Archivio per il mese di giugno, 2010

Generazioni

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I giovani aspiranti Berlusconi oltre a doversela vedere con i mangiapreti e i mangiabambini, devono fare i conti anche con Generazione Italia.
E’ questione di generazioni.

Scritto da Angelo Amoretti

12 giugno, 2010 alle 18:10

La legge bavaglio colpira’ anche ImperiaParla

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Non listo a lutto il blog, ma se la legge bavaglio passerà, anche i miei miei blog avranno vita dura.
Per capire come potrebbe essere aggirato questo scandalo, riporto l’articolo di Federico Mello su Il Fatto Quotidiano di oggi:

Sarà possibile ‘linkare’ gli atti processuali riportati integralmente su siti e blog stranieri

Approvata la legge sulle intercettazioni, parlamentari e uomini di governo adesso possono iscriversi a un bel corso di informatica. Sarà in Rete che troveranno spazio notizie e documenti vietati dal bavaglio italiano. Silvio Berlusconi, che voleva una norma ancora più dura, “non sa navigare sul Web” – come ha confessato il fido Mario Valducci – e non ha messo in conto che nell’epoca della comunicazione digitale, è impossibile imprigionare informazioni dentro confini geografici. Come potrà la Rete venire in aiuto a organi di stampa e blog che vogliono informare? Tutto è affidato a siti internazionali che potranno pubblicare intercettazioni e atti d’indagine. Gli organi d’informazione e i blog italiani potranno linkare documenti e, avvalendosi del diritto di cronaca, dare le notizie.

Aprire un sito. Aprire un sito Internet è un’operazione ormai alla portata di tutti. È sufficiente acquistare o affittare spazio su un server e installare un apposito software per la pubblicazione di pagine Web. In Italia si può naturalmente scegliere anche un server straniero: dall’India alla California sono migliaia le aziende che con un centinaio di euro all’anno offrono assistenza h24 e spazio illimitato.

Siti Web all’estero. Non è sufficiente che il server di un sito sia all’estero per non dover sottostare alla legislazione italiana. Come indicato dalla direttiva europea sul Commercio elettronico, fa fede invece la residenza dell’editore (o del singolo) a cui è intestato lo spazio sul server e il nome di dominio (ovvero l’indirizzo web).

Intercettazioni all’estero. L’editore di un sito (cittadino o società) di uno Stato estero che ha i server ubicati fuori dall’Italia, non deve sottostare alla legge sulle intercettazioni. Singoli blogger, testate online, portali web di quotidiani non italiani, potranno tranquillamente pubblicare intercettazioni e atti di inchieste italiane.

Cosa riportare. Cosa possono riportare le testate italiane di un’intercettazione vietata in Italia e pubblicata da un sito web all’estero? Se per esempio, il blocco delle intercettazioni fosse già in vigore, i giornali cosa avrebbero potuto raccontare degli imprenditori della cricca che ridevano la notte del terremoto? “Se fosse apparsa su siti esteri, i giornali italiani avrebbero potuto dare la notizia – ci dice Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale – La stampa ha il diritto di informare, una norma che vietasse di dare la notizia, sarebbe incostituzionale”. Per fare un altro esempio, ipotizzando un nuovo caso Scajola, con intercettazioni pubblicate all’estero si potrebbe scrivere: “Il tale portale di news, riporta che secondo un’intercettazione telefonica la casa del tale uomo politico sarebbe stata pagata da terzi”.

Come collegarsi dall’Italia. Nel mare magno della Rete potrebbero proliferare in maniera esponenziale atti e intercettazioni italiane pubblicati all’estero. Per districarsi in questa selva oscura bisogna affidarsi all’attendibilità di testate giornalistiche o blog, che potranno linkare pagine web dove sono pubblicati documenti che interessano ai propri lettori. Un link, infatti, non è una “pubblicazione” ma una “segnalazione telematica” non vietata dalla legge appena approvata.

Bloccare un sito dall’Italia. Attualmente la magistratura può imporre ai fornitori di servizi in Italia (quelli che ci portano la connessione a casa) di inibire l’accesso a siti specifici. Ma, come spiega l’avvocato Guido Scorza, esperto di legislazione digitale “si possono rendere non reperibili singoli siti web solo per reati di pedopornografia e di giochi d’azzardo”. La pratica di oscuramento, inoltre, agisce su interi domini: se la magistratura decidesse di bloccare, per esempio, una singola pagina del Paìs, dovrebbe inibire dall’Italia l’accesso all’intero portale del quotidiano spagnolo.

Anche Wikileaks. C’è infine il caso di siti web che si sono dati come missione la pubblicazione di documenti considerati top-secret e la strenua difesa delle loro fonti. È il caso di Wikileaks (definita “la Cia del Popolo”) che lo scorso aprile pubblicò il video di un attacco americano contro civili a Baghdad: morirono in 12 e le immagini del massacro fecero il giro del mondo. Raggiunto dal Fatto Quotidiano il fondatore Julian Assange promette: “Nel caso la legge sulle intercettazioni venisse approvata definitivamente, possiamo aiutare l’informazione italiana pubblicandole anche noi”. Come lui, anche Francois Julliard, segretario di Reporter sans Frontières, ha dato la disponibilità a ospitare documenti italiani.

Da il Fatto Quotidiano dell’11 giugno 2010

Scritto da Angelo Amoretti

11 giugno, 2010 alle 12:20

Pubblicato in Attualità

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Incontri altamente raccomandati

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Agli albori della lotta armata

Giovedì 10 giugno, ore 21.30 all’Arci Camalli di via dei Bastioni di mezzo, a Imperia-Oneglia, Paolo Piano presenta il libro “La banda 22 ottobre“.
Nella ricostruzione delle vicende della banda “22 ottobre” (1969-1971) c’è almeno un punto in cui la verità storica e quella giudiziaria convergono: che fu Mario Rossi (n.1942) a pensarla, organizzarla e a guidarla sino al suo epilogo. E poiché all’epoca Rossi aveva 27 anni significa che il suo progetto, al di là delle adesioni che ricevette da uomini di generazioni precedenti alla sua, conferma del proverbio arabo che ognuno di noi è più figlio del suo tempo che del proprio padre.

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Crisi economica e prospettive di cambiamento.

Venerdì 11 giugno alle 17.30, presso la Sala dei Comuni del Palazzo della Provincia, in Corso Roosevelt, la Federazione di Imperia di Rifondazione Comunista organizza un incontro con il Prof. Alberto Burgio, docente di filosofia all’Università di Bologna e autore del saggio “Senza democrazia. Un’analisi della crisi“.

Scritto da Angelo Amoretti

9 giugno, 2010 alle 19:02

Viabilita’ delle frazioni

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Ieri pomeriggio in via Berio c’è stato un incidente per fortuna senza serie conseguenze e oggi su La Stampa si leggono lamentele da parte di tutti, commercianti compresi, sullo stato del manto stradale e della segnaletica orizzontale.
Ora che c’è stato l’incidente, e di recente anche la caduta di un uomo e una donna, probabilmente tutto sarà rimesso a posto: è da vedere se i costi dovrà accollarseli l’Italgas o l’Amministrazione comunale, ma l’importante è che siano presi provvedimenti in fretta.
Mentre in via Berio le macchine facevano l’autoscontro, ero a Poggi, ridente frazione del nostro comune. Con grande piacere ho notato che sulla strada, attraverso il paese, c’è una serie di dossi, fin oltre la chiesa: quelli che servono a far rallentare, anche se qualcuno dice che sono pericolosi perché farebbero da “trampolino” di lancio per gli scooter.
Così mi è venuto in mente che anche gli abitanti di Clavi, molto tempo fa, avevano chiesto al comune, tramite raccolta di firme, che almeno tre o quattro fossero messi nella via provinciale che attraversa il paese, che è molto più veloce e trafficata di quella di Poggi. Ma a Clavi non si è ancora visto nulla.
Approfitto dunque di questo mezzo di comunicazione per chiedere al Sindaco di fare in modo che detti dossi siano posizionati il più presto possibile. Ne bastano quattro: uno dalle parti del bivio per Torrazza; l’altro all’altezza della fontanella e gli ultimi due prima e dopo la curva.
Faccio notare che se ancora non ci sono stati incidenti è un puro caso, dal momento che la provinciale è assai trafficata e che bambini e anziani corrono seri pericoli nel percorrere quel tratto di strada.
Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

9 giugno, 2010 alle 17:15

E le fonti?

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Oggi Il Secolo XIX  titola in prima pagina: “Intervista all’ex Ministro – Sono pulito, qualcuno pagherà – Scajola: inchiesta deformata dai media. La Dia sequestra carte sul porto”.
Detto che in quella lunga intervista non viene spiegato un bel niente agli italiani e ai suoi elettori, e che l’onorevole ha facoltà di non farlo: in fondo non è indagato e dal punto di vista legale non deve difendersi, mi meraviglio che sia Riviera24 che Sanremonews riportando alcuni stralci di detta intervista, citano (Riviera24) un non meglio identificato “quotidiano” e nulla (Sanremonews).
Ma sui loro siti scrivono che se citi loro, devi indicarlo con tanto di link.
Curioso, vero?

Scritto da Angelo Amoretti

7 giugno, 2010 alle 12:48

I pirati dell’Iva

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E’ da stamattina che aspetto di vedere online l’interessante articolo di Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano di oggi e finalmente l’ho trovato.
Ve lo segnalo perché a suo tempo, in vari post e commenti, ho sempre sostenuto che gli yacht e i maxi yacht portano in sé, alla città e alle casse dello Stato, ben poco beneficio e questo articolo lo dimostra.
Ferruccio Sansa, ve lo rammento, ha scritto “Il partito del cemento” con Marco Preve .

Scritto da Angelo Amoretti

4 giugno, 2010 alle 17:33

Nuova viabilita’a Imperia

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Un lettore interviene sulla probabile futura viabilità:

Ho appena letto le nuove proposte del nostro dinamico Assessore alla viabilità e le correzioni che puntualmente seguono a importanti iniziative già prese.

Dopo le corsie per i bus fantasma sulla strada più veloce di tutto il comune che ha tolto centinaia di posti auto e coperto di ridicolo la città, ecco arrivare la proposta di istituire il doppio senso in Corso Roosevelt. Capisco le insistenze di alcuni residenti, ma la realtà è che verrebbero a mancare i posteggi che, specialmente con le scuole aperte sono già adesso notevolmente insufficienti.
Poi, come farebbero le auto a svoltare a sinistra all’incrocio dei due leoni che è in piena curva? Per sicurezza, dovrebbero svoltare verso destra per ritornare indietro all’incrocio con Via Siffredi con conseguente aggravio di tempi e traffico verso Porto. A meno che non venga installato un costoso semaforo ai due leoni!

In Piazza della Vittoria si vuole ritornare al vecchio sistema ed è la scoperta dell’acqua calda! Io lo avevo detto da subito che l’inversione era un errore e tale si è dimostrata. Invece bisognerebbe istituire il senso unico a salire in via J. Amoretti, strada pericolosissima ove centinaia di auto vengono posteggiate in divieto e dove, neanche in rimozione forzata si fanno multe. (Vedi ospedale al mattino dove regna il caos).

Purtroppo questi “esperimenti” costano molto in segnaletica nuova e manodopera degli addetti comunali, mentre le strade delle frazioni sono lasciate allo sbando, come nella strada di Montegrazie ove non si taglia neanche la pericolosa vegetazione ai lati e, oltre al pericolo costante di incidenti per la carreggiata ristretta, si vive nel degrado assoluto fra erbacce, discariche abusive, depositi edili caotici, cedimenti di careggiata e asfalto da terzo mondo.

Il problema di Imperia è che mancano le strade e, giocando con pittura e cartelli, non si risolve niente. Ma, purtroppo si è sempre scelta questa strada e nessuno ormai parla più di Aurelia bis!
L.G.

Scritto da Angelo Amoretti

4 giugno, 2010 alle 7:32

Discarica di Ponticelli sotto sequestro: gli sviluppi

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Vincenzo Giacovelli della Uil: «Abbiamo letto con stupore le dichiarazioni di Pizzimbone. Ho detto ai lavoratori di valutare bene le proposte fatte dall’azienda e sabato daranno una risposta. Non è però accettabile che 11 dipendenti restino fuori dall’accordo, non possiamo creare discriminazioni. In ogni caso di auguriamo che la discarica possa venire riaperta al più presto, in modo da risolvere la questione per il personale e per i cittadini della provincia, che rischiano di accollarsi nuove spese. Come sindacato dialogheremo con tutti, comprese Regione e Provincia, per trovare una soluzione. Ci auguriamo anche che la magistratura dimostri sensibilità e realizzi le verifiche in tempi brevi».
La Stampa, 3 giugno 2010

Come sappiamo un’area della discarica di Ponticelli è sotto sequestro e a seguito di ciò, il primo provedimento che è stato preso dai proprietari è stato quello di licenziare 17 dipendenti.
Pizzimbone, che ha un cuore d’oro, avrebbe trovato una soluzione per 6 di loro, ma la Uil non ci sta: “o tutti o nessuno” è in pratica il pensiero di Giacovelli.
Mi meraviglio che si auguri una veloce riapertura della discarica perché con tutto il rispetto per la classe operaia che, come noto, andrà in Paradiso, mi chiedo, e so che è una domanda delicata da un milione di euro, se sia più importante l’occupazione in quel posto di diciassette persone – e in genere, per natura, sono dalla parte degli operai – o la salute di altre due o tre mila che  ci vivono nei dintorni.
Voi cosa ne pensate?

Scritto da Angelo Amoretti

3 giugno, 2010 alle 9:18