Archivio per il mese di agosto, 2009

L’invasione dei Marziano

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SONO AFFARI DI FAMIGLIA
In società con figlio e fratello del segretario generale il progettista della nuova sede Paola Muratorio
Un “corvo” inguaia Marziano
Anonimo svela un imbarazzante intreccio societario tra i vertici della Camera di Commercio

Una lettera anonima inviata all’assessore regionale al Commercio Guccinelli (e arrivata sulle scrivanie di quasi tutti i vertici delle categorie commerciali e imprenditoriali imperiesi) sta mettendo in forte imbarazzo i vertici della Camera di Commercio della Provincia di Imperia e in particolare il segretario generale Giorgio Marziano “accusato” di essere parte integrante di una sorta di consorteria affaristica che (attraverso una società ribatezzata Orivei Srl) pare sovrapporsi alla stessa Camera di Commercio.
La lettera (a firma di un sedicente Mario Bianchi) oltre a rivelare l’esistenza di questa società immobiliare (che risulta costituita il 26 febbraio 2007) ne rivela anche i nomi di alcuni componenti, in particolare quello dell’ex Presidente Giovanni Danio (succeduto a Giuseppe Bianchi in seguito al suo arresto) e quello di Gianfranco Croese, presidente dell’Azienda Speciale della stessa Camera di Commercio (oltre che della Cia, Confederazione Agricoltori). Giorgio Marziano (chiaramente) nella Orivei Srl non compare in prima persona, ma è ben rappresentato. Ci sono infatti il figlio Alessio e il fratello Giovanni.
E’ lo stesso Marziano che, nei mesi scorsi, era stato scelto dal commissario prefettizio Umberto Calandrella come amministratore unico di Sanremo Promotion. Carica ricoperta fino a poche settimane fa.
Insomma, la vicenda non è bella.

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Scritto da Angelo Amoretti

28 agosto, 2009 alle 17:20

Chi fa la spia non è figlio di Maria

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Ogni tanto esco dai confini e stavolta lo faccio per una questione che ha dell’incredibile.
E’ una storia di delazione. L’ho trovata talmente triste che voglio condividerla con chi mi segue, anche se probabilmente la conosce già.
Si tratta di quello che è avvenuto ieri a Gazzo, una frazione di Pieve di Teco: Kamel Hadjersi, un nordafricano di 43 anni, è stato arrestato perché privo di documenti. Viveva là da 17 anni e ora, tra l’altro, non può prendersi cura della sua compagna che è costretta a stare su una sedia a rotelle perché colpita da un ictus, tempo fa.
Qualcuno si è preso la briga di fare la spia e lo ha fatto arrestare.
Io non conosco Kamel, ma pare che non abbia mai commesso reati, neppure una multa per divieto di sosta, per dire. Non conosco neppure il tipo che lo ha denunciato e non so come mai abbia deciso di farlo.
Forse è soddisfatto della sua azione e stanotte dormirà sonni tranquilli. Io non so se ci riuscirò. Perché la legge è legge e va rispettata e fatta rispettare, ma se così è, questo squallido episodio sta a dimostrare che certe leggi sarebbero da rivedere, perché portano a queste situazioni che a dire paradossali è poco.
In Italia si sta creando una brutta situazione che rischia di degenerare. Tra ronde e delatori l’atmosfera comincia a ricordarmi troppo un periodo che per fortuna non ho vissuto e che vorrei nessuno dovesse mai vivere: il ventennio fascista. Sembra che ci sia la voglia di fare chissà quali pulizie: gli extracomunitari non in regola; i gay; i “barboni”. Poi toccherà agli ebrei e ai rom e infine ai non allineati? Non va per niente bene e, ripeto, vorrei che chi ci governa riflettesse sulla questione.
Questo tipo che ha fatto la spia, o, a seconda dei punti di vista, il “suo dovere”, è inconsapevolmente il frutto di questo meccanismo perverso che se non si fermerà finirà per dare risultati non previsti.
La legge è uguale per tutti, quindi qualcuno potrebbe anche chiedersi perché per Kamel deve essere diversa, ma io spero che l’avvocato Mario Leone che lo difenderà il prossimo 1 settembre, riesca a convincere il giudice Varalli a “usare il buon senso”, come riportato da Riviera24 che ha anche pubblicato una lettera scritta in proposito da Matteo Lanteri, che riporto:

Caro Direttore volevo esprimerle la mia personale riflessione sulla notizia sulla “cattura”, a Gazo, di un “pericoloso” latitante, il 43enne nordafricano. La pratica della delazione è dura a morire, anche nella nostra Provincia molti partigiani e molti ebrei ne sono stati vittime, gli uni davanti ad un muro, gli altri passati per una camino.In questa occasione c’è, se possibile, una aggravante in più, è stato fatto gratis. Vergogna per i cattivi maestri.
Voglia ricevere i miei cordiali saluti
Matteo Lanteri

Sarebbe bello trovarsi tutti davanti al Palazzo di Giustizia, senza bandiere, né striscioni. Essere presenti in silenzio giusto per far capire che così non va bene. E non va bene per nessuno.

Scritto da Angelo Amoretti

28 agosto, 2009 alle 1:07

Pubblicato in Cronaca

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La bella Beatrice sogna una Riviera piena di porti

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E si potrebbe anche capire: con i porti ci campa  e, ovviamente, offre un sacco di posti di lavoro:

«I porti turistici sono un incredibile volano economico, sia nella fase di costruzione, con l’impiego di centinaia di addetti, che in quella di gestione, attraverso l’assunzione di personale. Porti significa anche cantieri navali, porti significa anche rilancio del settore meccanico e artigianale. Non si ha idea di quante aziende, piccole emedie, gravitino intorno alla diportistica. E in un periodo di crisi globale come questo, non si può sottostimare questa realtà».

Già che ci sono mi permetto di suggerirle di costruirne uno a Garbella e non sarebbe male un unico porto tra la Foce e il Prino, la capisco: fare i porti è il suo mestiere.
Quello che capisco di meno è il giornalista de Il Secolo XIX, Fabio Pin, che l’ha intervistata e che a un certo punto scrive:

Di tutto e di più, si diceva. E Beatrice Parodi ne spiega i presupposti. Che confermano la prospettiva di assistere alla costruzione di nuovi posti barca, nel segno di quel modello di sviluppo che, secondo ciò che resta dell’ecologismo locale e regionale, fa a pugni con la salvaguardia della costa, considerata ormai satura.

Secondo il Pin, dunque, chi è stanco di vedere colate di cemento sulla costa è un rimasuglio di ecologista [locale e regionale]. Con la concezione di bellezza paesaggistica che deve avere, può star tranquillo: tra vent’anni i porti li faranno anche in ciò che resta di Capo Berta e nessuno avrà più niente da ridire perché, cavolo, prima o poi ciò che resta dell’ecologismo [locale e regionale] dovrà pur morire.
Mi domando se Pin ha dei figli e se ha delle foto della costa di vent’anni fa. Le conservi e ne scatti qualcuna adesso, poi un domani le faccia vedere ai figli e ai nipoti. Forse, se qualcuno di loro non si sarà fatto lavare completamente il cervello in casa, gli dirà che in effetti con il cemento forse si è un po’ esagerato.
L’intera intervista è qui.

Scritto da Angelo Amoretti

26 agosto, 2009 alle 9:36

Pubblicato in Ambiente

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“Poggi e domani”: come dare vitalita’ a una frazione

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Poggi

Frazione Poggi

Venerdì 28 Agosto e Sabato 29 Agosto alle 21.00 la compagnia Aerea di Teatro di Imperia presenta “Poggi e Domani“, spettacolo itinerante nei caruggi della suggestiva frazione di Poggi.
Il punto di ritrovo è il palco allestito vicino alla Chiesa, luogo di partenza e di arrivo, nonché di apprendimento delle regole del gioco, con intrattenimento.

Prima tappa: dialogo tra due innamorati, interpretati da Teresa Gandolfo e Fabrizio Zambruno, accompagnato dal saxofono di Paolo Giulio Tartarici;

Seconda tappa: Valentina Di Donna e Christian Gullone  propongono un breve brano tratto dal film di Wim Wenders “Il cielo sopra Berlino”;

Terza tappa: incursione nella camera da letto di una coppia in crisi. Scena ispirata da Jane Birkin e accompagnata dal clarino di Patrizia Marchese;

Quarta tappa: Gamima Lami interpreta un brano scritto da Mara Corsaletti ispirato ai tarocchi: trasposizione in monologo della canzone di De André “Volta la carta”. Alla tromba: Fiorentino Serriello;

Quinta tappa: nell’antico frantoio Saglietto, in piazzetta Carli, Chiara Trincheri recita un brano di Giorgio Gaber, accompagnata dalla chitarra classica di Enrico Saglietto:

Sesta tappa: dialogo dell’autrice Corsaletti interpretato da Elena Laura Fisichella e Damiano Fortunato con l’accompagnamento musicale di Cesare Fortunato e Francesco Amici (basso e chitarra elettrici);

Settima tappa: Marco Pesce interpreta “Il gioco dell’amor deluso”, con Adriana Ligato alla tromba;

Ottava tappa: Enza Zaccardo e Gabriele Virgillito interpretano due bizzarri personaggi mitologici in un brano scritto da Virgillito con Marcella Grossi all’arpa celtica;

Nona tappa: omaggio a  Shakespeare con l’epilogo di Romeo e Giulietta, recitato da Gilberto Garibaldi e accompagnato ancora dall’arpa celtica di Marcella Grossi.

Dalle 20.30 sarà a disposizione un servizio di bus navetta con partenza dal piazzale del supermercato Simply di Borgo Prino.

Scritto da Angelo Amoretti

25 agosto, 2009 alle 17:58

Pubblicato in Eventi

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Il degrado sulla strada per Montegrazie

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Un affezionato lettore, che ringrazio di cuore, ha raccolto il mio invito a mandare fotografie riguardo al degrado delle nostre frazioni e mi ha inviato alcuni scatti effettuati sulla strada che dal bivio di Moltedo porta a Montegrazie.

Le immagini parlano da sole e non ci sarebbe molto da aggiungere se non che lungo la strada ci sono questi cantieri semi abbandonati dove viene lasciato di tutto: in uno, che è pieno di piastrelle e laterizi, ogni tanto qualcuno dà fuoco alle macerie e alla plastica che viene gettata lì da chissà chi.
Vicino al maneggio ci sono due depositi di pietre, ghiaia e detriti. I mezzi pesanti e pericolosi transitano tranquillamente per circa due chilometri e mezzo, nonostante ci sia un cartello di divieto ben visibile.

Si dice che, quando prima delle elezioni, l’Assessore Gaggero ha visto il “panorama”, sia rimasto esterrefatto e abbia detto, senza mezze parole, che quelle sono discariche a cielo aperto belle e buone.
Ma a tutt’oggi nessun provvedimento è ancora stato preso.

Credo che per Montegrazie vada bene lo stesso discorso fatto per tutte le altre frazioni: se davvero si vogliono rivalorizzare – e tutti conosciamo il valore di questi borghi – bisogna cominciare col fare un po’ di pulizia, il più presto possibile.

Scritto da Angelo Amoretti

24 agosto, 2009 alle 17:14

Abusivissima 2009

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I giovani della sinistra imperiese* organizzano per sabato 29 agosto una “goliardata” a Borgo Peri, sulla spiaggia libera prima della Galeazza, per protestare in pacifica compagnia contro gli abusi edilizi sulla nostra costa [la costa di tutti, quella che ci ha dato il Padreterno].
Lo faranno costruendo un capannone di cartone che emulerà il manufatto abusivo non esattamente conforme al progetto originario. Con una sostanziale differenza: alla fine della festa, il capannone verrà demolito.
Ci sarà un pranzo seguito, alle 15,30, da un dibattito sul futuro della nostra costa a cui parteciperanno Marco Preve, giornalista di Repubblica che insieme a Ferruccio Sansa ha scritto “Il partito del cemento“, e il prof. Nicola Podestà, recentemente “licenziato” dall’Osservatorio Metereologico.
Succede che i giovani consiglieri del Pdl, tra cui mi piace sempre ricordare Angelo Dulbecco, quello che qualche anno fa espose la bandiera della Repubblica di Salò da una finestra del liceo il giorno della ricorrenza della morte di Mussolini, prendono forse troppo sul serio la faccenda, partono in quarta e scrivono un comunicato ai media, cui fa seguito quello dei giovani de La Talpa e l’orologio:

*Giovani Democratici
Giovani Comunisti
Sinistra per Imperia
Con Imperia
Liberamente
ARCI ACPO
ARCI Guernica
Garabombo l’invisibile
Collettivo Studentesco il Bombarolo
CSOA La talpa e l’orologio

Comunicato dei giovani del Pdl

Vien da sorridere di fronte all’iniziativa dei giovani di sinistra che hanno deciso di costruire una sorta di capannone abusivo alla Galeazza. Una ‘provocazione’ anchsimpatica, se vogliamo, ma da che pulpito!
Intanto il sistema, il solito, di informazione di parte: il capannone realizzato dalla Porto di Imperia Spa non è abusivo nel senso che gli viene attribuito. Non è conforme al progetto, è vero, ed ha certamente sbagliato chi lo ha realizzato senza attendere che la variante fosse approvata. Ma la differenza è in un tetto che invece di essere a colmo è a leggera volta. Una irregolarità sulla quale si sta pronunciando la magistratura e per la quale è in corso una sanatoria. Ricordiamo anche che la variante era stata chiesta – tra l’altro – da Soprintendenza ed altri uffici regionali. Quanto alla protesta più generale contro l’abusivismo, stupisce che l’iniziativa venga pubblicizzata con manifesti affissi abusivamente, e che tra gli organizzatori ci sia chi occupa da vent’anni – abusivamente – un immobile non suo! Come dire: quando gli abusivi protestano contro l’abusivismo. I ragazzi della Talpa hanno “diritto ad un luogo per riunirsi”, ma la Porto di Imperia non ha “diritto a chiedere modifiche migliorative al suo progetto”. E a proposito di diritti, stupisce anche che la Regione abbia assegnato alla Talpa un contributo di 56 mila euro per aiutare il trasferimento a Barcheto, trasferimento deciso senza consultare né il Comune né gli abitanti, che ringraziano sentitamente la sinistra ed il suo ‘grande presidente’ Burlando”.
Alessandro Gazzano
Paolo Petrucci,
Angelo Dulbecco
Paolo Montesano
Gianni Chiaraman
Andrea Tomatis

Comunicato de La Talpa e l'orologio

Viene da sorridere nel leggere la risposta dei giovani del Pdl ai giovani del Pd imperiese sia per la loro garbatezza dei toni sia per la stupenda ironia con la quale fanno una colossale operazione di deturnazione (=falsificazione) della realtà (per dirla col situazionista Guy Debord).
Verrebbe da sorridere se l’argomento speculazione/cementificazione che sta investendo la nostra fascia costiera e il livello inaccettabile di menzogne sul centro sociale La Talpa e l’orologio non rendesse doverosa una risposta.
Innanzittutto proviamo un certo disgusto quando con veemenza, ergendosi a giudici imparziali, i giovani pidiellini (si dice così?) si prostano nella difesa di coloro che speculando sulle nostre coste le stanno distruggendo: cioè Caltagirone e i suoi soci.
Ci viene anche a noi da dire: “Ma da che pulpito!!”. Infatti con tutti coloro che hanno interessi economici nella cementificazione del litorale voi ci avete le mani in pappa: infatti o sono iscritti del partito del Popolo delle libertà oppure ci andate a cena una sera su due… quasi fossero le vostre fidanzate.
Ma cerchiamo di essere seri!!! Avete il coraggio di paragonare imprenditori multimilionari e grandi imprese alle lotte popolari di centinaia di cittadini comuni che si guadagnano da vivere lavorando e che si riuniscono in associazione per pretendere dalle istituzioni quelli che sono diritti costituzionali:
il diritto alla partecipazione democratica alla vita cittadina anche attraverso il conflitto, il diritto alla cultura, alla solidarietà e alla socialità. Forse non lo sapete, magari siete troppo giovani e non avete ancora finito la scuola, ma la nostra costituzione repubblicana differenzia i diritti del cittadino da quelli delle imprese e a naso diremmo che innanzi mette quelli del cittadino.
Siete però abbastanza informati da sapere del trasferimento a Barcheto, che sta avvenendo senza che il Comune ne abbia voluto prenderne parte.
Evidentemente fate finta di dimenticare che per circa due anni c’è stato un tavolo di trattative in prefettura che ha riunito le più alte cariche delle autorità provinciali e che ha tentato di trovare una soluzione condivisa da tutti sulla sorte di un centro sociale che per quasi vent’anni ha regalato cultura e socialità alla città, supplendo alle mancanze proprio dell’amministrazione comunale. L’unico requisito allora posto dal Comune era di non metterci soldi… forse dimenticate anche che trovata la soluzione, (cioè Barcheto, dove il Comune non sborsa un euro), si era in campagna elettorale (doppio turno europee comunali per noi imperiesi) e fu fatto un voltafaccia totale da parte dell’amministrazione per fin troppo ovvi e beceri motivi elettorali.
Il presidente cileno Salvador Allende, assassinato dal fascista Pinochet l’11 settembre 1973 amava ripetere: “ Se i più giovani non sono un po’ ribelli bisogna iniziare a preoccuparsi”. Ebbene siamo fortemente preoccupati perché se siete veramente i giovani del centro destra e non i soliti quattro eredi dei potenti imperiesi, la cultura che propinate puzza pericolosamente di totalitarismo, di ignoranza e pensando alla questione delle ordinanze antibarbone manca anche della minima carità cristiana e del rispetto per i più deboli.

Centro sociale autogestito La Talpa e l’orologio
Imperia Ponente Ligure Pianeta Terra

Scritto da Angelo Amoretti

24 agosto, 2009 alle 8:04

La storia infinita di Villa Carpeneto

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Nonostante la buona volontà che ci aveva messo l’ex Assessore al Bilancio Rodolfo Leone nel renderla più appetibile, le tre aste per vendere Villa Carpeneto erano andate deserte e a quel punto, come si legge su La Stampa del 30 dicembre 2008, al Comune non restava che una trattativa privata.
Solo che il privato non trova ancora abbastanza appetibile l’acquisto della Villa perché c’è un vincolo che impone che il piano terreno sia destinato a uso pubblico.
Perciò l’Amministrazione comunale ha chiesto di toglierlo alla Sovrintendenza ai Beni architettonici della Liguria.
Via i vincoli su Villa Carpeneto” titolava, virgolettato, la Stampa di ieri, mentre il Secolo XIX di oggi è ancora più perentorio: “La Soprintendenza deve cancellare i vincoli su villa Carpeneto“.

«Riteniamo che il piano terra della villa rappresenti una funzione pubblica che può tranquillamente essere trasferita in un’altra sede. Per questo stiamo lavorando per eliminare un vincolo che limita la performance commerciale dell’immobile sul mercato. Se riusciremo a eliminare il vincolo, ovviamente potremo anche rivedere la valutazione della villa. Questo limite rappresentato dal vincolo, oltre a limitare l’interesse, infatti, limita anche il valore della struttura. In ogni caso, faremo in modo che parte del parco resti comunque a uso pubblico».
Gianfranco Gaggero, assessore ai Lavori Pubblici – La Stampa, 18 agosto 2009

Mi meraviglio che non ci sia scritto “Se riusciremo a far eliminare il vincolo“, ma potrebbe essere un refuso.
Carla Nattero, consigliere comunale de “La sinistra per Imperia”, ha diramato in proposito un comunicato stampa che riporto di seguito:

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Scritto da Angelo Amoretti

19 agosto, 2009 alle 17:21

Il torrente Prino non sta bene, grazie

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Per fortuna i letti dei torrenti imperiesi, Caramagna, Prino e Impero, non come avvenuto in passato, stanno per essere ripuliti e comunque non sembrano incutere particolari preoccupazioni tra gli abitanti.

Lo ha scritto Natalino Famà sul Secolo XIX di ieri a proposito dei tombini intasati in città.
Ora non è per voler contraddire il giornalista, né per creare ansia negli abitanti, ma la situazione del torrente Prino, nei pressi del ponte romanico di San Martino a Clavi, è questa:

Il ponte romanico di Clavi

Un muro di canne che se dovesse venire una piena impedirebbe alle acque di scorrere alla foce provocando, credo, danni non indifferenti.
So bene che le canne, essendo assai flessibili, si piegano con facilità, ma c’è il rischio che in certi punti vengano letteralmente sradicate e in quel caso, con tutte le radici, sarebbero trascinate verso il mare.
L’anno scorso è stato fatto un bel lavoro dallo sferisterio, con un piccolo sforzo quest’anno si può fare di più.
L’Assessore all’Ambiente Giovanni Amoretti – con cui non sono parente neanche alla lontana, detto per inciso nda – saprà sicuramente che il Ponte è stato restaurato da poco e che, probabili alluvioni a parte, meriterebbe un pochino di attenzione in più. Forse chiedere anche due lampioni sul lungotorrente e un faretto che illumina la chiesetta di San Martino – anch’essa restaurata da poco – è chiedere troppo, ma intanto la cosa più urgente da fare sarebbe quella di tagliare le canne e altra vegetazione in mezzo alle acque.
So che per questa segnalazione forse avrei dovuto contattare la custode della frazione che poi l’avrebbe girata all’Assessore competente, ma mi viene più comodo così anche perché non ho voglia di andare fino al Ciapà.
Se qualche lettore ha da segnalare casi analoghi riguardo ai torrenti, lo scriva nei commenti e se vuole inviare delle foto lo faccia a: imperiaparla[chiocciola]gmail.com

Scritto da Angelo Amoretti

19 agosto, 2009 alle 10:43

Il consigliere dell’IdV Dario Dal Mut scrive al Sindaco

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Il consigliere comunale di opposizione, Dario Dal Mut dell’Italia dei Valori, nei commenti al post precedente ha riportato una lettera aperta scritta al Sindaco sul problema della sicurezza.
La pubblico come post perché a mio parere merita più visibilità:

Sig. Sindaco,
Le scrivo questa lettera aperta premettendo che non intendo entrare nel merito del blitz avvenuto sulle spiagge Imperiesi nella settimana di questo caldo ferragosto.
E mi astengo dall’entrare nel merito non perché non abbia precisa opinione in merito, ma proprio perché, dopo 33 anni di servizio in una forza di polizia, di come vanno certe cose ne sono perfettamente a conoscenza e per questo intendo esimermi da qualsiasi commento.
Le scrivo questa lettera invece per richiamare la sua attenzione sul vero problema della sicurezza. Essa viene usata purtroppo soprattutto in campo Nazionale come arma politica per trovare, per conquistare, quel consenso elettorale da parte dei cittadini a cui prima viene indotto un senso di insicurezza per poi rassicurarli con l’intransigenza di leggi ferree.
Per onestà intellettuale sig. Sindaco non mi dirà che una persona che ci offre l’acquisto di una rosa rossa mentre stiamo cenando con una splendida ragazza in un prestigioso ristorante della nostra città ci da un senso di insicurezza. Certamente di fastidio e di disagio si perché ci mette in una condizione di imbarazzo: come facciamo nella situazione specifica a non acquistare una rosa? Ovviamente e consapevolmente il venditore ci ha messo in una condizione di impaccio e certamente l’atto in se è fuori dalle regole e su questo siamo pienamente d’accordo. Per il venditore quella rosa è pane e per noi (Speriamo) una conquista.

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Scritto da Angelo Amoretti

18 agosto, 2009 alle 10:55

Il blitz sulle spiagge di Imperia

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Il blitz sulle spiagge di Imperia è stato un mezzo fallimento, sotto tutti i punti di vista. Un film comico.
La sceneggiatura è stata scritta dal comitato di sicurezza e ordine pubblico, convocato dal Prefetto che probabilmente è stato anche il regista.
Gli attori protagonisti: inizialmente si è parlato di una trentina di persone impegnate sul set, ma su La Stampa del 15 agosto leggo che c’erano cinque uomini della Guardia Costiera, cinque della Polizia di Stato e due della Polizia municipale. Uomini di terra e di mare. Mancavano quelli dell’aria.
Tanto rumore per nulla perché i risultati sono stati scarsi: un probabile clandestino fermato perché senza documenti; vario materiale contraffatto posto sotto sequestro e nient’altro.
Alcuni venditori abusivi sono riusciti a darsi alla fuga, uno è stato catturato: vendeva cocco. Complimenti!
Strescino può fare tutti i giri di parole che vuole e dovrò abituarmi al mal di testa quando leggo le sue dichiarazioni, ma ripeto, il blitz, a mio modo di vedere, è stato un flop. Anche io sono dalla parte delle forze dell’ordine che, come dice il Sindaco “in pieno agosto, sotto il sole, stanno sulle spiagge in divisa“, ma il punto è: chi ce li vuole e cosa ci fanno?
Non si può da una parte fare i buonisti e poi, dall’altra, lamentarsi del fatto che lo Stato è latitante perché ci hanno rubato il portafogli in spiaggia” ha dichiarato il giorno dopo.
Lo Stato latita altrove, ma può darsi che il Sindaco non se ne sia ancora accorto. Sulle spiagge qualche portafoglio è sempre sparito e trent’anni fa, come giustamente ricorda Carla Nattero de La Sinistra per Imperia, c’era già chi passava a vendere angurie e ghiaccioli.
Strescino ha pure aggiunto che queste operazioni di “prevenzione” “vengono puntualmente utilizzate come pretesto per far demagogia e innescare polemiche sterili da parte di consiglieri comunali d’opposizione“, ma probabilmente non tutti i bagnanti increduli e indignati che gridavano “vergogna!” hanno votato per il centro sinistra. Non credo fosse loro intenzione contestare i tutori dell’ordine (due dei quali arrivati via mare con le fiammanti Yamaha 1000 Fx da circa 17.000 euro cadauna, presentate lo scorso giugno), ma piuttosto il modo con cui l’operazione è stata svolta. Il Sindaco stesso ha detto che la prossima volta dovrà essere usata più “discrezione” e i giovani democratici del Pd, come tanti altri, non hanno gradito la spettacolarizzazione.
Forse qualche attore del film comico venuto male penserà il contrario, ma credo che scene del genere non facciano bene neanche al turismo e all’immagine della città. Insomma, si è fatto lo sbarco in Normandia dei poveri mica per arrestare un terrorista di Al Qaeda, ma per catturare un probabile clandestino che vendeva merce contraffatta. Non era droga tagliata male, neppure antrace: erano false griffes, probabilmente di provenienza Casal di Principe dove pare si produca anche per conto delle grandi firme. Leggere il libro di Saviano per credere.
Non bisogna certo eccedere con il buonismo, come dice il Sindaco, ma credo che non sia neppure il caso di esagerare in senso opposto. Lo sappiamo che i venditori abusivi fanno parte di un ingranaggio grande, ma perché bisogna sempre partire dal pezzo piccolo per scardinarlo?
E’ quello che si chiede anche Giulio Geluardi su La Stampa del 14 scorso e visto che qualche tempo fa ci eravamo un po’ scandalizzati per un suo articolo, mi congratulo con lui perché stavolta si è tolto i guanti.

Scritto da Angelo Amoretti

17 agosto, 2009 alle 9:43

Pubblicato in Cronaca

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