Archivio per il mese di febbraio, 2012

Imperia e le sue pre-inaugurazioni

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Lo scorso 11 febbraio è stato inaugurato ufficialmente, con tanto di presenza del Governatore regionale Claudio Burlando e finanche del deputato minassiano Eugenio Minasso, il punto vendita per i pescatori sul porto di Oneglia, con gran soddisfazione anche del consigliere regionale scajoliano Marco Scajola che ha dichiarato: “Il binomio che vede da una parte la presenza di yacht e dall’altra quella delle imbarcazioni dei pescherecci rende quest’area peculiare e dalle grandi prospettive per un sano rilancio turistico ed economico“.


foto: Riviera24.it

Ora apprendo da La Stampa che a tutt’oggi la struttura non è ancora entrata in funzione, che ai pescatori in genere non frega più di tanto perché trovano più pittoresco vendere pesci direttamente dalle loro barche e che i banchi e i lavandini sono ancora incellophanati.
E mi vengono in mente le innumerevoli inaugurazioni farlocche avvenute nella nostra città: una su tutte quella del depuratore e a seguire quella di Via Siccardi, che, se non ho perso il conto, è già stata inaugurata due o tre volte.
Un’idea, per il punto vendita per i pescatori che, detto en passant, è costato 1 milione e 900 mila euro, di cui 545 mila stanziati dal Comune e i restanti erogati da fondi della UE tramite la Regione, lasciamolo così com’è.
Potremo sempre spacciarlo per un’opera di Christo e attirare lo stesso un sacco di turisti.

Scritto da Angelo Amoretti

28 febbraio, 2012 alle 12:35

La vicenda del porto si complica ancora

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Pare che gli ex forzisti e fedelissimi di Scajola vorrebbero concedere la proroga di 29 mesi richiesta dalla SpA del Porto, mentre gli ex AN e Lega Nord vorrebbe accorciare i tempi e ricominciare tutto daccapo.
Come si legge sul Secolo XIX di oggi, “la componente ex forzista si gioca anche la faccia, visto che durante i dieci anni dell’mministrazione Sappa l’azione amministrativa ha fatto perno sulla realizzazione del porto turistico” e l’elettorato potrebbe non gradire in vista delle prossime elezioni amministrative.
Tutto si gioca tra i cosiddetti “minassiani” – gli ex AN tra cui è passato anche l’Assessore Emilio Broccoletti – e gli “scajoliani“, tutti gli assessori, tranne lui, insieme ad altri consiglieri tra cui Marino Arimondi, Angela Ardizzone, Pino Camiolo e altri vorrebbero allungare i tempi, gli ex AN e Lega Nord no.
Sono partite interne che forse, e sottolineo forse, potrebbero essere semplici mosse in vista delle elezioni e a rimetterci sarebbe la città, in tutti i sensi e non vorrei che la storia del porto diventasse come quella della Salerno-Reggio Calabria, per intenderci.
Tra l’altro non ho capito una cosa: se gli ex AN sono passati con i “minassiani“, il Sindaco Strescino, che è un ex AN pure lui, ma fortemente voluto da Scajola , da che parte sta?
Vedremo gli sviluppi, ma le premesse non lasciano ben sperare.

Scritto da Angelo Amoretti

27 febbraio, 2012 alle 12:40

L’ultima cena

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fonte: sanremonews.it

Scritto da Angelo Amoretti

21 febbraio, 2012 alle 19:58

La maggioranza in consiglio comunale travolta dai dehors

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Per completezza bisogna ammettere che c’era molto vento.

Ieri sera il consiglio comunale è diventata la piazza di un mercato.
Una pratica relativamente semplice come il regolamento dei dehors si è trasformata in un pasticcio inestricabile. Tanto che la proposta del PD di sospendere i lavori ha ottenuto il consenso della maggioranza dei consiglieri (compreso quelli della Lega e alcuni del PDL).
Dopo mesi di travaglio e un rinvio a dicembre voluto dalla maggioranza, il regolamento è arrivato in Consiglio pieno di limiti, contraddizioni e incongruenze. Gli emendamenti presentati da SEL come da tanti altri consiglieri dell’opposizione volevano dare una risposta a questa situazione e proporre dei cambiamenti migliorativi. Ma non è stato possibile perchè gli emendamenti erano tanti ma soprattutto perchè la maggioranza non aveva le idee chiare. Perciò ieri sera abbiamo assistito in diretta in Consiglio alle divisioni interne al centro destra che sono apparse profonde e generalizzate.E’ stata chiara per tutti la sensazione che il regolamento dehors alla fine fosse un pretesto per mettere in scena le scintille tra Lega e PDL, ma anche le spaccature dentro il PDL stesso: tra vecchi e giovani, tra scajolani e minassiani, tra navigati democristiani e spericolati missini.  Molto probabilmente la maggioranza ritroverà un suo filo unitario su questa pratica, ma il dato della sua fragilità numerica e politica rimane e spiega bene le difficoltà che l’amministrazione Strescino incontra ogni giorno ad affrontare argomenti ben più importanti e delicati di questo.
Carla Nattero, Dario Dal Mut – La Sinistra per Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

21 febbraio, 2012 alle 18:40

La finestra di Strescino

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La finestra di Strescino prima era di Luigi Sappa e mi ci sono affacciato pure io, una volta. Fu quando lo andai a salutare, alla fine del suo mandato di Sindaco e mi regalò “Manifesti elettorali nell’antica Pompei” un simpatico libercolo a cura di Romolo Augusto Staccioli, edito da Rizzoli. Forse sapeva già che sarebbe diventato presidente della Provincia.
Aprì la finestra del suo studio e mi disse: “Guarda che spettacolo, Angelo!” mostrandomi il più bel porto del mediterraneo in costruzione. “In effetti” – gli dissi – “non è male. Peccato per quell’obbrobrio di fabbricato e quella montagna di terra“. Allargando le braccia provò a farmelo immaginare con tanta terra sul tetto e tutto intorno, ma nessuno dei due era tanto convinto.
Ora da quella finestra si affaccia ogni giorno il nuovo Sindaco, Paolo Strescino. Non per controllare se gli hanno fregato lo scooter, ma per osservare l’andamento dei lavori nel porto più bello del mediterraneo.
E visto che nella società per azioni Porto di Imperia è quasi guerra aperta, si sfoga su La Stampa di oggi e si guadagna anche qualche mio applauso.

I lavori vanno avanti? Ma a chi vogliono farlo credere? Io osservo il cantiere ogni giorno dalla finestra del mio ufficio e lo vedono anche tutti i cittadini. A seconda dei giorni ci sono cinque o sei operai e non mi sembrano questi i numeri di maestranze necessarie per finire un porto. Inoltre, se i privati volessero veramente concludere in un anno le opere, potrebbero tranquillamente avvalersi della convenzione con il Comune, che prevede in automatico una proroga fino al 2013 con il pagamento di una penale.

Siccome il Sindaco risponde alle precisazioni fatte dai soci privati della Società più incasinata del mediterraneo, ne ha anche per loro, direttamente:

Mi piacerebbe poi sapere se la Porto Spa paga il suo addetto stampa e chi lo ha scelto. Visto che il Comune è un socio, è per lo meno curioso ch scriva continuamente comunicati contro di noi. Da chi è stipendiato? Senza contare che continuo a ricevere molti imprenditori locali che lamentano di non venire pagati per le loro prestazioni sul porto.

Sembra finzione, ma non lo è. C’è un addetto stampa della Porto di Imperia SpA, di cui è socio anche il Comune, che scrive contro il Comune. C’è il Comune che paga avvocati per le beghe interne alla società. In effetti siamo noi che, alla fine, paghiamo. E a me viene in mente la storiella di quel tipo che si era tagliato il pisello per far dispiacere alla moglie.
Gli applausi da parte mia, come dicevo, sono pochi perché ci sarebbe da chiedersi come mai solo adesso il Sindaco usa la finestra del suo ufficio. Non gli è mai venuto in mente di sbirciare un po’ prima?

Scritto da Angelo Amoretti

17 febbraio, 2012 alle 18:11

Ecatombe di Presidenti alla Porto di Imperia SpA

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Si è dimesso il terzo presidente della Porto di Imperia SpA, dopo Paolo Calzia e Beatrice Parodi (che nell’aprile del 2011 aveva dichiarato: “Resterò in carica tre anni. Imperia vedrà completato il suo porto un anno prima della scadenza del mio mandato. Questo è l’impegno, lo onorerò“) adesso è la volta di Antonino Parisi.
Chiedo (tutti chiedono, potrò chiedere anche io?!) che la maggioranza, o l’opposizione, o tutti quanti insieme, organizzino una pubblica assemblea per informare i cittadini di ciò che in realtà sta avvenendo; fare un riassuntone delle puntate precedenti e, eventualmente, qualche credibile previsione per il futuro prossimo.

Scritto da Angelo Amoretti

14 febbraio, 2012 alle 18:02

Le Foibe e la squallida propaganda fascista

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Detto che i morti vanno commemorati tutti e che certi eventi occorre sempre ricordarli per evitare che si ripetano, mi corre l’obbligo di dissentire sulle cifre rese note in un comunicato pubblicato da Sanremonews in cui si dice che i movimenti “Gioventù Italiana” (La Destra) e “Giovane Italia” (PDL) organizzano la commemorazione delle vittime delle Foibe, in cui furono massacrati oltre 15.000 italiani dai partigiani comunisti jugoslavi. La cifra non corrisponde alla realtà e se allora vogliamo ricordare, ricordiamo anche che gli italiani di Mussolini (che piace tanto alla Goiventù Italiana e alla Giovane Italia) in Jugoslavia massacrarono 250.000 persone; che Mussolini fece costruire campi di concentramento in Jugoslavia e in Italia in cui i fascisti internarono quasi 30.000 sloveni e croati, uomini, donne e bambini; che il generale Mario Robotti, comandante dell’XI Corpo d’Armata italiano in Slovenia e Croazia si lamentava perché “si ammazza troppo poco”.
Ecco, ricordiamoci anche di questo. A tal proposito raccomando la lettura del post dell’amica Lameduck, sempre attuale.

Fonti:
Si ammazza troppo poco – I crimini di guerra italiani – 1940-43 [Mondadori]
La verità sulle foibe [qui]

Scritto da Angelo Amoretti

11 febbraio, 2012 alle 12:36

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La relazione della Direzione Investigativa Antimafia

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«È fuor di dubbio che la presenza della ’ndrangheta in Liguria è attuale e allarmante».
E’ ciò che scrive la Direzione Investigativa Antimafia nella sua relazione annuale, che continua «La ’ndrangheta ha individuato nella Riviera ligure un paradiso ove poter riciclare le ingenti ricchezze prodotte dalle attività illecite, una piazza tranquilla dove svolgere con sistematicità le più proficue attività di estorsione e di usura, il tutto, per così dire, all’ombra del paravento legale offerto dal casinò di San Remo».
Riguardo i porticcioli (grandi e piccoli) del Ponente Ligure, la DIA scrive:
«In numerose località balneari (Ventimiglia, Ospedaletti, Imperia, San Lorenzo al Mare, Loano), sono in corso o sono state da poco ultimate le lavorazioni per realizzare nuovi approdi, dotati di ogni confort e numerosi posti barca.
Le realtà monitorate hanno, pressoché tutte, evidenziato problematiche in relazione al rispetto della normativa antimafia e perplessità in ordine alle procedure di assegnazione delle concessioni e/o autorizzazioni seguite dai Comuni in qualità di soggetti concedenti. A dispregio delle indicazioni comunitarie, le procedure seguite, lungi dall’utilizzare il metodo dell’asta pubblica, hanno preso a riferimento il codice della navigazione e la legislazione specialistica. Conseguentemente, anche a causa dell’impiego di denaro privato, si è osservato che gli affidamenti alle ditte impegnate nelle lavorazioni sono avvenuti senza alcuna forma di controllo sotto il profilo antimafia
».
E sul Secolo XIX di oggi leggo che a pagina 498 della relazione viene riportato anche quanto successo a Pier Giorgio Parodi, padre della bella Beatrice che con il fidanzato Francesco Bellavista Caltagirone sta costruendo il Porto di Imperia:

Parodi senior «si era rifiutato di far lavorare alcuni soggetti operanti nel settore del movimento terra, nell’attività di trasporto degli inerti dalla cava di Carpenosa al costruendo porto di Ventimiglia». Allora due uomini lo hanno aspettato lungo la strada che porta alla cava, gli hanno sbarrato il passo con la loro macchina «e gli hanno sparato contro numerosi colpi di fucile per farlo scendere dalla vettura». L’imprenditore «ha accettato di riconoscere ai due imputati un euro e mezzo per ogni tonnellata di massi trasportata per la costruzione del porto (ne sono state utilizzate 370 mila)». I due sono stati condannati in primo grado ad ottobre.

fonte: Il Secolo XIX – 10 febbraio 2012

Questi sono documenti ufficiali e spero che li legga anche chi continua a sottovalutare o a sminuire il problema.

Scritto da Angelo Amoretti

10 febbraio, 2012 alle 16:17

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Firme e comitati

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Facciamo un po’ di ordine perché sennò non ci capiamo più niente: il tema è il parcheggio di via Acquarone che sparirà quando verrà costruito il Palasalute.
Titolo de La Stampa del 30 gennaio 2012: “Raccolta di firme contro il Palasalute in via Acquarone“.
Quindi il problema è il Palasalute in sé e già comincio a capirci poco perché di lui si parlava già dai tempi dell’ospedale unico e nessuno, qua nella ridente Imperia, mi pare avesse detto “beh” al riguardo. Si sapeva che sarebbe stato costruito e si conosceva anche il sito, ma andava bene così. Poi ci si è svegliati, o forse si dorme ancora e si sogna che è una meraviglia.
In effetti si continua a non capire bene se, come scrive La Stampa del 30 gennaio, si tratta di un “NO ASL” o di un “LASCIATE UN PARCHEGGIO”, ma tant’è, la raccolta di firme è annunciata.
Infatti il giorno dopo, sempre sullo stesso giornale, il titolo è: “Palasalute, il caso dei parcheggi – Caratto e Aimo: un’alternativa per la sosta durante il periodo dei lavori“.
Loro hanno capito tutto: il Palasalute si farà, ma almeno dateci un’alternativa temporanea!
Loro sono Riccardo Caratto, presidente del CIV di Porto Maurizio, e Luciangela Aimo, presidente del comitato S. Maurizio. Non è ancora pervenuto il parere del presidente del comitato Parasio e neppure quello del Borgo Capuccini (esisterà sicuramente).
I due lungimiranti commercianti forse hanno dimenticato che nei progetti dell’amministrazione c’è la pedonalizzazione di Via Cascione e vorrei capire come pensano di avere clienti nei loro negozi se i parcheggi diminuiranno (quello di Piazza Duomo credo che non basterà).
In ogni caso oggi su La Stampa: “Via Acquarone, firme per il park“.
E già è cambiato qualcosa.
Intanto veniamo a sapere ufficialmente che “partirà presto la raccolta di firme“, il che significa che quando era stato annunciato la prima volta, c’era stato un disguido, un difetto di comunicazione, chiamatelo come volete.
Giuseppe Franciosi è il promotore e siccome è un amico, spero che non si arrabbierà se scrivo qua che non sono riuscito a capirci niente in quello che chiede. Cioè, cazzo, (e mi scuso per la parola cioè) mettetevi meglio d’accordo con il giornalista: non vogliamo il Palasalute; lo vogliamo però la zona è a rischio esondazione per via della tombinatura del Rio Artallo che dovrà essere rifatta. Per cosa le raccogliamo ’ste firme?
Per niente perché a quanto pare non si raccolgono più.
Il Secolo XIX di oggi, 8 febbraio 2012: “Palasalute, il Civ ora frena, niente raccolta di firme“.
Ma era Franciosi che voleva raccogliere le firme o il Civ? Stando a quanto riportato da La Stampa era Franciosi e quindi il Civ può dire ciò che vuole, perché se domattina qualcuno si sveglia e si mette a raccogliere firme, cosa fanno, gli strappano i fogli della raccolta? E io mi baso su quello che leggo perché carta canta e se stona son cavoli di chi l’ha scritta.
In ogni caso una cosa l’ho capita: bisogna fare le cose con ordine.
Uno penserebbe di avere come referente una parte politica, gli viene spontaneo chiedersi: “Perché non ne parliamo con il tale consigliere o assessore, gli presentiamo il problema e insieme studiamo alternative e strategie (anche di comunicazione)?”.
Solo che anche questo è un segnale sintomatico: ai politici non ci si rivolge più, ci è passata la voglia. E questo dovrebbe far riflettere tutti.
Se si vuole ottenere qualcosa, volere o volare, c’è bisogno della politica e la politica non la fa un comitato o una raccolta di firme. Nel contempo la politica non deve assentarsi o defilarsi, sennò poi si cercherà di arrangiarci senza di lei. E andremo tutti poco lontano.

Scritto da Angelo Amoretti

8 febbraio, 2012 alle 18:22

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Luca Martinelli al C.S.A. La Talpa e l’Orologio

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Stasera alle 21.30

Il 29 ottobre 2011, a Cassinetta di Lugagnano, su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento “Stop al Consumo di Territorio”, è nato il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”. Un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia che intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Ne parliamo con LUCA MARTINELLI, giornalista della rivista AltrEconomia, autore del libro “le conseguenze del cemento” e curatore dell’omonimo blog.

Il libro racconta l’onda grigia che cancella l’Italia. Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile: palazzi, svincoli, centri commerciali, cave. Chi fa affari col cemento fa pagare i costi ai cittadini, e lo chiama “sviluppo”.
Da vent’anni in Italia si gira un film che sembra pura fantascienza, ma poi si trasforma in thriller. Il titolo è “cementificazione” e la trama è fatta di speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate.
Gli attori sono molti: banchieri, archi-star, immobiliaristi, politici, cavatori e cementieri. Ma i costi di questa pellicola sono tutti sulle spalle dei cittadini, di oggi e anche di domani.
Come in tutti i lungometraggi che si rispettino non mancano i colpi di scena. Porti turistici, campi da golf, stadi, autodromi: è il “cemento che non ti aspetti”.
A un certo punto, però, arrivano i nostri: centinaia di comitati che in tutto il Paese si battono contro la devastazione del territorio. E spesso vincono.
Tre anni di lavoro, decine di viaggi in tutta Italia: un’inchiesta straordinaria che traccia il quadro del saccheggio al panorama italiano, ne spiega le motivazioni, svela gli interessi in gioco, individua le responsabilità, nome per nome.

La Talpa e l’Orologio

Scritto da Angelo Amoretti

7 febbraio, 2012 alle 12:19