Archivio per il mese di novembre, 2010

Porto e Consiglio comunale blindatissimi [Full Metal Jacket]

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Nel comunicato stampa diramato dal PDL lo scorso 13 novembre e, a quanto è dato capire, firmato dal capogruppo Alessandro Gazzano e dal Consigliere Stefano Pugi, ci sono alcune cose che mi fanno riflettere.
Non scrivo a nome della sinistra né a quella della minoranza consigliare perché non ne ho alcun titolo: scrivo a nome personale, convinto di interpretare il pensiero di una certa parte di cittadini che, tra l’altro, non è per fermare i lavori del porto. L’ho già scritto e lo ribadisco: sarebbe una catastrofe per tutti. Quindi lasciamo perdere queste sterili polemiche secondo cui si vuole “allarmare la città” un giorno sì e l’altro pure, a detta di Gazzano e Pugi.
Credo che la sinistra non faccia altro che il suo dovere: controllare che sia tutto in regola e informare i cittadini.
Che probabilmente, e giustamente, sarebbe quello che farebbero, a posizioni invertite, il PDL e la Lega, se fossero all’opposizione.
Mi pare che nel comunicato in questione ci sia un po’ di altezzosità, quando si scrive che i consiglieri del centrosinistra “non credano quindi di portare in Consiglio mozioni relative a problemi sui quali l’Amministrazione, rafforzata dalla Delibera approvata, sta già lavorando da tempo ” perché fino a prova contraria, per fortuna, una certa libertà di parola esiste ancora e il Consiglio Comunale è proprio la sede in cui ci si confronta, in democrazia.
Per quanto riguarda il “fantomatico” libro bianco redatto da Paolo Verda e Giuseppe Zagarella, consiglieri di opposizione, ho il presentimento che sia molto meno “fantomatico” del sondaggio di cui parlava il sindaco Strescino, secondo il quale la maggioranza dei cittadini vuole un porto così.
Attendo con curiosità di leggerli tutti e due e nel frattempo, senza voler allarmare nessuno, ritorno a quanto scrissi lo scorso 10 novembre: lo sapevano o no cosa stavano votando i consiglieri comunali di maggioranza quando votarono a favore del nuovo porto con tutto il suo contorno?
Lo sanno questo? E questo?
Curioso che un cittadino faccia notare il degrado di un parco urbano inaugurato in pompa magna non molto tempo fa, e che l’assessore competente invece di prendere urgenti provvedimenti, cerchi di aggirare l’ostacolo dando la colpa all’incuria dei cittadini.

Scritto da Angelo Amoretti

15 novembre, 2010 alle 12:49

Champagne per tutti!

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BERE VA BENE, MA SENZA ESAGERAZIONI

Angelo Dulbecco che frequenta il Fieramosca ammette: «Prendere champagne al tavolo rende la serata più divertente però non ci sogneremmo mai di bere così tanto da star male e quindi da non essere in grado di tornare a casa in auto senza problemi»
Il Secolo XIX – 15 novembre 2010

Angelo Dulbecco è consigliere comunale del PDL a Imperia.
Loro, quelli del partito dell’amore che bevono champagne senza esagerazione, avevano un altro sogno: colmare un vuoto.
E’ quello che si legge sui manifesti in giro per la città in questi giorni: c’è una foto panoramica del porto [vera, non come questa, nda] in cui appare anche il depuratore inaugurato qualche anno fa, con su scritto: “Avevamo un sogno…colmare un vuoto. Continua…”
In attesa della continuazione e tralasciando tutte le altre cose che mi vengono in mente pensando a quel “colmare”, mi limito a scrivere che anche io ho un sogno: vedere in galera i furbetti del moletto e un secondino buttare a bagno le chiavi, proprio là, nel vuoto colmato.

Scritto da Angelo Amoretti

15 novembre, 2010 alle 10:25

E’ morto Elio Lanteri

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E’ morto Elio Lanteri, a mio giudizio uno dei più grandi intellettuali del ponente ligure.

Elio Lanteri
foto: Il Secolo XIX

Lo avevo frequentato per un po’, prima e dopo l’uscita del suo capolavoro narrativo.
Lo incontravo al bar del Porto, prendevamo un caffè e poi passeggiavamo sulla banchina e lui mi parlava di Biamonti, Saramago e Genet. Io non ci capivo molto, ma sarei stato ad ascoltarlo per delle ore.
Perlomeno è rimasta una grande testimonianza: “La ballata della piccola piazza”. Leggetelo, se ancora non l’avete fatto, perché cose così, scritte da un narratore del ponente, se ne leggono poche.
I funerali si terranno in forma civile lunedì 15 novembre alle 15.30 al cimitero di Costa d’Oneglia.
Mi auguro con tutto il cuore che presto gli sia dedicata almeno una via e più avanti si potrebbe organizzare qualcosa in sua memoria.
Ciao, Elio!

Scritto da Angelo Amoretti

13 novembre, 2010 alle 18:55

Pubblicato in Personaggi

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Istanze di stampo commerciale?

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Il Secolo XIX di ieri ha riportato la ricostruzione fatta dalla magistratura sulle vicende del nuovo porto di Imperia.
Voglio sperare che gli accertamenti che stanno venendo alla luce, non si limitino solo al fatto che non è stata Beatrice Cozzi Parodi a presentare Francesco Bellavista Caltagirone a Claudio Scajola e bla bla bla sennò basterebbe riprendere in mano e rileggere per bene il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il Partito del Cemento”: era già più o meno tutto scritto lì, di quello che si conosce ad oggi.
Oppure, se si vuol fare una lettura un po’ più leggera dal punto di vista investigativo, bisognerebbe leggere anche “La tana degli alberibelli”: qualche traccia si trova anche lì, sebbene frutto della fantasia del romanziere Marino Magliani.
Detto questo, ancora non riesco a non meravigliarmi quando leggo una frase del genere:

La sera del 26 marzo 2006 in un dibattito tv, Scajola racconta come si è giunti a “scovare” l’imprenditore.
«Caltagirone? – rivela – Era in elicottero con Fiorani quando abbiamo fatto il giro sulla città.
Poi Fiorani, al quale abbiamo detto no per il progetto di 300 appartamenti nell’ex Italcementi, non si è più fatto vivo. Caltagirone, invece, ci ha pensato un po’ e ora ha accettato la scommessa, onerosa, di questo grandissimo porto».

E adesso si ripete la solita litania che era già stata messa in onda ai tempi del manufatto: se si bloccano i lavori, molte imprese perderanno il lavoro.
Ieri, infatti, si sono presentati dal magistrato gli avvocati di Caltagirone che pare abbia intenzione di collaborare con la Giustizia giusto per affrettare i tempi. Ma come era prevedibile, cosa hanno detto?

Il motivo della visita al pm (fissata l’altro ieri) sarebbe una proposta o un’offerta di piena disponibilità a collaborare con la magistratura per fornire le documentazioni necessarie a fare chiarezza su tutta la vicenda e le contestazioni mosse a Caltagirone, ovvero il suo concorso nell’associazione per delinquere, nel falso in documento e ideologico, e nell’abuso d’ufficio. L’offerta avrebbe come unico scopo quello di accelerare il più possibile le indagini in maniera che, se ravvisate, emergano le responsabilità. E comunque l’inchiesta proceda spedita. Un’istanza di chiaro stampo commerciale: l’attività del porto turistico imperiese e il completamento delle opere nel bacino possono procedere ma solo se Acquamare riesce a “vendere” tutti e 1238 i posti barca. Oppure il rischio che corre la società a medio termine è la chiusura del cantiere e, inattesa, il progressivo licenziamento delle maestranze.
[Il Secolo XIX - 12-11-2010]

A me lo stampo sembra diverso dal carattere commerciale.
I difensori a oltranza dell’opera saranno pronti a dire che se qualcosa si fermerà sarà per colpa della magistratura e dell’opposizione: se me lo potessero risparmiare mi farebbero un favore, ma lo farebbero soprattutto all’intelligenza degli imperiesi.
C’è dunque da augurarsi, come mi ha detto anche un autorevole componente del Pdl, che se c’è da arrestare qualcuno, lo si faccia pure, ma che l’opera sia portata a termine. Perché ormai ci hanno portato a questo paradosso: siamo tutti a pregare che il più grande porto del mediterraneo non rimanga un’opera nel deserto, non per colpa dei magistrati e dell’opposizione, ma di qualche furbetto del caruggio che voleva la fetta di torta più grande possibile.

Scritto da Angelo Amoretti

12 novembre, 2010 alle 13:03

Andiamo avanti

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E’ venuto il momento di provare a riprendere a scrivere e spiegare il motivo di questo mio lungo silenzio dovuto soprattutto a un grave lutto: in pochi mesi un male incurabile si è portato via Lea, una persona molto speciale per me.
Anche a lei piaceva la nostra città e come la maggior parte di chi arriva da fuori, era rimasta affascinata dai borghi come la Foce, la Marina, il Prino, il Parasio e forse in futuro avrebbe potuto decidere di fermarsi qui, ma ha cessato di vivere domenica 24 ottobre.
Conosceva la mia passione per il blog – il nome e il logo di ImperiaParla li devo a lei – e mi ha sempre spinto a continuare nei momenti di crisi.
Per questo adesso cercherò di ricominciare, perché so che è quello che vorrebbe, se ci fosse ancora.

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Scritto da Angelo Amoretti

10 novembre, 2010 alle 12:44