Archivio per il mese di luglio, 2011
Anche quest’anno la movida del Prino fa discutere
Penso che la questione del rumore al Prino nel periodo estivo risalga ormai almeno a sei anni fa perché già ne scrivevo quando ho aperto questo blog (e qui potete trovare una serie di post).
Eppure, ogni anno, si ripete la solita storia che francamente ha stufato un po’ tutti.
Nei giorni scorsi si è assistito a una bella lotta tra i residenti e gli esercenti del luogo da una parte, il sindaco e qualche suo consigliere dall’altra.
Il Sindaco, a seguito delle lamentele pubbliche della signora Mara Giribaldi Remaggi, titolare della Locanda del Mar, ha dichiarato sul Secolo XIX di ieri che : “Se il problema sono 24 sere all’anno non posso far altro che prenderne atto.
Ricordo alla signora Remaggi che a Imperia ci sono quartieri, proprio il Prino, che sono stati letteralmente annientati dal punto di vista turistico e commerciale da questo tipo di polemiche. Se poi, qualche locale, non rispetta gli orari o compie scorrettezze il problema va segnalato agli organi competenti e se del caso noi siamo pronti a intervenire“.
Al che Giuseppe Fossati [FLI] si è assai meravigliato e ha risposto con questo comunicato.
Lo confesso: poi mi sarei apettato una risposta direttamente dal Sindaco del tipo “Fossati non può esagerare” [bis], ma la risposta al consigliere del FLI è arrivata direttamente dal giovane rampante del PDL, Angelo Dulbecco.
A me ha fatto ridere, proprio per gli stessi motivi che indica Fossati, al quale, invece, ha fatto tenerezza.
Riguardo la movida alla Marina, Strescino si era schierato dalla parte dei giovani e io non avevo esitato a scrivere che ero d’accordo con lui.
Ma c’è un regolamento, come fa notare Fossati, che vale per tutti. E se questo benedetto regolamento fosse rispettato potrebbero vivere felici e contenti sia i giovani che hanno il sacrosanto diritto di divertirsi, sia coloro che al mattino devono alzarsi presto per andare a lavorare.
Zagarella e Verda [PD] chiedono le dimissioni di Strescino
Giuseppe Zagarella e Paolo Verda, consiglieri comunali del Partito Democratico, intervengono sulla questione dell’ipoteca sottoscritta dalla Porto di Imperia Spa per la realizzazione dell’ampiamento del bacino portuale turistico:
Facciamo notare che:
- la Porto di Imperia è partecipata dal Comune e quindi il Comune ha di fatto un’ipoteca iscritta per un valore pari al 33%…. e quindi 280 milioni di Euro diviso 3!… per avere l’idea, 93.333.000 € circa, e quindi come se tutti gli imperiesi, iclusi neonati e centenari, avessero singolarmente sottoscritto ipoteche per circa 2333 Euro a favore del Sig. Caltagirone (a garanzia della Acquamare)- l’atto di ipoteca è PRECEDENTE all’autorizzazione rilasciata dal competente settore Porti e Demanio del Comune, essendo l’autorizzazione redatta in data 207 febbbraio 2007 e l’ipoteca sottoscritta dal notaio in data 19 febbraio 2007
- essendo del 2007 l’ipoteca, di fatto, la garanzia reale l’ha fornita la parte pubblica, trattandosi di mappali sui quali le uniche opere realmente realizzate erano costituite dal Porticciolo storico, dal parcheggio di san lazzaro realizzato con mutuo dall’AMAT interamente partecipata dal Comune (all’epoca), dai moli e dagli approdi realizzati dall’Imperia Mare ecc.
Si noti anche come la restituzione sia connessa alla redazione dei SAL, ad oggi ancora ignoti e formalmente contestati dalla Commissione di Vigilanza e Collaudo in quanto non attendibili, e come resti, almeno nelle carte ufficiali, da restituire sicuramente una tranche al 31 dicembre 2011.
Non sappiamo quanto sia stato realmente resituito alle banche in data 30 giugno 2010, 31 dicembre 2010 e 30 giugno 2011.Non sappiamo neppure se negli atti di cessione del diritto di superficie cinquantennale per i posti barca vi sia cenno all’ipoteca sottoscritta.
Ciò detto, dal punto di vista prettamente politico, ci preme sottolineare quanto segue:
Pulire il torrente Impero è impresa ardua
A volte si è talmente stanchi di chiedere di intervenire in una certa maniera sul territorio a questo o a quell’assessore , che si arriva al punto di dire: “Facciamolo noi”, così come alcuni abitanti di Castelvecchio hanno fatto per l’asfalto e quelli di Clavi per la storica fontana, per fare due esempi recenti. Anche perché qualcuno potrebbe dire che si è solo capaci di mugugnare, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti molti si tirano indietro.
Così, tempo fa, una lettrice aveva lasciato un commento in un post proponendo di mettere insieme una squadra di volonterosi per fare un po’ di pulizia alla foce del torrente Impero.
Qualcuno aveva accettato e lei ha cominciato a informarsi su come affrontare la questione dal punto di vista burocratico tenendomi aggiornato sugli sviluppi della situazione perché le avevo promesso che una volta definito il tutto, avrei scritto un post per lanciare una specie di appello per reclutare altri eventuali volonterosi.
Con il suo permesso, pubblico le mail che mi ha mandato di recente.
Ciao, ieri sono andata dalla forestale sotto ad acqua e farina; il signore con cui ho parlato ha detto:
1) che devo andare a parlare con i colleghi in piazza Roma dal centro per l’impiego;
2) che se si pulisce dall’immondizia va bene in qualsiasi momento, per lo sfalcio ora non si può per motivi ecologico-ambientali
3) sempre per lo sfalcio bisogna aspettare settembre e non si può bruciare assolutamente (ci arrivavo anche io)
4) possiamo chiedere una mano alla protezione civile, sempre a settembre, perchè ora sono impegnati con gli incendi
5) Dobbiamo contattare il comune settore ecologia (e qui rido, pensando allo sguardo di disprezzo che mi lancerà il segretario quando gli andrò a parlare)
6) sono pronti ad aiutarci, ma non rilasciano direttamente nessuna autorizzazione, per evitare guai anche loro si limitano a controllare che non vengano commesse infrazioni.
Se vi interessa, il signore, molto gentile, si chiama Lanteri.
Lunedi passo in Piazza Roma, e se riesco, in Comune.
Ciao, a presto
L’amica non si arrende e continua a girare per uffici per informarsi meglio, nel frattempo le canne crescono e la sporcizia aumenta:
Ciao,
lunedi sono andata in piazza Roma e ho parlato con l’ingegnere dei piani di bacino, mi ha detto che per loro basta una planimetria e un piano della pulizia che si intende fare e rilasciano autorizzazione in tempi brevi, 2 o 3 giorni. Se invece si programma di fare l’azione di pulizia con una certa regolarità ci vuole un piano più organizzato, ma quello è ancora da vedere, cerchiamo di pulire almeno una tantum, poi si vedrà. Il signore ha anche detto che il Comune sta già investendo molti soldi nella pulizia dei torrenti, l’ho guardato senza trovare una risposta che diplomaticamente intendesse che l’investimento non si vede affatto…
Quando me la sentirò, dopo accurata preparazione psicologica, andrò a parlare con Giuseppe Enrico, assessore all’ecologia. Dopodiché contatto Legambiente, con tutte le informazioni che ho raccolto e vi informo.
L’ultimo passo, per ora, è stato il Comune:
Ciao, oggi sono andata in comune, non ho parlato con l’assessore ma con la segretaria e un’altra dipendente che mi hanno detto:
- che l’assessore non sarebbe stato in sede per la settimana e la segretaria non sapeva quando sarebbe stato disponibile ad un appuntamento
- che i soldi per lo sfalcio sono in fase di stanziamento
- che dello sfalcio si occupa una ditta dopo essersi aggiudicata l’appalto
- che il comune non dovrebbe rilasciare autorizzazione, solo la provincia lo fa (mi puzza un po’)
- che se vediamo rifiuti nel fiume dovremmo comunicarlo alla ecoimperia per il recupero. Abbiamo fatto notare che da mesi ci sono rifiuti ingombranti nell’Impero (una macchina per bambini, dei pneumatici completi di cerchi, ecc e la segretaria ha risposto che potrebbero sorgere problei perchè dentro ci possono essere i nidi degli animali (sè)
- Che la stiamo facendo troppo facile perchè ogni volta che provano a pulire gli ambientalisti fanno una gran cagnara per gli animali.
Al che ho fatto presente che ho contattato anche la Legambiente proprio per avere il loro supporto e ho nominato tutti gli enti a cui mi sono rivolta, “per agire nel massimo rispetto della legalità ed evitare polemiche come quando della pulizia si sono occupate le maestre con i bimbi delle elementari” testuali parole.
Ho lasciato il mio numero per essere da loro ricontattata e fissare un appuntamento con l’assessore che non si sa quando torna.
Quanto scommettiamo che non mi chiamano?
A presto
Secondo voi, riusciremo nell’impresa?
Dal Parasio al Mare [III]
Oggi il Comitato Spontaneo per la Tutela del Parasio ha acquistato una pagina de Il Secolo XIX per “far sentire la voce di tutti i cittadini che, al di là di ogni schieramento politico, vogliono esprimersi contro la realizzazione di opere deturpanti ed estremamente costose nel quartiere del Parasio“.
Ho scannerizzato la pagina e divisa in due: qui potete leggere la prima parte e qui la seconda.
L’Assessore Leone c’era [e non dormiva]
Oggi Giuseppe Fossati ha diramato un comunicato in cui spiega alcuni dettagli dell’accordo che ci fu nel 2009 tra il Comune e Invitalia per quanto riguarda l’incubatore di Impresa che verrà costruito al posto della SAIRO.
In sostanza il consigliere di FLI smentisce l’attuale assessore al Bilancio, nonché vice sindaco di Imperia, che su La Stampa di oggi, spiega perché il Comune dovrebbe sborsare 2 milioni di euro per la costruzione del suddetto.
Poiché nei giorni scorsi avevo sostenuto l’esatto contrario (l’operazione Incubatore di Imperia, in base agli accordi siglati con atti pubblici doveva e deve essere a costo zero per il Comune di Imperia), segnalo al Vice Sindaco l’atto in questione, siglato evidentemente “a sua insaputa” (benché, se ricordo bene, fosse presente), il 12.1.2009 alla Villa Faravelli in favore di fotografi e telecamere: contratto n°2622, registrato il 29.1.2009, ufficiale rogante, con funzione di Notaio (come possibile per legge, con riconoscimento dei diritti notarili a suo favore), il Segretario Generale del Comune di Imperia, Dott.Paolo Calzia. – ha spiegato Fossati – Per evitare che “sfuggano” le clausole di interesse (può succedere, se si è un po’ “distratti”), provvedo a segnalare anche le stesse: art.2.3: “Invitalia si obbliga verso il Comune di Imperia a realizzare un “incubatore di imprese” ristrutturando e modificando gli immobili costituiti in usufrutto (al superiore punto 2 n.d.r.) secondo lo Studio di fattibilità che, corredato dal Parere Preventivo della Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria sub B), siglato in tutti i suoi elaborati dal Comune di Imperia e da Invitalia, è allegato sub C) al presente contratto”…. art. 6: Lavori di ristrutturazione e di miglioramento. Addizioni.
Le opere di ristrutturazione e ed adeguamento degli immobili oggetto del presente contratto che saranno effettuate da Invitalia o dal Gestore saranno considerate addizioni e miglioramenti degli immobili , ai sensi degli art.985 e 986 c.c. 6.2 omissis 6.3 La realizzazione delle opere suddette, e la loro successiva ritenzione da parte del Comune di Imperia, che espressamente rinuncia sin d’ora al diritto di reductio in pristinum, costituisce un onere della gratuità dell’usufrutto pattuita al primo comma dell’art. 2 che precede” Tradotto: Invitalia si impegna a realizzare l’Incubatore di Imprese, tutte le spese di ristrutturazione sono a carico di Invitalia, il Comune non deve spendere un euro. Mi pare molto chiaro, ciò che non è chiaro è perché, adesso, il Vice Sindaco Leone sostiene che il Comune deve partecipare alle spese, nella misura, non indifferente, di € 2.000.000,00. Personalmente vorrei capire, come credo i nostri concittadini e, ho motivo di ritenere, anche i consiglieri di maggioranza che, incautamente, hanno respinto il mio emendamento che stralciava dal bilancio tale previsione, almeno sino a che il quadro non sarà più chiaro”.
immagine tratta da Il Secolo XIX del 13 gennaio 2009
Qui l’articolo su La Stampa del 13 gennaio 2009; qui quello di Sanremonews e qui quello di Riviera24.
E l’Assessore Leone, con un lungo intervento, pochi minuti fa ha risposto a Fossati, ma le sue spiegazioni mi convincono poco.
Perché qua non si tratta di volere o non volere, di dire sì o no, ma piuttosto che ogni volta i costi di un’opera debbano “purtroppo” lievitare e a metterci la differenza sia il cittadino.
E Fossati ha replicato.
Aiutiamo Marco Ballestra di Alzalatesta
Ieri sera sono uscito con mia moglie dallo Studio Legale Locuratolo-Rosso di Ventimiglia che ha preso in mano tutto il rosario di denunce, civili e penali, che i signori hanno avuto la generosità di muovermi contro.
La situazione é pesantissima ed economicamente appare per noi insostenibile.
Per la volontà emersa nel corso di una recente riunione degli amici di Alzalatesta, si é deciso di costituirci legalmente, di dare inizio ad una campagna di tesseramento e di aprire un conto corrente alle Poste, affinché una raccolta fondi possa aiutarmi un pochino ad affrontare gli eventi che mi precipitano addosso.
Alcuni dipendenti comunali di Ventimiglia mi hanno comunicato la loro volonta di iniziare una colletta a mio favore, Vi ringraziamo e Vi abbracciamo.
Marco Ballestra e famiglia
Giusto ieri un amico mi ha telefonato per dirmi: “Angelo, perché non facciamo qualcosa per aiutare Marco Ballestra? Potresti usare il tuo blog per far da tramite. Aiutarlo finanziariamente significa anche dimostrargli la nostra vicinanza“.
Gli ho risposto che avrei preferito parlare prima con Marco, trattandosi di cose delicate.
E oggi Marco ha scritto questo post di cui ho riportato uno stralcio perciò, ammesso che abbia ancora voglia e tempo di leggermi, gli comunico via internet che qua c’è qualcuno che lo aiuterebbe volentieri, nel limite delle proprie possibilità e se indicherà il sistema (conto corrente bancario o postale, postepay, paypal ecc.ecc.) sarò ben lieto di pubblicarlo.
Al momento Marco ha dovuto sbolognare 7.500 euro, ma le cause sono tante e dovrà vendere miele a vagonate per il resto della sua vita, per pagarle, ma anche qua a Imperia c’è qualcuno che sta dalla sua parte.
L’on. Claudio Scajola a “La Zanzara”
Ultimamente lo cercano tutti, ma i suoi fan possono stare tranquilli: non si tratta di carabinieri o altri tutori dell’ordine, bensì di giornalisti. Parlo dell’on. Claudio Scajola che dopo aver rilasciato interviste su svariati quotidiani, ieri è stato cercato (e trovato) da Giuseppe Cruciani, colui che oltre a voler fortemente il ponte sullo stretto di Messina e la Tav in Val Susa, che non ama nessun tipo di manifestazione di piazza e che farebbe un blitz in Brasile per riportare in Italia Cesare Battisti, conduce, insieme al simpatico David Parenzo, la mia trasmissione radiofonica serale preferita: La Zanzara.
Durante la trasmissione, che si può riascoltare sul sito di Radio24, ha detto una serie di cose interessanti. Tipo che quella dei ministeri distaccati che vogliono i leghisti, è una “boutade” per ribadire, alla francese, quello che aveva detto a proposito il ministro Galan: “E’ una puttanata intercontinentale“. Poi ha parlato del partito dell’amore, di come riorganizzarlo e delle primarie. Da buon democristiano è riuscito a non farmi capire una beneamata cippa di come vorrebbe il Pdl.
Poi l’estremista Cruciani gli ha chiesto se gli piacerebbe fare il vice presidente della Camera e il nostro concittadino ha risposto simpaticamente che “non so cosa significhi“. Gli applausi sono partiti anche da casa mia.
E parlando della vicenda della casa in cui abitava Tremonti fino a pochi giorni fa, ha detto che a un ministro può capitare di inciampare sulla casa, visto che ha tante cose a cui pensare.
Il commento lo lascio a quelli de il Fatto Quotidiano di oggi che potete leggere qua sotto.
Mi spiace solo dover registrare che un radioascoltatore, dopo l’intervista, abbia detto: “Se fossi un familiare di Marco Biagi, a Scajola avrei cambiato i connotati“. Per il resto è stata una simpaticissima chiacchierata.
Silenzio assordante
L’on. Claudio Scajola non ha ancora detto una parola sulle recenti vicende del porto turistico di Imperia.
I casi sono due: o non gli hanno fatto sapere niente, oppure teme di influenzare i mercati finanziari.
‘Ndrangheta in Liguria: inguaiati Saso e Minasso
‘Ndrangheta in Liguria
Le telefonate che iguaiano Saso e Minasso.
[...] Più o meno nello stesso periodo l’attuale consigliere regionale Pdl Alessio Saso si inguaia in vista della tornata elettorale parlando con Vincenzo La Rosa, sospetto fiancheggiatore delle cosche. «Saso – spiega l’Arma – dice che ai soldi per “ringraziare” provvederà personalmente».
E poi fa di peggio.
La Rosa: «I suonatori ci sono…»
Saso: «E facciamoli suonare…Io sono una persona che anche dopo ci si può contare, se uno mi chiede un lavoro, un finanziamento do anche quello…».In un’altra conversazione, sempre con l’ultrasospettato La Rosa, aveva inguaiato persino un parlamentare.
La Rosa: «Sec’è da lavorare…e quello che si fa lo dobbiamo pur prendere…».
Saso: «Certo, com’è giusto che sia».
La Rosa: «Io non mi sono mai lamentato…ed Eugenio ci ha portato una volta a Roma, abbiamo mangiato, lo abbiamo ringraziato….E lui è stata una persona gentile e io l’ho votato, no?».
Per i carabinieri del Ros «La Rosa parla dell’appoggio elettorale per Eugenio Minasso (oggi deputato e vicecoordinatore regionale Pdl)».Il 7 aprile del 2010, a elezioni avvenute, i due candidati dei clan si chiamano e commentano.
Saso: «Ciao, allora? È una vita dura…».
Praticò: «Di merda! Vabbè io ho preso 1.800 voti,me ne hanno annullato 536…».
Saso: «Ammazza…».
Praticò: «Hanno scritto Praticò accanto a Biasotti».
Saso: «Ah, ah, ah».
Praticò: «Non riesco a capacitarmi…sto controllando sezione per sezione. Perché andavo a 2.400. Qualcosa che nell’ultima settimana ha cambiato, perchè per lavorare avevo lavorato bene e tutto…».
Saso: «Se ti capita, se riesci a dare uno sguardo a quella cosa di cui ti parlai, così…».fonte: Il Secolo XIX – 8 luglio 2011
Queste sono le intercettazioni telefoniche pubblicate oggi da Il Secolo XIX che riguardano anche l’on. Eugenio Minasso.
Certo, come dice l’on. Claudio Scajola, “Bisogna vederle nel contesto“. Tipo quando Berlusconi raccontò quella barzelletta che finisce con una bestemmia e Monsignor Fisichella disse che bisogna contestualizzare, per capirci.
C’eravamo tanto amati
Sono passate 24 ore da quando è stato reso noto che Caltagirone ha fatto “un passo indietro” o “lascia i lavori del porto turistico”, come si legge sulle locandina dei quotidiani locali e su Riviera24 e ancora non si hanno reazioni politiche di peso.
Quella del Sindaco Strescino è leggerissima: sulla Stampa si dice dispiaciuto e comprende l’amarezza di Caltagirone. Poi mette il disco che ormai, più che rotto, è fuso: “Se fosse per l’opposizione saremmo ancora ai gozzi a remi”.
Paolo Verda (Pd) si limita a dire che il porto “sta perdendo i pezzi”, ma nessuno ha ancora spiegato come mai Caltagirone è amareggiato e perché ha mollato tutto.
Capire gli intrighi della storia è difficile, ma sembra evidente che adesso la sua fidanzata, Beatrice Cozzi Parodi, abbia in mano molto di più rispetto a quello che aveva prima.
Caltagirone ha mollato perché è indagato per associazione a delinquere (insieme a Claudio Scajola, Carlo Conti, Domenico Gandolfo e Paolo Calzia) come si legge su un quotidiano locale, o perché la Carige gli ha chiesto di cacciare i 60 milioni che ha di esposizione e diversi debitucci con altre banche?
Chi sarebbe questa fantomatica azienda che sta tra il Canale della Manica e il Mar Baltico che subentrerebbe a Acquamare? (come sono simpatici certi cronisti che sanno le cose, ma le dicono a metà, forse per non scontentare qualcuno)
Si attendono chiarimenti e credo che la cittadinanza abbia il diritto di sapere, visto che, se la ragioniamo alla Strescino, il 60 e passa per cento voleva il porto e lo voleva finito entro il 2013 (ultima data pervenuta) e visto che almeno 7000 posti di lavoro (ultimi numeri dati) erano stati garantiti da Caltagirone. A cui, peraltro, credo che molti imperiesi pagheranno ancora il caffè quando lo incontreranno in città.
I link delle fonti:
Il Secolo XIX
Riviera24
Sanremonews
Ansa
Repubblica.it