Archivio per il mese di aprile, 2008
Primo Maggio
Buon Primo Maggio a tutti i lavoratori.
Barbagalli
Non è la prima volta che capita: su un sito online locale quando si parla di Sergio Barbagallo, consigliere comunale del PD, appare la foto di Giovanni Barbagallo.
E’ successo ieri per un articolo sul degrado della Marina e succede oggi per un altro sulla commissione edilizia, quindi, anche se Giovanni mi è simpatico, consiglierei a Sergio di farsi fare una bella foto e di inviarla alla redazione del sito, così si porrà fine allo spiacevole equivoco.
Incontro sul terrorismo degli anni ‘70
Lunedì 28 aprile, ore 20:45, alla Sala Varaldo della Camera di Commercio di Viale Matteotti 48, Imperia, Il CE.S.P.IM, Centro Servizi al Volontariato della provincia di Imperia e l’Associazione Culturale ApertaMente organizzano l’incontro “La Memoria Inquieta degli anni Settanta”.
A parlarne saranno i protagonisti di due vicende che hanno segnato l’Italia in quegli anni.
Manlio Milani era in Piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio del 1974 quando nel corso di una manifestazione sindacale l’esplosione di un ordigno nascosto in un cestino di rifiuti uccise otto persone e ne ferì oltre cento. Tra le vittime c’era anche la moglie Livia.
Benedetta Tobagi aveva poco più di tre anni il 28 maggio del 1980, il giorno in cui un commando di terroristi sparò al padre
Insieme alla giornalista Maria Itri racconteranno la loro storia a pochi giorni dalle celebrazioni del 9 maggio, giornata della Memoria dedicata alle vittime del terrorismo, fortemente voluta dalle associazioni che riuniscono le vittime dei fatti di sangue.
Prosegue il Cineforum al Centrale
Ecco i quattro film del Cineforum che al momento della programmazione stagionale erano ancora da definire:
Lunedì 5 Maggio: In questo modo libero di Ken Loach
Lunedì 12 Maggio: Irina Palm di Sam Garbaski
Lunedì 19 Maggio: Caramel di Nadine Labaki
Lunedì 26 Maggio: Lascia perdere, Johnny! di Fabrizio Bentivoglio
I film saranno proiettati alle ore 16,15 – 20,15 e 22,30 e la visione di tutti e quattro costerà solo 5 €.
Per ulteriori informazioni consultare il sito ufficiale del Cineforum.
Il 25 aprile ovunque
Renata Canini andrà al S. Martino di Genova?
Non avendo talpe all’interno di nessun ente e tanto meno in nessuna sede di partito e/o sindacato, da cittadino profano che guarda le cose così come gli vengono presentate, quando ho saputo del probabile trasferimento di Renata Canini al San Martino di Genova, sono rimasto sorpreso.
Renata Canini è l’attuale direttrice che tanto bene ha fatto finora all’Asl Imperiese, promotrice, insieme alla Giunta Burlando, del famoso Ospedale Unico di cui tanto si parla in questi tempi.
E la domanda che sorge spontanea, allora, è: il suo trasferimento deve essere considerato come una sorta di premiazione sul campo o che altro?
Stando a quello che dice lei non si tratterebbe affatto di un premio, perché le piacerebbe restare a Imperia, visto che, tra l’altro, ha la casa anche qua.
Allora come mai al suo posto verrebbero Rosavio Bellasio, ex direttore generale dell’Asl 2 Savonese, o Luciano Grasso, attuale direttore amministrativo del Galliera di Genova?
La questione preoccupa anche i sindacati, tanto che Nico Zanchi, della Cisl, dichiara esserci una manovra politica che “ci lascia sconcertati“.
Infatti, pur essendo su posizioni diametralmente opposte con la manager, la Cisl (e anche gli altri due sindacati?) aveva iniziato un percorso importante per risolvere i tanti problemi sul tappeto, comprese le assunzioni di nuovo personale per poter offrire migliori servizi.
Pare che il bandolo della matassa lo abbia trovato Bruno Monticone su La Stampa di ieri e mi sembrava strano non aver ancora scorto quel nome nei vari servizi sulle testate online: quello dell’onorevole Claudio Scajola.
Non è escluso, scrive Monticone, che l’operazione possa avere anche un significato politico: Bellasio e Grasso sono ex DC, ora nell’area del PDL, ed entrambi avrebbero la “benedizione” di Claudio Scajola che così porterebbe all’Asl Imperiese un uomo più vicino alle posizioni del centrodestra, visto che siamo alla vigilia di scelte strategiche, come la realizzazione dell’Ospedale Unico, appunto. Sì perché la Canini, stando sempre a quello che scrive Monticone, è da sempre collocata a sinistra e ciò non basta, anche se l’ospedale unico l’ha fortemente voluto (ricordo che, quando le era stato fatto notare che forse si poteva ristrutturare il nostro attuale, aveva detto che il territorio è soggetto a rischio sismico, tra l’altro).
Trovo curioso, ed è qui che ti viene il tarlo del “cosa ci sarà dietro?”, che Alessio Saso, consigliere regionale di AN, sia contrario allo spostamento della Canini perché politicamente parlando, per lui dovrebbe essere positivo che a sostituirla sia un manager di centrodestra.
O forse, semplicemente, non gli hanno detto che Grasso e Bellasio sono del PDL?
Buongiorno!
Imperia: la Cisl, chiede un dibattito sull’Ospedale Unico
Alcune perplessità ed una richiesta, sono state dimostrate oggi dalla Cisl, in merito all’incontro che si è svolto martedì tra il Sindaco di Imperia, Luigi Sappa ed alcuni studenti. L’incontro era stato fortemente voluto dall’amministrazione imperiese per poter discutere insieme del progetto ‘Ospedale Unico’.
“Apprezziamo l’iniziativa del Sindaco – afferma Remigio D’Aquaro, segretario generale cisl – ma vista l’importanza dell’argomento crediamo che l’incontro si sarebbe dovuto perlomeno svolgere con un minimo di contraddittorio per portare a conoscenza degli studenti anche le ragioni di chi è contrario all’ospedale unico. Per questo invitiamo il Sindaco di Imperia ad un dibattito pubblico ove si possa in tutta serenità e tranquillità approfondire l’argomento e spiegare sia le ragioni del si sia quello del no all’ospedale unico. Siamo sempre più convinti che una decisione così importante debba essere socializzata con la più ampia fascia di popolazione e con le forze sociali e di rappresentanza presenti sul territorio”.
Sanremonews
Il 25 aprile a Imperia
A Imperia le celebrazioni per il 25 aprile, giorno della Liberazione, sono iniziate ieri sera al Cinema Centrale dove è stato proiettato il film documentario “U Megu” dei bravissimi Remo Schellino e Erika Peirano.
Con mio grande stupore ho trovato la sala stracolma di persone, molte delle quali assai giovani, tanto che non sono riuscito a trovare posto a sedere.
L’evento è stato fortemente voluto dal Comune di Garessio che ha contribuito alla realizzazione del film-documentario. E il Sindaco della città Piemontese, Valeria Anfosso, ha voluto presentarlo nella nostra città in quanto Garessio-Albenga-Imperia è il triangolo in cui si è svolta l’azione, finita come sappiamo, di Felice Cascione partigiano.
Mi ha fatto una certa impressione vedere sullo schermo i visi invecchiati di persone come Silvano Alterisio, con cui ho lavorato per tanti anni, e Felicita Ponte, la mitica moglie di Pepen del bar della pensilina, cugina di Cascione.
Stamani al Teatro Cavour si è svolto un convegno organizzato dal Comune e dall’Istituto Storico della Resistenza (a mio avviso poco publicizzato sui media) sul 25 aprile e la Costituzione, a cui hanno partecipato il Prof. Vittorio Coletti, ordinario di linguistica italiana all’Università di Genova; il Prof. Bruno Maida, Storico dell’Università di Torino e il Dott. Marcello Basilico, Giudice del Tribunale di Genova.
Il Prof. Coletti nel suo intervento “La Resistenza e la Letteratura”, ha letto un brano dal romanzo di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno e un altro da 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti, consigliandoli vivamente ai numerosissimi studenti, per dimostrare come i nostri maggiori autori (Fenoglio, Vittorini e tanti altri) hanno trattato la Resistenza senza retorica ed eroismo: si veda, per esempio, I piccoli maestri di Luigi Meneghello.
Il Prof. Bruno Maida ha esordito dicendo che, visto le ultime dichiarazioni di Marcello Dell’Utri (colui che, per intenderci, vorrebbe mettere mano ai libri di storia soprattutto per quel che riguarda la Resistenza), il tema da lui affrontato avrebbe dovuto intitolarsi “La rimozione della memoria”, anziché “La memoria della Resistenza” e dalla platea si è alzato uno scrosciante applauso.
Maida si è soffermato sul libro già citato da Coletti, 16 ottobre 1943, dicendo che secondo lui proprio questo dovrebbe essere in Italia il giorno della Memoria: quando i nazisti sono entrati nel ghetto di Roma e hanno deportato circa 1000 ebrei nei campi di concentramento. Solo un centinaio circa di loro tornarono a Roma.
Il Dott. Marcello Basilico ha sottolineato i valori della Resistenza e la loro eredità raccolta dalla Costituzione.
Domani, 24 aprile 2008, all’Arci Guernica di Porto Maurizio, verranno letti brani dedicati a Pietro Abbo, deputato contadino, ad opera di Renato Donati
Venerdì 25 aprile ci saranno poi le svariate ricorrenze in città e nei dintorni, con la presenza delle autorità.
Sulla politica e i politici nostrani
Ricevo e pubblico con piacere:
Iniziamo il nostro ragionamento con una constatazione: se la sinistra non si considerasse alternativa alla destra, e se – di conseguenza – desse per scontato che la sola possibilità di accedere al potere (meglio sarebbe dire a qualche briciola benevolmente concessa del potere) consistesse nel mettersi in affari con la parte (teoricamente) avversa, lo schieramento progressista non governerebbe una sola Regione, una sola Provincia, un solo Comune del Bel Paese.
Per fortuna dei nostri concittadini, non è così.
O meglio, non è così nel resto d’Italia: ad Imperia, invece, la sinistra non pare volersi discostare, dimostrando una tenacia veramente degna di miglior causa, dalla strategia del “partito trasversale”. Si tratta ormai, più che di una strategia, di un riflesso condizionato che si origina – come ogni riflesso condizionato – dal ripetersi delle stesse conseguenze una volta messi in atto gli stessi comportamenti.
Vediamo allora come si è originata questa tendenza.
L’eredità della generazione che aveva diretto la Resistenza venne raccolta da una generazione più giovane intorno al 1965.
Facciamo attenzione alla data, perché essa coincide col ventennale della Liberazione.
Questa data avrebbe dovuto suscitare una duplice riflessione: da parte dei democratici cristiani, sul fatto che l’anticomunismo, pur giustificato dallo stalinismo, dal persistere della minaccia costituita dalla macchina militare sovietica e dalla insufficienza del processo di revisione da parte della sinistra italiana – aveva finito per legittimare ogni sorta di comportamento autoritario e reazionario sul piano sociale come sul piano culturale; da parte dei comunisti, sul fatto che la bandiera rossa veniva ormai usata come foglia di fico per coprire una realtà di oppressione dei popoli.
Nulla di tutto ciò, tuttavia, avvenne, perché il convergere degli interessi tra alcuni dirigenti dei due schieramenti finì col giustificare la strenua difesa di uno “status quo”, caratterizzato da un irriducibile conflitto ideologico che privilegiava la convenienza dei dirigenti rispetto alle aspirazioni della nostra gente.
Ecco dunque i partner del partito trasversale farsi portabandiera dello stalinismo più ottuso, cui faceva riscontro sul versante opposto l’anticomunismo più estremo.
Occorreva ad entrambi accaparrarsi fiducia dei rispettivi punti di riferimento, da cui dipendevano le loro carriere: impresa, questa, in cui riuscirono molto bene, complice la senescenza di personaggi che ormai si vedevano dalle nostre parti soltanto in occasione delle loro periodiche rimpatriate, di carattere religioso e politico.
Cresceva, intanto, ma solo anagraficamente, e non certo per influenza politica, una terza generazione, e qui venne la catastrofe: i figli del sessantotto, lungi dal praticare l’antiautoritarismo che aveva contraddistinto i loro tempi, si dimostrarono dei “primi della classe”, nella certezza che l’ostentata mancanza di senso critico avrebbe propiziato loro un sicuro avvenire di burocrati. Costoro fecero la fine di quegli eredi al trono che – beffati dalla longevità dei predecessori – finiscono col regnare per una breve ed infelice stagione.
Il trionfo finale di Claudio Scajola non deve dunque stupire: pur non condividendo per nulla le sue opinioni, dobbiamo riconoscere che egli è un gallo in un pollaio popolato soltanto di capponi.
La sua vittoria risulta tanto più eclatante se si considera che tutta la strategia del partito trasversale era concepita contro di lui, i generali sono invecchiati, gli ufficiali di rango intermedio si sono rivelati imbelli e i soldati – semplicemente – non ci sono.
Questo esito paradossale della nostra vicenda coincide del resto con la fine della Prima Repubblica e con la liquidazione non già della Resistenza – Dio sa, infatti, quanta Resistenza ci vorrebbe in questo frangente! – ma dell’uso improprio e strumentale che ne è stato fatto tanto a lungo.
Una notazione finale va fatta sulla quarta generazione: essa pare all’oscuro delle vicende che l’hanno preceduta, oppure non in grado di trarne le conseguenze.
I nostri giovani leoni accostumano accompagnare i visitatori genovesi e romani, ieri Burlando, oggi la Melandri, a visitare le glorie locali: suggeriamo loro di includere in questo giro di memorie storiche un omaggio a Edmondo De Amicis, dato che ne ricorre il centenario.
L’autore del “Cuore” (ma anche de “La carrozza di tutti”, non dimentichiamolo) fu uomo del Risorgimento e antesignano del movimento socialista.
Fu anche monarchico, è vero, ma non fece affari con casa Savoia.
Il Perasco.
Il Sindaco va al Liceo
C’è una notizia curiosa sul Secolo XIX di oggi: gli studenti del Liceo Vieusseux di Imperia hanno chiesto un incontro con il Sindaco Luigi Sappa e l’Assessore alla sanità Nicola Falciola per saperne di più sull’Ospedale Unico.
Di solito quando si chiede un incontro con il Sindaco si va in Comune: in questo caso Sappa e il suo assessore si sono, per così dire, scomodati, e sono andati fino alle Terre Bianche (che per chi non lo sapesse dista circa 500 metri dal palazzo comunale) per tranquillizzare i ragazzi. L’Ospedale Unico infatti sorgerà in simbiosi con il Palazzo della Salute di Via Acquarone.
Si dice, sul Secolo XIX, che l’iniziativa è stata presa dagli studenti perché in questi giorni la CISL sta facendo volantinaggio per raccogliere le firme per un referendum abrogativo della delibera regionale riguardante la sostituzione degli attuali ospedali provinciali con l’Ospedale Unico che sorgerà ad Arma di Taggia.
Sarebbe stato molto più utile se i ragazzi del liceo avessero invitato anche quelli che all’Ospedale Unico sono contrari, giusto per avere le idee più chiare.
Perché lo sappiamo come vanno queste cose: ognuno, quando non ha contraddittorio, dice un po’ quello che gli viene comodo. Per carità, sempre di verità trattasi, ma magari non tutta viene detta.
Perciò, visto che l’incontro si è svolto questa mattina e gli studenti hanno potuto sentire una campana, consiglio loro vivamente di ascoltare anche l’altra. Sempre per avere una informazione corretta e completa.