Archivio per il mese di agosto, 2011

Cavalli, Predator e asini che volano

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Se da una parte c’è una città triste sotto shock per l’avviso di garanzia notificato all’on. Claudio Scajola per la nota vicenda dell’appartamento di Roma con vista sul Colosseo, dall’altra ce n’è una felice: in porto ha ormeggiato il mega yacht dello stilista Roberto Cavalli, una bestia con una potenza di 7.000 cavalli (più uno).
Lo splendido esemplare si affiancherà a Predator, un altro esemplare di rara bellezza di proprietà di un multimiliardario uzbeco, magnate del rame, noi magnamo delle brioches. Si attende l’arrivo di Penetrator di proprietà di un noto attore di film porno degli anni ottanta il cui nome dice tutto e si sta cercando di fare spazio anche per il proprietario che quando scende, ammesso che scenda,  ha seri problemi con gli spigoli.
Nel frattempo approfitto di questo spazio per fare gli auguri di buon lavoro al nuovo Prefetto di Imperia, la bella Fiamma Spena [anche perché l'articolo a lei dedicato sul Secolo XIX è nella stessa pagina di Cavalli e Predator] che si è presentata dicendo: “Sono stata commissario in tre Comuni del Sud ad alto rischio di infiltrazioni mafiose“.
Praticamente una specie di ritorno a casa.

Scritto da Angelo Amoretti

30 agosto, 2011 alle 12:39

Il caldo agosto dell’on. Claudio Scajola

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Ho provato a mettermi nei panni di un elettore di Claudio Scajola, ma non credo di potercela fare.
Mi era già successo ai tempi del’appartamento con vista Colosseo e non riuscivo a star dietro alle dichiarazioni che l’ex ministro faceva un giorno sì e l’altro anche. Poi qualcuno deve avergli consigliato di non aprir più bocca perché probabilmente non ci capiva niente neppure quel qualcuno.
Succede la stessa cosa con la possibile abrograzione delle province con meno di 300.000 abitanti, Imperia compresa.
Il 14 agosto l’onorevole aveva dichiarato al Secolo XIX:

Sa che cosa rispondo? Io sono dell’avviso che non dovrebbero essere cancellate solo 38 Province. Dovrebbero essere abolite tutte. Dico proprio tutte.

A Vaccarezza e a Sappa cominciavano a girare le eliche, ma vallo a dire all’onorevole!
Anche quelli del Partito dell’Amore devono aver pensato: “Ha ragione, la provincia di Imperia deve essere abolita” [in fondo ci sono riuscito a mettermi nei loro panni per qualche istante]. Forse qualche dipendente provinciale e dirigente da 80.000 euro l’anno che ha votato per il partito di Berlusconi, almeno alla moglie, al buio, nella notte profonda e sottovoce in modo che non sentissero i figli, deve aver detto: “Ma cosa sta dicendo?!”
Il Secolo XIX del 17 agosto scorso riporta tra virgolette una nuova dichiarazione:

Il disegno di abolire solo alcune Province, senza valutazione di carattere socio economica e storica dà quasi l’impressione che ci siano Province raccomandate e no: o si aboliscono tutte (e sarebbe la cosa più logica), trasferendo la competenza ai Comuni, mantenendo le Prefetture come presidio di sicurezza sul territorio, o la proposta va rivista.

Il nostro statista si era lanciato anche in una visione futurista del territorio: una Provincia Granda ancora più grande della Granda, con Imperia, Cuneo e Nizza. Alla faccia dei cuneesi che “venivano portandosi dietro la mortadella“.
A Sappa cominciavano a girare di meno, a Vaccarezza di più.
In una intervista a Repubblica del 21 agosto scorso l’onorevole corregge il tiro:

Il decreto prevede la cancellazione di una trentina di piccole province, un palliativo che crea distonie. Dovremmo sostituirla con l’abolizione di quelle interne alle aree metropolitane che toccherebbero 24 milioni di cittadini anziché 6 con un impatto economico più sostanzioso. Dopo servirebbe una legge costituzionale per abolirle del tutto, ragionare sulla creazione di macroregioni e aree metropolitane.

Un agosto caldo per il nostro illustre concittadino. E forse per il caldo gli è scoppiato un principio di incendio nel giardino della villa e i fumi delle due sdraio liquefatte deve avergli ulteriormente confuso le idee tanto che sul sito della Fondazione Cristoforo Colombo scrive più o meno quello che aveva detto a Repubblica cinque giorni prima:

Veniamo poi al capitolo delle province. Davvero pensiamo abbia senso abolirne una trentina? Si aprirebbero contenziosi che in ultimo non consentirebbero neppure risparmi per i cittadini. Si può pensare invece di abolire quelle interne alle aree metropolitane: un intervento che riguarderebbe 24 milioni di italiani anziché gli attuali 6 milioni. Senza contare che si potrebbe procedere ad una legge di revisione costituzionale per abolirle del tutto.

Dunque Imperia, Savona e La Spezia, per rimanere in Liguria, sarebbero salve e la Provincia Granda Grande può attendere.
Nel frattempo avvertiamo i Presidenti delle citate province, però, che stanno sudando sette camicie per cercare di salvare la cadrega.
Ma agosto non è ancora finito, fa ancora abbastanza caldo e le idee potrebbero ancora cambiare anche perché c’è un nuovo piccolo intoppo fresco di giornata: l’on. Claudio Scajola è indagato dalla Procura di Roma per quella faccenduola dell’appartamento con vista sul Colosseo.

Scritto da Angelo Amoretti

29 agosto, 2011 alle 16:55

C’era (quasi) una volta

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Si chiama “C’era (quasi) una volta” la raccolta di fiabe (o quasi-fiabe) appena uscita per senzapatria ed.
Il volume nasce da un’idea di Marino Magliani, a cui le fiabe (come dice nell’introduzione) sono mancate da bambino.
Tutti i profitti derivanti dalla vendita saranno devoluti a NutriAid, un’organizzazione umanitaria indipendente, nata nel 1996, con sede nazionale a Torino e sedi locali in varie regioni d’Italia. NutriAid opera in Rwanda, Senegal, Madagascar e Repubblica Democratica del Congo dove costruisce, ripristina e coordina centri intensivi di lotta contro la malnutrizione infantile severa e cronica, per il trattamento del disequilibrio ponderale nei bambini. Realizza interventi sanitari attraverso la propria unità medico-scientifica inviando equipe mediche specializzate. Attua programmi di sicurezza alimentare operando in partnership con importanti istituzioni internazionali, sostiene le famiglie in progetti di sviluppo agricolo e allevamento per prevenire le ricadute ed emergere dalla fame e dalla povertà.

Zena Roncada e Lucia Saetta hanno curato l’editing e Marco D’Aponte ha illustrato ogni storia.

Dalla quarta di copertina:
“I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto”. Così il giovane Leopardi sintetizzava nelle pagine dello Zibaldone la sua nostalgia per l’infanzia, età aurea vivificata da un’immaginazione senza freni. Gli autori di questa raccolta di fiabe hanno voluto, almeno in questa occasione, tornare a guardare il mondo con gli occhi incantati del fanciullo che un tempo sono stati. Ne sono uscite storie fantastiche, ciascuna ispirata a un luogo speciale della nostra Italia bella e variopinta (montagne,spiagge,fontane,mari,città) e narrata secondo uno stile e un gusto personali. Questo per ricordare che il mondo è pieno di posti meravigliosi, dove vale la pena avventurarsi e perfino perdersi, se non fisicamente (questo, ahimè, spesso non è possibile), almeno nel modo magico di una narrazione. Ma attenzione: un racconto non è semplicemente un surrogato di vita – è vita al quadrato!

Indice del volume:
La Via dei falegnami, Flaviano Fillo, Ghetto di Roma
I pesci con le ali sono presi per matti, Paolo Casuscelli, Salina
Il nastro della truut, Lapin, Luserna (TN)
La fiaba delle sette montagne, Lucia Saetta, Bosco Chiesanuova (VR)
Giobatta e il drago, Chiara Daino, Genova
Il ciclope miope, Irene De Sanctis, Lazio
La bambina che aveva paura del buio, Zena Roncada, Sermide (MN)
Su caminu de paza, Bobboti, Sardegna
Giovanni, il mago Mortadella e il perfido Molocco, Luca Tassinari, Bologna
Il vicolo delle meraviglie, Enrico Macioci, L’Aquila
Il tesoro del re, Enrico De Grazia e Maria Francesca Rotondaro, Calabria
Capo Giuseppe, Barbara Tutino, Val d’Aosta
Tramontana, Nunzio Festa, Basilicata
Coriandolina va in pineta, Mauro Baldrati, Cervia (RA)
Nenè, Nerina Garofalo, Cosenza
Pancia e gli orchi, Andrea Becca, coste liguri
Bùmbulu mbùmbulu, Mario Bianco, Torino
Il viaggio, Bartolomeo Di Monaco, Lucca
La storia di Mattia il milanese, Wang il cinese e Uberto l’uccisore di draghi, Guido Tedoldi, Milano
Il pomeriggio che si ruppe la playstation, Marta Baiocchi, Roma
Il Custode, Francesco Sasso, Puglia
Il ponte del diavolo, Paolo Cacciolati, Dronero (CN)
Saverio e gli uomini del Vulcano, Pasquale Indulgenza, Napoli
Frate Ciliegio e l’acqua Pudia, Roberta Borsani, Fonte Pudia (UD)
Le avventure di un bambino che si credeva Re, Chiara Granocchia Lelieur, Umbria
Cuoricino, Stefania Nardini, Napoli

Il volume sarà presentato da Marino Magliani e Pasquale Indulgenza, martedì 30 agosto, alle 21, presso la Libreria Ragazzi di Via Vieusseux,  Imperia-Oneglia.

Scritto da Angelo Amoretti

28 agosto, 2011 alle 21:21

Pubblicato in Eventi, Libri

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Appuntamenti

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Venerdì 26 agosto, ore 21, in Piazzetta dell’Olmo a Imperia-Oneglia, l’Associazione Culturale ApertaMente Imperia presenta un dialogo tra Corrado Bologna,  docente di Filologia romanza nell’Università di Roma Tre e Vittorio Coletti, Docente di Storia della lingua italiana dell’Università di Genova su:

Romanzo Mondo – La letteratura nel villaggio globale.

L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, sarà preceduto da Apericena (offerta libera) alle 20.15.

Sabato 3 settembre, ore 21, a Borgo d’Oneglia, in via E. Ascheri, 13, l’Associazione Culturale Musikale OlivoNero presenta Raffahelle Robert Anarkista in:

Se io sapessi cosa mi manca
passerei la vita a cercarlo,
ma il non sapere cosa mi manca può far sì ch’io riesca a trovarlo
(Thomas Leoncini)

Scritto da Angelo Amoretti

24 agosto, 2011 alle 12:25

Pubblicato in Eventi

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L’abolizione della Provincia di Imperia [II]

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Ci sono riusciti: invece di farci discutere su come trovare i soldi per fare in modo che entro una ottantina di giorni l’Italia non sia dichiarata fallita, ci stanno distraendo con l’eventuale soppressione delle province con meno di 300.000 abitanti e l’accorpamento dei comuni con meno di 1.000 abitanti.
E tutti sono stati al gioco. Addirittura il Secolo XIX di oggi pubblica i costi dei dirigenti provinciali (cosa peraltro già fatta da la Riviera e ripresa da questo blog).
I politici nostrani programmano riunioni per decidere se accorpare la nostra provincia con quella di Savona e Cuneo oppure no e l’on. Scajola cambia idea nel giro di una settimana.
La vigilia di ferragosto, infatti, in una intervista al Secolo XIX, diceva: “Sa che cosa rispondo? Io sono dell’avviso che non dovrebbero essere cancellate solo 38 Province. Dovrebbero essere abolite tutte. Dico proprio tutte” e nell’intervista rilasciata ieri a la Repubblica:

Il decreto prevede la cancellazione di una trentina di piccole province, un palliativo che crea distonie. Dovremmo sostituirla con l’abolizione di quelle interne alle aree metropolitane che toccherebbero 24 milioni di cittadini anziché 6 con un impatto economico più sostanzioso. Dopo servirebbe una legge costituzionale per abolirle del tutto, ragionare sulla creazione di macroregioni e aree metropolitane.
[Qui l'intera intervista]

E chissà cos’altro succederà prima che il progetto si avveri, o prima del fallimento totale.
Bisogna infatti ricordare che, tanto per cominciare, per un motivo o per l’altro, le province che verrebbero soppresse sono passate da 38 a 22 e che l’eventuale decisione definitiva verrà presa dopo i risultati del censimento 2011 i cui risultati presumibilmente verranno conosciuti nel 2013.
Quindi direi che è ora di finirla con il gioco della Provincia sì/Provincia no e che dovremmo seriamente preoccuparci di come finirà l’Italia il prossimo 11 novembre.

Scritto da Angelo Amoretti

22 agosto, 2011 alle 12:43

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L’abolizione della Provincia di Imperia

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Qualcuno dice che i programmi elettorali dei partiti politici siano carta straccia e generalmente viene tacciato di qualunquismo.
Ora, a pagina 20 del programma elettorale del Pdl, quello in cui Berlusconi prometteva che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche dei cittadini, per capirci, c’è scritto “Il nostro impegno sarà all’opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell’apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)” e in quello del Pd, a pagina 8 “Nelle Aree Metropolitane via le Province e unione/fusione dei comuni piccolissimi“.
Quelli che piangono adesso o non hanno letto i programmi dei partiti a cui appartengono o, appunto, loro stessi li consideravano carta straccia.
Luigi Sappa, Presidente della Provincia di Imperia, avrebbe dovuto chiedere cosa s’intende per “province inutili”. Non so se lo ha fatto, ma ne è venuto fuori che Imperia è una di quelle perché, lo sapete: stando a quanto stabilito dalla recente manovra delllo scorso 12 agosto che ha fatto grondare sangue il cuore del Presidente del Consiglio, la nostra provincia, avendo meno di 300.000 abitanti, verrà cancellata.
C’è qualche eccezione e qualche deputato di maggioranza è riuscito a salvarne qualcuna: in principio dovevano essere 37, poi sono diventate 29 perché sono state salvate quelle con meno di 300.000 abitanti, ma con più di 3.000 chilometri quadrati di territorio e tra le graziate, guarda caso, c’è Sondrio, la provincia del Ministro Giulio Stranamore Tremonti.
A caldo Luigi Sappa aveva dichiarato di essere “amareggiato e deluso” e “lo dico contro la maggioranza di cui faccio parte” [Sanremonews, 13 agosto, dodici minuti dopo la mezzanotte].
Senonché, il 14 agosto, l’on. Claudio Scajola rilasciava una intervista a il Secolo XIX in cui diceva, tra l’altro, che le province andrebbero abolite tutte e con la sua nota visione europeista, auspicava una fusione tra Imperia, Cuneo e Nizza. La vecchia Occitania era alla nostra portata, bisognerebbe solo vedere se Cuneo e Nizza sono d’accordo, ovviamente.
Una volta raffreddato, visto anche il meteo non troppo adeguato di ferragosto, Sappa se ne esce, insieme a Angelo Vaccarezza (Presidente della Provincia di Savona che deve aver letto il Secolo in ritardo) e altri sindaci dei comuni di Imperia e Savona, con l’idea di un referendum affinché i cittadini possano decidere di unire la nostra provincia e quella di Savona con quella di Cuneo [Qui].
In questa nuova ottica è possibile anche la valutazione di un ampliamento della nostra regione alla Costa Azzurra poiché è territorio italiano e ligure da sempre ed è con noi contiguo e omogeneo. L’ipotesi sarebbe quella quindi di realizzare una macro struttura, una Provincia delle Alpi marittime, che da sempre è il nostro sogno, e che possa abbracciare, oltre a Cuneo, anche i territori della Costa Azzurra a noi così vicini“.
Da sempre è il loro sogno. Devono averlo fatto dopo aver letto il Secolo XIX di domenica, 14 agosto 2011.
Mancano all’appello i sindaci Leghisti.
Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina, non ha ancora detto nulla. E’ alle prese con il doppo incarico (infatti, come molti sapranno, è anche parlamentare della Lega Nord e dice di voler chiedere ai cittadini cosa vogliono farne di lui: tenerlo a Diano Marina come Sindaco o mandarlo a Roma come parlamentare. (Si potrebbe mandarlo anche da un’altra parte, ma non lo faccio perché è un amico). Solo che dovrebbe fare un doppio referendum: è stato eletto Sindaco dai cittadini di Diano Marina, ma parlamentare da quelli del collegio 1 della Lombardia.
A parte ciò, la Lega è sempre stata contraria all’abolizione delle Province e l’on. Sonia Viale, la nostra conterranea sottosegretario leghista del Ministero dell’Interno, ha dettato una dichiarazione al Secolo XIX, in cui si dice dispiaciuta, ma che, visti i tempi, c’è la necessità di dare dei segnali.
Sono certo che da qua alle prossime elezioni provinciali o al prossimo censimento, le cose cambieranno ancora e aspetto con ansia.

Scritto da Angelo Amoretti

16 agosto, 2011 alle 16:27

Accettare lezioni da qualcuno a volte può tornare utile

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Non siamo disposti a prendere lezioni da quanti non hanno mai fatto niente per il Parasio.

E’ quanto ha dichiarato il Sindaco Paolo Strescino al Secolo XIX di oggi in merito alla questione “Dal Parasio al Mare”.
Come riportato dal quotidiano, pare che Mariano Porro, della Lega Nord, sia il destinatario del messaggio in quanto si sarebbe schierato con gli abitanti del borgo che non vogliono gli ascensori.
Porro ha poi detto di essersi espresso a titolo personale, ma il punto è un altro: Strescino è sempre piuttosto restio a “prendere lezioni” e spesso si contraddice.
A parte il fatto che non ha senso quella frase perché se allora un cittadino che ha dei suggerimenti, per esempio, sul Prino, può farli solo se ha già “fatto qualcosa“?
E oltretutto, eventualmente, perché “prendere lezioni” solo dagli abitanti ["Credo comunque che sia possibile trovare dei margini di trattativa"]?
Strescino è il sindaco di tutti e a volte basterebbe così poco a dimostrarlo, dal punto di vista comunicativo.
La critica vuole essere costruttiva e vale anche per l’Assessore Gaggero che a volte, purtroppo, si lascia prendere la mano, va lievemente fuori controllo e si rende poco simpatico.

Scritto da Angelo Amoretti

11 agosto, 2011 alle 16:36

Lettera di una madre che non si arrende

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Riporto la lettera pubblicata giorni fa su Facebook dalla madre di una bimba non udente:

NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE (…NEANCHE COL CUORE…)

Sono la mamma di una bambina non udente. Fin da piccola mia figlia ha dimostrato di possedere un dono speciale per il disegno: infaticabile, rappresentava i suoi sogni, le sue emozioni, scene di vita dei suoi animali preferiti attraverso questo magico linguaggio non verbale.
All’inizio sembrava non provare grande interesse per i colori, quasi tutti i suoi disegni, seppur bellissimi, restavano a matita e chiederle di colorarli dava un risultato spesso deludente. Circa due anni fa abbiamo conosciuto un’insegnante e pittrice che con grande entusiasmo si è resa disponibile a dare lezioni alla mia bambina una volta la settimana, cosi da insegnarle le principali tecniche grafico-pittoriche. I primi incontri sono stati vulcanici, soprattutto dal punto di vista emotivo. Mia figlia si divertiva da morire a pasticciare con i colori e, piano piano ha imparato la magia dei loro infiniti abbinamenti. Era bellissimo quando andavo a riprenderla, finita la lezione, vedere che tutti quei colori, oltre che sui fogli, erano schizzati, spalmati sui loro visi e corpi.
Erano momenti di pura gioia per tutti. Ha imparato moltissimo in questi due anni ed è riuscita a realizzare una decina di quadri di tutto rispetto, tenuto conto che si tratta di una bambina. L’anno scorso, quasi per scherzo, ho detto all’insegnante che, quando avessimo raggiunto un discreto numero di “opere”, avremmo potuto fare una mostra.
Da quel momento, lentamente, le cose sono cambiate. La magia dei loro incontri non si percepiva quasi più. Il pensiero fisso era diventato esclusivamente la mostra, non solo dei dipinti di mia figlia ma anche di quelli che nel corso degli anni aveva realizzato la sua insegnante. Certe volte mi sembrava di assistere ad un lavoro a cottimo. Adesso, col senno di poi, sono pentita di non averlo fermato. Mi sono data anche io da fare per questa mostra, con tutta me stessa. Il Comune della mia città ci ha offerto la sala mostre, senza onere alcuno. Avremmo potuto disporre della sala senza dover sostenere alcuna spesa perché lo scopo della mostra sarebbe stato sociale ed avrebbe testimoniato l’importante percorso pittorico di una bambina non udente, per la quale la pittura rappresenta un significativo mezzo di comunicazione, facile e spontaneo che non necessita dell’uso delle parole. Questo semplice concetto è stato recepito, capito da tutti fuorché dall’insegnante. La mostra era prevista per la fine dell’estate. Tuttavia, negli ultimi tempi, ogni volta che portavo mia figlia a lezione, mi rendevo conto che l’aspetto sociale della mostra svaniva sempre di più e che l’insegnante era sempre più interessata a trasformarla in una mostra di quadri come tante, dove però lei, in quanto pittrice, doveva avere il ruolo principale, prendere tutte le decisioni, ed avere una presentazione autorevole del suo considerevole lavoro.
Non ero d’accordo con la piega che stavano prendendo le cose; non era quello lo scopo iniziale della mostra! A me non interessa la popolarità per mia figlia ma è per me basilare che emerga quanto questa forma d’arte, così come altre, sia un notevole stimolo per un bambino sordo per crescere e comunicare fino in fondo le sue emozioni e le sue passioni. Naturalmente, essendo l’insegnante di pittura l’artefice di questo importante processo, lei con il suo lavoro, sarebbe stata il fulcro della mostra. Ma, purtroppo, da lei, come ho già detto con rammarico, questo messaggio non è stato così recepito. Ha invece recepito questo discorso come una minaccia e si è messa in competizione con la bambina, rifiutando qualsiasi tipo di compromesso. Trovo semplicemente assurdo che un’insegnante possa mettersi in competizione con allievo, ed è addirittura vergognoso che lo faccia se questo allievo è anche disabile! Ho provato più volte a spiegare a questa persona che i risultati ottenuti con mia figlia le avrebbero reso onore e che il suo lavoro, le strategie usate per comunicare con lei rappresentavano qualcosa di unico. Da questa mostra lei ci avrebbe guadagnato prestigio! Lei non lo ha capito ed ha continuato a vedere la mostra come una competizione tra due artisti alla pari..Nonostante tutti i contrasti, andavamo avanti con i preparativi. Ho fatto stampare manifesti, locandine e depliant. Ci ho speso parecchi soldi. E lei cosa ha deciso di fare? Non riuscendo ad imporre la sua idea e a primeggiare in questa assurda competizione, a venti giorni dalla mostra, ci ha mollato: si è ritirata. Non ci sono parole per questo comportamento, soprattutto se si considera che stiamo parlando di un’insegnante. Amarezza, delusione sono i miei sentimenti: di fronte al desiderio di fama e popolarità al giorno d’oggi non si guarda in faccia nessuno, nemmeno un disabile.

La mamma di una bambina non udente.

Scritto da Angelo Amoretti

11 agosto, 2011 alle 9:00

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Scritto da Angelo Amoretti

10 agosto, 2011 alle 12:32

Anche a Imperia i fascisti alzano la cresta

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Imperia si sta sporcando sempre più di nero, come il resto del Paese, peraltro.
Leggo su un portale locale che ieri sera alcuni militanti di Forza Nuova hanno fatto un blitz (titolo del loro comunicato stampa, suppongo) per protestare contro la presenza di rom e clandestini nell’area dell’ex Italcementi.
Posso capire che l’Amministrazione Comunale la stia tirando un po’ troppo per le lunghe con la bonifica della zona, ma che siano camicie verdi o, peggio, nere, a elevarsi a paladini della pulizia e dell’ordine, mi fa venire la pelle d’oca. Dicono che prossimamente faranno azioni più eclatanti e mi auguro che non vadano muniti di manganelli e olio di ricino.
Ci pensino i vigili urbani e le forze dell’ordine, non quattro fascistelli che alzano la cresta anche grazie all’appoggio che hanno da alcuni che occupano poltrone in consiglio comunale.

Quando vennero per gli ebrei ed i neri, distolsi gli occhi
Quando vennero per gli scrittori e i pensatori ed i radicali e i dimostranti, distolsi gli occhi
Quando vennero per gli omosessuali, per le minoranze, gli utopisti, i ballerini, distolsi gli occhi
E poi quando vennero per me mi voltai e mi guardai intorno, non era rimasto più nessuno…
Martin Niemöller’s

che è nota anche in un’altra versione:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare

Scritto da Angelo Amoretti

3 agosto, 2011 alle 12:43

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