la gestione del Karisma, con l’arresto di otto persone tra cui i primi cinque gestori e poi gli altri due che erano subentrati.
Il Karisma in meno di nove mesi aveva cambiato tre gestioni: un bel casino, insomma.

Scritto da Angelo Amoretti

13 aprile, 2007 alle 16:45

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C’è post@ per noi

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Ho ricevuto questa mail che pubblico volentieri:
Ho letto che c’è chi è convinto che i mezzi di informazione in genere sono al servizio del cittadino e che basta scrivere al direttore o al giornale per risolvere questioni di normale amministrazione della Città. È vero così succede. Ma ……mi permetto di introdurre una dimensione meno mediatica del buon amministrare.
Anche io che in quel quartiere ci abito ho contribuito a far si che il rottame di automobile sdraiato tra il marciapiede e la ringhiera che separa la strada dal torrente Prino, non diventasse monumento di archeologia industriale o monito alla elevata velocità con cui gli automobilisti passano la via per accedere alla città. Hanno scritto alla stampa cittadina, hanno telefonato agli uffici competenti in decine e decine. C’è chi ama il suo quartiere ma non basta. Non può essere sufficiente! Non è questo il modo di amministrare una città. L’assessore legge le lettere al direttore apprende delle lamentele e telefona all’ufficio competente a cui chiede di intervenire, magari con urgenza.
L’Amministratore in questo modo lo so fare anche io.
Quello che chiedono i cittadini sono progetti, informazione preventiva, e partecipazione alle scelte. Il Comitato dei Cittadini dei Piani di cui io sono uno dei rappresentanti ha sollecitato l’Amministrazione ad intervenire affinché Piani I, Piani II ecc. diventino un vero quartiere. La nostra iniziativa era costituita principalmente dalla raccolta di una petizione contro l’insediamento di ulteriori posteggi per TIR nel quartiere. Denunciavamo, e denunciamo tutt’ora, la pericolosità delle vie di accesso al quartiere, l’inesistenza di marciapiedi ecc. ecc. (chi volesse firmare la petizione è sufficiente che si rechi in farmacia o nel bar tabacchi del quartiere per poterlo fare). Le firme ad oggi con nostra sorpresa sono oltre 500 e arriveremo presto a superare le 600.
Abbiamo appreso dai cittadini che firmavano che c’erano questioni più profonde del pur importante problema della circolazione dei mezzi e della sicurezza stradale. Oggi siamo a conoscenza della profonda inquietudine di chi lì ci vive. Un mix di speranze, di obiettivi, di futuro oggi rattrappiti. Le persone che ci hanno confidato le loro preoccupazioni si sentono sole e inascoltate. Abbiamo chiesto un incontro con l’Amministrazione, ma non abbiamo risposte, né forse, anche se incontrassimo il Sindaco, ce ne saranno. Abbiamo conosciuto cittadini e cittadine che ricordano come era il territorio prima della recente (30 anni) urbanizzazione. Orti, orti e orti.
Oggi c’è disordine urbanistico e inesistenza di servizi, assenza di luoghi di socialità comune ecc.ecc. e chi più ne ha più ne metta. Noi aspettiamo che ci convochino, ma la distanza tra gli Amministrati e l’Amministrazione aumenta e ne soffre la democrazia. Bene quindi le denuncie alla stampa cittadina da parte di cittadini attenti, ma forse se i cittadini potessero partecipare per conoscere e per scegliere sarebbero meglio.
La “libertà è partecipazione” cantava Giorgio Gaber.

Fulvio Moscatelli

Scritto da Angelo Amoretti

13 aprile, 2007 alle 7:21

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Compagni che sbagliano

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Domani 13 Aprile 2007, alle ore 21, presso la Sala Varaldo della Camera di Commercio di Imperia, in Viale Matteotti 48, l’associazione ApertaMente Imperia, in collaborazione con CE.S.P.IM e ARCI provinciale, organizza un incontro con Gianni Barbacetto, giornalista del settimanale Diario e collaboratore di Micromega, che presenta il suo libro:

Compagni che sbagliano
La Sinistra al governo e altre storie della nuova Italia

Introduce il Prof. Vittorio Coletti, Docente di Storia della Lingua Italiana all’Università degli Studi di Genova.

Scritto da Angelo Amoretti

12 aprile, 2007 alle 9:13

Pubblicato in Eventi

Il mistero dell’incubatore di imprese

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E’ ufficiale: l’incubatore di imprese verrà costruito al posto della SAIRO, in zona San Lazzaro.
E’ stato deciso i giorni scorsi a Roma, in un incontro tra i rappresentanti di Imperia Sviluppo Srl e Sviluppo Italia. Il progetto verrà presentato al Comune nei prossimi giorni e ricapitolando:
1)il vecchio stabilimento sarà ceduto all’Amministrazione per la realizzazione dell’incubatore, che sarà finanziato da Sviluppo Italia;
2)Imperia Sviluppo, se non ho capito male, cedendo il vecchio stabilimento al Comune, otterrà da questo di costruire un residence con spazi commerciali nella zona compresa tra la SAIRO e la piscina.
E’ quanto si apprende oggi da La Stampa, ma ci sono alcune cose che mi sfuggono.
1) Imperia Sviluppo ha il 33% di quote nella società Porto di Imperia SpA, le stesse del Comune di Imperia e di Acquamare srl.
Riccardo Guatelli è Amministratore unico di Imperia Sviluppo e ha il 7% di quote del capitale di Porto di Oneglia SpA (Guatelli Immobiliare): ha l’idea di essere una cosa fatta tra i soliti noti, ma sicuramente sbaglierò.
2) Non si diceva, in questo articolo, che, tra l’altro, c’erano problemi di volumetria e che allora invece di costruire in orizzontale si sarebbe dovuto costruire in verticale?
Aspetto di saperne di più.

Scritto da Angelo Amoretti

11 aprile, 2007 alle 10:43

Pubblicato in Ambiente

Pasqua bizzarra

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Mi hanno colpito perlomeno tre cose di queste vacanze nostrane.
Sono venuti turisti. Non so quanti, se più o meno dello scorso anno, ma sono venuti e la città era affollata, così come l’entroterra. E questo fa piacere.
Quello che non capisco è perché, almeno in questi giorni dell’anno, diciamo così, particolari, non si rafforzi il numero dei vigili addetti al traffico.
Per tre giorni almeno, a qualsiasi ora, la coda per entrare in città da ponente arrivava fino a Garbella. Al Prino se ne formava un’altra perché chi pensava di entrare in città evitando quel pezzo da incubo di Aurelia, si trovava poi imbottigliato al momento di immettersi sulla statale, all’altezza della chiesa di San Benedetto Revelli.
Se ci fosse stato un vigile a sveltire le manovre di innesto, non sarebbe stato male. Lo stesso per la rotonda di via Nizza. Molti non hanno ancora capito come comportarsi a livello di precedenze e allora un vigile potrebbe essere di grande aiuto.
L’altra cosa che mi ha colpito è successa stamattina. Pur essendoci ancora molti turisti (e la Marina era visibilmente ancora affollata rispetto agli altri giorni), qualcuno si è inventato di potare i pini proprio oggi.
Il bordo della strada era occupato da rami ingombranti e ovviamente i posteggi inutilizzabili. Non è stata una cosa carina da notare.
Non dico che per i turisti bisognerebbe mettere il tappeto rosso, per carità, ma neppure quello fatto da aghi e rami di pino.
L’ultima cosa che mi ha colpito è stata l’intervista rilasciata al Secolo dai ragazzi del “gruppo atipico guerriglia artistica urbana locale“, quelli che hanno posto prima i nanetti, poi le girandole e infine le teste Moai sulla rotonda nei pressi delle carceri per farne l’Isola di Pasquetta.
Mentre su La Stampa si scrive dell’ultima impresa, il Secolo, “dopo appostamenti” smaschera i ragazzi.
Non importa che sia stata o no una cosa architettata, ma piuttosto che abbiano cercato di dare qualche indicazione sul loro operato.
Mi dolgo di non averlo scritto prima, ma spero di rimediare dicendolo adesso: questi ragazzi hanno la mia sincera e totale ammirazione.
Hanno dimostrato, e forse continueranno in crescendo, come si possa stupire, incuriosire e perché no, affascinare, con operazioni che per il Comune e la politica in genere, hanno costo zero.
Bello è stato che anche l’assessore all’arredo urbano, anziché indignarsi, si sia complimentata con loro. Meno bello che qualche cretino abbia preso a calci qualche “statua” che ai ragazzi di Yuri Gagaul è costata un po’ di lavoro.
Tanto di cappello a questi ragazzi, e se sono di Imperia, me lo tolgo due volte: significa che qualche giovane c’è a mandare messaggi intelligenti, uno su tutti: quello di aprire un po’ di più le nostre menti.

Scritto da Angelo Amoretti

10 aprile, 2007 alle 16:43

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Auguri!

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Tanti auguri a tutti quelli che passano da qui.

Scritto da Angelo Amoretti

8 aprile, 2007 alle 10:39

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Il collezionista di tempo [II]

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Per gentile concessione dell’editore Sironi, anticipo in esclusiva un piccolo estratto del nuovo romanzo di Marino Magliani intitolato “Il collezionista di tempo” di cui avevo scritto in questo post e che a giorni sarà nelle librerie.

La strada per la valle era poco distante dalle palme.
Si mise bene sotto il lampione perché vedessero chi era e che portava una divisa. Alzò il dito. Quasi subito si fermò un pensionato.
Era un coldiretto di un paese vicino a San Rocco. Lo fece salire e gli chiese quanto gli mancava. Parlava in dialetto.
Rispose in dialetto che era finita. Era finita ieri. A volte anche le voci, i Gregorio parlavano in dialetto. Lukas mai. Quanti ritorni, pensò. E poi: ma non sei mai più tornato.
A ogni curva apparivano gruppi di case, luci di paesini e vigne, sui cui filari biancheggiavano nella notte le reti per la raccolta delle olive. Era per proteggere l’uva dalla grandine.
«E’ scesa?» chiese. Pensava a quel titolo. L’architettura del molo di Porto Maurizio.
«Qui poca roba, nel dianese ci ha fatto come in mano» aveva detto l’uomo.
E dalla grandine erano passati a parlare di olive, discorsi che l’avevano sempre dilaniato, parole fatte per gente che non era mai dovuta scappare. L’uomo disse che era un’annata discreta, ma vermavano, bisognava darci presto parecchio veleno, altrimenti per i Morti erano tutte per terra. S’era acceso una Nazionale senza filtro, impestava di fumo l’abitacolo. La teneva su un lato della bocca, il fumo gli usciva dalle narici.
«Salici a vedere in Robavilla, la carica dovresti averla…» disse sapendo dove suo padre aveva le campagne. E poi: «Tuo padre teneva le terre pulite come biliardi».
Sì, rispose, ci saliva e ci puliva, almeno sotto le piante che ne avevano.
Appena poté ripensare alle priorità, mise la mano sul borsone e premette nervosamente, cercando la saponetta di hashish. Lo nascondi nella casa vecchia, decise.
Era la casa col loggiato, nel carruggio, dove avevano vissuto prima che il padre terminasse di costruire la casa nuova sopra il paese. Sì, momentaneamente avrebbe nascosto l’hashish laggiù, anche se sarebbe stato meglio convincere Edoardo a farsi portare subito a cercare il tipo della Marina.
La luce dei fari restituiva squarci di canneti, frane e muri che conosceva a memoria. Un mondo che non aveva mai finito di franare. Ma non c’era tempo per rivedere le cose come quando tornava da bambino. Forse, se il giorno prima non avesse accettato di mettersi in borsa l’hashish…
Poi San Rocco. Uno strano ponte in salita, costruito in questo secolo, di fronte a un ponte di pietra in stile romanico, e le case con qualche palma intorno alla chiesetta di San Rocco, e le logge.
Il bar sotto la grande acacia. Seduti su muretti e sedie una dozzina di perdigiorno rimasti senza tedesche.
Si fece lasciare in cima al carruggio, dove da una parte erano case e dall’altra una ringhiera di ferro dava sugli orti. Posò il borsone e guardò la notte in faccia, oltre gli orti e il torrente, la sagoma chiara di un casone e la vigna di Anselmo.
«Sei arrivato» gli disse Lukas.
«Non me n’ero mai andato» rispose.

Scritto da Angelo Amoretti

6 aprile, 2007 alle 8:26

Pubblicato in Libri