Archivio per il mese di maggio, 2011
I nostri concittadini devono sapere
E’ il refrain che il Sindaco Paolo Strescino ha ripetuto a Imperia TV, riguardo al caso dei vigili “puniti” in maniera bizzarra, per usare un eufemismo.
La cosa curiosa, tra le altre, è che il primo cittadino ha continuato a dire che non farà interventi al riguardo, ma intanto, sulla suddetta televisione, ne ha fatti due.
A parte questo, ha perfettamente ragione: i nostri concittadini devono sapere. E allora cerco di fare un riepilogo della situazione.
Il 17 maggio scorso, nel pomeriggio, viene notato un vigile che dirige il traffico sulle strisce pedonali, davanti a Palazzo Civico. Il giorno dopo la foto è in giro per il web e qualcuno comincia a chiedersi come mai sia stato messo proprio lì.
Sul Secolo XIX del 21 maggio, Diego David scrive che si tratterebbe di una punizione “per non aver salutato (mentre si trovava a riposo autorizzato) il segretario generale Andrea Matarazzo“. Stando a ciò, la singolare punizione sarebbe da attribuire al comandante dei vigili, Aldo Bergaminelli. Nel frattempo il vigile, dopo tre giorni di “lavoro”, viene colto da malore.
Lo stesso giorno, su Imperia TV, il Sindaco, dopo il refrain, non svela il mistero. Parla di diritti e doveri dei dipendenti comunali, ma senza far riferimento al caso in questione. E il giorno 24 in una nota pubblicata da Sanremonews, dice che le punizioni sono frutto di provvedimenti disciplinari e che “non si è trattato assolutamente di un mancato saluto al segretario generale, ma di ben altro” e aggiunge che dirà cosa è realmente accaduto.
I sindacati non gradiscono e rispondono con una dura presa di posizione. I dipendenti comunali sono in rivolta, scrive il Secolo XIX del 26 maggio.
Il 28 maggio, in una intervista al Secolo, il Sindaco ribadisce che non è vero che “i vigili al centro della discussione si sarebbero resi rei di un mancato saluto militare nei confronti del segretario generale“. Il fatto grave, sempre secondo il primo cittadino, è che i due sono stati al bar per più di venti minuti nel periodo di riposo – che consiste in dieci minuti – dove “si intrattenevano amabilmente” [Imperia TV].
Come avevo già scritto nel post precedente, non sono ancora riuscito a capire chi sia il secondo vigile “punito” perché a tutt’oggi si sa solo di quello piazzato a dirigere il traffico in viale Matteotti.
Ma in questa cronologia c’è qualcosa che non quadra.
Radio Bonfante, che spesso è più potente delle televisioni private, racconta infatti che i due vigili non possono essere stati per così tanto tempo in un bar del centro in un’ora di punta. E pare che i vigili, alle 17.50, abbiano fatto un verbale di identificazione di un “portoghese” su un autobus della RT e alle 18.20 abbiano contestato un verbale nella vicina Via De Sonnaz. Quei venti minuti passati al bar sembrano un po’ troppi.
Nel frattempo, non si sa bene perché, un altro vigile è stato messo a controllare il traffico in Caramagna, sul bivio della famosa bretella, e quello che è stato visto al bar, davanti alla Piscina Comunale.
Quello che mi stupisce è che finora hanno parlato un po’ tutti (Sindaco, Assessore e sindacalisti), ma i diretti interessati (il comandante dei vigili, il segretario generale e chi era con lui al bar) e soprattutto i vigili puniti, non hanno ancora fiatato. Questi ultimi forse è perché non possono.
Ecco: i nostri concittadini devono sapere come sono andate effettivamente le cose perché da quanto è stato detto finora credo che, come il sottoscritto, ci abbiano capito poco.
Vendita posti barca in calo: Caltagirone chiede i danni [IV]
Questo articolo lo avevate letto?
ACQUAMARE, la società di Caltagirone, che, col Comune di Imperia (attraverso la Porto Imperia spa), costruisce e gestisce il nuovo megaporto turistico, ha chiesto un ingente risarcimento danni alla Commissione regionale di vigilanza e controllo, adducendo i danni che le avrebbe procurato col suo operato. Dopo la controversa sentenza del Tar, favorevole a Caltagirone, sul caso della concessione del porto imperiese, è iniziata la resa dei conti: i nuovi padroni di Imperia escono allo scoperto attraverso la loro società capofila e vogliono che sia chiaro una volta per tutte (anche al tremebondo Comune) chi comanda. D’ ora in poi si faccia attenzione prima di procedere a controlli, ad accertamenti di legalità, ad analisi e giudizi critici. Mentre il Comune mette sotto vendicativo processo il funzionario (l’ ingegner Lunghi) responsabile del decreto che interrompeva la concessione, poi rigettato dal Tar, Acquamare provvede a punire la Commissione di controllo, citando per danni i suoi componenti. Da oggi chi andrà a vedere come si lavora nel porto di Imperia sappia di rischiare una denuncia per danni che, come minimo, gli guasterà l’ esistenza. Il nuovo porto è off limits. Entrarci è pericoloso. Questo stesso articolo è a rischio. Neanche il Comune è al sicuro (deve rispondere per uno dei commissari denunciati, suo delegato), nonostante abbia addirittura evitato di presentare ricorso contro la sentenza del Tar, per non disturbare il potente socio. ALLA notizia del nuovo affondo, il sindaco Strescino ha balbettato, stupito che neppure la sua totale sottomissione sia stata sufficiente. Chissà se si renderà conto che questoè l’ atto ufficiale del suo commissariamento sul fronte del porto! Caltagirone, forte della sentenza del Tar, porta ora l’ attacco alla Regione colpendo la Commissione di controllo. Quella sentenza è sicuramente frutto in buona fede di un giurista alla Carnevale. Ma i guasti che essa è destinata a produrre si cominciano già a vedere. Il Tar ha stabilito che, in sostanza, un vigile urbano, prima di multare un’ auto che va a 100 all’ ora nell’ abitato, deve “concertarsi” con la maggioranza che governa il Comune per cui lavora. Di qui, la punizione se non lo fa, come capita a Lunghi. Acquamare, con la denuncia della Commissione di vigilanza, fa adesso come se uno denunciasse per danni una pattuglia di polizia che lo ha fermato per un controllo e lui, così, ha perso un appuntamento e gli affari che vi poteva trattare. Questaè la legalità auspicata da Berlusconi, l’ idea di giustizia cui mira la destra: i potenti privati autorizzati a fare ciò che vogliono, i deboli e i poteri di controllo (organi preposti, guardia di finanza, polizia, magistratura…) in ammirato o timoroso silenzio. Il gesto gravissimo di Acquamare (che, per altro, non si capisce come abbia a che vedere con l’ ente di controllo, essendo solo una esecutrice dei lavori, come sostiene la più volte nominata sentenza) chiama in causa, direttamente, la politica regionale e quindi personalmente Claudio Burlando. È urgente un suo intervento. Dica se in Liguria un funzionario può ancora svolgere il proprio lavoro nel rispetto della legge e nei limiti delle umane capacità (e quindi anche con la possibilità di sbagliare). Dica se qui un poliziotto, un finanziere, un tecnico possono ancora fare, il meglio che sanno, il loro dovere, o se rischiano di essere trasferiti (come sta succedendo in polizia e finanza) o di essere messi sotto inchiesta amministrativa (come succedea Lunghi) o addirittura di dover rispondere per danni con i loro miseri stipendi (come capita ai membri della Commissione). Assuma su di sé la denuncia di Caltagirone ai commissari. Dimostri che la forza dei soldi non ha ancora vinto nella nostra regione.
Vittorio Coletti – la Repubblica, 24 maggio 2011
Quando il gioco si fa duro…
Leggo su Sanremonews del “Duro intervento dell’Onorevole imperiese dopo l’articolo di oggi su “La Repubblica”, ma in verità analoghi articoli si possono leggere anche sui seguenti quotidiani:
il Fatto Quotidiano [leggibile anche online]
Corriere della Sera [leggibile anche online]
La Stampa [leggibile anche online]
Il Messaggero
e in effetti l’ex Ministro non fa riferimento ad alcun quotidiano specifico.
Vendita posti barca in calo: Caltagirone chiede i danni [III]
Anche Pasquale Indulgenza, consigliere comunale di Rifondazione Comunista, interviene sulla questione della richiesta danni da parte di Acquamare:
Nell’apprendere le intenzioni di Acquamare srl di far causa alla Commissione di Vigilanza e Collaudo per ottenere un risarcimento danni e di Porto di Imperia spa di chiederne la rimozione e la sostituzione, verrebbe da pensare come possa essere stata concepita una simile offensiva in presenza di inchieste cosi’ rilevanti come quelle che sta tenendo l’Autorita’ Giudiziaria, le quali, in misura considerevole, riguardano proprio aspetti riferibili alle problematiche vagliate e ai rilievi mossi dall’Organismo di controllo nell’esercizio delle proprie funzioni.
Per non dire delle responsabilita’ dei due soggetti in ordine alle perduranti situazioni irrisolte (capannone abusivo, montagna di terra, ecc.)
Il fatto e’ che il processo di privatizzazione della portualita’ cittadina e di subordinazione del ruolo pubblico passa anche attraverso queste operazioni a forte impatto sull’opinione pubblica, che servono a ribadire, perche’ ciascuno intenda, quali siano gli interessi in gioco e quali gli attori che li portano avanti.
Non avendo piu speranza, oramai, che da coloro che rappresentano il Comune provenga una parola diversa da quelle gia sentite e lette, confidiamo ancora che, solo per un fatto di dignita’, la locale associazione degli industriali voglia prendere le distanze da iniziative che per spirito e sostanza sono esattamente il contrario di quanto essa aveva auspicato nei mesi scorsi, quando si era proposta pubblicamente di interessarsi della vicenda, ai fini di una salubre ripresa dell’opera in questione.
Un suo silenzio suonerebbe assai deludente.Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia
C’era una volta la Maratona del Faudo
Sabato 4 giugno si svolgerà quella che dagli organizzatori viene definita la 43a, ma che in effetti è la 1a corsa podistica denominata “Sulle strade del Faudo”.
Il perché è presto detto: anziché arrivare in cima al monte Faudo, a quota 1149 mt. sul livello del mare, si fermerà a Santa Brigida, nove chilometri prima, a quota 457 mt., perché la strada che porta alla cima è inagibile ai mezzi di soccorso e in condizioni pietose.
Così il fascino delle ultime rampe vivrà solo nel ricordo degli appassionati.
Già l’anno scorso lo svolgimento della gara era stato a rischio, poi si era riusciti a organizzarla, ma nonostante sia passato un anno, anziché migliorare, le condizioni dello sterrato sono peggiorate.
Giuseppe Franciosi, membro del Gruppo Ecologico Partigiano Val Prino, nei limiti delle sue possibilità, si è impegnato per far sistemare la strada che è la stessa che porta al Casone dei Partigiani, luogo suggestivo sotto tutti i punti di vista. Ma a quanto pare le sue richieste sono state disattese per mancanza di fondi.
Alla notizia che la mitica corsa in salita si sarebbe fermata a Santa Brigida, l’ideatore della gara, Luciano Acquarone, classe 1930 e vincitore di svariate edizioni, ebbe a dire su La Stampa del 14 aprile scorso:
Mi ricordo le difficoltà superate per organizzare la prima, pionieristica edizione nel 1968:una sfida vinta nonostante
i limitati mezzi a disposizione. E ora, in una società più evoluta, non si riesce neanche a mantenere lo storico tracciato, tanto caro agli imperiesi e a tutti gli appassionati di una gara molto sentita.
Oggi interviene anche il capogruppo del Partito Democratico in Provincia, Riccardo Giordano, che in un comunicato esprime la sua amarezza:
Con poche migliaia di euro, davvero poche, quelle che sarebbero bastate a pagare il lavoro di un paio di giorni di un escavatore, si sarebbe potuto, anche quest’anno, mantenere lo storico percorso della maratona del Faudo, con l’arrivo in cima al monte che dà il nome alla maratona e ne caratterizza la bellezza e la valenza sportiva.
Che senso ha la maratona del monte Faudo che si ferma a Santa Brigida? Davvero non ci possiamo più permettere lo svolgimento di una corsa che ormai fa parte della storia delle manifestazioni sportive della nostra provincia? Nulla da dire nei riguardi degli organizzatori della gara che si sono dovuti adeguare, trovando una soluzione che di sicuro scontenta anche loro, perché le responsabilità sono altrove.
La brutta figura la fanno la Provincia, il Comune di Dolcedo e il Comune di Imperia, che fanno la gara oggi a trovare ogni tipo di ragione a loro discolpa ma che hanno la chiara responsabilità di essersi disinteressati completamente della manifestazione e di quello che rappresenta per il territorio. Poche migliaia di euro da spendere sullo sterrato che attraversa i boschi di Dolcedo e giunge al monte Faudo e la corsa si sarebbe potuta svolgere anche quest’anno.
Quello che non hanno capito, soprattutto in Provincia, è che il piccolo intervento sulla viabilità avrebbe avuto una valenza generale, non riconducibile al solo svolgimento della corsa, perché ne avrebbero beneficiato gli allevatori, i cacciatori, gli escursionisti e, soprattutto, i mezzi anti-incendio, messi in condizione di svolgere più agevolmente la loro attività di presidio e di lotta ai roghi estivi, in un’area di grande valenza ambientale.
Un ulteriore esempio di totale disinteresse per tutto quello che non riguarda la costa, nell’assurda convinzione, che è propria delle amministrazioni guidate dal centro-destra, che la riviera possa vivere e progredire senza che si sviluppi e si mantenga vivo anche il suo entroterra, con le sue tradizioni, il suo territorio, la sua natura. E la maratona del Faudo ha avuto storicamente questo significato: collegare costa ed entroterra, mostrare al mondo che da noi nel giro di un’ora di corsa si passa dal mare a mille metri d’altitudine, si passa da un ambiente marino ad un ambiente alpino.
Uno strumento concreto di valorizzazione del nostro territorio e di promozione dello sport che, per pochi soldi, è stato letteralmente azzoppato.
Come Partito Democratico non possiamo che sottolineare in maniera fortemente negativa il mancato sostegno di Provincia, Comune di Dolcedo e Comune di Imperia alla manifestazione e garantiamo tutto il nostro impegno affinché, a partire già dal prossimo anno, si possano tornare a vedere gli atleti di tutto il mondo affrontare a passo d’uomo l’ultima salita che conduce alla vetta del Monte Faudo.
Vendita posti barca in calo: Caltagirone chiede i danni [II]
Anche il Partito Democratico interviene sulla richiesta danni da parte dell’Acquamare:
La situazione se non fosse tragica sarebbe comica.
L’Acquamare fa causa alla Commissione Vigilanza e le chiede i danni.
La Porto di Imperia ne chiede la rimozione e la sostituzione.Ma Porto di Imperia e Acquamare si guardano bene dal rimuovere la vergognosa montagna di terra, dall’abbattere l’orribile capannone (ormai conclamato abusivo), dal chiarire alcunché sulle plurime inadempienze di questi anni, dal pagare i fornitori (a quanto pare), dal completare le opere nei tempi dovuti e fornendo documentazione corretta (che nulla abbia a che vedere con opere di altre località, ad esempio), nonostante abbiano preso impegno pubblicamente più e più volte in tal senso, dal versare interamente i canoni demaniali richiesti, dal rinnovare gli organi direttivi, dal far sì che il nostro Comune smetta di apparire un giorno sì e l’altro ancora agli onori delle cronache per la sua e loro approssimazione.
Acquamare e Porto di Imperia attaccano, pensando probabilmente che qualunque vertenza possa risolversi con la “linearità” riscontrata in sede TAR, e non si rendono conto, o non vogliono rendersi conto, che a chiedere i danni dovremmo essere noi, cittadini tutti di Imperia, per l’immutata sfacciataggine con cui stanno andando avanti.
Non si rendono conto, che in quanto soci, noi cittadini non siamo orgogliosi di essere compartecipi di un’operazione su cui, a quanto pare, pendono plurime e gravissime indagini giudiziarie, indagini dei nuclei antimafia, apparenti incongruenze, discordanze, abusi.
Desiderano forse una Commissione più compiacente? O più solidale? O forse un po’ più duttile?
Vorrebbero nominarla loro, direttamente, magari attraverso uno dei molteplici personaggi indagati per associazione per delinquere?
Oppure preferirebbero che ne facesse nuovamente parte il famoso Sig. Balducci?
Peccato, non spetta a loro sceglierla e nominarla.
Di norma chi vigila non è necessariamente gradito al vigilato…anzi…
A volte, come in questo caso, si ha a che fare con persone che hanno come primo ed unico obiettivo quello di fare il loro dovere.
E meno male che tecnici e funzionari così esistono ancora.
Attendiamo che chiedano i danni di immagine anche agli organi di stampa che han dato la notizia di svariati interventi da parte di Procura, DDA, DIA, Polizia Postale, Guardia di Finanza e Carabinieri, che indagherebbero, a tutti coloro che hanno osato obiettare sulla mancata trasparenza degli atti, a noi, e perché no….a quegli sconsiderati che fan fare i bisognini ai cani lungo le passeggiate.
Suggeriremmo anche di chiedere i danni di immagine al Sig. Caltagirone, viste le notizie sulla situazione finanziaria del suo gruppo pubblicate dai principali organi di stampa nazionali.
Sicuramente tutti hanno contribuito a penalizzare la vendita dei posti barca.
Aspettiamo però, a questo punto, di capire quanto valgono sul serio i posti barca, che cosa pensi del piano finanziario l’Agenzia del Demanio, se essa abbia avuto o meno modo di calcolare in maniera indiscutibile il valore della Concessione o valutare sul serio la congruità della durata della stessa.
Ma vogliamo anche sapere dove sono e cosa pensino l’Imperia Sviluppo, soci privati che tanto hanno a cuore il futuro della nostra città, la Confindustria, l’imprenditoria cittadina che vanta, a parole e sempre solo a parole, la ricerca del bene comune, dello sviluppo sano e della libera concorrenza.
Per quanto riguarda l’Amministrazione Comunale stiamo ormai perdendo ogni speranza che mostri un minimo di orgoglio e di amor proprio. Le dichiarazioni del Sig. Sindaco sono già di per sé illuminanti. Ci chiediamo se siano rappresentative del pensiero di tutta la maggioranza.
Unica cosa certa è che questo sembra l’ennesimo tentativo di intimidire il lavoro di coloro che liberamente, secondo coscienza e deontologia, intendono fare il proprio dovere.
E questo è molto grave.Il gruppo PD in Consiglio Comunale di Imperia
Imperia, 23 maggio 2011
Vendita posti barca in calo: Caltagirone chiede i danni
A seguito di quanto riportato sui quotidiani locali di ieri secondo cui la società Acquamare di Francesco Bellavista Caltagirone intende chiedere, per mancata vendita di posti barca, 4 milioni di euro di danni alla commissione di verifica e collaudo delle opere a mare del nuovo porto turistico di Imperia (composta da Roberto Boni, Pierre Marie Lunghi, Franco Erasmi e Riccardo Blanco), si registrano le prime prese di posizione da parte dei gruppi consiliari La Sinistra per Imperia e FLI, che riporto di seguito:
Abbiamo letto della richiesta di risarcimenti danni dell’ Acquamare alla Commissione di Vigilanza e Controllo.
A nostro giudizio si tratta di una vera e propria provocazione. Perché la Commissione non ha fatto altro che svolgere il ruolo previsto dalla legge e perché le osservazioni fatte erano più che fondate tanto è vero, a quanto risulta dai verbali, che i chiarimenti di merito richiesti dalla Commissione non hanno avuto una risposta concreta e documentata dall’Acquamare e dalla Porto di Imperia.
Ovviamente queste provocazioni non sono a vuoto. Rispondono all’obiettivo di screditare la Commissione a cui va tutta la nostra solidarietà. Riteniamo che il disegno sia destinato al fallimento considerata la serietà dell’opera di controllo da lei esercitata e riscontrata in tutti gli atti ufficiali.
Il Sindaco non deve accettare questi ridicoli spauracchi che rendono evidente a tutti la totale subalternità del Comune. Dove sono andati a finire gli accordi sbandierati con Caltagirone e con la Cozzi se questi si permettono di richiedere una ennesima e inesistente richiesta danni?
Quale è l’efficacia altrettanto vantata della nuova “governance” della Porto di Imperia se dà il via libera a quest’atto di arroganza assoluta?
Il Sindaco dovrebbe chiedere conto lui alla Porto di Imperia di una montagna di cose. Per esempio dovrebbe chiedere una presa di posizione ufficiale sul capannone, con relativa tempistica dello smantellamento e anche come mai la montagna di terra è ancora in gran parte al suo posto.
Dovrebbe chiedere anche a che punto è la vendita dei posti-barca. I cittadini non possono essere costantemente presi in giro da un continuo balletto di cifre sui costi del porto e sulla vendita dei posti-barca. Quando conviene i posti sono già tutti venduti o quasi, quando si richiedono danni inesistenti la vendita è nella crisi più nera. Anche su questo argomento essenziale il Sindaco ha il diritto-dovere di richiedere chiarezza.
Dario Dal Mut – Carla Nattero – Consiglieri comunali “La Sinistra per Imperia”
Ho letto oggi sui quotidiani che Acquamare avrebbe promosso contro i componenti della Commissione di Vigilanza e Controllo sul porto turistico una causa per richiedere un risarcimento danni di 4 milioni di euro in quanto, pare di capire, nel rilevare delle irregolarità e/o omissioni da parte della concessionaria Porto di Imperia s.p.a., la Commissione avrebbe causato gravi danni commerciali e di immagine alla Acquamare stessa. La prima mia reazione è stata una sonora risata: la Commissione non ha rapporti con Acquamare, ma solo con la Porto di Imperia s.p.a., che è l’unica concessionaria del porto, almeno sulla carta.
In ogni caso (tralasciando gli aspetti formali e andando alla sostanza: Acquamare è, di fatto, ‘proprietaria’ del 70% del porto, direttamente, e di un ulteriore 10%, indirettamente, quale socia al 33% della Porto di Imperia s.p.a.) non può che far ridere pensare che il controllato chieda i danni al controllore perché ha fatto il suo dovere.
I componenti della Commissione devono pagare i danni perché, nel rilevare irregolarità e/o omissioni hanno provocato un danno ‘all’immagine’ del controllato? La cosa è talmente comica da rivaleggiare con la nota tesi sulle parentele di una signorina marocchina sostenute dalla maggioranza parlamentare, omologa a quella che regge il nostro Comune. Banalizzando, sarebbe come dire che un Vigile Urbano posto a dirigere il traffico davanti al Comune (l’esempio non è assolutamente casuale) e che mi fermasse per contestarmi un’infrazione mi dovrebbe poi pagare il danno ‘all’immagine’ causatomi.
Finito di ridere, però, mi sono fermato a ragionare e sono giunto alla conclusione che, poiché ho rispetto dell’intelligenza di tutti, non posso pensare che il Sig.CALTAGIRONE sia mosso solo dall’intento di far ridere a crepapelle il sottoscritto e tutti coloro che non si fanno impressionare da richieste danni tanto mirabolanti quanto assurde.
Allora mi è tornato alla mente l’effetto della richiesta di addirittura 300 milioni di euro al Comune per i danni derivanti dall’annullamento della concessione demaniale (il cui effetto, stante la ’strenua’ difesa del Comune di Imperia, è durato qualche giorno): una amministrazione intimidita che ha deciso, di fatto, un sostanziale arretramento del Comune da quella linea di rigore e richiesta di rispetto delle regole puntualizzata nella delibera di indirizzo del settembre 2010.
Ritengo quindi evidente che la richiesta danni di oggi segue la stessa strategia: intimidire i membri della Commissione e, ancora una volta, il Comune (ricordo che nella commissione vi sono due membri dell’operato dei quali il Comune risponde solidalmente, in quanto, uno, è un proprio dirigente, Lunghi, l’altro, è un delegato del Sindaco, Erasmi).
Cosa si vuole ottenere dalla Commissione è chiaro (un po’ più di ‘comprensione’ ed ‘elasticità’); meno chiaro quello che si vuole ottenere dal Comune, ma credo che non mancheremo di saperlo a breve; basterà leggere gli interventi del ’salvatore della Patria’ di turno (sono curioso di vedere se sarà sempre lo stesso) ed i resoconti del prossimo vertice tra Comune e Acquamare, che ovviamente, finirà a pacche sulle spalle, grandi sorrisi e giuramenti di grande amicizia per la Città.
Giuseppe Fossati – Consigliere comunale FLI -
L’ex Presidente del Tribunale di Imperia agli arresti domiciliari a Limone Piemonte
Gianfranco Boccalatte avrà fatto un bonifico di 15.000 euro a se stesso e comunque sempre di fresco si tratta.
Singolare punizione per un vigile urbano di Imperia
Il vigile che vedete nella foto che ho preso da Facebook pare sia stato messo a dirigere il traffico davanti al Comune di Imperia per tre giorni. Poi ha ceduto e ha avuto un malore.
E le cose pare che siano andate così.
Durante la pausa caffè nel bar vicino al Comune, due vigili urbani non hanno fatto il saluto al segretario comunale Andrea Matarazzo. Lui deve averlo preso come un affronto e si è lamentato del fatto scrivendo una nota al loro comandante, Aldo Bergaminelli. Il quale, anziché fare come probabilmente avrebbero fatto tutti i comandanti dell’universo e cioè, richiamare i due e dire loro: “Ragazzi, salutatemelo la prossima volta ché è un tipo sensibile e si offende facilmente”, ne ha preso uno e lo ha schiaffato sulle strisce pedonali davanti alla sede del Comune. Il motivo ufficiale del posizionamento sarebbe stato quello di “valorizzare il Comune” e chi ha chiesto all’assessore alla viabilità, il leghista Antonio Gagliano, come mai non sono stati organizzati dei turni con altri vigili, si è sentito rispondere: “Perché lui è il migliore”.
Dell’altro, sui media locali, non c’è traccia: forse sarà finito in Siberia in qualche gulag o in Transnistria.
Non mi risulta ci siano state reazioni nei confronti di chi ha preso quel provvedimento da dittatura del sud Europa (una volta si sarebbe detto “del Sud America”, ma sono finiti i bei tempi) e non ho ancora letto nessuna dichiarazione dei politici che ogni tanto vanno in Comune a fare un programma per Imperia TV.
Nel frattempo porgo la massima solidarietà al vigile “migliore” e anche all’altro (o all’altra?) che forse al momento si è già unito/a agli Urca.
Arresti domiciliari per il Presidente del Tribunale Gianfranco Boccalatte
Il presidente del Tribunale di Imperia, Gianfranco Boccalatte, è accusato di corruzione in quanto “avrebbe concesso sconti di pena ad esponenti della criminalità organizzata”.
E’ quanto si legge su Corriere.it