Archivio per il mese di settembre, 2009

L’Agnesi va a morire [II]

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Siamo al caos.
Era prevedibile, dal momento che non si è ancora capito bene cosa succederà.
Così capita che il Sindaco dica che chi prevede tempi duri, faccia del “terrorismo”: nella sostanza il “cattivo” sarebbe Lorenzo Lagorio del Pd che all’Agnesi ha lavorato vent’anni e che se dice qualcosa probabilmente lo fa con cognizione di causa.
Capita che un precario che da oggi starà a casa, tenti di fare irruzione nell’ufficio del sindaco in Comune, mostrandogli poi la foto dei suoi due figli e chiedendogli come farà a mantenerli.
Capita che il segretario generale della Cisl Paolo Carrozzino dica che “Bene ha fatto il Sindaco di Imperia ad ammonire chi, pur non avendo tempo da perdere a seguire i problemi degli operai, ritiene di dover dire la sua, magari solo per spirito di pseudo – protagonismo“; resti amareggiato “nel leggere le parole, di pochi giorni or sono, dell’ Assessore alle attività produttive di Imperia: questo incarico imporrebbe alla persona in questione, un obbligo di informazione sull’andamento della principale azienda industriale del capoluogo” e chieda un tavolo di concertazione “fra tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell’Agnesi e del polo agro – alimentare ad Imperia, fra questi, sicuramente: Comune, Confindustria, Colussi, Organizzazioni Sindacali. Per quest’ultime, riteniamo utile e democratico che la partecipazione sia limitata alle Organizzazioni effettivamente rappresentative in Azienda
Se non è limitata, che democrazia è?
Sto aspettando la bottiglia con il messaggio della CGIL: forse ha preso la corrente sbagliata.

Scritto da Angelo Amoretti

30 settembre, 2009 alle 16:23

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I primi cento giorni del Sindaco Strescino

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«Un voto alla mia giunta per questi primi 100 giorni di governo della città?
Direi un bel 8 e mezzo..»
Paolo Strescino – Il Secolo XIX, 27 settembre 2009

Strescino ha dato il voto a lui e alla Giunta per i suoi primo cento giorni di governo: 8 1/2.
Lo ha fatto in una conferenza stampa a Villa Faravelli con la Giunta al completo, aiutato da una brochure di 25 pagine fitte di numeri e parole in cui sono elencate le cose realizzate e quelle da realizzare.
Proseguendo su questa strada riusciremo a mantenere tutti gli obiettivi che ci siamo posti. Almeno in buona parte” [il mal di testa ha rinunciato a venirmi nda].
E poi via con l’elenco.
La Giunta si è riunita 17 volte tra cui una a Montegrazie e l’altra a Costa d’Oneglia. E i punti in trasferta valgono il doppio; 52 proposte di delibere del Sindaco e 33 delibere di patrocinio.
Andando avanti nella lettura dei quotidiani locali online e di carta, a dire il vero, non ho trovato grandi cose realizzate in questi primi 100 giorni. Il primo cittadino si è limitato a qualche inaugurazione qua e là di opere iniziate dalle passate giunte Sappa: il parcheggio di Piazza Mameli e la bretella di Caramagna, per esempio. Strescino, che aveva già cominciato a inaugurare ancora prima delle ultime elezioni, ha continuato anche dopo essere stato eletto.
Pare che la bretella di Caramagna sia stata inaugurata due volte e tra i cittadini presenti c’era qualcuno non propriamente soddisfatto, quindi se vogliamo essere sinceri, non tutti “gli imperiesi ci dicono che stiamo facendo bene”, come riportato da Il Secolo XIX.
E che dire di quei genitori di cui scrive oggi a La Stampa Giovanni Bonifazio?

Buone notizie sulla scuola. Leggendo i giornali devo ammettere che, le notizie per il nuovo anno scolastico sono confortanti finalmente: siamo di fronte ad una scuola pubblica funzionante. A Porto Maurizio è stata realizzata una nuova mensa, negli istituti scolastici è stato aperto uno sportello di ascolto per gli adolescenti, col motto «prevenire il disagio sapendo ascoltare». Tutto fila liscio finché non vado alla riunione dei genitori nella scuola che quest’anno frequentano i miei figli, dove si dice: dovete portare il sapone per lavarsi le mani, il Comune non ha soldi; dovete portarvi lo Scottex, il Comune non ha soldi; dovete portarvi la carta igienica, il Comune non ha soldi. Si continua a parlare del porto da parte di tutti gli schieramenti politici, mentre ai nostri figli a scuola manca tutto. Se continua così, noi genitori dovremo andare nelle scuole a far le pulizie portandoci da casa il detersivo. Cari amministratori continuate a parlare del porto che alla scuola ci pensiamo noi genitori, e se ci avanza tempo veniamo a pulirvi uffici e scrivanie cosi quando fate le conferenze avrete tutto ordinato e pulito.

Alla bretella incriminata mancano illuminazione, marciapiede e segnaletica. E che dire del molo lungo?
Dopo il primo eccitamento post inaugurazione, è venuto fuori che sì, è bello, ma mancano panchine, lampioni e contenitori dei rifiuti. E’ la politica dei fatti.
Però c’è stata la “manovra d’estate”, come la definisce lui stesso: quella del responsabile delle finanze Marco Calcagno – il Tremonti de noartri – che ha portato alla messa in vendita delle quote del porto. Un capolavoro di creatività finanziaria.
E, udite udite, l’anfiteatro alla Rabina sarà intitolato al maestro Luciano Berio! Non siamo riusciti a trovare un posto più fuori mano per dedicare una piazza o un qualcosa a uno dei più grandi compositori al mondo di musica d’avanguardia, nato a Imperia nel 1925 e scomparso 6 anni fa?
In compenso sta per giungere a buon fine il fondamentale gemellaggio con la città tedesca di Friedrichshafen così l’assessore alla viabilità avrà un compito in più: cambiare i cartelli stradali che indicano la nostra città gemellata con Rosario e Newport. Su quelli in essere un altro nome non ci sta più.
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Scritto da Angelo Amoretti

28 settembre, 2009 alle 0:42

L’Agnesi va a morire

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E’ quanto si può dire, semi-parafrasando il film di Giuliano Montaldo, della vicenda Agnesi.

“Il fatto stesso di aver realizzato il progetto delle ex Ferriere significa che il mio gruppo ha intenzione di radicarsi sempre più nella città. Per noi, inoltre, Imperia è un punto di massima importanza. È da qui che agisce il gruppo di dirigenti che decide e coordina la politica economica con il mercato europeo. Mi pare un’ottima garanzia”
Angelo Colussi, patron dell’Agnesi – 23 novembre 2008

Su La Stampa di oggi viene riportato quanto annunciato nel Consiglio Comunale di lunedì scorso da Lorenzo Lagorio del Pd che in sostanza, in mezzo al trambusto per via delle quote della Porto di Imperia SpA da vendere, diceva, pressoché inascoltato, che Colussi si appresta a trasferire negli uffici di Milano gli impiegati dell’Agnesi.
Oggi tocca a circa venti impiegati e domani, probabilmente agli operai. Che sono 160.
L’Assessore Giovanni Amoretti, interpellato da Sanremonews ha detto che cercherà di mettersi in contatto con l’azienda per capire le motivazioni. Al limite può andarci anche a piedi: il tratto tra il Comune e Via Schiva è breve.
Con tutto ciò l’Assessore si dice preoccupato, ma nello stesso tempo pare già rassegnato alla mazzata che l’occupazione prenderà nei prossimi mesi, stando così le cose.
E aggiunge che la Porta del Mare “potrà essere in grado di colmare in parte il vuoto occupazionale eventualmente lasciato da Agnesi“. Vorrei sapere come e quanto.
Così approfitto dell’occasione, senza entrare nel merito della polemica di questi giorni tra i consiglieri regionali Alessio Saso e Tirreno Bianchi, per chiedere ai giovani consiglieri del Pdl che “difendono” il Porto di Oneglia dicendo che potrà offrire nuovi posti di lavoro, per chiedere loro: quando e quanti?
Tornando all’Agnesi e a ciò che dichiarava Angelo Colussi il 28 novembre 2008, ci sarebbe da dire che sì, l’Agnesi resta a Imperia, gli operai e gli impiegati no.

Scritto da Angelo Amoretti

25 settembre, 2009 alle 17:40

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Definitiva la vendita delle quote della Porto di Imperia SpA

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Durante il Consiglio Comunale di lunedì sera è stata dunque decisa la vendita all’asta delle quote della Porto di Imperia SpA possedute dal Comune.
Di seguito, per comodità dei miei visitatori, riporto i vari interventi del giorno dopo ripresi da Riviera24 e Sanremonews:

Fossati (Pdl)

Il Consiglio di Imperia iniziato ieri sera, terminato intorno alle 3,30 di questa mattina, è stato caratterizzato da articolati interventi di molti consiglieri di maggioranza ed opposizione e, per quanto mi riguarda, ho cercato di evidenziare tra le altre cose, come, per quanto concerne la fruibilità per i cittadini nulla cambi con l’uscita del Comune dalla compagine sociale della Porto di Imperia s.p.a.
Credo infatti che, al di là degli aspetti tecnico-contabili della pratica, sui quali molto si è già detto, sia questo il profilo che interessa di più i cittadini.
Leggo peraltro che la consigliera Nattero torna oggi su tale aspetto, ribadendo il suo punto di vista secondo cui la cessione delle quote “limiterà la fruibilità degli spazi per i cittadini”.
La posizione della Cons.Nattero, certamente rispettabile, è però del tutto avulsa dalla realtà e configgente con dati di fatto introvertibili, oltre che con documentazione a mani della collega.
Occorre essere chiari e non confondere i cittadini: non è la Porto di Imperia che decide quali zone del porto sono e saranno accessibili o meno, quali zone saranno destinazione pubblica esclusiva e/o mista, quali manifestazioni si potranno tenere nel Porto, quali funzioni potranno svolgersi nel Porto, ecc.
Tutto ciò è già deciso da anni ed è immodificabile senza il consenso del Comune: c’è una convenzione urbanistica ed una concessione demaniale che stabiliscono tali aspetti.
Conseguentemente, che la proprietà della società sia pubblica, mista o solo privata non sposta di una virgola “la fruibilità degli spazi per i cittadini”
Come ben sa la Consigliera Nattero, alla convenzione urbanistica è allegata una planimetria del Porto sulla quale sono evidenziate e fissate in modo immodificabile le varie destinazioni ed i livelli di fruibilità per i cittadini delle varie aree portuali (moli, banchine, passeggiate, piazze pubbliche, ecc).
In tale situazione, è di tutta evidenza che il possesso o meno di quote societarie in capo al Comune non incide su tale aspetto.
Occorre dirlo con forza e non confondere i cittadini, con dichiarazioni tanto infondate quanto maliziosamente suggestive.

Giuseppe Fossati, Capogruppo PdL

22/09/2009

Nattero (SpI)

“Nel mio intervento ho contestato che la vendita delle azioni del Porto sia stata decisa per ottemperare la normativa sulle società. In realtà il motivo sta nelle difficoltà di bilancio.
Con le entrate della vendita delle azioni la giunta Strescino copre le esigenze di spesa corrente, riesce a rispettare il patto di stabilità 2009 e i vincoli di bilancio precedenti. La giunta ha scelto la strada più facile e più comoda nell’immediato per sistemare il bilancio ma la più costosa per il futuro della città”.

Lo scrive Carla Nattero, Consigliere Comunale di ‘Sinistra per Imperia’, all’indomani dell’assise di ieri. “In Consiglio ieri sera – prosegue – gli esponenti della maggioranza hanno continuato a ripetere che non cambierà niente, addirittura che ci sarà un maggiore controllo del comune, facilitato dall’essere fuori dalla società. Non è vero. Un’area così vasta e così fondamentale in mano esclusivamente ai privati peserà in maniera determinante sul futuro della città. In primo luogo limiterà la fruibilità degli spazi per i cittadini. E poi condizionerà le sorti del porto di Oneglia, favorendone una destinazione funzionale al gigante porto turistico, governato da logiche esclusivamente private. Soprattutto condizionerà le prospettive economiche perché con la dismissione della quota pubblica i privati più facilmente gestiranno il porto come megaparcheggio di posti barca, senza dare nessuna importanza a quel che serve veramente alla città, cioè lo sviluppo dell’indotto e del lavoro. Nel mio intervento ho fatto anche una piccola storia della società per sottolineare che siamo all’atto finale di una storia che ha visto una costante e progressiva subalternità del pubblico ai privati. Il picco negativo in questo senso si è registrato quando si è affidato alla società Acquamare di Caltagirone la realizzazione delle opere portuali, concedendogli il 70% delle aree portuali complessive con prevalenza assoluta di quelle più redditizie e quindi garantendo a Caltagirone stesso la redditività di gran lunga maggiore. Questa scelta contrattuale è stata effettuata dal CdA della società senza coinvolgere in alcun modo il Consiglio Comunale e i cittadini di Imperia. Perché si è rinunciato alla costruzione diretta del porto da parte della Porto di Imperia,appositamente costituita, per dare una sorta di ’subappalto’ così rilevante a Caltagirone? La risposta è chiara: gli imprenditori locali hanno voluto azzerare il rischio di impresa e il Comune di Imperia ha accettato di porsi in una condizione di totale subalternità e di svendita ai privati. Data questa situazione la valutazione peritale ha un’importanza relativa. Perché certo il perito non poteva conteggiare quello che il comune ha conferito nel tempo senza mai farlo valere: dalle decine di miliardi di vecchie lire dei riempimenti al ‘regalo’ dell’Imperia Mare. Perché il perito in sostanza non ha potuto fare altro che valutare quello che alla fine del percorso è rimasto in mano al Comune, cioè il 10% del costruito, e la parte meno redditizia di esso.Cioè pochissimo rispetto a quello che il Comune ha effettivamente investito. Insomma altro che affarone. L’affarone è stato per Caltagirone e i privati locali. Il Comune invece ci ha messo decenni di rilevanti investimenti e altrettante garanzie politiche per le autorizzazioni e le progettazioni (senza le quali i privati non avrebbero potuto fare niente) e se ne va con un po’ di milioni -per sistemare il bilancio per qualche tempo- lasciando nelle mani dei privati una grande fetta della città. Insomma si tratta purtroppo di un’operazione tutta sbagliata, grave dal punto di vista della salvaguardia dell’interesse pubblico, un’operazione che caratterizza in maniera pesantemente negativa, adesso e nel futuro, l’operato del sindaco Strescino e della sua giunta”.

Carla Nattero, Capogruppo Sinistra per Imperia

Dal Mut (IdV)

Dario Dal Mut, consigliere comunale e capogruppo di Italia dei Valori ad Imperia, interviene sulla dismissione delle quote del porto.

“Leggo sugli organi di informazione odierna i commenti dell’acceso dibattito politico sostenuto da maggioranza ed opposizione nella serata di ieri sulla dismissione delle quote di partecipazione nella SpA porto di Imperia. Come ho sostenuto in Consiglio Comunale ieri sera, l’Italia dei Valori, essendo una nuova forza politica che si affaccia per la prima volta in consiglio Comunale, non ha gli elementi storici che hanno altri autorevoli consiglieri, che hanno vissuto in prima persona le vicende in questione.

L’IdV ritiene che la dismissione delle quote della SpA porto di Imperia sia una scelta non condivisibile non tanto per gli steccati che potrebbero essere messi ai cittadini Imperiesi per precludere loro l’accesso al porto, ipotesi peraltro incerta e che si potrà percepire eventualmente nel futuro, quanto la consapevolezza che lasciare completamente in mano ai privati la gestione di un porto turistico ha il rischio dell’impossibilità di intervenire nelle future strategie di gestione del porto stesso. Il privato declassa sovente le marine a semplici parcheggi per barche, attirando un turismo stanziale che fornisce guadagni minori ma certi e che permette di ridurre i costi all’osso. Questa politica favorisce solo coloro che usano la barca alla stregua di una seconda casa in Riviera, la vivono pochi giorni all’anno ed al ristorante ci vanno poco. Basta vedere quanto poco indotto arriva ogni anno dalla Marina degli Aregai: un’enorme contenitore di barche vuote per la maggior parte dell’anno e meno di dieci addetti per la gestione del porto stesso.

I Francesi, che queste cose le sanno bene, lasciano la gestione dei porti turistici al comune o alla Camera di Commercio, che rappresentano tutti i settori produttivi della città e che quindi non mirano solo ed esclusivamente alla massimizzazione degli introiti, come farebbe… o come farà una società privata.

La città di Imperia ha sacrificato due dei sette km di costa per la costruzione di una grande marineria. Secondo l’Italia dei Valori è essenziale che, per assicurare alla nuova marina il ruolo di volano per il turismo di questa città, la gestione sia mantenuta anche in mano pubbliche e quindi conservando le quote della Porto di Imperia SpA.

Questo è uno degli aspetti rilevati in Consiglio Comunale ieri sera. Certamente un’opinione e come tale opinabile ma concreta e reale che, tra le altre, hanno convinto l’Italia dei Valori a votare contro la vendita delle quote”.

Dario Dal Mut, Capogruppo Italia dei Valori

Indulgenza (Prc)

Nel programma elettorale del Popolo della Libertà non si anticipava certo ciò che si sta determinando oggi, con la messa in vendita delle azioni del Comune (33% del capitale).
E, manco a dirlo, la stessa coalizione di destra che ha stravinto per la terza volta in città non aveva fatto altro che assicurare agli imperiesi che i conti comunali e il bilancio dell’ente erano più che a posto.
Assicurazione che ora rientra tranquillamente e lascia il posto all’ammissione che c’è bisogno di rimpolpare le casse con un bel pò di milioni di euro per far fronte agli impegni ed evitare di sfondare nuovamente il patto di stabilità!
Ma occorre rilevare che quanto sta accadendo oggi era chiaramente prefigurato nel programma letto in quest’Aula dal Sindaco al momento del suo insediamento, laddove egli annunciava prossimi cambiamenti nella partecipazione dell’Ente alle gestioni più importanti.
Una grande infrastruttura che occupa un’area di 500.000 mila metri quadrati sta per essere messa completamente a disposizione dei privati. Un’area che davanti ha sé ha solamente il mare: il mare di Imperia, confine meridionale di questa terra e sua grande ricchezza, per l’oggi e per il domani.
La verità è che le attuali scelte amministrative stanno sistematicamente consentendo ai privati – a certi privati, in particolare – di spadroneggiare nella nostra città, ipotecando in gran parte lo sviluppo futuro e le ricchezze collettive. Grandi gruppi sostanzialmente consociati che, come noto, stanno realizzando porti turistici in tutta la provincia, grazie ad una posizione dominante sempre più chiara e netta.
Oggi si dice che a cessione delle quote va fatta perché l’ultima normativa in materia di concorrenza e mercato vuole che gli enti pubblici non tengano partecipazioni azionarie in gestioni che riguardino beni di interesse generale ma non inerenti a funzioni istituzionali degli enti medesimi. Tuttavia, per altre società partecipate dal Comune (Autostrade, Filse, ecc. ), che pure non svolgono attività di tipo istituzionale, l’Amministrazione si avvale della possibilità di tenerle ancora, come permettono le leggi). Ma, in ogni caso, occorreva attendere l’ultima normativa per accorgersi di ciò che si stava facendo e a cosa si andava incontro? Malgrado fossero chiari da tempo gli indirizzi normativi europei ed italiani, la creazione della partecipata “Porto di Imperia” spa avvenne comunque e mai è stata messa in discussione.
Anzi, si è proceduto, sin dal 2005, scegliendo di non mantenere una adeguata tutela degli interessi pubblici: rinunciando ai patti parasociali preesistenti e all’esercizio del diritto di prelazione del Comune sul 4% del capitale. Capitale passato ai privati con la mortivazione – ripetuta oggi nella delibera proposta – di dover “accrescere le competenze tecniche, commerciali di marketing all’interno della Porto di Imperia spa, nonché di permettere un rafforzamento finanziario-patrimoniale della Società”. Per l’appunto, come si dimostra appieno oggi: a favore dei privati!!!
Un porto grande e importante come quello in costruzione, dalle potenzialità strategiche, non va ceduto interamente ai privati e lasciato senza un ruolo pubblico effettivo. Si tratta di una infrastruttura così imponente (abbiamo sempre sostenuto che essa fosse sovradimensionata) che, se lasciata in mano a logiche esclusivamente privatistiche, essa condizionerebbe pesantemente la città e le sue economie, imporrebbe il prevalere solo di certi interessi e risucchierebbe dentro di sé le residue possibilità di uno sviluppo multivocazionale, come in tutta evidenza sta già avvenendo.
Che cosa dicono, rispetto all’evidenza di ciò, coloro che erano in Alleanza Nazionale prima della fusione nel Popolo della Libertà? Ma, soprattutto, cosa dicono, coloro che rappresentano la Lega Nord? Stiamo veramente difendendo gli interessi degli imperiesi d oggi e di domani? E come? Il porto rimarrà a loro? E come? Potendo passeggiare sui moli e ammirare yachts parcheggiati? Si vuol forse dire che la “fruibilità” equivale al pieno godimento? Che la disponibilità equivale alla sicurezza? La verità è che stiamo cedendo proprietà e gestione, e la partecipazione del Comune era la vera, unica garanzia di condizionamento!!!! Venendo meno i diritti reali esigibili dalla parte pubblica e la sua funzione di controllo, i proprietari e i gestori del porto assumeranno nel tempo – com’é logico attendersi – in base ai propri interessi, tutte le misure che riterranno per condizionare accessi e modalità di fruizione.
Eppure si è sempre sentito dire con enfasi insistita, da quando è partito il megaprogetto: “Imperia avrà il suo porto”, porto che – non dimentichiamolo – esso è stato reso possibile grazie al suolo guadagnato per decenni al mare e al sacrificio di un enorme impatto ambientale e sociale, inglobato il preesistente porto di Porto Maurizio. Parliamo dunque di ricchezze che appartengono in primo luogo ai cittadini imperiesi.
Inoltre, occorre aver chiaro che in gioco è l’intera portualità imperiese, non solo quella turistica. C’è anche un porto commerciale e peschereccio, ad Oneglia, attualmente sempre più assorbito in gestioni privatistiche, grazie alla politica schieratissima delle ultime amministrazioni comunali, cui solo la restituzione ad una conduzione pubblica adeguata può assicurare il sostegno e il rilancio di cui ha bisogno. E, non dimantichiamolo, la Porto di Imperia ha una partecipazione anche nella “Porto di Oneglia” spa, una delle scatole cinesi concepite e poste in essere proprio per prendersi l’intera portualità cittadina…..
In più, ad aggravare la cosa, c’è anche il fatto che si intende affidare alla “Porto di Imperia” la manutenzione del Parco Urbano, prefigurando una gestione da parte dello stesso soggetto che si sta interamente privatizzando. E’ facile immaginare quali conseguenze per la fruizione del parco!!!
Il fatto che ora l’Ammistrazione Strescino annunci di voler vendere le proprie quote evidenzia quanto segue:
- l’assetto societario e l’entità della partecipazione del Comune all’impresa del nuovo megaporto turistico, assolutamente favorevoli ai maggiori soci privati e alle loro alleanze, erano scontatamente predisposti all’attuale operazione;
- la privatizzazione dei beni comuni e delle risorse strategiche, ad Imperia, va avanti come da premessa (si tenga presente che si vuole vendere anche Villa Carpeneto);
- le disponibilità economiche del Comune sono in una situazione critica non più occultabile, come, abbiamo sempre sostenuto, con seri problemi per la spesa corrente e il il rischio dichiarato di uscire nuovamente dal patto di stabilità.
A fronte di una situazione tanto complessa e delicata, L’Amministrazione Comunale si fermi e valuti altre strade, a salvaguardia del ruolo pubblico e degli interessi degli imperiesi, anche interpellando gli altri Enti istituzionali che è opportuno cointeressare nella vicenda (Regione Liguria e Provincia).
Nel contempo, abbia l’umiltà di limitare gli investimenti pretesi malgrado le pesanti difficoltà di e ridimensionare progetti faraonici, come quello pomposamente chiamato “dal Parasio al mare”, eccessivamente costosi e destinati a stravolgere la zona di maggior pregio di Porto Maurizio, se non si vuole caricare un bilancio già precario, in una situazione di generale crisi, del peso ulteriore di impegni gravosi.

Pasquale Indulgenza, Capogruppo P.R.C.

Scritto da Angelo Amoretti

23 settembre, 2009 alle 12:50

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La mia candidata preferita non ce l’ha fatta [Quasi]

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L’avvocato Giuseppe Fossati, capogruppo del Pdl, in apertura del consiglio comunale di ieri sera, riguardo ai piccoli guai della mia candidata preferita, ha detto:

Ho appreso anche io a mezzo stampa di questa situazione. La Aimo avrà a disposizione dieci giorni per decidere o per eliminare i motivi di incompatibilità. Il successivo consiglio prenderà atto delle sue decisioni. Non vedo il problema.

Io invece lo vedo.
Tanto per cominciare la dottoressa Ida Acquarone (Pdl) si è schierata con l’opposizione e si è astenuta al momento della votazione che, secondo Carla Nattero, avrebbe dovuto essere maggiormente qualificata (lo leggo su Sanremonews nda).
Fatto sta che problemi ne abbiamo due: la Aimo ha un piede dentro e l’altro fuori, la Acquarone pure.
Solo che la Acquarone è dentro, la Aimo è fuori. Se permettete c’è una bella differenza.
Sono in attesa di leggere le dichiarazioni della Acquarone che, lo ricordo per chi se lo fosse dimenticato, zitta zitta alle ultime elezioni ha avuto ben 313 preferenze: una in meno di Benedetto Adolfo che non è un democristiano per modo di dire. Quindi un peso ce l’ha e oggi possiamo tranquillamente affermare che le sorti della maggioranza sono nelle mani della Ida Acquarone.
Vorrei sapere cosa le è saltato in mente.
La mia candidata preferita è ben voluta da tutta la maggioranza, escluso una sua collega di partito? C’è qualcosa che non quadra e bisognerebbe che qualcuno intervistasse la dottoressa per chiederle cosa l’abbia spinta a fare quel gesto inusuale: schierarsi con l’opposizione.
Vedo la mia candidata preferita in questa foto tratta da Sanremonews e scattata non so dove e mi commuovo.

Luciangela Aimo

Si era agghindata per la seduta con la serietà di chi va a una prima teatrale, sicuramente avrà già avuto pronto un suo intervento che sarebbe stato memorabile.
Uno di quei discorsi che non riesci a capire alla prima, ma che in sostanza significa: “Sono di qua, ma non escludo di andare di là a fare il capogruppo della DC. La DC non c’è? Faccio la capa di me stessa!”
E io ero lì che trepidavo, quando è arrivata la doccia fredda. In fondo, comunque, ci voleva: alle 11 di sera alla Marina c’erano 26 gradi (se non è vero andatevela a prendere con il fratello Gino che me l’ha detto stamattina).
E così siamo daccapo e bisogna ancora aspettare.
La scorsa notte l’ho sognata: era arrivata d’impeto e in ritardo al Comune. Aveva parcheggiato l’Aimobile (come l’ha chiamato un commentatore) con una ruota anteriore sopra uno dei vasi che sono davanti al portone di entrata, dopo essersi fatta due moto dei vigili, un vigile e la breve scalinata e, giunta in sala, aveva pronunciato le fatidiche parole: “Tempo scaduto, levatevi di torno”. Ma perché non c’erano Pracarica e Dalla Palma.
La voglio così, combattiva e con l’Aimobile ammaccato, i capelli spettinati e gli orecchini che le arrivano fin sotto le ascelle. Alla fine della legislatura (è così che si dice?) gliene regaliamo uno a pedali.

Scritto da Angelo Amoretti

22 settembre, 2009 alle 18:10

All’asta i putti della fontana di P.za Dante

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Il collettivo Abusivissima, che lo scorso 29 agosto aveva organizzato questa, per stasera alle 18.30 si è inventata un’altra simpatica goliardata: vendere all’asta i putti della fontana di Piazza Dante.
In un comunicato diramato su Facebook, si legge:

ASTA PUBBLICA: PUTTI FONTANA DI PIAZZA DANTE

lunedì 21 settembre ore 18,30 piazza dante …
accorrete numerosi, un pezzo della fontana potrà essere vostro!
Abbiamo deciso di venire incontro all’amministrazione partecipando alla campagna di solidarietà e raccolta fondi per risanare il problematico bilancio comunale.
Voi ben sapete che la Fontana Piazza Dante s.p.a. è così composta:
-33 % in possesso della fontana marcia s.p.a.
-33% in possesso di fontana sviluppo s.p.a.
-33 % patrimonio comunale.

Il comune ha deciso per il nostro bene, causa annosa questione del bilancio, di cedere le quote del porto di cui è in possesso, questo perchè alla scelta obbligata di vendita ha voluto preservare alla nostra città la gloriosa fontana. Non ci meritiamo tutto questo sacrificio, perciò essendo cittadini diligenti abbiamo deciso che lunedì 21 alle 18,30 (per il bene di tutti) venderemo almeno i piccoli Putti che da decenni irrorano vasche ed aiuole con gioiosi sorrisi e spruzzatine.
Pare che alcuni armatori russi, cercando oggetti di decoro ad alto valore artistico, siano interessati in particolare modo al Putto che fa fuori uscire le dolci acque dal suo piccolo pesciolino.
Confidiamo però che la transizione possa concludersi con un acquirente italiano, data già la pesante situazione di immigrazione in cui versa la città ed il difficile contesto in cui si trova il quartiere ormai conosciuto come ghetto Via Cascione (zona da tempo pervasa di spaccio, prostituzione e culti pagani). Ci riserviamo, se sarà necessario, di vendere i famosi orologi della via, oggetti di culto il cui manifesto interesse dello sceicco del Quatar è ormai sotto gli occhi di tutti.
L’asta è ora aperta.
Buon acquisto.

COLLETTIVO ABUSIVISSIMA

Totò vendeva la Fontana di Trevi a Decio Cavallo, qua, nel nostro piccolo, vendiamo le quote del Porto turistico a chissà quale gorgonzola. Le scamorze, nello specifico, siamo noi cittadini.

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Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2009 alle 9:13

La mia candidata preferita ce l’ha fatta! [Quasi]

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Me lo sentivo: in un modo o nell’altro, questa volta la mia candidata preferita ce l’avrebbe fatta a sedere in consiglio comunale.
Certo, ci stava arrivando a piccoli passi: un collega si è dimesso perché eletto presidente qua, l’altro perché eletto in una partecipata là, ma stavolta era fatta.
Luciangela Aimo (Pdl), un nome una garanzia, ha avuto ben 153 voti dagli imperiesi (vorrei congratularmi personalmente con ognuno di loro che l’hanno votata, ma approfitto dell’occasione per abbracciarli tutti insieme) e grazie alle dimissioni degli uno e degli altri, alla fine si è trovata la porta del Palazzo Comunale spalancata.
Ho sentito dire, ma sono le solite voci maligne, che in effetti le nomine alle partecipate ruotavano intorno al suo nome: se mettiamo questo qua e quell’altro là, Luciangela Aimo entra in Consiglio. Ma alla fine ha prevalso il buonsenso.
Senonché…Ci sarebbe un intoppo, forse escogitato per impedire alla mia candidata preferita di andare a sedere in consiglio comunale.
La bella candidata, infatti, a ridosso della “Notte delle bollicine di Imperia”, ha beccato una multa dai vigili urbani che le hanno fatto un bel verbalone e tolto 15 punti dalla patente [chissà che avrà mai combinato? nda]. Lei ha fatto ricorso al Prefetto e in pratica si è messa contro il Comune.
Leggo su Sanremonews che chi è in lite con il Comune non può essere consigliere comunale.
Così la Aimo è davanti al bivio della sua vita. Niente rotonde, un bivio secco come quelli di una volta: andare a fare il consigliere comunale e farsi ritirare la patente o tenersi la patente e rinunciare alla poltroncina. Oddio, so che potrebbe prendere una via in contromano, ma aiutiamola!
Per quanto mi riguarda preferirei che si facesse ritirare la patente e andasse a sedersi in consiglio per un bel po’ di ragioni che vado a elencare.
Immaginatela senza la patente: il suo simpatico Suv verrà parcheggiato da qualche parte e non lo rivedremo più per due o tre anni. Magari lo darà in mano a qualche parente, ma credo che alla Fiera del Libro, per esempio, non lo vedremo più in divieto di sosta. E questa è una buona notizia, non vi pare? In caso remoto di elezioni anticipate non la vedremo più girare con il suddetto Suv ricoperto dai suoi manifesti elettorali.
Al cellulare potrà parlare, ma andando a piedi, così invece di stirare qualcuno con il Suv, al limite gli darà una spallata sul marciapiedi.
Lo so, lo so che molti suoi colleghi si sono infuriati e che addirittura pare abbiano fatto presente il comportamento scorretto nientepopodimenoché a qualcuno molto in alto, ma non andiamo a vedere le sottigliezze, sù!
E poi un sistema ci sarebbe, se prorpio vogliamo dirla tutta: l’auto blu. Lei non potrà andare con il Suv alle sedute? E chi se ne frega, l’andiamo a prendere con l’auto blu, la scarichiamo sulla porta del Comune, aspettiamo che il consiglio sia finito e la riportiamo a casa. Ci vuole tanto?!
E provate a immaginare i suoi interventi in diretta mondiale su Imperia TV. No, no, scusate la volgarità, ma le sue chiappette le vedo meglio su una poltrona in Comune piuttosto che sul sedile di un Suv.
E poi l’opposizione ha bisogno di gente come lei.
Ricordate il suo volantino elettorale che circolava ancora prima delle candidature ufficiali?

Update del 19 settembre 2009: Il Secolo XIX di oggi dice che alle scorse elezioni la mia candidata preferita era nelle liste dell’Udc. Mettiamo una cosa in chiaro:
a) lei non è mai stata cattocomunista
b) era nelle liste di Forza Italia.
c) prese la bellezza di 48 voti.
Dice anche che alle ultime elezioni era stata la prima dei non eletti, ma non è vero: prima di lei c’erano altri candidati che sono successivamente approdati in consiglio perché agli altri sono state assegnate poltrone in Giunta.
A tal proposito chiedo: dove è finito Paolo Petrucci?

Scritto da Angelo Amoretti

18 settembre, 2009 alle 21:42

Arriva la centrale a biomasse

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L’amico Marco Ballestra di Alzalatesta.net ne ha scritto qui e me lo ha segnalato su Facebook.
Ieri sera un amico mi ha accennato la notizia e mi ha spiegato che vicino al capannone dove dovrebbe stabilirsi il centro sociale la Talpa e l’Orologio,  a Barcheto, verranno installati due motori marini (ma in seguito ce ne saranno altri) in grado di bruciare oli di derivazione vegetale (400 litri/ora), ma in sostanza possono anche bruciare gasolio o oli lubrificanti esausti recuperati da officine o di altro tipo, tuttoggi messi al bando per il loro alto pericolo cancerogeno sul tipo di quelli da trasformatore.
Questi motori possono girare in continuo anche dieci anni senza alcuna manutenzione liberando nell’aria sostanze dannose alla salute. In pratica sarebbe come avere un inceneritore sotto casa.
Tanto Vi dovevo per Vostra opportuna conoscenza.
Distinti saluti.

Scritto da Angelo Amoretti

15 settembre, 2009 alle 17:11

Previsioni meteo sbagliate: Marco Scajola contro la RAI

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Il vicesindaco Marco Scajola se la prende con la RAI per via delle previsioni del tempo sbagliate sulla nostra isola felice, perlomeno dal punto di vista climatico.
Ha ragione. Da parte mia avevo già fatto notare questo e questo (non posso prendermela con la RAI: devo pedalare ancora un po’). Solo che Diego David, che ha firmato l’articolo riportato qua sotto, ci mette il carico. E che carico!

Imperia: Marco Scajola attacca la Rai su previsoni meteo

Duro affondo da parte del vicesindaco di Imperia Marco Scajola contro il servizio meteo della Rai stamattina a Palazzo civico a margine di una conferenza stampa. Ha detto Scajola:”Chiederemo alla Rai di escludere Imperia dalle previsioni del tempo. In questo fine settimana sul Ponente ligure nelle tavole dele previsioni c’erano sempre nuvole e pioggia e questo ha danneggiato non poco l’afflusso di turisti al nostro Raduno dei motoryacht”.

“Mettetevi dei panni – ha aggiunto il vicesindaco – di una famiglia lombarda che vede le previsioni del tempo, se minaccia pioggia non si mette certo in viaggio verso Imperia. Non è la prima volta che capita e non capisco perchè la Rai non si metta in contatto con Portosole dove opera un professionista serio come Achille Pennelatore, in fondo basta un fax o una mail… “. Giova ricordare che al Comune di Imperia fa capo uno dei più antichi osservatori esistenti in Liguria, quello di piazza Roma ora diretto dal dirigente del settore ecologia Beppe Enrico.

Infatti, la Giunta Strescino appena insediata nello scorso giugno non aveva rinnovato il contratto allo storico responsabile dell’Osservatorio meteosismico del capoluogo il professor Nicola Podestà, ufficialmente allo scopo di “razionalizzare” le risorse finanziarie, anche se Podestà, per impedire l’ingresso del quale era stata sostituita la serratura dagli addetti comunali, si era reso disponibile a collaborare gratuitamente. L’allontanamento di Nicola Podestà aveva sollevato una ridda di polemiche con la creazionre anche di un gruppo su Faceebook a sostegno del geofisico imperiese. Stamattina la presa di posizone del vicesindaco.
Diego David – Lunedì 14 Settembre 2009 ore 14:12

Scritto da Angelo Amoretti

14 settembre, 2009 alle 15:14

Villa Magnolie, gioiello della Provincia, diventa liceo

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Domani sarà il giorno di Villa Magnolie. Nel senso che il vecchio edificio, carico di storia, rimesso a nuovo da un attento restyling, torna a vivere dopo un paio di decenni da quando la scuola media dei Padri Dottrinari, dove hanno studiato decine e decine di sanremesi e non, aveva cessato di esistere e la villa aveva vissuto tra luci ed ombre, inizialmente destinata ad essere un albergo di lusso con un progetto che non è mai decollato.
Da lunedì, invece, ospiterà parte del Liceo cittadino. Il «Cassini» vi trasferirà le sue classi terminali mantenendo la sede principale nell’ex Hotel Excelsior di corso Cavallotti. Una svolta epocale per Villa Magnolie che, domani, alle 11, sarà celebrata da una solenne cerimonia inaugurale presenti il ministro Claudio Scajola, il vescovo Alberto Maria Careggio, il dirigente scolastico provinciale Anna Maria Dominici e quello provinciale Anna Maria Giuganino. Previsti tre interventi: quello del presidente della provincia Gianni Giuliano, padrone di casa, del sindaco Maurizio Zoccarato e dello scrittore-matematico Piergiorgio Odifreddi, docente all’Università di Torino, che parlerà del rapporto tra Italo Calvino, l’allievo più celebre della storia del «Cassini» e la scienza. Seguirà la benedizione del nuovo edifico da parte del vescovo e, dalle 15 alle 18, con un’iniziativa abbastanza inusuale, le porte della villa saranno aperte a chiunque vorrà visitarla. «Si tratta di un sogno che si avvera – dice Gianni Giuliano, presidente della provincia – Una soluzione che permette di ottenere spazi e strutture adeguate per una delle scuole del Ponente ligure di maggior tradizione e prestigio in cui sono cresciuti studenti che hanno lasciato il segno nella storia culturale del nostro paese come lo scrittore Italo Calvino e il giornalista Eugenio Scalfari».
La villa, su tre piani, era stata acquistata dalla Provincia quattro anni fa per 8 milioni di euro; altri 4 sono stati investiti nel restauro, opera della ditta Tecnoedile di Genova e della Cooperativa Archeologica di Firenze. Progettisti l’architetto Rosangela Bracco (per le opere architettoniche e di restauro), l’ing. Piero Delaude e l’ing. Michele Russo (progettazione e direzione lavori, opere strutturali e impianti).
La nuova sede liceale conterà su 15 nuove aule con annessi servizi, un’aula magna e uffici amministrativi. Dal prossimo anno conterà anche su una palestra su un’aula di informatica non ancora completate: il cantiere andrà avanti nei prossimi mesi senza interferire nell’attività didattica. Il cantiere avrà, infatti, per tutta la durata dei lavori, un ingresso separato dal liceo che conterà anche su un parcheggio con 250 posti-motociclo.
La Stampa, 11 settembre 2009

Già da quest’anno sono stati stanziati finanziamenti ulteriori per l’edilizia scolastica. A disposizione 1 miliardo di euro autorizzati dal Cipe che si aggiungono a quelli previsti dal piano triennale per la messa in sicurezza degli istituti scolastici. Inoltre, abbiamo chiesto a Regioni ed Enti Locali di stilare l’anagrafe strutturale e non strutturale delle scuole italiane.
Ministro Mariastella Gelmini, 10 settembre 2009

Mi auguro che la collaborazione tra Imperia e l’Abruzzo prosegua – ha commentato l’assessore Franca Rambaldi – e che si crei una sorta di ‘gemellaggio’ per non dimenticare la calamità naturale che li ha colpiti”.
Sanremonews, 24 agosto 2009

A Villa Magnolie è tutto a posto dal punto di vista della sicurezza, nel malaugurato caso dovesse verificarsi un terremoto?

Scritto da Angelo Amoretti

11 settembre, 2009 alle 8:45