Archivio per il mese di marzo, 2011

A Imperia il depuratore entrera’ in funzione nel 2012

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Ci siamo, il depuratore entrerà in funzione nella primavera del 2012.
Dopo 3 inaugurazioni, due farlocche [Qui e qui] e una virtuale, come viene definita sul Secolo XIX di oggi da Giorgio Bracco e che potete vedere nella foto sotto, finalmente avremo il depuratore.

Così, tra l’altro, potremo metterla in quel posto a chi ci sbatte sempre all’ultimo posto in classifica in quanto a vivibilità della città per colpa del depuratore che non c’è.
Toccando ferro, dice l’assessore Amoretti, nella prossima primavera, entrerà in funzione fregando anche la profezia dei Maya secondo cui il mondo finirà nel dicembre 2012. Nel caso ci avessero visto giusto, saremo in anticipo di sei o sette mesi, dopo 23 anni e tre ministri. Toccando ferro e sempre che il nuovo ministro che ha preso il posto di Scajola sia ancora Paolo Romani.

Scritto da Angelo Amoretti

30 marzo, 2011 alle 18:48

Anche Strescino e Leone dal Prefetto

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Il Prefetto, con tutti i problemi che deve avere riguardo al pericolo del terrorismo e all’ondata di immigrati che si sta riversando sulle nostre coste, oggi ha avuto un colloquio con il Sindaco Strescino e il Vicesindaco Leone.
Motivo dell’incontro, a quanto è dato capire da ciò che si legge sui portali locali, è stato un chiarimento a seguito di ciò che aveva fatto l’opposizione dopo il famoso consiglio comunale dello scorso 14 marzo.
Per chi si fosse perso qualcosa faccio il riassunto delle puntate precedenti, stando a quello che si è letto sui media di casa nostra.
In vista del consiglio comunale, i capigruppo si sono riuniti e hanno deciso l’ordine del giorno che poi, prima del consiglio stesso, è stato stravolto con votazione. Per cui l’ordine dei punti da discutere è stato invertito e quello che doveva essere il primo, che poi era il più importante, è diventato l’ultimo: Giorgio Montanari sul suo blog lo racconta per bene.
L’opposizione lo ha ritenuto politicamente scorretto e, per protesta, ha abbandonato l’aula e il 23 marzo è andata a far presente l’avvenuto al Prefetto.
Durante l’incontro, secondo quanto riferito da La Stampa del 25 marzo, l’opposizione guidata da Paolo Verda, ha fatto presente la situazione che si era venuta a creare durante il consiglio comunale “incriminato”, facendo notare che non sempre il Sindaco si mantiene “super partes” e che comunque quello dell’opposizione “è stato un tentativo di ricondurre la questione nell’alveo istituzionale“.

Oggi così ci sono andati i due massimi esponenti della maggioranza: il Sindaco e il suo Vice.
Il Sindaco ha ribadito di volere, da parte di tutti, toni più bassi e dimentica che durante quella specie di adunata in difesa dell’ex Ministro Scajola, aveva letto i nomi dei consiglieri che a suo tempo vevano votato contro la pratica del porto. E mentre li scandiva ad uno ad uno, la piccola folla presente urlava: “Buttateli a mare!“.
Leone, essendo più esperto, ha dichiarato, tra l’altro: “La minoranza deve cambiare i toni ed i comportamenti che la hanno caratterizzata negli ultimi tempi. Basta insulti e basta piagnistei” dimenticando di aver dato dell’incompetente al Prof. Vittorio Coletti citandolo con “tale Vittorio Coletti“.
Peccato.

Scritto da Angelo Amoretti

29 marzo, 2011 alle 19:29

Il FAI di Imperia risponde a Nicola Podesta’

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Su La Stampa di oggi c’è la risposta al Prof. Nicola Podestà da parte di Roberta Centro Croce, Capo Delegazione del FAI di Imperia, che riporto di seguito:

Quando ho letto la lettera del signor Podestà pubblicata su «La Stampa» mercoledì, se da un lato mi sono dispiaciuta per le considerazioni critiche nei confronti della Delegazione FAI di Imperia, dall’altro ho apprezzato l’opportunità che mi veniva data di chiarire alle persone che non ci conoscono da vicino in primo luogo cos’è il FAI e, a seguire, il suo ruolo in relazione alle tematiche ambientali che coinvolgono il territorio.
In Italia – più che in tutto il mondo, vista la densità di bellezze di tutti i tipi che la rendono speciale e che ogni giorno rischiano la tragedia del degrado – c’è veramente tantissimo da fare. In più di trent’anni di esistenza e di attività (e più di 25 anni di presenza della nostra delegazione nella provincia di Imperia) il FAI ha svolto una politica di difesa ambientale con modalità basate non tanto sulla denuncia e sulla contrapposizione, quanto sulla fattiva azione sul territorio. È stato così che il FAI, con le proprie forze, con l’apporto delle donazioni, con il lavoro dei volontari e con l’aiuto sia economico che morale data dai più di 80.000 aderenti italiani, ha ad oggi acquisito, recuperato e restituito alla fruizione della comunità decine di siti e di edifici monumentali.
Questa fattiva opera sul territorio ha consentito al FAI di godere di quell’autorevolezza e quella credibilità che ora fa sì che ogni volta che si presentano tematiche ambientali, di qualsiasi entità e portata, le persone pensino che il FAI possa e debba essere parte attiva nella soluzione delle stesse.
Le Delegazioni, da circa un anno a questa parte, si sono dotate di un delegato per il paesaggio, con funzione di sentinella sul territorio, espressamente addetto ad affrontare le eventuali problematiche di ambito locale.
Così, a fronte di conclamate emergenze ambientali, o di progetti potenzialmente pericolosi per il contesto territoriale che ci vengano segnalati, siamo pronti a farci carico degli approfondimenti in loco e dello studio dei progetti nei limiti delle nostre competenze e della nostra figura di volontari: in definitiva a collaborare alla salvaguardia con l’atteggiamento lineare di chi ha sempre rifiutato ogni strumentalizzazione.
Si tratta proprio di ciò che è stato fatto dalla Presidenza Regionale del FAI e dalla Delegazione del Tigullio, che sono intervenuti sul progetto dell’ampliamento del porto di Santa Margherita Ligure (situazione ben diversa da quella di Imperia in cui, comunque, a prescindere da ogni valutazione di merito, ci si trova di fronte ad una infrastruttura ormai praticamente fatta e finita).
Ed è ciò che è pronta a fare la nostra Delegazione in ogni occasione in cui dovesse ravvisare l’esistenza di progetti lesivi del nostro territorio o del nostro patrimonio artistico e culturale.
Al di là delle sterili polemiche, noi delegati siamo volonterosi volontari e ringraziamo tutti i nostri concittadini che ci sottopongono le questioni ambientali che stanno loro più a cuore: rispondiamo dando il massimo delle nostre possibilità e sempre secondo coscienza, come possono testimoniare le migliaia di amici che in questi anni hanno partecipato ai vari censimenti dei «Luoghi del Cuore» ed ai quali abbiamo sempre cercato di dare tangibili risposte (ed in qualche occasione ci siamo riusciti: come, per esempio, per il Ponte e l’Oratorio di San Martino a Clavi).
Sarebbe bello che il signor Podestà, di cui è apprezzabile la sensibilità ambientale, ci fosse vicino, per conoscerci meglio, e, se crede, per dare, associandosi al FAI, il suo contributo al nostro lavoro, con un supporto non solo economico ma anche, e soprattutto, di idee e di confronto, per il bene del patrimonio comune che desideriamo tutelare anche con il suo aiuto.

Roberta Cento Croce, Capo Delegazione FAI di Imperia

C’è una cosa che non riesco a capire, là dove la Cento Croce scrive: “Si tratta proprio di ciò che è stato fatto dalla Presidenza Regionale del FAI e dalla Delegazione del Tigullio, che sono intervenuti sul progetto dell’ampliamento del porto di Santa Margherita Ligure (situazione ben diversa da quella di Imperia in cui, comunque, a prescindere da ogni valutazione di merito, ci si trova di fronte ad una infrastruttura ormai praticamente fatta e finita)“.
A Santa Margherita Ligure il FAI è intervenuto. Immagino che l’intervento a Santa ci sia stato prima che i lavori finissero. Lo stesso non poteva avvenire per il porto di Imperia?

Scritto da Angelo Amoretti

27 marzo, 2011 alle 16:52

FAI [da te]

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Lo scorso 23 marzo La Stampa ha pubblicato una lettera del Prof. Nicola Podestà che riporto di seguito:

Il 27 e il 28 marzo il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) si mobilita per far apprezzare a tutti la tenace e preziosissima azione a difesa del comune patrimonio di storia e di bellezza paesaggistica e artistica perseguita sin dal 1975 Un esempio di questo impegno giunge in questi giorni dalla Riviera di levante dove il FAI è intervenuto criticamente nella discussione suscitata dal progetto di riqualificazione del porto di Santa Margherita Ligure.
Non c’è dubbio infatti che dall’operazione nascerebbe un porto più capiente, dalle perfette geometrie disegnate a tavolino, tirato a lucido, ma proprio per questo verrebbe meno la sua specificità, perderebbe in poesia, e quindi in qualità, trasformandosi, come disse Renzo Piano nel bocciare un’analoga operazione tentata qualche anno fa, “in una qualsiasi marina”. Leggere la netta e inequivocabile presa di posizione del FAI contro quella operazione che in nome di una malintesa modernità vorrebbe snaturare l’esistente ( si veda al sito www.fondoambiente.it/porto-di-santa-margherita-ligure-sos-paesaggio.asp) mi ha fatto molto piacere ma non mi ha sorpreso affatto dato che proprio per “promuovere in concreto la cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità” è nato il FAI. Mi sorprende invece, ripensando alle vicende del nuovo porto turistico di Imperia, non trovare memoria di una simile presa di posizione al riguardo delle vicende sfociate nella cancellazione dello storico bellissimo bacino di Porto Maurizio, sostituito con un anonimo e assolutamente fuori scala ricovero di imbarcazioni.
E dire che il progetto di Santa Margherita, quanto a invasività e impatto sul paesaggio, impallidisce al cospetto degli stravolgimenti operati ad Imperia con l’entusiastica benedizione dei nostri amministratori (oltretutto giocando una bella beffa agli utenti storici sottoposti ora alle pesanti tariffe imposte dai nuovi padroni).
Forse la presa di posizione c’è stata ed io, distratto, non me ne sono accorto, o forse distratta era la delegazione imperiese del FAI rimasta del tutto inerte e indifferente allo snaturamento di un bacino portuale di nobile semplicità, “supremo” per dirlo con le parole di Mario Soldati riportate dal poeta Giuseppe Conte in una sua recente riflessione sul porto che in molti condividiamo in toto.
Non so spiegarmi altrimenti come un’associazione talmente sensibile e qualificata non si sia accorta della ferita che quella operazione, dettata da un intreccio di megalomania e di evidenti appetiti, avrebbe inferto alla nostra storia e al nostro paesaggio; talmente profonda che con il completamento dei lavori potrà solo rimarginarsi lasciando però un’indelebile cicatrice.
Ahimè, ormai i giochi sono fatti; non è più possibile tornare indietro, ma in provincia qualche pezzo di paesaggio da guastare ancora esiste e forse c’è parecchio da dire anche sulle opere che saranno completate a corollario del bacino di Porto Maurizio. Non mi sembra perciò fuori luogo suggerire alla delegazione del FAI di adoperare all’occorrenza il proprio prestigio per tenere fede alla lodevole missione di “educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio” .

Nicola Podestà

In vista della 19esima edizione della giornata del FAI di Primavera, mi domando come mai nessuno abbia ancora dato una risposta e mi chiedo altresì se tra i tanti bei giri turistici nella nostra città, anche in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, i responsabili del FAI abbiano mai fatto un giretto al nuovo porto turistico.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano, visto che su quello di Santa Margherita Ligure un parere lo hanno espresso.

Scritto da Angelo Amoretti

26 marzo, 2011 alle 15:27

Pubblicato in Ambiente

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La Talpa e l’Orologio contro la guerra in Libia

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Ricevo e pubblico:

NO ALLA GUERRA

La forte scossa rivoluzionaria che travolge il mondo arabo ha lasciato impassibile la comunità internazionale nel caso della Tunisia, dell’Egitto e in quello più attuale dello Yemen. La Libia (paese impregnato di interessi ed energia) si trova a vivere l’ennesima guerra economico-petrolifera. Le genuine rivolte popolari del primo periodo che sembravano travolgere Gheddafi sono mutate in una guerra civile. Quella libica è ormai una situazione stravolta dalla follia del Rais e dalle ingerenze di provenienza occidentale. Sia Tripoli che Bengasi (i due poli dello scontro) sono città fantasma i cui civili passano le notti asserragliati a casa temendo l’ennesimo bombardamento. Non si può accettare l’accanimento e la ricetta repressiva del colonnello e non si può tollerare la continua pioggia di missili degli alleati che nulla hanno a che fare persino con la così detta “NO FLY ZONE”.
Le domande che si deve porre il movimento pacifista e anti-imperialista di oggi sono complesse, ma la reazione non può farsi attendere più del dovuto. L’escalation militare che abbiamo imposto alla Libia non rende né chiare, né tanto più sicure le sorti del paese che negli ultimi giorni ha impennato il suo livello di instabilità. Mentre il martellamento aereo aumenta i sentimenti anti-occidentali in tripolitania, il rischio concreto è anche quello di impastoiarsi nell’ennesimo eterno conflitto in stile Iracheno in cui i soli padroni del territorio sono gli interessi petroliferi.
Chiediamo l’immediato cessate il fuoco. Chiediamo che la comunità internazionale faccia ogni sforzo possibile per intavolare un tavolo di trattative diplomatiche (coinvolgendo ogni realtà sociale libica) che possa mettere spalle al muro il dittatore e sottrargli appoggio e supporto nel paese. Chiediamo un corridoio umanitario che sia in grado di tutelare realmente la popolazione libica a differenza dei bombardamenti o della no fly zone. Riteniamo il timore profughi populista e leghista un’aberrazione inumana e auspichiamo si possa costruire una degna rete di accoglimento dei transfughi.
La primavera di diritti che il mondo arabo ha dinnanzi a se va sostenuta e appoggiata politicamente non solo in Libia, ma in tutte le zone interessate dai moti e dalle contestazioni.
Esortiamo la società a riflettere e mobilitarsi. I prodotti del potere nord africani sono e furono emanazioni dei leader politici occidentali (Ben Ali e Mubarak ne sono un esempio lampante) e in un momento di crisi sistemica come questo sta a noi mettere in dubbio figure che vanno da Sarkozy a Berlusconi acconsentendo che la ventata di aria fresca travolga non solo il maghreb, ma anche la vecchia ed assopita Europa.
Europa che ha un’occasione nuova per essere un appoggio concreto ai rivoltosi nord africani, quello di smettere di essere asserragliata su posizioni anti-migratorie, svestire i panni dell’ormai famigerata “Europa gabbia o fortezza”, liberando i flussi di migranti (abolizione del reato di clandestinità, soppressione dei C.I.E., emancipazione delle condizioni di lavoro del tutto precarie e sottopagate). Questo è un modo in più per alleviare il potere dei dittatori come Gheddafi che sulla questione migratoria hanno avuto legittimazione e riconoscimento anche dallo stesso Berlusconi.
Il centro si mobiliterà a livello nazionale e locale sul fronte pacifista all’unisono con tutte le componenti che si metteranno in movimento nei prossimi giorni.
CSA LA TALPA E L’OROLOGIO

Scritto da Angelo Amoretti

25 marzo, 2011 alle 17:48

Pubblicato in Politica

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Summit antiterrorismo in Prefettura

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Giulio Geluardi, dalle colonne de La Stampa di oggi, ci informa che ci sarà un vertice antiterrorismo in Prefettura per far fronte a eventuali attacchi terroristici agli obbiettivi sensibili da parte di gruppi filo-Gheddafi.
Il placido Geluardi ci tiene comunque a sottolineare, per più di una volta, che i suddetti attacchi sono del “tutto teorici“, che i timori non sono “del tutto giustificabili” e le azioni dei fanatici “sono teoriche“.
Siamo tranquilli, Geluardi: da noi i palazzi vengono giù da soli.

Scritto da Angelo Amoretti

23 marzo, 2011 alle 9:11

Appuntamenti da non perdere

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Ricordo che giovedì 24 marzo alle ore 17, nell’ambito della serie di incontri dal tema “Conoscere il passato, comprendere il presente, progettare il futuro“, organizzato dall’Associazione Culturale Apertamente in collaborazione con Auser e CE.S.P.IM., nella Sala Blu del Liceo Vieusseux di Imperia, ci sarà il quarto incontro dal titolo “Il Fascismo e le seduzioni del Totalitarismo“.
Anche questo sarà curato dal Prof. Fabio Caffarena, ricercatore di Storia Contemporanea all’Università di Genova e al Dams di Imperia.
Visti i tempi che corrono consiglierei di andarci.

Desidero anche invitarvi a partecipare al convegno “Il Mare e la Città” organizzato dal Circolo Stenca-Binon di Rifondazione Comunista e dalla Federazione della Sinistra di Imperia.
Gli incontri si svolgeranno al Centro Culturale Polivalente di Piazza Duomo venerdì 25 marzo, a partire dalle 19 e sabato 26 alle 15.30. Due giorni per discutere di un sano sviluppo del territorio, contro speculazioni e distruzione dell’ambiente. Nei giorni dell’iniziativa sarà esposta la mostra di Greenpeace Italia “Tesori in alto mare”.
Ecco il calendario:

Venerdì 25 marzo:

Il mare e la città come beni comuni [Pasquale Indulgenza, Capogruppo P.R.C. al Comune di Imperia]

Le attività pescherecce e le prospettive di sviluppo economiche connesse  [Giovanni Barbagallo, Assessore Regionale all'Agricoltura, floricoltura e pesca]

La portualità mercantile e il suo rilancio nell’ambito di uno sviluppo locale integrato [Valerio Romano, presidente Compagnia Portuale "L. Maresca"]

Il porto e la città: esperienze europee a confronto [Michele Marchesiello, magistrato presidente aggiunto Corte di Cassazione]

Sabato 26 marzo

Un santuario dei Cetacei o un cimitero? [Giorgia Monti, responsabile Campagna Mare Greenpeace Italia]

Le problematiche del Museo Navale Internazionale [Flavio Serafini, direttore del Museo Navale Internazionale del Ponente Ligure]

Parco costiero, qualità ambientale, turismo [Marco Alberti e Alberto Gabrielli, dottori in scienze forestali]

Scritto da Angelo Amoretti

21 marzo, 2011 alle 9:29

La Fondazione Cristoforo Colombo ha un specie di clone

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Qualche giorno fa, in un commento, chiedevo a un gentile lettore se per caso sapesse come si autofinanzia la Fondazione Cristoforo Colombo dell’on. Claudio Scajola e leggendo la Riviera in edicola oggi, mi ero illuso di aver trovato la risposta [quando si dice la combinazione!].
Ma niente: quella “de noartri” è cosa nostra che non ha nulla a che vedere con quella dell’ex Ministro.
Adesso, se proprio si volesse essere pignoli, si potrebbe cercare di stabilire se è nata prima la gallina o l’uovo e chi ha clonato chi, ma credo non ne valga la pena.
Giudicate voi:

CURIOSO “QUI PRO QUO” NEL PDL

L’Associazione Cristoforo Colombo e la lettera di Enzo Amabile ai simpatizzanti.
Alcuni mesi fa, intorno alla fine dell’anno 2010, alcuni amministratori e simpatizzanti del Pdl hanno ricevuto una lettera, firmata da Enzo Amabile, con la richiesta di versare un contributo, ovviamente facoltativo, all’associazione Cristoforo Colombo.
Le malelingue hanno subito pensato che dietro alla missiva ci fosse l’ex Ministro Claudio Scajola, cofondatore della Fondazione Cristoforo Colombo e, negli ultimi tempi, in rotta con il Pdl.
In realtà si tratta di due enti distinti, come spiega Enzo Amabile.
La lettera inviata è stato il mio ultimo atto come segretario amministrativo del Pdl. Ci tengo però a precisare che la nostra associazione, benché porti lo stesso nome, non ha nulla a che vedere con la fondazione dell’ex Ministro Scajola. Abbiamo creato quest’associazione (il presidente è Franco Amoretti, ndr) alcuni mesi fa per dare maggiore vitalità al partito. E’ stata un’idea, diciamo così, dei vecchi democristiani. Ritenevamo, infatti, che all’interno del Pdl non si facesse poi tanta vita di partito. Ricordo ai tempi di Forza Italia, quando c’erano diverse associazioni collaterali al partito. Ora questi movimenti politici stanno morendo e la nostra è stata un’iniziativa volta a ritrovare lo spirito politico di un tempo, a potersi confrontare sugli argomenti della più stressa attualità“.
In realtà la lettera di Enzo Amabile avrebbe creato un po’ di confusione tra gli stessi simpatizzanti al Pdl. In molti, infatti, avrebbero collegato l’associazione imperiese con la Fondazione dell’ex Ministro. Un semplice “qui pro quo”?

la Riviera – 18 marzo 2011

O un semplice Qui Quo Qua, vai a sapere.
Credo che non ci sia neppure bisogno di chiedere all’on. Scajola se è al corrente della cosa, ovviamente.

Scritto da Angelo Amoretti

18 marzo, 2011 alle 19:05

Non c’è più feeling tra Berlusconi e Scajola

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Solo pochi giorni fa, sul sito della Fondazione Cristoforo Colombo, a firma Claudio Scajola, nella rubrica “La Bussola”, l’ex ministro dello sviluppo economico, a seguito dei disordini in Libia e negli altri paesi africani, scriveva:

[...] E’ proprio per mettere in grado l’Italia di affrontare crisi energetiche come quelle che si stanno manifestando in Libia e negli altri Paesi africani e mediorientali, che il Governo Berlusconi ha riaperto la strada all’energia nucleare.

E’ una delle riforme strutturali più importanti avviate in questi ultimi tre anni. Una riforma che vuol porre riparo allo sciagurato referendum antinucleare del 1987, che ha condannato l’Italia a pagare l’energia elettrica il 30% in più della media europea (e il 60% in più della Francia), contribuendo alla forte caduta di competitività del nostro Paese. Se negli ultimi 15 anni l’Italia è cresciuta meno e ha creato meno posti di lavoro per i giovani degli altri Paesi europei, lo si deve anche all’alto costo dell’energia dovuto all’assenza del nucleare. Spero che i cittadini italiani, che saranno chiamati a votare in un nuovo referendum sul nucleare, se ne rendano conto. E si convincano che, come ha detto in una recente intervista l’oncologo Umberto Veronesi, neopresidente dell’Agenzia di Sicurezza, “senza il nucleare l’Italia è un Paese morto“.

Il Ministro Paolo Romani che ha preso il suo posto e che in materia di nucleare deve avere più o meno le stesse competenze del suo predecessore, oggi ha detto che “serve fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare“.
Ha poi aggiunto che “il dibattito non è più tra nuclearisti e antinuclearisti, ma è sulla sicurezza“.
La nuova linea pare sia stata data da Berlusconi in persona: “Cerchiamo di non alimentare polemiche, anche perché l’argomento potrebbe essere usato in modo strumentale in campagna elettorale alle amministrative“. [Qui]
Altro colpo basso al nostro illustre concittadino la cui “bussolata“, come le altre, tranne l’ultima, non è più visibile sul sito della Fondazione.

Update: Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente: “E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate’‘. [Qui]

Che tristezza…

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2011 alle 18:51

Dario Dal Mut interviene sul Consiglio Comunale del 14 marzo

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Ricevo e pubblico:

Le dichiarazioni dell’Assessore Leone inerentemente l’abbandono della seduta del Consiglio Comunale da parte della Minoranza sono fuorvianti. Non è affatto vero che l’abbandono dell’Aula Consiliare è stata una “via di fuga” dell’opposizione per uscire dall’imbarazzante situazione in cui si è messa. E’ vero invece l’esatto contrario e cioè che la Maggioranza, con un “colpo di mano”, sovvertendo gli accordi presi nella conferenza dei capogruppo trova la sua via di fuga alla discussione ed alla critica che sarebbe arrivata dai banchi dell’opposizione. Gli accordi presi nella riunione dei capigruppo erano di consentire all’assessore un aumento dei tempi per permettergli di argomentare la proposta della maggioranza e discutere, per prima, la mozione del Consigliere Indulgenza che giace in attesa nei cassetti Comunali da parecchi mesi; successivamente si doveva discutere il punto all’ordine del giorno proposto dalla Minoranza; quello stesso punto che la maggioranza non ha permesso, con un altro “colpo di numeri” di discutere nella precedente assise. Per ultima si doveva discutere il punto proposto dalla maggioranza.. Questi erano gli accordi presi nella riunione e gli accordi, intercorsi tra gentiluomini, andrebbero rispettati per due serie di ragioni: la prima, per evitare di finire in bassa classifica nella famosa scala degli uomini di Leonardo Sciascia e, la seconda, per quel senso di responsabilità e di correttezza che dovrebbe essere il primo punto all’ordine del giorno di ogni consigliere comunale che rappresenta, ogni uno per la propria parte, la Città di Imperia. Oltre alla questione giuridica, già abbondantemente argomentata da altri Consiglieri Comunali dell’opposizione, esiste, una questione di correttezza e di dignità politica e sovvertire all’ultimo momento questo accordo io credo sia un atto di scorrettezza politica e di mancato rispetto nei confronti dell’opposizione tutta.. Certo , l’Assessore motiva l’iniziativa sostenendo che per le pratiche in discussione, riguardanti il porto e la portualità, la Maggioranza ha chiesto ripetutamente di accorpare la discussione e che la Minoranza, in malafede, ha rifiutato. Anche questo è stato discusso in sede di riunione dei capigruppo e in quella sede, dopo una discussione si è deciso che le pratiche sarebbero state discusse, con i tempi, allungati separatamente quindi nessuno dell’opposizione era ed è in malafede e se, quanto si discute e si decide nella conferenza dei capigruppo, poi non viene rispettato mi chiedo allora a cosa possano servire queste riunioni. In democrazia credo che alla minoranza sia consentito poter discutere, come meglio crede, le proprie proposte, magari separatamente dalle argomentazioni della Maggioranza per non fare troppa confusione. Non credo ci sia malafede in tutto questo anzi in malafede è chi sostiene il contrario imponendo con la forza dei numeri, ma con la debolezza delle argomentazioni, la propria determinazione. Se, come sostiene, “in un consesso democraticamente eletto è del tutto normale che alla maggioranza spetti il compito propositivo” è altrettanto vero che in un consesso democraticamente eletto alla minoranza spetta di scegliere come discutere le proprie controproposte; le proprie mozioni ed i propri punti all’ordine del giorno, come meglio ritiene opportuno senza lezioni sull’opportunità e/o sul metodo …. se poi esiste un accordo preventivo sarebbe corretto rispettarlo ed a maggior ragione dovrebbe rispettarlo chi ha una maggioranza certamente consistente nei numeri…. E’ un fatto di etica, di legalità e di correttezza.

Dario Dal Mut – Consigliere Comunale – Gruppo IdV Imperia –

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2011 alle 9:08