Archivio per il mese di ottobre, 2011

Pulizie dei torrenti in ritardo per colpa della burocrazia

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A seguito delle segnalazioni dell’ecologista Giuseppe Franciosi (che saluto con affetto) ieri sera il TG3 Liguria delle 19.30 ha dedicato un servizio sullo stato in cui versa il torrente Caramagna.
E’ stato intervistato anche l’Assessore all’ambiente, Giovanni Amoretti, che ha detto:

Abbiam dovuto aspettare gli equilibri di bilancio che sono arivati purtroppo in estate inoltrata. Questo ha causato un ritardo succeduto dal fatto che abbiamo dovuto espletare una gara d’appalto perché comunque gli importi superavano i 100.000 euro e quindi siamo arrivati a questo punto.

Ma stiamo comunque rispettando gli obiettivi, precisa Amoretti. Il Rio Allende è stato appena pulito ai Piani di Imperia e la settimana prossima toccherà al Caramagna” aggiunge l’inviata  Lucia “Indiana Jones” Pescio (che saluto con stima).

Lucia Pescio

Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse dove è di preciso il Rio Allende perché non riesco proprio a trovarlo.
L’Assessore Amoretti, invece, dovrebbe spiegare che tipo di pulizia è stata fatta al Torrente Prino ai Piani.
E’ stato gentilissimo nello spiegare i perché dei ritardi, ma ci sarebbe bisogno di più chiarezza per quanto riguarda i tratti che sono stati puliti e quelli che ancora devono esserlo.
L’anno scorso aveva raccontato una bugia, forse a causa del fatto che non conosce bene la zona, affermando che il Torrente Prino era stato pulito fino al Ponte di Clavi, invece le canne erano state tagliate per un tratto fino al Ponte dei Coppi Rossi: un tantino più a valle.
Ci sarebbe poi da segnalare il degrado del Rio Ciapà, affluente di destra all’altezza del ponte dei Coppi Rossi, che qualche anno fa si era portato via mezza casa di due anziani signori che abitano lì. Da allora ogni anno le canne venivano tagliate: quest’anno, nisba.

Scritto da Angelo Amoretti

31 ottobre, 2011 alle 14:00

Kebab, babbi e nababbi

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Con questo post mi attirerò un bel po’ di antipatie, ma il bello è che non me ne importa nulla.
L’idea era stata lanciata dall’assessore alla sicurezza, alla viabilità e alla polizia municipale, il leghista Antonio Gagliano che in pratica aveva detto: “Meno kebab, più farinata“. Perché secondo lui ci sono già troppi “kebabbari” in città e ci vorrebbero più botteghe che fanno pane e farinata.
Nel progetto “Dal Parasio al Mare”, secondo il pittoresco assessore, ci vorrebbero meno negozi etnici e più botteghe con prodotti locali.
A parte il fatto che potrebbero starci entrambi, l’assessore lo sa che non ci sono più italiani che vogliono fare i panettieri e i pizzaioli?
A smorzare l’entusiasmo dell’assessore ci ha pensato un suo collega di giunta, l’assessore al commercio Giovanni Amoretti che in una intervista al Secolo XIX dice: “La proposta di Gagliano non può trovare applicazione. In vigore ci sono norme europee e nazionali che hanno imposto la liberalizzazione degli esercizi commerciali, quindi non possiamo che adeguarci“.
Gagliano, che deve vedere tutti quelli da Genova in giù come fumo negli occhi, dice che “fare dei nostri centri storici una sorta di ghetto frequentato da soli extracomunitari che sono soliti radunarsi intorno ai negozi etnici rischia di isolarli ancora di più“. Chi ci impedisce di frequentarli? Siamo noi che isoliamo loro o sono loro che vogliono isolarsi?
E siamo ancora qua a fare discorsi da medioevo perché basta andare in qualsiasi altra città per capire come in certi quartieri convivono benissimo le più svariate etnie.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare, soprattutto ai giorni nostri: si è chiesto, l’Assessore, come mai tanti ragazzi preferiscono il kebab alla farinata o alla focaccia con un filino di prosciutto? Ha provato a vedere quanto costano un kebab e un piatto di farinata? Lo sa come è fatto un kebab?
Ecco, forse quello lo aiuterebbe a capire meglio.
Appena fatta la sparata, destino o non destino, lunedì sera durante il consiglio comunale, Gabriele Piccardo, giornalista del Secolo XIX, si è pappato un bel kebab.
E fin qui tutto bene.
Ora scatta la critica che mi farà perdere qualche lettore, qualcuno mi cancellerà dagli amici di Facebook e altri non mi chiederanno più l’amicizia. Pazienza.
Vado.
Ho trovato deprimente, per non dire altro, la sceneggiata messa in atto dall’opposizione che per far capire all’assessore che aveva sbagliato, si è messa a mangiare il kebab nella sala consigliare, in favore di macchine fotografiche e telecamere.
Poi, siccome il consiglio comunale avrebbe avuto un seguito il giorno dopo, ieri hanno mangiato tutti la farinata della pace.
Un populista, un qualunquista o anche un anarcoinsurrezionalista, alla vista di quelle immagini, avrebbe avuto tutti i diritti di dire che è stata una scena vergognosa e che, visti i problemi che ha la città, se ne poteva fare a meno. Qualcuno potrebbe approfittarne per dire che “intanto mangiano sempre, sono lì per mangiare e questa ne è la prova“.
Non faccio parte di quelle tre categorie, ma penso che la goliardata contro l’assessore Gagliano si sarebbe potuta fare fuori del palazzo comunale. E forse sarebbe stato meglio.

Scritto da Angelo Amoretti

26 ottobre, 2011 alle 17:27

Nelle mani di Fiamma Spena

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Fiamma Spena
foto: Sanremonews

Ieri i sindaci della provincia di Imperia hanno firmato il protocollo di legalità davanti al Prefetto Fiamma Spena, alla presenza del sottosegretario all’Interno Sonia Viale. In precedenza, lo scorso febbraio, lo stesso patto era stato firmato dal Ministro dell’Interno Maroni con Confindustria.
Al protocollo hanno aderito anche Asl 1, Amat, Amaie, Provincia di Imperia, Aiga, Arte, Area24 e la Riviera Trasporti.
Vedremo se tutte ’ste firme porteranno a qualcosa di concreto. Nel frattempo riporto l’articolo de Il Secolo XIX di oggi:

Silenzio sospetto sull’autobomba in tribunale

Neppure un cenno dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, in collaborazione con la squadra mobile di Imperia e lo Sco (Servizio centrale operativo) di Roma. Una “dimenticanza” che potrebbe indurre il neo prefetto Fiamma Spena a chiedere precise spiegazioni.

Imperia – Nel dossier dell’Antimafia vengono meticolosamente menzionati tutti gli episodi attribuiti alla criminalità organizzata negli ultimi dieci anni. Un elenco certosino, che non trascura neppure i dettagli. Eppure, sulla vicenda in assoluto più grave e inquietante, un vero e proprio attacco alle istituzioni, cioè il fallito attentato del novembre 2008 contro il tribunale di Imperia con un’autobomba carica di gas disinnescata all’ultimo minuto, le relazioni degli investigatori tacciono. Neppure una riga. Neppure un cenno dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, in collaborazione con la squadra mobile di Imperia e lo Sco (Servizio centrale operativo) di Roma. Una “dimenticanza” che potrebbe indurre il neo prefetto Fiamma Spena a chiedere precise spiegazioni.
Oggi, di quei fatti, cioè di una rudimentale ma potenzialmente funzionante autobomba, attentato fallito il giorno della celebrazione dei Defunti il 2 novembre del 2008 nel parcheggio riservato a magistrati e avvocati sotto le finestre di palazzo di giustizia di Imperia, non si sente più parlare. La Dda ha chiuso con un’archiviazione, in assenza di prove certe, la vicenda, che quindi con la organizzazioni criminali si presume nulla avesse a che fare. Le procure (anche quella generale all’epoca interpellata) non indagano, anzi non ne fanno più menzione. La ricerca dei possibili responsabili, dei legami di costoro con gruppi di stampo mafioso o terroristico, così come ipotizzato tre anni or sono, è insomma lettera morta.
La decisione di delegare alla Dda il delicato incartamento venne adottato dal procuratore capo, Bernardo Di Mattei. Gli atti erano stati raccolti presso la procura di Imperia dal sostituto procuratore Filippo Maffeo: davano praticamente certa la pista dell’attentato contro i giudici di Imperia. Alcuni elementi emersi dalle indagini e in particolare dai rilevamenti sull’auto e sulle bombole di gas che dovevano esplodere, i tempi e il “modus agendi” degli attentatori, avevano subito portato ad avvalorare questa ipotesi.
Il pm Maffeo, tra le varie piste, aveva seguito quella di un “avvertimento” del sedicente agente segreto russo, Roman Antonov, definitivamente condannato all’ergastolo per l’omicidio di Vasia, nell’approssimarsi del processo in Corte d’Assise d’Appello. Ma i sospetti su Antonov finirono con il decadere. Così pure la squadra mobile e il Servizio centrale operativo si erano concentrati su altri clamorosi casi giudiziari: collegamenti con il processo contro i possibili mandanti del controllo dei locali della prostituzione in Riviera o sviluppi delle indagini su alcuni casi di violenza, minacce a mano armata. Tra questi anche il caso di Alberto La Gatta, ora in precarie condizioni di salute, detenuto per una serie di reati tra cui una “gambizzazione”, resosi latitante pochi giorni prima dell’attentato fallito. L’obiettivo della task-force messa in moto all’epoca era quello di dare al più presto precise risposte su un episodio inquietante e sconcertante che soltanto per un caso del tutto fortuito non ebbe drammatiche conseguenze. Anche per questo motivo in città fece visita il procuratore generale di Genova, Francesco Lalla, che aveva incontrato i colleghi imperiesi e partecipato a un Comitato per la sicurezza convocato dal prefetto, Maurizio Maccari.
Tre anni di silenzio, oggi, appaiono ancora più sconcertanti per via degli scenari che il flop investigativo offre. Fu davvero fatta piena luce?

Il Secolo XIX – 25 ottobre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

25 ottobre, 2011 alle 16:43

E se piove, governo di indagati?

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La protezione civile aveva lanciato l’allarme maltempo per ieri e oggi: per fortuna ha sbagliato, oppure il vento forte ha portato i nuvoloni a sud, combinando, purtroppo, quel che ha combinato a Roma questa mattina.
Ma prima o poi succederà anche qua che invece di quattro gocce come ieri, magari pioverà a dirotto per un’ora o due perciò domando: la nostra città ha preso qualche precauzione? L’assessore che dice che la qualità della vita a Imperia è oltre la media nazionale, ha fatto un giro per le valli a dare un’occhiata allo stato dei torrenti? Se qualcuno di voi lo ha incrociato lo scriva qui su questo blog sennò saremo costretti a contattare “Chi l’ha visto”!
Mi dicono che hanno tagliato le canne alla foce dell’Impero e che le hanno lasciate lì, in modo che, nel caso dovesse venire una piena, se ne andranno tutte in mare.
In fondo, forse, è tutta questione di risparmio.

Scritto da Angelo Amoretti

20 ottobre, 2011 alle 12:40

L’Assessore Broccoletti e le luminarie natalizie

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A parte il titolo, che peraltro nel frattempo è stato cambiato, quando ho letto la notizia su Sanremonews, mi sono trovato perfettamente d’accordo con l’Assessore. E’ infatti inutile, a mio avviso, far finta che tutto vada bene e mascherare la grave crisi economica con luminarie varie.
Fino all’anno scorso la crisi era stata causata dal malgoverno Berlusconi, ma ora quelli del partito dell’amore hanno come attenuante la globalizzazione e in un certo senso sono in una botte di ferro. Quindi è ora dell’austerità (e se non ricordo male lo sto dicendo da qualche anno).
Ma austerità bisognerebbe che fosse anche altrove e come ho già detto in passato, occorrerebbe un cambio di mentalità e anche di stile di vita.
Per certi versi ci siamo già abituati: al supermercato, per esempio, facciamo un po’ più di attenzione nel scegliere un prodotto, ma non basta.
Dal momento che la nostra città, dalla recente classifica di Legambiente, è risultata essere assai inquinata, bisognerebbe cercare di usare meno le auto, per fare un esempio.
Ci sono gli scuolabus? Perché le mamme continuno imperterrite a portare i loro figli alle elementari in auto, Suv compresi?
Ci sono gli autobus? Perché per fare 8 km (Clavi-Oneglia) devo spendere 1 euro e mezzo?
Perché il Comune non viene incontro al cittadino e, insieme, si cerca di consumare di meno?
Riguardo alle dichiarazioni di Broccoletti, per finire, c’è da aggiungere una cosa. I soldi non si devono sprecare per le luminarie, e siamo d’accordo. Ma che ne dite di una pensilina a una fermata dell’autobus che da Clavi va a Torrazza 5 o 6 volte al giorno e su cui, da lì, non sale neppure un cane? Vi sembra una spesa intelligente? Da notare, tanto per farvi girare un po’ di più le scatole, che lì c’era un’acacia cinquantenaria. E’ stata tagliata rasoterra. Forse i rami davano fastidio, ma l’hanno tagliata rasoterra per eliminare il problema “alla radice” per far posto a una pensilina che non serve quasi a niente. Non m’interessa se sia costata poco o tanto: in entrambi i casi, a mio parere, trattasi di soldi buttati via. E non mi si venga a dire che se il 2011 doveva essere l’anno delle frazioni, la pensilina che nascerà a Clavi, ne sarà la prova, per favore.

Scritto da Angelo Amoretti

19 ottobre, 2011 alle 19:12

L’intervista del Sindaco Strescino al Secolo XIX

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Riporto l’intervista rilasciata dal Sindaco Paolo Strescino a Il Secolo XIX  lo scorso 8 ottobre, nel caso qualcuno se la fosse persa:

PORTO NELLA BUFERA: IL SINDACO ROMPE IL SILENZIO «Cari imprenditori Spa
fatela finita con i balletti»
Strescino:hanno precise responsabilità giuridiche ma non le rispettano

«Vedo molti passi avanti a parole e troppi passi indietro nei fatti. Questo non posso più accettarlo. Lo dico nell’interesse della città. E’ vero, l’amministrazione comunale sta attraversando un momento di grave difficoltà, ma non per propria colpa. La crisi delporto? E’ ora che gli imprenditori si assumano precise responsabilità. Il tempo dei “balletti” è scaduto».

Così ieri mattina Paolo Strescino, per nulla sorpreso dalle dimissioni di Carlo Conti. E fiducioso nell’opera della magistratura. Che, detto da un pidiellino, suona francamente un po’ strano.

Allora, sindaco, che succede? Il suo vice, Leone, indagato, si è dimesso. Il direttore della Spa, Conti, anche lui nel mirino della procura, ha sbattuto la porta. Sa per caso di qualche altro congedo anticipato?

«No. Ritengo, peraltro, che entrambe le dimissioni non siano riferibili alle indagini in corso».

I suoi rapporti con Rodolfo Leone, imposto in giunta dall’ex ministro, non sono mai stati ottimali (eufemismo). Può spiegare il perchè?

«Mi pare forzato parlare di imposizione da parte di qualcuno. I rapporti non sono mai stati buoni perchè abbiamo una visione politico amministrativa e di rapporto con gli altri diametralmente opposta».

Per quale ragione ha accettato un assessore esterno e per di più con una mezza dozzina di deleghe pesantissime?

«Il confronto sulla questione è stato piuttosto “caldo”. In quel momento serviva una persona che avesse un piglio decisionista molto accentuato».

A Imperia si respira un clima teso. Si guarda al palazzo di giustizia allo stesso modo dell’esercito tedesco, nel giugno del ‘44, sulle coste della Normandia. Insomma, tira aria di “invasione”.

«Che il clima sia teso è indubbio. Nè personalmente, nè all’interno della giunta, nè nei gruppi consiliari di maggioranza, tuttavia, si guarda al palazzo di giustizia nel modo in cui si pone la domanda. Come ho già ribadito più volte sono, per educazione e cursus politico,una persona che ha la piena fiducia in tutte le istituzioni, magistratura compresa».

Non può negare che l’inchiesta su porto e demanio stia condizionando la vita politica e amministrativa di questa città.

«Beh, Imperia sta soffrendo questa situazione. Intimamente anch’io. La procura fa bene a verificare dove ritiene di dover verificare. Per contro, nonostante le mille difficoltà legate al bilancio, stiamo cercando di rispondere alle aspettative dei nostri concittadini e agli impegni assunti, contenuti nel programma di questa amministrazione».

Che vogliamo dire sulla vicenda della piscina Cascione e la gestione “familiare” della Rari Nantes. Anche lì spunta il suo “nemico” Rudy.

«Nemico mi pare un termine un po’ forte. Come dicevo, abbiamo visioni molto diverse. Su Rari Nantes ho già detto: è una questione di opportunità. Al posto di qualcuno non rimarrei un secondo in più».

Torniamo al porto. L’impressione è che non abbiate, anzi non abbiate mai avuto il coltello dalla parte del manico. E non solo in relazione alle quote.

«Guardi, il Comune ha rilasciato una concessione. Questo avviene ed è avvenuto per tutti i porti della Liguria e probabilmente del Paese. Tutti, turisti e imperiesi rimangono stupiti in positivo da questo porto. Altro cosa è il ruolo di verifica e controllo che l’amministrazione deve minuziosamente perseguire. A metà ottobre incontreremo ufficialmente la commissione di vigilanza proprio a Palazzo Civico e il neo presidente della Spa, Parisi, incontrerà tutti i consiglieri comunali. Questo deve essere lo spirito di rinnovamento nei rapporti tra le parti. L’altra “partita” si gioca all’interno del Cda. L’amministrazione comunale deve essere protagonista delle scelte. Scelte che sono fondamentali, per il futuro di Imperia».

Sembrate in una posizione attendista, gli eventi vi passano sopra la testa. E a San Lazzaro è tutto fermo.

«Il sindaco e l’amministrazione, come è normale, devono saper essere riservati, soprattutto quando i temi sono molto delicati. E’i nnegabile che ci siano troppi “balletti”. Io sono abituato a mantenere la parola data. Da parte di qualcuno ci sono passi avanti a parole e passi indietro nei fatti. Questo non possiamo più accettarlo, proprio perchè il porto turistico, come tutta la portualità mperies e è fondamentale per lo sviluppo della città».

Sindaco, in quali rapporti è con Claudio Scajola?

«Ottimi, come sempre d’altronde».

E’ sicuro?

«Sì».

Non è che alla fine si dimette, a sorpresa, anche lei?

«Il mandato che gli imperiesi ci hanno conferito è stato molto ampio. Ci sono momenti facili, che da sindaco purtroppo non ho ancora vissuto e
momenti difficilissimi, quelli che stiamo vivendo. Il nostro dovere è di non abbandonare la nave quando è nella tempesta. Credo che gli imperiesi ci abbiano scelto anche per questo. A tempo debito faranno le loro valutazioni. Lavoriamo dalle dodici alle quattordici ore al giorno per Imperia e chi mi conosce lo sa».

Il Secolo XIX – 8 ottobre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

10 ottobre, 2011 alle 12:53

Carlo Conti si è dimesso dalla Porto di Imperia SpA

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Leggo su Sanremonews che Carlo Conti si è dimesso dalla carica di Direttore Generale della Porto di Imperia SpA e che la sua decisione potrebbe essere un modo per ‘smuovere le acque‘.
Più mosse di così non so, bisogna aspettare uno tsunami? Il porto si sta riempiendo di sabbia, ma anche di qualcos’altro che puzza molto di più.
Carlo Conti, nel caso qualcuno lo avesse dimenticato, è quello che confessò candidamente di aver inviato l’offerta bufala per Villa Carpeneto, dicendo che si trattava di un pesce d’aprile e che ha qualcosa come cinque avvisi di garanzia. Può darsi che adesso si tratti di un pesce di ottobre, ma forse da una parte c’è da gioire per le sue dimissioni, perché di indagati per la faccenda del porto ne abbiamo già abbastanza. Tutta gente bella abbronzata e sorridente che rilascia interviste a destra e a manca e poi, chissà perché, abbandona la barca quando affonda.
Nel frattempo i lavori al porto sono fermi: sono ancora lì a spalar terra dalla famosa montagna.

Scritto da Angelo Amoretti

6 ottobre, 2011 alle 22:38

Abbattimento selvaggio di alberi a Imperia [III]

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Ricordate, vero, la vicenda del taglio dei pini sul Lungomare Vespucci? Ebbene: un lettore, che ringrazio, mi fa riflettere su quanto segue:

Come fa un agronomo che non c’è a stabilire che svariati pini debbano essere tagliati?
Qui c’è il documento del Comune e qui c’è quello che dichiarava l’assessore Broccoletti (occhio alle date!).
Devo essermi perso qualcosa. Qualcuno sa darmi delle spiegazioni?

Scritto da Angelo Amoretti

3 ottobre, 2011 alle 21:32

Pubblicato in Attualità

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