Archivio per il mese di agosto, 2007

Acquabomber nostrani

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Ci mancava solo questa, oltre ai banditi e ai vari maniaci.
Come se non bastasse, questo delinquente – chissà se uno o di più? – per non saper né leggere né scrivere, nelle bottiglie di acqua minerale infila direttamente l’ago della siringa.
Stamattina ne è stato trovato uno a Dolcedo: la bottiglia, oltre a contenere l’ago, puzzava di varechina.
Lo scorso martedì la stessa cosa è successa a una donna di San Bartolomeo al Mare: mentre stava preparando il caffè si è accorta della presenza di un ago nella bottiglia acquistata in un discount.
Gli investigatori consigliano di controllare con attenzione le confezioni di acqua minerale, a prescindere dalla marca e dalla provenienza, e di segnalare anomalie ai carabinieri.

Scritto da Angelo Amoretti

13 agosto, 2007 alle 16:46

Una provincia in nero

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Abbiamo un record in provincia: quello del lavoro nero.
Gli uomini del Servizio ispettivo della Direzione provinciale del Lavoro di Imperia e i carabinieri hanno ispezionato 80 imprese tra il 13 e il 22 luglio e tra il 27 luglio e il 5 agosto: 74 sono risultate irregolari.
Su 362 lavoratori, 189 sono risultati irregolari e quelli totalmente in nero 49, di cui 19 stranieri e 6 minori.
Nel primo semestre del 2007 sono state controllate 475 aziende: 361 sono risultate irregolari e dei 379 lavoratori controllati 162 erano completamente in nero.
Complimenti ai datori di lavoro e alle loro aziende.
Mi domando cosa aspettino i responsabili delle 114 aziende in regola ad adeguarsi all’andazzo, tipo che so, assumere qualche extracomunitario e poi aggiungerci anche che devono tornarsene a casa loro.

Scritto da Angelo Amoretti

13 agosto, 2007 alle 16:24

Pubblicato in Attualità

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La classe non è acqua

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Dal discorso dell’on. Claudio Scajola al recente Congresso Cittadino di Forza Italia a Imperia. Quello, per capirci, dove è stata pronunciata la famosa frase su Porchia che ha fatto scattare la querela della CGIL nei confronti del Presidente del Copaco.

[...] La differenza tra noi e loro (l’opposizione di centrosinistra ndr) è che loro volevano un porto-garage. Noi vogliamo un porto Grand Hotel.
Loro volevano un porto dove il cuneese veniva portandosi dietro la mortadella, saliva sulla barca di sei metri e andava a fare le sue vacanze. Nulla da dire. Ma non ci interessa il cuneese. Noi garantiamo la barca di sei metri a quelli che abitano a Imperia perché è giusto che possano continuare ad avere tutti la loro possibilità. Ma invece del cuneese che si porta la mortadella per prendere la barca di sei metri, preferisco che venga il milanese che si porta una barca di trenta metri perché se si porta dietro una barca di trenta metri si mette dentro cinque persone di equipaggio e la mattina quando fa la spesa fa e rilancia l’economia commerciale della nostra città. Sono cose lapalissiane. Sono talmente lapalissiane che hanno la prova del nove: la sinistra è contraria.[...]

Appello ai cuneesi: se venite a Imperia portate il salame al Barolo e la barca un po’ più lunga.  L’onorevole preferisce cosi.

Scritto da Angelo Amoretti

11 agosto, 2007 alle 12:41

Sfoghi estivi

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Ricevo e pubblico volentieri questa mail di Alberto Carli, presidente dell’Associazione culturale Olivonero:

Marino Magliani è uno scrittore Ligure, di Dolcedo, che, all’età di quarantasette anni, pensa in dialetto. In lui è impossibile e impensabile ravvisare la benché minima ipotesi di vanità.
Pensa, e non a torto, di fare cultura e desidera promuovere il suo ultimo libro “Il Collezionista di Tempo” pubblicato da Sironi.
Fa quello che si deve fare. Si rivolge all’assessore competente e al Sindaco. Negativo. Marino vive in Olanda, oltre che autore affermato, traduce poeti e scrittori dallo spagnolo. Non è informato su quello che (non) succede culturalmente a Imperia.
Non sa che ove manchi la domanda, la richiesta, l’offerta è sempre buona. Nessuno osa rivendicare un buco nero di dimensioni gigantesche. Solo rarissime eccezioni.
Ma torniamo a Marino Magliani, con il quale ci conosciamo da molti anni. Qualcuno gli suggerisce il mio nome e mi telefona.
Accetto di presentare, con infinito piacere, lui e il suo eccellente libro sotto forma di reading, come altre volte ho fatto: una voce narrante e un bassista.
I volantini, peraltro molto piacevoli, vengono abbozzati dal sottoscritto e resi godibili, per creativà e raffinatezza, da Giulia Zadro. Vengono distributi. “Passo” la notizia alle redazione dei giornali locali, parlando con i giornalisti. Invio a Sanremonews e Imperiaparla. Il Secolo pubblica un trafiletto introvabile, lo stesso fa la Stampa. Non pubblica nulla La Riviera, così L’Eco della Riviera e, al momento in cui scrivo, non compare alcunché su Sanremonews.
Indignazione! Sì, riesco ancora a indignarmi. Sono Ligure, e non me ne vanto, sarei potuto nascere dovunque. Ma obiettivamente credo che la Liguria abbia dato, e tuttora sia così, un altissimo contributo alla cultura, non solo a questo Paese. Luciano, Berio, Giuseppe Conte, Francesco Biamonti, Edoardo Sanguineti. E mi fermo qui.
“Il Festival della Mente” a Sarzana, quello della Filosofia, tra Carpi, Modena e Sassola, quello della Poesia a Cettona, nei pressi di Siena. E’ tutto un pullulare di iniziative che decollano, prendono piede e si affermano sempre di più. Per non parlare di Mantova letteratura, fenomeno iniziatico di valenza internazionale.
Due parole, non di più, su quello che è riuscito a creare Rosario Bonaccorso a Laigueglia in memoria di Naco, suo fratello. Rosario è di Imperia.
Per questo sono incazzato. Non con chi amministra: lo fanno per professione, non per passione. Ma lo sono con quelli che Pier Paolo Pasolini non definiva con tenerezza. Quelli che dovrebbero informare. E’ forse il loro criterio quello delle priorità? Allora devono cambiare, o, prima poi, dovranno trovarsi un’altra professione.
Ho un libro tra le mani “Mea Culpa”, la casa editrice, per la quale presumibilmente Magliani pubblicherà la sua prossima fatica letteraria: Guanda editore.
Siccome penso che la lettura sia un gusto, un piacere comparabile a un buon vino e al buon cibo, concludo con alcune parole di Louis-Ferdinand Céline. “…Più si comprime e si moltiplica, più l’Uomo soffre, è evidente. Non può andare che di male in peggio per quest’aspetto. L’aspetto del sistema nervoso…il progresso non cambierà un bel niente, anzi, molte più sofferenze che gioie da spartirsi…”
Alberto Carli

Scritto da Angelo Amoretti

7 agosto, 2007 alle 14:59

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L’Assessore Ruggeri e i porti di Imperia

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Nei giorni scorsi sui media nostrani si è parlato molto dell’intervento dell’Assessore Regionale alla Pianificazione territoriale e all’Urbanistica, Carlo Ruggeri e sulle interrogazioni dei consiglieri Alessio Saso e Franco Bonello sul Porto di Imperia e di Oneglia.
Tutti, chi per un verso, chi per un altro, erano soddisfatti.
Ecco il testo dell’intevento:

Signor Presidente, signori Consiglieri,
mi sembra evidente che su questa vicenda vi siano, quanto meno, due livelli.
Un livello attiene alla politica, la quale mi auguro si mantenga nei canali e nelle modalità che le sono proprie, cioè opinioni ed indirizzi diversi ed un dibattito abbastanza acceso. Voglio dire che le stesse interrogazioni sono speculari, quasi una rispondeva all’altra. Vi è, però, un livello che riguarda la Regione Liguria, le Istituzioni, i rapporti e il ruolo che dobbiamo avere. Su questo, non vi è dubbio, consigliere Saso, la Giunta Regionale è lineare negli indirizzi e nei comportamenti e voglio qui ribadirlo richiamando alcune questioni che sono state sollevate da Tirreno Bianchi, dal consigliere Bonello e dallo stesso consigliere Saso.
La prima questione è che, quando la Regione Liguria ha approvato il porto turistico (tanto per capirci), ha posto alcune prescrizioni, in alcuni casi di ordine urbanistico, che, però, hanno un significato importante.
Su queste vicende, ogni tanto, gli attori locali, politici e non soltanto, ritornano come se fossero questioni ancora discutibili; per la Regione non lo
sono: in particolare, il fatto che già l’approvazione del Piano regolatore portuale prevedeva che fra i due bacini – quello di Porto Maurizio e quello di Oneglia – vi fosse un’area pubblica.
Noi abbiamo detto che ritenevamo incompatibile, come funzione pubblica di parco, un campo da golf o un campo pratica da golf. Su questo vi sono opinioni diverse, ma mi sembra che la Regione faccia bene ad essere ferma, nel senso che un utilizzo di quell’importante area per la cittadinanza (fra l’altro, oggetto di interventi di riqualificazione con fondi comunitari) deve essere pubblico. Abbiamo detto che chiuderla con campi da golf o con campi di pratica è incongruo rispetto a questa indicazione.
Questo è soggetto di discussione e di polemiche, che noi lasciamo fare, ma su quello, per quanto attiene la Regione Liguria, vi è una prescrizione ineludibile.
L’altra questione, che è quella più delicata, oggi portata all’attenzione del Consiglio, riguarda il porto di Oneglia. Il porto di Oneglia è un porto commerciale, che ha una funzione commerciale statuita dal Piano regolatore del porto turistico che la Regione fece a suo tempo dicendo che il destino della città, correttamente, può avere uno sviluppo turistico, ma altrettanto lo deve avere sul piano della storia di questo porto commerciale.
Devo dire che, nonostante l’impegno e la fatica della Regione, non siamo riusciti a mettere insieme un programma di rilancio di attività di questo porto commerciale che parta da una questione fondamentale: l’esame delle concessioni in atto e dei piani industriali dei signori concessionari.
Dopo ripetute riunioni, che ho fatto anch’io, presso il Comune di Imperia, ho scritto al Comune di Imperia e alla Capitaneria di Porto per avere l’esatta cognizione delle concessioni in ordine ai piani di sviluppo e agli occupati, perché è inammissibile che in quella zona così importante vi siano aree date in concessione che hanno redditività zero o vicino allo zero (parlo di redditività sociale, come posti di lavoro e attività).
Siccome questo è un tema molto delicato e siccome si tratta di un porto regionale dato a suo tempo in gestione al Comune di Imperia, il quale ha provato a costituire una società, che non ha funzionato, a detta anche dello stesso Comune di Imperia, credo che nella legge di riordino che il collega Luigi Merlo sta predisponendo sui porti si dovrà dare una soluzione a questo tema e, siccome la Regione ha la responsabilità di questo porto, dovrà assumersela per intero. Infatti credo che ad oggi non vi siano, né nel presente, né nella prospettiva, le condizioni per garantire che quel porto commerciale abbia uno sviluppo.
La Regione, quindi, si assumerà per intero questa responsabilità, nelle modalità che vedremo, perché questo deve essere oggetto di un riordino dei porti. Ovviamente, il porto di Imperia è diverso dagli altri, in quanto non è sede di Autorità portuale e, quindi, non ha un Ente che ne garantisca la gestione e lo sviluppo.
Ripeto – è agli atti – che anche recentemente ho dovuto e ho voluto scrivere perché il tema delle concessioni dei piani industriali fosse reso evidente e ci consentisse di predisporre un piano di sviluppo; purtroppo questo non è successo e a questo punto credo che la Regione dovrà prenderne atto e assumersi le proprie responsabilità. L’occasione – l’ho detta – è quella del piano di riordino dei porti e in quell’occasione dovremo rivedere la decisione a suo tempo assunta e cioè la delega al Comune di Imperia del porto commerciale.
Sul tema qui richiamato e riferito al Comune di Imperia, il consigliere Saso pone una domanda, nel senso che chiede se è tutto corretto e tutto lineare oppure non lo è. Se qualcuno ha da dire le ragioni per cui non è corretto e non è lineare, deve dirle e deve anche indicare il perché. Soprattutto, però, credo che vi sia da affermare un ruolo della Regione – che è Ente che esamina ed approva i piani urbanistici e dà le concessioni, per quanto è in proprio potere darle – e del Comune, in quanto altro Ente che ha una funzione autorizzativa e di concessione, che poi esso stesso firma.
Su questo terreno le procedure, pur con le polemiche e con le discussioni che vi sono state, ancora in atto (citavo prima l’annosa questione del golf), rappresentano un rapporto fra due Enti che, alla fine, concludono una procedura che dà un’autorizzazione perché un soggetto possa realizzare un determinato intervento. Il fatto che, poi, quel soggetto abbia quella complicazione esterna, che vede anche il Comune non soltanto come ente che dà la concessione, ma anche come soggetto che ottiene, per quota-parte, quella concessione, in un rapporto fra Società private, è questione diversa. Sulla base della norma, della legge, sui passaggi che qui sono stati detti, perché sono stati dichiarati momenti diversi in cui il Comune aveva quote della Società, che, poi, ha passato ad altri soggetti, la Regione non soltanto non ha nessuna potestà di intervento, ma neppure – dico la verità – ritengo che debba entrarvi; ciò perché nella sfera dell0autonomia e della responsabilità dell’Amministrazione comunale lo stesso Comune agisce in relazione – credo – alla difesa dei propri interessi.
In effetti vi sono formule diverse: abbiamo casi in cui i porticcioli turistici, addirittura, sono gestiti e sono in capo ai Comuni, vi sono altre situazioni in cui sono gestiti e sono in capo a Società tutte private; questa è una fattispecie particolare, dove il Comune è socio – a questo punto, come è stato detto, mi sembra di capire, di minoranza – di una Società. Quindi, su questo terreno, sinceramente, lascio all’approfondimento che attiene la giusta posizione del Comune in ordine ai dubbi e alle sollecitazioni che vi sono state, anche in questa sede, perché si chiarisca che non soltanto non vi è contraddizione fra il fatto che il comune concede ed è concessionario, ma semmai il ruolo del Comune è quello di rimanere in una Società per garantire il massimo di interessi pubblici di questo tipo di attività.
Quindi, non vorrei procedere oltre, semplicemente per dire che la Regione ha approvato, con prescrizioni, il piano del porto turistico di Imperia. Riteniamo che tali prescrizioni siano ineludibili. Ho citato quella sul golf, ma cito anche quella di calata Anselmi ed altre, le quali miravano tutte ad una fruizione più pubblica e più aperta di questo scalo, all’aumento dei posti di transito per garantire una maggiore presenza di turisti e a tutta una serie di misure che sono le prescrizioni con le quali si è espressa la Regione Liguria.
Quindi rientra nelle prescrizioni ineludibili che il porto di Oneglia sia commerciale, anche se, nonostante i tentativi fatti (prima li ho anche richiamati: le lettere e le riunioni), non si ravvisa ancora la possibilità di un’attività quanto meno giusta nel rapporto fra spazi occupati, posti di lavoro e attività economiche indotte, Sulla base di questo, l’altra possibilità della Regione Liguria per poter garantire che un porto classificato “commerciale” lo sia veramente, attraendo traffici e dando lavoro. è la possibilità “madre”, per cui quello è un porto regionale e, quindi, nel momento in cui faremo il riordino del sistema dei porti – in corso di elaborazione da parte del collega Luigi Merlo – affronteremo questo tema riaffidando la responsabilità di quel Porto alla Regione Liguria.
In ultimo – l’ho già detto e ho terminato – per quello che attiene i rapporti fra Regione, che autorizza e dà concessioni, ed Amministrazione comunale, Ente concessionario e concedente, non vi è stato nessun profilo critico. Per quello che attiene che potrete dire, discutere e valutare in ordine agli interessi che il Comune dovrebbe rappresentare anche in quella Società.

Ora che ho letto l’intervento dell’Assessore, nella seduta del 31 luglio scorso, lo sono pure io.

Scritto da Angelo Amoretti

6 agosto, 2007 alle 17:42

New Magazine Imperia n. IV

senza commenti

E’ uscito il numero di luglio/agosto di New Magazine Imperia, la rivista bimestrale diretta da Emilia Amirante Ferrari.
Lo trovate come al solito presso l’edicola Alberti di Piazza Bianchi.

Vi ricordo che l’abbonamento annuale (6 numeri) costa 16 euro e si può effettuare sul c/c postale n. 11139185 intestato a “Centro Editoriale Imperiese”.
Buona lettura!

Scritto da Angelo Amoretti

3 agosto, 2007 alle 22:27

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Momenti di gloria

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Scritto da Angelo Amoretti

3 agosto, 2007 alle 8:56

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Esempi per i giovani

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Vittorio Adolfo, parlamentare nostrano dell’Udc, come tanti altri colleghi, ieri si è presentato all’unità mobile davanti a Montecitorio per il test antidroga allestito dal suo partito.

«Quest’iniziativa, da tempo prevista, non aveva e non ha alcun sapore strumentale – ha commentato Vittorio Adolfo – traduce l’atteggiamento che l’Udc ha sempre avuto nei confronti della droga senza distinzione alcuna tra leggera e pesante. Riteniamo che sia un male, comunque un male, di questa società. Su questa rigida posizione, che da anni portiamo avanti, abbiamo inteso inviare un messaggio forte non solo ai parlamentari, ma all’intero Paese. Soprattutto un messaggio e un esempio che le nuove generazioni non potranno non tenere presente.»

Vittorio Adolfo lo sa che Cosimo Mele è nel suo partito?
Lo sa quello che ha combinato il suo collega? Quello che tiene famiglia lontano da Roma e che pochi giorni fa ha pensato bene di farsi due professioniste del sesso insieme con un contorno di cocaina, senza così fare distinzione tra droga pesante e leggera?
Lo sa che aveva precedenti poco carini e che Cesa, grandissimo esempio di capo famiglia, come si diceva una volta, che dovrebbe essere una guida seria e disciplinata per i figli, ha avuto la faccia tosta di chiedere un bonus per i parlamentari che hanno famiglia lontana da casa, ignorando, o facendo finta di non sapere, che già i nostri parlamentari beccano 4.003 euro di diaria per la “trasferta”? Lo sa che Mele si è dimesso, ma continuerà a essere in parlamento nel gruppo misto?
Sono questi gli esempi per i giovani?
Se non lo sa legga i giornali: ne hanno parlato tutti, nei giorni scorsi.
E, se vuole, anche questo.

Scritto da Angelo Amoretti

2 agosto, 2007 alle 7:59