Archivio per il mese di febbraio, 2008
Porto azzurro
Riporto un interessante articolo di Gianpaolo Fissore, dal numero 31 della rivista “Giudizio Universale”, in edicola.
Porto azzurro
Da più di mezzo secolo una famiglia domina Imperia: è quella di Claudio Scajola (per i concittadini ancora “il ministro”) che ha traghettato la DC in Forza Italia. E ha fatto di barche e cemento una coppia vincente.
L’Imperia di Benito Mussolini è la palazzina del Comune (1932) che sorge esattamente a metà strada tra Oneglia e Porto Maurizio, i due centri costieri della riviera di Ponente che l’ex insegnante di francese (così lo conobbero a Oneglia nel 1908) battezzò a nuova provincia con regio decreto del 21 ottobre 1923. Per l’Imperia di Claudio Scajola, invece, ci vorrebbe l’elicottero: è dal cielo, infatti, che si percepisce il disegno di quel po’ di speculazione edilizia che quest’angolo di costa ancora consente. Mussolini e Scajola sono i veri santi patroni della città. L’uno lo si nomina il meno possibile, l’altro, onnipresente, lo si chiama Ministro anche quando più non lo è. Nel breve soggiorno ligure il primo fu direttore del locale foglio socialista intitolato La Lima. “Barche e cemento” potrebbe oggi intitolarsi appropriatamente l’ipotetico house organ del secondo.
Una brillante carriera
Città di mare senza spiagge, con il complesso di inferiorità nei confronti della vicina e assai più nota Sanremo, Imperia è da sempre il cuore di una provincia bianca, baluardo democristiano in una regione che tradizionalmente premia le sinistre. Gli Scajola vi fanno politica dal secondo dopoguerra. Il capostipite, Ferdinando, dirigente Inps, è stato il primo segretario della DC locale e sindaco nel 1952. Anche Alessandro, il figlio maggiore, è stato a sua volta sindaco nel 1972 e nel 1977, e poi deputato per due legislature.
Claudio, nato nel 1948 e tenuto a battesimo dalla figlia di De Gasperi, è già a quattordici anni un precoce cattolico moderato, fondatore di un “gruppo studentesco”, secondo la biografia ufficiale. Sopravvissuto in spider decappottabile alle turbolenze del Sessantotto, si imparenta, sposando Maria Teresa Verda, con il miglior casato della città. Universitario di lungo corso (”Come faccio a darti il Viminale se non sei laureato?”, pare gli abbiano detto ad Arcore e allora eccolo finalmente dottore in giurisprudenza) è primo dirigente dell’Inadel ( Istituto per l’assistenza ai dipendenti degli enti locali) poi a soli venticinque anni , presidente dell’Ospedale regionale di Costarainera e successivamente della neonata Usl imperiese. Rinnovando la tradizione di famiglia fa il sindaco di Imperia nel 1982 (arrestato l’anno dopo per uno scandalo di appalti al casinò di Sanremo, ma prosciolto nel 1989) e dal 1990 al 1995. Nel frattempo reincolla i cocci della sua DC deflagrata. A capo di una lista civica alle comunali del 1995, perde di poco ma si guadagna l’attenzione dei cacciatori di teste di Berlusconi. Nell’aprile 1996 è deputato azzurro. Poco dopo Berlusconi lo nomina coordinatore nazionale di Forza Italia.
Notabile e feudatario
Nell’Italia dell’ottocento il notabile era colui che, in virtù dei una forte posizione raggiunta a livello locale sosteneva il governo centrale, per riceverne in cambio aiuti e legittimazione, utili a loro volta a consolidare il potere personale. Scajola è un fulgido esempio di sopravvivenza del notabilato in epoca Porcellum. A un partito azienda, assai poco tradizionale, ha portato in dote le reti clientelari e la struttura di potere ereditate dalla DC. Dal nuovo partito e dal suo padrone, quando è stato capo del Governo, ha ottenuto un ministero dietro l’altro (Interni, Attuazione del programma, Attività produttive) e ha mantenuto l’auto blu, come presidente del Copaco (il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato) anche in epoca Prodi. “Come finanziamenti da parte dello Stato alla Liguria, vi accorgerete che questa somma non ha precedenti negli ultimi cinquant’anni. Anzi, è superiore a quanto è stato dato nei cinquant’anni precedenti, e credo che Imperia e la sua Provincia, quanto al riparto di questi finanziamenti, abbiano anche fatto una buona figura”. Parole sue, alla vigilia delle politiche 2006.
Imperia dipende da Scajola, anzi, gli appartiene, La metafora più evocata tra i concittadini è quella di un feudo della politica, dove la potenza del dominus sollecita gratitudine e reverenziale timore. Dal livello nazionale a quello locale il potere fa filotto. Sono fedelissimi di Scajola il Presidente della provincia, Gianni Giuliano e il sindaco della città Luigi Sappa. Sono suoi sostenitori i Carli e gli Isnardi, imprenditori capofila del tradizionale settore agro alimentare ora convertiti alla speculazione edilizia. Alessandra Isnardi, figlia dell’industriale Pietro, anche presidente del Porto Imperia Spa, è recentemente convolata a nozze con Marco Scajola, delfino della dinastia. Maria Teresa Verda Scajola è attivissima in campo artistico e culturale; il fratello di Claudio, Alessandro, è vice presidente della Carige, la prima banca regionale, la cui potente fondazione arriva là dove le istituzioni non ce la fanno. Se poi si guarda alle aziende pubbliche o a partecipazione, (nevralgiche per l’occupazione locale) è fin stucchevole seguire gli innumerevoli fili di nomine e incarichi che dal dirigente all’ultimo guardarobiere portano spesso a una stessa origine. Unico intoppo sarebbe la regione “rossa”, ma, come concordano Burlando e Scajola, prevale un rispettoso “rapporto di buon senso”.
Un pezzo di Florida nel Mediterraneo
Si racconta che nell’estate del 2003 l’allora Ministro abbia sorvolato la città in elicottero in compagnia di Giampiero Fiorani e Ignazio Bellavista Caltagirone (futuri coindagati per la scalata Antonveneta). Sotto osservazione il porto e l’area ex Italcementi, due grandi affari per la speculazione edilizia. Oggi il gruppo Caltagirone, alleato con Beatrice Cozzi-Parodi (nel Ponente, nota come “nostra signora del diporto”) ha in mano la realizzazione di un mega porto turistico da 1400 posti barca, 450mila metri quadrati tra area mare e retroporto turistico residenziale. Questo progetto è la punta di diamante dell’Imperia del futuro, che si affida alla vecchia ricetta del mattone e cemento: piani regolatori flessibili, costruire e vendere dove si può, tappeti rossi per disinvolti speculatori privati. Il sogno è un pezzo di Florida, approdi di lusso per i diportisti del Mediterraneo, terze e quarte case per chi vuol venire qui a invecchiare bene. Il rischio è una ulteriore cementificazione del territorio. Chi lo denuncia però mette in campo solo deboli alternative. Chi invece crede a un nuovo miracolo economico non può che continuare ad affidarsi al politico in grado di pilotare sul territorio imprenditori navigati e denaro pubblico.
Il dominus non lesina il suo aiuto a nessuno, siano i difensori dell’Ormeasco doc, il vino locale, o i cacciatori di cinghiale. Largamente percepito dalla cittadinanza come l’artefice di tutto ciò che di buono arriva qui, tende ad appiccicare la sua immagine a ogni nuova realizzazione, comprese quelle, rare in verità, che vantano paternità plurime o di altro segno, come la bella pista ciclo pedonale di 24 chilometri tra Ospedaletti e Santo Stefano, di prossima inaugurazione. Scajola oggi la fa sua, dimenticando di averne pubblicamente avversato il progetto solo qualche anno fa.
Dato per certo il consenso del “popolo delle libertà”, le imminenti elezioni politiche potrebbero fornirgli l’occasione per la redistribuzione dei vassallaggi. Mormorano i bene informati che, con molta disinvoltura e come è già accaduto, le varie amministrazioni locali potrebbero essere anticipatamente sciolte, per consentire all’attuale presidente della Provincia di approdare al Parlamento e all’attuale sindaco di subentrargli. Liberando il posto per un altro Scajola, Marco, ora assessore. Sarebbe il quarto sindaco della famiglia. Per il feudo non un trauma e neppure una novità.
Gianpaolo Fissore
fonte: Giudizio Universale – n. 31 – marzo 2008
sito: giudiziouniversale.it
Costruire
Stamattina è stato presentato il programma delle Vele d’Epoca: la più importante manifestazione di Imperia.
La kermesse si svolgerà dal 10 al 14 settembre e il Sindaco ha dichiarato a Sanremonews: “Ogni manifestazione cresce se la città cresce con esso ed Imperia ha saputo costruire molto intorno alla manifestazione.”
In effetti intorno alla manifestazione è stato costruito molto.
E anche un po’ più in là, a dire il vero.
Sull’incontro di ieri sera a Poggi
Ieri sera nella chiesa sconsacrata di Nostra Signora delle Nevi a Poggi c’è stato l’incontro pubblico sulla discarica di Ponticelli.
Erano presenti Don Gabriel Tirla, parroco di Poggi, Paolo Strescino, vice Sindaco e assessore all’ambiente e Giuseppe Enrico, direttore del dipartimento ecologia del Comune di Imperia. Purtroppo mancava, per colpa dell’influenza, l’assessore provinciale all’ambiente Alberto Bellotti.
Il giornalista Andrea Pomati fungeva da moderatore.
La sala, come ci si poteva attendere, era stracolma perché il comitato contro la discarica di Ponticelli è agguerrito, informato e numeroso.
Il problema dei rifiuti e delle discariche è delicato per tutti, con una differenza: gli abitanti respirano i miasmi della discarica, gli assessori no.
Sono venuto a conoscenza di alcune cose che mi hanno lasciato un po’ perplesso, per usare un eufemismo.
1) C’è poco da fare: la Ponticelli rimarrà dov’è, in attività, fino almeno al 2011.
E da profano mi chiedo: non eravamo in grado di accogliere quattro camion di rifiuti campani perché sennò la discarica sarebbe stata satura e ora mi si dice che la stessa discarica sarà attiva sino al 2011?
2) Il problema dei rifiuti, se si continuerà con questi sistemi, esisterà sempre perché se la discarica di Ponticelli verrà chiusa ne nascerà un’altra altrove. Non bisogna fermarsi, a mio giudizio, sul “non nel mio giardino”, ma piuttosto cercare di cambiare atteggiamento nei confronti dei rifiuti.
“Come” lo ha spiegato Alberto Gabrielli, membro del CTU della Regione Liguria: producendo meno rifiuti, tanto per cominciare. Portare almeno al 50% la raccolta differenziata che dalle nostre parti pare sia al 26%, ha proposto qualcun’altro.
In effetti c’è chi prova a farla, solo che purtroppo sono stati visti (e filmati) camion della spazzatura che al momento della raccolta rimescolano di nuovo carta, plastica e lattine. Passa la voglia di separare in casa, naturalmente.
A tal proposito l’assessore Strescino ha chiesto di avvisare tempestivamente il Comune nel caso in cui si dovessero ancora verificare fatti di quel genere.
E a proposito di numeri telefonici, un signore del comitato ha chiesto che perlomeno ne sia attivato uno mediante il quale segnalare a chi di dovere eventuali fumi e odori inusuali causati dalla Ponticelli.
Secondo me l’assessore dovrebbe rifare un incontro, e con serenità da parte di tutti, studiare una strategia per informare e stimolare i cittadini a fare una seria raccolta differenziata.
Una volta studiata, fare in modo che avvenga in maniera corretta. E questo, diceva una signora del Comitato, può avvenire solo tramite la raccolta “porta a porta” del differenziato.
Una cosa è certa: così non si può andare avanti. Ci deve essere trasparenza da parte del Comune, della Provincia e della Ponticelli, e ci deve essere stretta collaborazione tra cittadini e istituzioni. Solo così si potrà arrivare a un accordo pieno e cominciare a risolvere il problema che diventa grave di giorno in giorno.
Autoporto a Piani
C’era da aspettarselo, ed è giusto così: Fulvio Moscatelli, portavoce del Comitato Cittadini Piani, è a dir poco indignato, come lo sono io e probabilmente tutti gli abitanti della bassa Valprino, per la notizia uscita ieri su Il Secolo XIX, secondo cui su un’area di 45 mila metri quadri, poco a monte del paese, verrebbe a sorgere un autoporto.
Si tratta di un’operazione sostenuta con determinazione dall’amministratore delegato della Porto d’Imperia Carlo Conti: su quel terreno nascerebbe una vera e propria cittadella dei camionisti con tanto di centro di servizi per rimessaggio per imbarcazioni e capannoni industriali dove verranno trasferiti anche i corrieri che ora sono al Barcheto.
Per addolcire la pillola, evviva la fantasia, il manager afferma che la cittadella offrirà un’opportunità di lavoro per molti giovani.
A parte che vorrei sapere “quanti” posti di lavoro? Se in quella zona si traferisce tutto ciò che è altrove, è naturale che vi si trasferiranno anche i lavoratori e ho molti dubbi su quanto di nuovo verrà offerto. D’altra parte abbiamo l’esempio lampante del nuovo Porto che in principio non so quanti posti di lavoro avrebbe dovuto offrire.
Ma i punti controversi nella geniale trovata sono molti. Leggo che l’autoporto dovrebbe occupare una parte sull’argine destro del Prino e l’altra sull’argine sinistro: ci vorrà un ponte, e bello largo, tanto per cominciare, perché i camion non possono certo attraversare l’abitato di Piani “vecchia”.
E questo sarebbe l’ultimo dei problemi.
Leggo anche che “l’apertura dell’autoporto eviterà inoltre situazioni di pericolo e alleggerirà il traffico nel centro cittadino.”
Non sono per niente d’accordo perché se è vero e sacrosanto che il traffico non sarà più nel centro, in via Littardi e Via Allende si scatenerà l’inferno.
Basta leggere le dichiarazioni di oggi rilasciate al Secolo da Fulvio Moscatelli: ormai tutti dovrebbero conoscere il degrado in cui si trovano le suddette vie e la loro pericolosità non solo per i pedoni, ma per chi in ogni modo le percorre.
Come se non bastasse, tempo fa il Comitato aveva raccolto circa 800 firme con buona pace di Antonio Marzo che afferma: “Crediamo infatti che la zona dei Piani, al di là del pensiero di qualche residente, sia l’area più idonea dove ospitare i camionisti.”
Infine mi chiedo se Conti c’è mai stato da quelle parti: gli consiglio di farsi una passeggiata partendo dall’inizio di via Littardi per arrivare ai Coppi Rossi e se arriva a destinazione indenne gli offro un caffè all’Amaka.
La Talpa, l’Orologio, il Sindaco e l’Assessore
“La Talpa e l’Orologio non avranno come sede i magazzini della stazione di Porto Maurizio.”
Leggo su La Riviera di venerdì 22 febbraio la netta presa di posizione del Sindaco Luigi Sappa e dell’Assessore Marco Scajola. E fin qui potrei anche essere d’accordo.
Nel senso che essendo quella zona a ridosso di quello che sarà l’incubatore di imprese e il più grande porto turistico d’Europa, magari i ragazzi del Centro Sociale potrebbero essere un fastidio per i manager e i diportisti (e anche per i fortunati gestori di nuovi esercizi commerciali).
Quello che mi meraviglia, però, sono le affermazioni fatte dall’Assessore: “L’amministrazione è contraria al fatto che la Talpa e l’Orologio possa trovare sede nei magazzini attigui all’ex stazione ferroviaria, non per pregiudizio, ma perché in questi anni l’esperienza del centro sociale a Porto Maurizio è stata degradante per la zona.”
Avrei piacere di sapere su quali basi l’assessore esprime un giudizio così negativo. Oltretutto mi pare che si contraddisca un pochino perché dice di non volere il Centro Sociale all’ex stazione, ma nello stesso tempo afferma che lo stesso è stato degradante per la città quando era (e tuttora è) in viale Matteotti.
A me pare che di degradante La Talpa e l’Orologio abbia poco: vi si organizzano concerti, mostre e mercatini equi e solidali e non mi risulta ci siano mai stati problemi di ordine pubblico. Non riesco a cogliere questo suo essere “causa di degrado”.
Se proprio vogliamo, da questo punto di vista è molto più degradante certa parte della movida estiva del Prino che a quanto pare ha più problemi di viale Matteotti. Stando alle cronache e a quello che denuncia il Comitato del Prino, là c’è gente che alle quattro del mattino spacca bottiglie di birra nei parcheggi, rompe le panchine, danneggia le auto in sosta e non lascia dormire la gente che lavora.
Ma forse certi giovani frequentatori del Prino sono più simpatici, meno sporchi, brutti e cattivi di quelli che frequentano la Talpa e l’Orologio. Vai a sapere.
Tocca al Centro, in ogni caso, comunicare al Sindaco la scelta del nuovo luogo di aggregazione.
In questo momento all’Assessore preme di più “trovare locali per le molte associazioni sportive che da tempo mi chedono degli spazi, carenti, purtroppo a Imperia.”
Bene. Visto che l’Assessore dice di avere rispetto per tutti e che “se ci saranno ipotesi sulla sede della Talpa l’amministrazione le affronterà” speriamo che, una volta sistemate le numerose associazioni sportive, venga anche il turno del centro sociale La Talpa e l’Orologio.
[fonte: La Riviera - 22 febbraio 2008]
Serata per Emergency
Venerdì 29 febbraio 2008 ore 21, Sala Varaldo della Camera di Commercio – Viale Matteotti 48 Imperia, l’Associazione Culturale Apertamente Imperia e CE.S.P.IM, in collaborazione con Emergency nell’ambito del Progetto “You & Me, parliamone insieme” organizzano una serata per EMERGENCY.
All’incontro partecipano: Vauro Senesi, vignettista di AnnoZero e Il Manifesto, inviato di PeaceReporter che presenta il filmato “Gli altri bambini”, storie dei piccoli pazienti degli ospedali di Emergency che hanno realizzato i disegni di “Adotta un disegno”;Sergio Casoli, gallerista di fama internazionale, curatore della Mostra “Adotta un disegno” e Stefano Senardi, responsabile per Emergency della colonna sonora della Mostra e del CD Fandango “Canzoni per Loro”.
“Adotta un disegno” è la mostra che Emergency dedica ai bambini, ai “troppi, involontari e abituali ospiti” degli ospedali che l´associazione di Gino Strada ha realizzato nei punti più «caldi» del pianeta, dall´Afghanistan, all´Iraq, alla Sierra Leone. E’ stata inaugurata a inizio febbraio nel complesso del Vittoriano a Roma e girerà l´Italia (Genova, Torino, Milano, Firenze, Venezia), l´Europa (Londra, Berlino, Parigi) e si concluderà nel 2009 a New York.
Vauro Senesi e i volontari di Emergency hanno raccolto i disegni delle piccole vittime della guerra, che più efficacemente di ogni altro documento ne raccontano l’angoscia e il dolore, e la mostra ha preso forma quando un gruppo di artisti visivi e musicisti ha incontrato, seppur virtualmente, le loro drammatiche testimonianze e le ha tradotte in quadri, sculture, musica. Grandi maestri dell´arte espongono così le loro opere assieme a piccoli e involontari protagonisti delle più crudeli guerre del pianeta.
L´elenco degli artisti visivi inizia con Carla Accardi e finisce con Francesco Vezzoli, quello dei musicisti con Jovanotti e si conclude con Stefano Bollani.
INGRESSO LIBERO: Tutto il ricavato servirà per sostenere Emergency.
Assemblea provinciale del PD
Domani, 26 Febbraio alle ore 18 si terrà la prima Assemblea Provinciale del PD presso il Centro Polivalente in Piazza Duomo a Imperia.
Saranno presenti in totale 162 delegati rappresentanti i 25 Circoli della Provincia di Imperia eletti lo scorso 10 febbraio, nonchè come membri di diritto gli eletti del 14 ottobre 2007 del Coordinamento Provinciale. L’assemblea è presieduta dal Coordinatore Provinciale Provvisorio, Beppe Monticone. Durante l’Assemblea saranno discusse le linee programmatiche dellla politica locale del PD imperiese, anche in vista del prossimo appuntamento delle Elezioni Nazionali.
Rifiuti
Mercoledì 27 febbraio, ore 21, in piazza della Chiesa a Poggi, si terrà un incontro pubblico sul tema
“Discarica di Ponticelli – Emergenza rifiuti“.
Saranno presenti, tra gli altri Paolo Strescino (vice Sindaco), Alberto Bellotti (Assessore provinciale ambiente), Giuseppe Enrico (direttore del dipartimento ecologia del Comune di Imperia).
Data l’importanza del tema, i cittadini sono invitati a partecipare numerosi.
Muri
Un muro di cemento alto 25 metri e lungo 150 sarà costruito nella zona delle ex Ferriere, nell’ambito del nuovo porto. Questa costruzione, tra l’altro, impedirà la vista del mare.
Il caso è stato portato alla ribalta dal Partito Socialista Europeo e dalla Uil che pur ritenendosi d’accordo sul progetto del porto, criticano con fermezza la realizzazione del suddetto muro, “una grossa preoccupazione che dovrebbe coinvolgere tutti” e propongono “un sensibile contenimento della cementificazione a terra, in particolare del residenziale, o, quantomeno, il dimezzamento delle altezze dei fabbricati, sviluppandoli in orrizontale, anche verso il mare, senza penalizzare le aree di verde pubblico”.
PSE e Uil propongono inoltre di partire da una moderna logica turistica che non prevede più seconde case, bensì strutture ricettive: in sostanza, più alberghi e meno case.
A giudizio del PSE e della Uil “il mantenimento del commerciale e la salvaguardia del comparto pesca con annesso mercato ittico, unitamente ad un’adeguata cantieristica, sono assolutamente compatibili ed altresì funzionali alla scelta turistica di fondo del sistema-porto d’Imperia nel suo insieme”.
Al momento non ci sono reazioni.
Pallanuoto femminile
L’Italia femminile della pallanuoto, nella splendida cornice della piscina Felice Cascione di Imperia, ha battuto la nazionale spagnola per 10-7 conquistando così l’accesso alle Olimpiadi di Pechino dove le ragazze dovranno difendere l’oro olimpico di Atene vinto quattro anni fa.
Complimenti al Setterosa!