Archivio per il mese di settembre, 2011

Abbattimento selvaggio di alberi a Imperia [II]

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Ricevo e pubblico:

L’abbattimento di una ventina di pini sani e in piena crescita vegetativa, in Lungomare Vespucci, più la brutale potatura di altre piante vicine, appare ingiustificabile.
Quanto asserito dall’Amministrazione Comunale, secondo cui “L’intervento si è reso necessario anche alla luce del massiccio afflusso di presenze che interesserà la Città nel weekend a seguito del Raduno degli Alpini” impone un immediato chiarimento, poiché non risulta in alcun modo una motivazione ammissibile per autorizzare un simile atto distruttivo, anche alla luce di quanto impone il regolamento comunale sulla vegetazione urbana a salvaguardia del verde pubblico esistente.

Pasquale Indulgenza – Capogruppo Rifondazione Comunista in consiglio comunale

Scritto da Angelo Amoretti

9 settembre, 2011 alle 8:42

Abbattimento selvaggio di alberi a Imperia

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Lettera aperta al Sindaco dott. Paolo Strescino

Abbattimenti selvaggi

Sembrava difficile credere ai cittadini che mi hanno contattato per segnalarmi lo scempio fatto dal Comune di Imperia in Lungomare Vespucci. Eppure la realtà era esattamente come i cittadini l’avevano descritta: 18 pini, sani, in piena crescita vegetativa, sono stati tagliati alla base del tronco ed altri, vicini “ più fortunati ” sono stati “potati” (se si può chiamare potatura il lavoro svolto?) .
Non ci sono ragioni per mettere in atto uno scempio simile e ciascuno di noi, e siamo in molti indignati ( che si sono rivolti non solo a me ma anche agli organi di stampa ), si chiedono chi lo ha deciso, con quale forma amministrativa e quale perizia tecnica, chi lo ha realizzato e, soprattutto con quale motivazione.
Certamente non si può parlare né di malattia ( la tipologia dell’intervento con tagli intervallati ad alberi non toccati e ad altri “potati” lungo tutto il lungomare fa capire che non può trattarsi di nessuna patologia vegetativa) né di pericolo ( gli alberi tagliati erano di dimensioni minori, in crescita ) . Le potature eventualmente necessarie potevano essere effettuate in modo idoneo e con adeguata professionalità.
L’unica spiegazione individuata da molti, compresa la sottoscritta, è che il lungomare dovrà ospitare nei prossimi giorni pulman, camper e grossi automezzi per l’arrivo del raduno degli alpini ed alcune piante sono state ritenute”incompatibili” con la sosta e la discesa dei passeggeri di questi mezzi.
Un paradigma della politica amministrativa di questa amministrazione, che non rispetta neanche il regolamento del Verde di cui si è dotata.
Dispiace che l’intervento prenda le mosse dall’arrivo in città del Corpo degli Alpini, un corpo che ha fatto del rapporto coi boschi, gli alberi e la natura una forza del proprio agire e ha insegnato a tanti il rispetto per l’ambiente naturale.

Gabriella Badano

Scritto da Angelo Amoretti

7 settembre, 2011 alle 23:02

Pubblicato in Attualità

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Qualcuno volò sul nido del Cuocolo

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Sulle ultime vicende le porto vi invito a leggere gli interventi che linko qua sotto:
Beppe Zagarella e Oliviero Olivieri (Partito Democratico, 5 settembre) Qui
Paolo Strescino (Sindaco, 5 settembre) Qui
Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista, 5 settembre) Qui
Carla Nattero e Dario Dal Mut (Sinistra per Imperia, 6 settembre) Qui

Dal sito di Riviera24 si può scaricare la “Memoria” del Comune presentata dall’Avvocato Cuocolo.
Oggi, su Il Secolo XIX, compare questo articolo a firma di Loredana Grita e Fabio Pin dal titolo:

Le aree demaniali del porto devono essere appaltate

Subconcessioni, il Comune prende le distanze da se stesso.

Strescino: nessun dietrofront. Ma la memoria difensiva lo smentisce.

I lavori del porto sono fermi da un anno, Caltagirone se n’è andato. Due settimane fa, dopo soli 4 mesi («Resterò in carica tre anni») Beatrice Parodi si è dimessa dalla presidenza della Spa. I soci di Imperia Sviluppo si dicono pronti a completare l’approdo ma non hanno le risorse necessarie. Non bastasse, uno dei partner ha un’esposizione bancaria che sfiora i trentamilioni di euro.
A fine agosto si è sparsa la voce di un gruppo finanziario di Montecarlo disposto a salvare baracca e burattini.
Il sindaco Strescino: «Ben vengano i monegaschi, ma prima aspettiamo i fatti». I fatti non sono arrivati. Ma la vicenda non risparmia nuovi argomenti.
Il Tar ha fissato l’udienza che vede la Porto di Imperia impugnare una delibera del Comune (che della Spa detiene il 33,3% delle quote).
Quella che, lo scorso maggio, ha imposto lo strumento dell’appalto per l’attribuzione delle subconcessioni.
Nello specifico, le aree destinate alla cantieristica. L’amministrazione di centrodestra, attraverso l’avvocato Lorenzo Cuocolo, deposita una memoria.
Nella quale il legale genovese difende la legittimità della delibera. E nel farlo, dedica uno specifico capitolo alla «concessione a monte». Scrivendo: «La concessione a Porto di Imperia Spa non è stata data nel rispetto delle regole dell’evidenza pubblica». Di conseguenza, conclude Cuocolo, «sarebbe tanto più illegittimo consentire che anche le subconcessioni “a valle” vengano assentite in violazione di tali principi». Lettura giuridica opinabile? Può darsi. Lo decideranno i giudici. Sicuramente un’interpretazione imbarazzante per chi, fino a ieri in casa Pdl ha sostenuto l’esatto contrario. Il Partito democratico, da sempre sostenitore (come la Procura, del resto), dell’illegittimità dell’affidamento diretto a Caltagirone della costruzione del porto turistico, coglie l’attimo fuggente e attacca Strescino e soci: «Avevamo ragione noi. E adesso l’amministrazione di centrodestra fa marcia indietro».
E Strescino che fa? Si consulta con i suoi e adotta la più classica e obsoleta delle strategie: «La conclusione cui perviene la minoranza è frutto di una artificiosa e quindi scorretta lettura delle difese comunali, in quanto viene estrapolata un’affermazione dal suo contesto per formulare considerazioni strumentali, estranee a quanto scritto». Il Pd, naturalmente, non ha bisogno di avvocati d’ufficio.
Maggioranza e opposizione avranno modo di chiarirsi in consiglio comunale. Poi penseranno i giudici in questo caso penali a stabilire come siano andate le cose nel lontano 2007, ovvero se si sia consumata o meno una condotta illecita volta afavorire il potente imprenditore di Acqua Marcia.
Quello che fa specie ma in fondo non è una novità è che Strescino chiosi chiamando in causa i cronisti, colpevoli di aver prestato il fianco alle strumentalizzazioni. «La memoria dell’avvocato Cuocolo è stata pretestuosamente utilizzata, come fosse un parere“ pro veritate” reso da un consulente terzo». Magari si fosse trattato di un parere “pro veritate”, che per definizione non vincola l’ente pubblico.
Invece quella di Cuocolo è stata una memoria prodotta in giudizio e a difesa di una specifica scelta amministrativa, che smonta pezzo per pezzo il teorema del Comune.
Per dirla con le parole di Cuocolo: «La concessione “a monte” che è stata data alla ricorrente Spa senza rispettare i principi di evidenza pubblica».

Loredana Grita, Fabio Pin – Il Secolo XIX, 6 settembre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

6 settembre, 2011 alle 12:53

La storia infinita della movida del Prino

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Oggi la Signora Mara Remaggi, ha inviato questa mail a Sanremonews, ma leggete cosa diceva Lucio Remaggi nel febbraio del 2008 a la Stampa:

«La migliore gestione del rumore potrà portare a una maggiore diversificazione delle proposte, con l’apertura di pianobar e gelaterie. Nuove attività che attirino chi a poca distanza dal lungomare acquista i nuovi insediamenti, venduti alla cifra di 6 mila euro al metro quadrato. Secondo me è assurdo che un locale sulla spiaggia attiri 2 mila persone: piuttosto, allora, si apra una discoteca nell’entroterra, in locali idonei».

e allora capirete dove si vuole andare a parare, senza tanti giri di parole con “i nostri ragazzi giusti” e “giusto divertimento“.

Noterete altresì che è almeno dal 2008 che ogni anno si ripete più o meno la stessa storia, per quanto riguarda i decibel dei locali in cui si suona e probabilmente arriverete alla conclusione che la giunta Sappa prima e la Strescino poi, almeno in questo e fino a oggi, non ne hanno azzeccata una

Scritto da Angelo Amoretti

5 settembre, 2011 alle 12:42

E’ morto Franco Balestra, campione di pallapugno

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E’ morto all’età di 87 anni, Franco Balestra, campione imperiese di pallone elastico.
Balestra era nato a Tavole, nell’alta Val Prino, e lassù riposerà per sempre: i funerali si svolgeranno al suo paese domani 5 settembre, alle 15.30.
Balestra aveva iniziato a giocare ad alti livelli agli inizi degli anni cinquanta e aveva smesso dopo vent’anni. Nel corso della sua lunga carriera aveva vinto sei scudetti in serie A: nel 1952, 1955, 1957, 1958, 1959 e 1960.

Franco Balestra

In verità il primo scudetto gli fu assegnato a tavolino quarant’anni dopo. La finale si era svolta in tre partite contro un altro gigante di questo sport, Augusto Manzo: andata a Torino, vinta da Balestra per 11-5; ritorno a Imperia finito in pareggio 10-10 con partita sospesa per il buio e “bella” a Torino, vinta da Manzo per 13-6. Dopo una serie di ricorsi, nel 1995, la Federazione assegnò lo scudetto del 1952 alla Libertas Imperia di Franco Balestra.
Purtroppo ho avuto modo di vederlo giocare solo qualche volta quando ero un ragazzino e quando non faceva più il battitore, ma lo ricordo bene negli sferisteri a seguire il figlio Claudio.
Chi volesse approfondire da storia di Balestra, può cercare di procurarsi “Le colline in pugno” scritto da Giorgio Bracco e Gino Perotto, da cui ho tratto la foto e le notizie.

Scritto da Angelo Amoretti

4 settembre, 2011 alle 17:14