Archivio per il mese di dicembre, 2008

Auguri a tutti!

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Scritto da Angelo Amoretti

31 dicembre, 2008 alle 10:52

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La classifica de Il Sole 24 Ore

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Dopo quella di Italia Oggi arriva la classifica de Il Sole 24 Ore e qui per la nostra provincia le cose vanno decisamente meglio: Imperia guadagna dieci posizioni e si piazza al 41° posto assoluto. Per la cronaca: la medaglia d’oro va alla provincia di Aosta.
In quanto a soddisfazioni non finisce qui perché per quel che riguarda il clima e l’escursione termica (13,80 gradi) la nostra ridente provincia è al 1° posto, così come lo è nell’indice di percezione relativa a servizi, assistenza, ambiente e inquinamento.
C’è qualcosina che è ancora da migliorare: la pensione  per abitante (che il giornale di Confindustria chiama “Assegno per chi è a riposo“) è di 602,75 euro, rispetto ai 962,71 euro di Milano, la prima.
Purtroppo le famiglie consumano poco: in questa speciale classifica Imperia è al 62° posto, con 1.162 euro spesi mensilmente, contro i 1.722,51 di Aosta, la prima.
Anche con l’inflazione ci difendiamo bene: siamo al terzo posto allo 0,93%, dietro a Trento e Reggio Emilia che hanno rispettivamente lo 0,87% e lo 0,93%.
Per quanto riguarda il costo a metro quadro di un appartamento semicentrale, Imperia è al 66° posto: il costo è infatti di 2.540 euro al metro quadro contro i 1.240 di Caltanissetta (al 1° posto) .
Non va bene con le imprese: nel 2007 ha chiuso il 22,71% e ciò mette la nostra provincia al 76° posto.
La disoccupazione è al 4,8% (56° posto) ma il 74,6% dei giovani è occupato e in questa parte di classifica Imperia è al 24° posto.
La sicurezza sulle strade purtroppo lascia molto a desiderare: la nostra provincia è al 94° posto. E’ la Giustizia che corre: Imperia è al 10° posto (in testa c’è Trieste) per la velocità con cui si svolgono le pratiche processuali.
Brutte notizie arrivano dalla microcriminalità: in questa speciale classifica infatti, con 310,42 reati, Imperia si piazza all’87° posto. Probabilmente con le nuove telecamere che verranno piazzate a breve, l’anno prossimo la posizione migliorerà di sicuro.
Nel settore “Appartamenti svaligiati” siamo al 68° posto con 303,12 appartamenti “ripuliti”. C’è da dire che molti sono vuoti già di per sé, ma comunque con Gagliano assessore alla sicurezza, per dire, sono certo che l’anno prossimo qualche posizione la si potrà guadagnare. Parlo di Imperia città anche se ovviamente, lo ricordo, la classifica riguarda tutta la provincia.
Va bene con i furti d’auto: 36° posto con 88,43 auto rubate (quelle incendiate dalla ‘ndrangheta non sono contemplate).
Il rapporto giovani/anziani non è incoraggiante e la provincia è al 97° posto. Del resto è noto: è una provincia per vecchi. Ma con il freddo e l’australiana in arrivo magari per la classifica dell’anno prossimo mettiamo le cose a posto.
Nel cinema siamo messi bene: 47° posto con ben 2.203,45 spettacoli, nonostante in città il Centrale sia rimasto chiuso per mesi e mesi e abbia solo riaperto a ridosso delle vacanze natalizie.

Scritto da Angelo Amoretti

29 dicembre, 2008 alle 12:33

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Grazie, Amat!

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I giorni della pioggia hanno portato disagio anche a mia madre.
Il tombino che serve a far scorrere via l’acqua dell’antica fontana si è otturato e si è ritrovata con il marciapiede e il giardino allagati.
Ho cercato di rimediare in qualche modo, ma invano.
Sapevo benissimo che in città c’erano disagi per tutti e ho evitato di disturbare vigili, Assessori, Sindaco, vigili del fuoco e Amat perché nonostante tutto non mi sembrava il caso.
Dopo qualche giorno, però, quando le cose in città sembravano andar meglio, ma da mia madre peggio, ho chiamato l’Amat. Ho lasciato nome e cognome, miei e di mia madre. La voce all’altro capo del telefono ha risposto che sarebbero venuti in giornata o il giorno successivo. Ma non è venuto nessuno.
Così sono andato all’Amat, in Galleria Isnardi. Ho parlato con un impiegato che ha preso nota di tutto e più o meno mi ha detto le stesse cose della voce di qualche giorno prima.
Niente da fare, neppure stavolta.
Così, passato qualche giorno, ci sono andato di nuovo e nell’atrio ho trovato un signore vestito da operaio dell’Amat, con tanto di sticker sul giubbotto blu. Era lo scorso lunedì. Gli ho detto che probabilmente il problema richiedeva poco lavoro e che avrebbero fatto un gran bel regalo di Natale a mia madre se fossero venuti a riparare il tombino. Gli ho fatto notare che il problema ormai persisteva da giorni, ma che non l’avevo segnalato subito perché sapevo benissimo che gli operai potevano essere impegnati in lavori più urgenti.
Lui mi ha risposto che avrebbe fatto in modo di mandare qualcuno “oggi o domani”.
Natale è passato, Santo Stefano pure, ma di loro non si è visto nessuno.
L’intensità dell’acqua sgorgante dalla fontana per fortuna è diminuita e adesso non c’è più bisogno degli stivali per percorrere il marciapiede, ma c’è ancora un po’ d’acqua che a questo punto, di notte, potrebbe ghiacciare e diventare assai pericoloso per una donna quasi ottantenne.
Per questo voglio ringraziare l’Amat. Un cittadino che paga le tasse con i tempi che corrono si sarebbe anche accontentato di una telefonata di scuse, ma neppure quella sono stati capaci di fare.
Dal momento che non conosco i nomi di coloro con cui ho parlato, non posso ringraziarli a uno per uno, per cui li ringrazio tutti insieme e pongo loro una domanda: forse affinché gli addetti alla manutenzione (o come diavolo si vogliano chiamare) si facciano vivi bisogna avere una ventina d’anni in meno e i capelli color carota?
Se è così fatemelo sapere: posso sempre far fare la tinta a mia madre e una di quelle diete tipo “venti chili in venti giorni” e chissà che non diventi arrapante come quell’altra (ci vuole poco, a dire la verità) e magari intorno alla fine del prossimo mese il tombino verrà accuratamente sistemato. O dovrò iscriverla in qualche lista per le prossime elezioni? Magari una quarantina di voti li porta pure lei.

Update: sarà un caso, ma oggi si sono finalmente presentati gli addetti dell’Amat e hanno messo a posto le cose.

Scritto da Angelo Amoretti

28 dicembre, 2008 alle 17:32

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Ancora su Licio Gelli

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Sulla venuta a Sanremo di Licio Gelli, anche a seguito di una lettera inviata a La Riviera dal Pansa dei poveri, Ippolito Edmondo Ferrario, c’è stata una dura presa di posizione da parte dell’Anpi.
Ci ritorno anche perché il suddetto Ferrario ha fondato un gruppo su Facebook (il socialnetwork più in voga del momento): “Triora, il paese delle streghe”, dove in teoria ogni iscritto è libero di scrivere ciò che vuole sul ridente paesino dell’alta valle argentina, ma in pratica si sta trasformando in un mezzo per continuare a gettare fango sulla Resistenza e sui Partigiani, soprattutto da parte del responsabile del gruppo, Edmondo Ferrario, appunto.
Di seguito riporto la lettera di Ferrario pubblicata da La Riviera il 19 dicembre scorso e le risposte di Amelia Narciso (Presidente della Sezione Anpi di Sanremo) e Massimo Corradi (Consigliere Nazionale dell’Anpi) pubblicate sul settimanale in edicola oggi.

La lettera di Ippolito Edmondo Ferrario
Gentile Dottor Moggio,
le scrivo per esprimerLe alcune mie riflessioni inerenti alle numerose prese di posizione contrarie alla passata presenza di Licio Gelli a Sanremo.
In particolare mi ha suscitato una forte perplessità l’aspra citica proveniente dall’ANPI che con voli a dir poco pindarici è riuscita a collegare il Venerabile al solito quanto consunto spauracchio del fascismo dietro l’angolo, spauracchio che ormai non fa presa più su nessuno in quanto platealmente anacronistico.
A questo punto mi sento di suggerire all’ANPI di approfondire certe vicende che interessano questa istituzione e che hanno a che fare con la storia della Resistenza dell’estremo Ponente Ligure.
Da anni frequento l’entroterra di Ponente, come tutti sanno, e qui ho stretto amicizie e ho ambientato alcuni dei miei romanzi. Durante questi soggiorni però, da persone che ho conosciuto, nel corso del tempo ho raccolto interessanti testimonianze sul periodo dell’ultima guerra e in particolare sul periodo successivo all’8 di settembre del 1943. Si tratta di racconti e storie che ho raccolto da semplice curioso e appassionato di storia.
Già uno scrittore e giornalista decisamente più preparato del sottoscritto, Giampaolo Pansa, in questi anni, con le sue meticolose ricerche e i suoi libri, ha ridimensionato la cosidetta “agiografia” della Resistenza, che non è becero revisionismo, come i detrattori di Pansa cercano di far credere, ma pura e semplice ricerca della verità storica.
Bene, nel mio piccolo, io stesso ho constatato che in molti paesi, nonostante siano passati più di sessant’anni, ci sia ancora un profondo e quasi atavico timore a nominare fatti e persone. Qualcuno però lo fa, ed ecco che gli aneddoti, le storie, e i misfatti suggerirebbero, ad uno storico preparato, una ricerca seria e approfondita che metterebbe in luce aspetti interessanti.
Alcuni esempi su tutti.
Ho appreso la storia del comandante tedesco installatosi nel castello di Apricale durante la guerra; a questo ufficiale veniva recapitate quotidianamente lettere anonime di delatori di presunti partigiani nascosti nel paese e nelle sue campagne. Quest’ufficiale, che aveva perso il figlio durante il conflitto, destinava le lettere al fuoco del camino rifiutandosi di cedere allo sporco gioco della vendetta personale.
Sempre ad Apricale se i nazifascisti venivano visti con terrore, anche i partigiani non erano da meno e l’abitudine di estorcere con la forza viveri e approvigionamenti ai propri concittadini che già pativano la fame era all’ordine del giorno.
Si racconta che la maestra delle elementari di Apricale rischiò più volte di essere prelevata dalla sua abitazione dai partigiani per essere portata via per il semplice fatto di essere fascista. Solo la presenza del padre impedì miracolosamente l’omicidio di quest’innocente.
E ancora, dalle parti di Bajardo, mi è stato riferito di un famoso partigiano delle brigate Garibaldi, ancora oggi in vita, che durante quegli anni, forte di una prepotenza fuori dal comune supportata dall’uso dalle armi, taglieggiò molti contadini e uccise diverse persone, tra cui il suo stesso padrino di battesimo. E quando non uccideva si divertiva a condurre innocenti in luoghi isolati per il solo gusto di terrorizzarli facendolo loro credere di essere prossimi all’esecuzione.
Queste testimonianze, a scanso di equivoci, le ho raccolte da persone che durante la guerra non simpatizzavano certo per i nazifascisti, ma che anzi avevano parenti e amici tra coloro che si nascondevano sulle montagne.
Sarebbe dunque l’ora, prima di preoccuparsi di Licio Gelli o del prossimo altro personaggio che potrebbe venire al casinò di Sanremo, che l’ANPI con serenità (e avrebbe solo da guadagnarci in un’operazione simile) compisse una ricerca storica atta a chiarire molti punti oscuri, pagine poco chiare, sicuramente poche, ma che fanno parte della storia della Resistenza e che il tempo non può cancellare.
Distinti Saluti
Ippolito Edmondo Ferrario
La Riviera – 19 dicembre 2008
La lettera di Amelia Narciso
La preghiamo di pubblicare queste poche righe in risposta a quanto pubblicato nell’edizione del 19/12/2008 da parte del sig. Ippolito Ferrario.
L’Anpi di Sanremo è dunque chiamata a compiere un altro “volo pindarico” per chiarire al signor Ippolito Ferrario alcuni punti che sembrano essergli sfuggiti in relazione alla storia del nostro Paese e, ancora, alla questione di Gelli a Sanremo.
Per quanto riguarda il suggerimento che ci rivolge ad approfondire vicende rimaste oscure circa la Storia della Resistenza nel Ponente Ligure, siamo lieiti di fornire a lei e a chi , come lei, è “appassionato” di storia, un’informazione che forse gli è sfuggita: vada all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, dove troverà veri storici che hanno curato e dedicato la loro conoscenza allo studio della Resistenza nel Ponente Ligure: non dovrà così mortificare la sua sete di conoscenza ascoltando storie, per non usare altri termini, che tali sono e tali rimangono: ben più nobile la figura del comandante tedesco che rifiutò il tragico gioco della delazione e delle lettere anonime, più meschino che ancora adesso vi si appella per tentare la revisione della storia, per tentare di mortificare una delle poche pagine di storia di cui gli italiani dovrebbero andar fieri.
Anche il signor Pansa ha compiuto questo tentativo, ma invano. Infatti ad esso l’Anpi ha risposto adeguatamente e nelle sedi opportune; suggeriamo al signor Ferrario di cercare altrove per rafforzare le sue conoscenze della storia, ma non nelle chiacchiere delle veglie serali e non nella vergogna delle allusioni anonime.
Per finire, sappia che l’Anpi sente come proprio e fondamentale il compito di vigilare affinché non si ripetano altri attacchi alla nostra democrazia e alla nostra Costituzione e per questo il signor Gelli, per quello che tentò contro le nostre istituzioni, non è e non sarà mai un ospite gradito a Sanremo, quindi è dovere dell’Anpi agire di conseguenza. Anche questo è un compito che ci è stato lasciato da quei Partigiani e da quei civili caduti nella Resistenza della nostra Provincia e dalle nostre sei medaglie d’oro alla memoria, la cui storia forse non è ancora abbastanza conosciuta e ricordata e a cui tutti, indistintamente, dobbiamo un ringraziamento perché se noi e lei, signor Ferrario, abbiamo potuto oggi esprimere liberamente le nostre opinioni, lo dobbiamo al loro sacrificio.
Amelia Narciso – Presidente della Sezione Anpi di Sanremo – La Riviera, 27 dicembre 2008
La lettera di Massimo Corradi
Mi corre l’obbligo, prim’ancora morale che storico, di replicare allo scrittore Ippolito Ferrario in relazione all’articolo a sua firma pubblicato su La Riviera del 19.12.2008.
Ho riflettuto a lungo se rispondere o meno a quell’articolo e, se mi fossi limitato a considerare la mia qualità di consigliere nazionale dell’Anpi, forse non lo avrei fatto. Ma sono anche figlio di un Partigiano, estremamente fiero di esserlo, e quindi non posso tacere.
Il “solito quanto consunto spauracchio del fascismo dietro l’angolo” probabilmente non farà presa sul sig. Ferrario, ma fa presa su chi, e sono in molti, vedono nel revisionismo storico un subdolo tentativo di riscrivere la Storia che, purtroppo per Lei, signor Ferrario, è una ed una sola: non è accettabile confondere, neppure per un istante, chi è morto per imporre una barbara dittatura e chi, invece, è morto per difendere la libertà. Non può accettarsi quel maldestro modo di equiprare i Partigiani e fascisti, citando singoli episodi – tutti da accertare – volti a gettare ombre sul ruolo che la Resistenza ha avuto in Italia e in particolare in provincia di Imperia. Il fascismo, quello di Mussolini, tanto per intenderci, non tornerà; ma il fascismo è un atteggiamento mentale, è quell’istinto di prevaricazione e di egoismo che, se non viene cacciato indietro, trasforma gli uomini in bestie. E questo sì, è sempre dietro l’angolo.
Il signor Ferrario afferma di frequentare da anni l’entroterra di Ponente, dove avrebbe raccolto racconti e storie “da semplice curioso e appassionato di storia”. Se il risultato è il contenuto dell’articolo pubblicato da La Riviera, allora il sig. Ferrario non è sufficientemente curioso e non è abbastanza appassionato di storia, o lo è solo di una certa storia: quella che ha fatto vendere un sacco di libri al sig. Gianpaolo Pansa, sul quale si potrebbero scrivere innumerevoli articoli aventi ad oggetto le inattendibili fonti da cui ha attinto, le mistificazioni storiche di cui ha fatto largo uso (altro che “meticolose ricerche”!) le non-verità e perfino le forme del romanzo da lui utilizzate per meglio nascondere i limiti grossolani dei suoi c.d. “saggi storici”. Ma su Pansa non voglio spendere una parola di più perché non la merita.
L’imbarazzo con cui mi trovo a dover rispondere ad un articolo così pieno di livore verso l’Anpi deriva dal fatto che, mentre lo leggevo, non credevo aimiei occhi. Vorrei ricordare al signor Ferrario che non v’è bisogno, soprattutto in questo momento storico, di revisionismi improvvisati e di luoghi comuni, perché è anche grazie ad essi che i valori contenuti nella nostra Costituzione vengono messi in discussione. E quindi non sono voli pindarici quelli che ci inducono a criticare il Venerabile Gelli, dal momento che il suo piano di rinascita c.d. democratica costituiva un vero e proprio attentato ai valori costituzionali e democratici.
Il ricordo è oggi ancor più necessario e non basta citare qualche episodio qua e là per arrogarsi il diritto di dare consiglio al’Anpi su cosa fare o non fare. Se si vuol guardare avanti – come auspico – occorre tener viva la memoria: non conta se quegli eventi non sono stati vissuti in prima persona, essendo sufficiente studiare la Storia del nostro Paese e ascoltare i ricordi dei Partigiani ancora vivi, per comprendere quanto basta: invero, sono proprio i valori culturali trasmessi dalla Resistenza a costituire l’elemento di coesione che, pur nella diversità delle idee, di tutte le idee purché antifasciste , motiva le persone a raggiungere un modello sempre più evoluto di democrazia. Proprio quella democrazia grazie alla quale Pansa scrive (e soprattutto vende) i suoi libri, e noi, io e Lei sig. Ferrario, esprimiamo liberamente le nostre idee.
Vorrei invitare il sig. Ippolito Ferrario a qualche riunione dell’Anpi, o all’Istituto Storico della Resistenza di Imperia, o a conoscere alcuni Partigiani di Apricale e di Bajardo, dove – tanto per non dimenticarselo – il 14 agosto 1944, vennero trucidati, tra gli altri, dai nazisti con cui i fascisti erano alleati, Candido Queirolo e Alfredo Blengino. Egli conoscerà, allora, tante altre storie, molto più numerose di quelle che grazie alla sua curiosità, ha scoperto, di autentica umanità e di fulgido eroismo in cui i veri e unici protagonisti furono i Partigiani.
Massimo Corradi – Consigliere Nazionale dell’Anpi – La Riviera, 27 dicembre 2008

Scritto da Angelo Amoretti

27 dicembre, 2008 alle 18:05

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Gli oggetti narrativi di Franco Pullia

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L’amico Marino Magliani mi ha inviato un suo personale ricordo di Franco Pullia l’ex segretario provinciale della Cisl che si è spento all’ospedale di Imperia il 21 settembre scorso, dopo una lunga malattia.

***

Le notizie quassú dove vivo, in Olanda, mi giungono tardi, sia le belle che le brutte. Le belle mi dispiace. Le brutte di solito sono notizie di un amico morto e uno vorrebbe non sentirle mai. Tardi significa che vengo a conoscenza di una scomparsa due mesi dopo, come nel caso di Franco Pullia. In un mio libro dissi una cosa, e cioé che quando di una persona cara vengo a sapere in ritardo che se n’é andata, é come se durante quel tempo, il tempo in cui non sapevo ancora intendo, quella persona avesse continuato a vivere, almeno per me. Un po’ é vero, fateci caso. Un po’ si dirá che una persona che ci é cara é sempre viva.
Ho conosciuto Franco Pullia il secolo scorso, s’era cominciato a occupare dei miei libri, mi aveva incoraggiato, consigliato, corretto. Era un lettore avidissimo e colto. E’ attraverso lui e attraverso Jacopo Varaldo, altra persona a cui devo molto che non c’é piú, che ho cominciato ad amare Boine e Biamonti.

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Scritto da Angelo Amoretti

27 dicembre, 2008 alle 10:02

Buon Natale

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Natale 2008

Scritto da Angelo Amoretti

23 dicembre, 2008 alle 21:49

La signora con il fischietto [II]

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La signora con il fischietto ha anche un nome e un cognome: Filomena Consagro.
Nel frattempo si è evoluta e dal fischietto è passata direttamente a una sirena di allarme assordante che a quanto pare inizia a suonare tutte le sere, dalle 17 alle 18, sabati e domeniche (forse) inclusi per protestare contro i ragazzini con lo skateboard e quelli che frequentano e “deturpano” i giardini Toscanini a Oneglia.
Gli abitanti del quartiere non ne possono più già da tempo e sono passati a nuove denunce.
In una intervista al Secolo XIX di alcuni anni fa (forse proprio il 2005, quando la vicenda ebbe inizio) diceva di usare quella forma di protesta in modo da indurre commercianti, impiegati e abitanti del quartiere a chiamare le forze dell’ordine. “Così almeno verrò ascoltata e forse risolveremo il problema, cioè allontanare da quel piazzale coloro che da anni lo stanno deturpando. Io smetterei all’istante di fare caos.
Se fosse come dice la signora Filomena a quest’ora dei giardini Toscanini non ci sarebbe più traccia dal momento che la storia va avanti dal 2005 e più o meno i giardini appaiono come allora. Nel suo ragionamento, pertanto, c’è qualcosa che non mi quadra.
Ma non mi stupisco più del dovuto: al Prino non sono ancora riusciti a regolare i rumori, figuriamoci se ci riescono in via Berio, dove abita la signora.
E’ l’altro aspetto della città, quella che da anni non riesce a far funzionare bene gli ascensori della Marina e a far ripartire l’antico orologio di via Cascione, per fare due esempi.
Purtroppo l’amministrazione non ha il tempo di occuparsi di queste piccole cose, con tutte le grandi che ha in opera, ma spesso sono proprio le piccole cose, messe tutte assieme, a distinguere una città. E non sono di quelli che vorrebbero tornare indietro di dieci anni: sono un cittadino che vorrebbe essere pienamente fiero della propria città.

Scritto da Angelo Amoretti

22 dicembre, 2008 alle 10:02

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Il Selezionatore

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Su Il Secolo XIX di oggi c’è una rivelazione: da qualche giorno si aggira in Comune Enzo Amabile, già assessore e ora presidente della Riviera Trasporti e consigliere d’indirizzo della Fondazione Carige. E’ il selezionatore, colui che dovrà scegliere, tra gli aspiranti, il candidato del Pdl alla poltrona di Sindaco.
Si è venuto a sapere che in realtà Amabile ha un piccolo questionario con tre frasi pronunciate in passato dal ministro Scajola da sottoporre ai candidati e chi darà le risposte più furbe diventerà sindaco di Imperia.

Domanda:
Con il grande investimento di Enel, con le alte tecnologie, con la capacità di discutere con il territorio, con le professionalità e con la perdita di qualche vita umana si è riusciti a realizzare la centrale più all’avanguardia d’Europa.

Risposte:

  • Bella frase. Ma peché? E morto qualcuno sul lavoro?
  • Bella frase. E vabbè, morto più, morto meno..
  • Bella frase. L’Europa poteva risparmiarsela, però.

Domanda: “Caro signor Porchia, non sei il sindaco di Imperia, sei il capo di un gruppo parassitario che non conta un tubo e non prende un voto.

Risposte:

  • Bella frase. Ma chi è Porchia?
  • Bella frase. Porchia adesso conta meno di un tubo.
  • Bella frase. Quale gruppo?

Domanda: “Ma invece del cuneese che si porta la mortadella per prendere la barca di sei metri, preferisco che venga il milanese che si porta una barca di trenta metri perché se si porta dietro una barca di trenta metri si mette dentro cinque persone di equipaggio e la mattina quando fa la spesa fa e rilancia l’economia commerciale della nostra città. Sono cose lapalissiane. Sono talmente lapalissiane che hanno la prova del nove: la sinistra è contraria.

Risposte:

  • Bella frase. I cuneesi mi sono antipatici.
  • Bella frase. I milanesi mi sono simpatici.
  • Bella frase. I milanesi con le barche da trenta metri mi sono simpatici.

I candidati avranno un mese di tempo per rispondere e non sono ammesse risposte multiple.

Scritto da Angelo Amoretti

19 dicembre, 2008 alle 17:12

Premio Dardos

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L’amica Pibua mi ha dato il “Premio Dardos”, destinato a chi, con il suo blog, “ha dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali” e la ringrazio un sacco: non me l’aspettavo.

Il regolamento del premio è il seguente:
1. accettare e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio
2. linkare i blog che ti hanno premiato
3. premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio.
Accetto con piacere e a mia volta premio i 15 blog che ritengo meritevoli (so che qualcuno è già stato premiato, ma dos è meglio che uàn):
Alberto Cane
Gidibao
Guccia
Titus
Negroski
Tisbe
Giuseppe
Francesco
Giorgio Montanari
Valentina
Retropensiero liberale
Lameduck
Streets of Imperia
Massimo
Flo

Scritto da Angelo Amoretti

18 dicembre, 2008 alle 17:37

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Miasmi dal torrente Prino [II]

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Come volevasi dimostrare: i miasmi provenienti dal torrente Prino la notte tra il 16 e 17 dicembre scorso non hanno infastidito solo gli abitanti di Clavi, ma anche quelli dei comuni più a monte. Tant’è vero che il sindaco di Prelà, Eliano Brizio, ha detto che se non si tratterà di un episodio isolato promuoverà “nuovi controlli a tappeto“.
La notizia è riportata da Il Secolo XIX di oggi, 18 dicembre 2008, e ci sono alcune cose poco chiare:
1) “Sul posto sono accorsi i carabinieri di Dolcedo sollecitati dal sindaco di Prelà, Eliano Brizio“.

Dov’è il posto, esattamente?
Se l’intervento è stato sollecitato dal sindaco Brizio significa che l’origine del guaio potrebbe essere a Prelà.

2) Le esalazioni potrebbero essere state causate da “una rottura di una tubazione in una delle fabbriche presenti in zona“.

La supposizione mi sembra piuttosto lontana dalla realtà: quando si sentono quegli odori significa che si è rotta una tubazione? Allora chi la fa posare cambi fornitore e montatore perché si rompe troppo di sovente.

Scritto da Angelo Amoretti

18 dicembre, 2008 alle 16:25