Archivio per il mese di marzo, 2012

L’on. Scajola denuncia il TG3

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L’on. Claudio Scajola, dopo aver querelato il Fatto Quotidiano e la Repubblica, ha denunciato anche il TG3 delle 19 di domenica sera. Lo si legge in una nota rilasciata all’Ansa in cui l’ex Ministro dichiara:

In spregio alla verità e al dovere di rendere un servizio pubblico, il tg3 delle ore 19.00 di questa sera ha mandato in onda un servizio con evidente contenuto diffamatorio ai miei danni. Non ho intenzione che una vita di sacrifici e impegno per il mio territorio venga descritta come esempio di malaffare. Provvederò contro questa calunnia con ogni azione legale interrogandomi sulla drammatica condizione dell’informazione pubblica italiana.

Il servizio di Francesca Lagorio è andato in onda intorno alle 19.20 e si occupava di politica e malaffare. La frase incriminata è la seguente [qui]:

L’ex ministro PDL Scajola già indagato sull’inchiesta madre sul porto di Imperia per associazione a delinquere con il costruttore Bellavista Caltagirone avrebbe dragato posti barca a cifre irrisorie.

Scritto da Angelo Amoretti

19 marzo, 2012 alle 9:35

Strescino resiste e non si dimette

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Nelle interviste che il Sindaco Strescino ha rilasciato ieri a svariati giornali [quella su Il Secolo XIX potete leggerla qua, quella su la Repubblica qua] sostanzialmente ribadisce alcuni concetti:
non si dimette per il bene della città, ha il pieno appoggio della Giunta e a Caltagirone lasciava credere di seguire le sue direttive, facendo poi di testa sua.
Come fa notare Carla Nattero, più che della Giunta c’è bisogno dell’appoggio della maggioranza e questa è ancora tutto da verificare. Come è da verificare se la Lega si sta prendendo gioco di lui o altro, perché quando dice che gli assessori del Carroccio erano assenti dall’incontro informale di Giunta perché erano andati al funerale della mamma dell’on. Giacomo Chiappori, Sindaco di Diano Marina, dice una cosa inesatta, dal momento che il funerale ci sarà martedì prossimo.
Ma a parte queste sottigliezze, temo che sbagli anche quando dice cha ha tutta la città dalla sua parte. Dopo le pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche di Francesco Bellavista Caltagirone a Carlo Conti e a lui, e dopo le recenti dichiarazioni dell’on. Claudio Scajola che conferma di aver voluto il porto “con determinazione fin dai primissimi anni della mia vita amministrativa, animato dal solo desiderio di contribuire allo sviluppo della mia città natale“, si capisce che:

1) Claudio Scajola vuole il porto;

2) Francesco Bellavista Caltagirone lo costruisce;

3) L’Amministrazione comunale non deve intralciare l’operazione.

E guarda caso, sebbene Strescino facesse di testa sua, dopo la telefonata con Caltagirone [quella del 15 settembre 2010 in cui il patron di Acquamare gli consiglia di non stare sulla difensiva, ma di attaccare l'opposizione], dice ovunque che chi non vuole il porto è contro lo sviluppo della città ec.ecc.
Potrebbe trattarsi di affinità, ma le cose stanno così e penso, con amarezza, che gli imperiesi si siano fatta l’idea di un’amministrazione totalmente in balia del costruttore che faceva il bello e il cattivo tempo sul porto e nel palazzo comunale.
I componenti della maggioranza laveranno i panni sporchi in casa , ma non ne escono tanto bene dal momento che Caltagirone a un certo punto, parlando al telefono con Carlo Conti nell’agosto del 2010, dice: “Ma sono sue le teste di cazzo, mica sono di altri, sono gente sua e lui lì li deve mettere in riga” riferendosi a non precisati consiglieri del PDL, “gente di Scajola“.
Se fossi uno di loro, mi girerebbero le scatole assai perché la faccenda dimostra che erano considerati numeri, anziché uomini.
Sta venendo fuori quello che già si pensava due o tre anni fa: qualcuno ha voluto (o dovuto) fare il passo più lungo della gamba. Ora sta cercando di rimediare alla bella e meglio, ma chi ci sta rimettendo è soprattutto la città.

Scritto da Angelo Amoretti

18 marzo, 2012 alle 20:15

Vicenda porto di Imperia: intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

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Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, interviene sulle recenti vicende del porto di Imperia

A leggere gli stralci delle intercettazioni apprese dagli organi di informazione, l’amarezza è grande, pari alla consapevolezza del disastro che è stato causato a danno della città e della sua gente.
Quale allegorico riferimento si può evocare, oggi, per rappresentare non solo la cruda sostanza della vicenda ma anche la drammaticità della condizione vissuta soggettivamente da chi ha inteso opporsi lungo questo disgraziato decennio dominato dalla Destra – nel contesto di una ’società civile’ che, se non era eccitatissima dall’avventura con cui è stata titillata o accondiscendente con la ‘rotta’ seguita dai prodi ‘navigatori’ al comando, era prevalentemente assente – dopo aver appreso di essere ritenuti dei “baluba”? Dopo aver appreso, attòniti, un pezzetto della trivialità senza ‘peli sullo stomaco’ usata, nel considerare con tono svalutante le questioni poste da noi come meramente “politiche”, e quindi de facto ininfluenti, dagli ’scafatissimi’ interlocutori (i quali, pubblicamente, amano presentarsi o come ferventi cristiano/cattolici, o come liberali di pura osservanza “Old England”, o come pragmatici riformisti ’socialisti’)?
Quale allegorico riferimento può soccorrerci, nel ricordare che eravamo già stati baldanzosamente ‘proposti’ sulla pubblica piazza per essere buttati “a mare” e, al contempo, nel considerare l’altro, enorme danno procurato da simili circostanze e parole: quello recato alla Politica e alla sua dignità.
In mente ci vengono, quali metaforici, rimbombanti echi, le celebri, icastiche parole usate da Cicerone nella Catilinaria: “o tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus”. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
(”Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce e comprende l’affare. Il Console lo vede; e tuttavia costui vive. Vive? Anzi, si presenta anche in Senato, prende parte alle pubbliche sedute, marchia con lo sguardo ciascuno di noi e lo designa alla strage. Noi, uomini forti, riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica, se eviteremo la furia e i pugnali di costui. Era necessario, o Catilina, che tu fossi già da tempo condannato per ordine del Console, e che contro di te fosse ritorta quella rovina che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti”).
Ma, al di là di citazioni allegoricamente pregnanti, il punto vero, ora, è un altro, e merita essere chiarito ancora una volta, proprio in un momento così delicato.
Le parole del Sig. Caltagirone dicono meglio di qualunque altro discorso le due cose fondamentali che non bisognerà mai più dimenticare. Esse esprimono una sorta di agghiacciante coerenza, allorché chiariscono imperiosamente la natura e la portata del business, urlando che la società in questione è una “società privata” e il Comune si deve allineare e basta. Le stesse cose che, in buona sostanza, abbiamo detto criticamente, dall’ Opposizione, per tutti questi anni, venendo irrisi ad ogni denuncia, e cioè:
1) che la società “Porto di Imperia”, nell’assetto concepito e costruito per l’affaire del porto turistico, è una mostruosità che non si doveva fare e approvare assolutamente;
2) che il porto turistico progettato e approvato dal Consiglio Comunale era insopportabilmente sovradimensionato (già nel progetto preliminare del 2002, che il PRC aveva contestato pubblicamente), di impatto spaventoso, e, come tale, pronto ad accogliere in sè e a ingigantire esplosivamente tutte le ‘magagne’ insite nella balorda operazione societaria concepita a monte, annessi e connessi (facilmente immaginabili da tutti).
Di questo, coloro che avevano ruoli istituzionali ed hanno votato a favore, hanno la responsabilità morale e politica, indelebile.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 21:05

Vicenda porto di Imperia: il PD rompe il silenzio

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Duro intervento di Giuseppe Zagarella, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, a seguito delle ultime vicende sul porto turistico di Imperia e della pubblicazione di alcuni stralci dell’ordinanza del Gip Colamartino:

La lettura degli stralci di intercettazione pubblicate dai giornali mostra, ahimé, in tutta la sua cruda, brutale e volgare realtà quello che temevamo da tempo.
La politica, intesa come dedizione e servizio alla comunità, a quanto pare era da un lato pressata ed etero diretta da interessi ben lontani da quelli collettivi, e dall’altro direttamente amministrata da una classe dirigente che prendeva altrove le sue decisioni, che riteneva di non dover rispondere all’assemblea del Consiglio Comunale, che guardava al ruolo pubblico di controllo come ad una inutile e disturbante interferenza.
Il quadro che da queste svilenti comunicazioni sembra svilupparsi è doloroso e mortificante, e restituisce l’immagine di un Primo Cittadino al quale viene dettata la “linea politica difensiva” da tenere proprio da coloro che secondo le accuse della magistratura stavano truffando la città.
Sembrerebbero esservi amministratori di primissimo piano intenti a occultare le informazioni a chi doveva assumere le scelte con votazioni, amministratori incapaci di comprendere e amministratori infedeli, dirigenti compiacenti, imprenditori che nulla avrebbero a che spartire con la logica del mercato e della concorrenza ma conterebbero sulla filiera di “amicizie” per operare indisturbati.
Ci vorrà sicuramente ancora tempo affinché la magistratura possa ultimare tutti gli accertamenti necessari a delineare con completezza il quadro delle eventuali responsabilità penali e giudiziarie, ma il disgusto è stato inevitabile e immediato.
A poco serve dire che abbiamo provato a lanciare l’allarme alla città, magra soddisfazione oggi se non quella in coscienza di aver tentato di fare il nostro dovere, anche a costo di passare per “baluba” o “rompic….” o “nemici della città” o che so io.
Quel senso di malessere e di amarezza profonda ti resta dentro. Leggere che coloro che cercavi di convincere con le argomentazioni più dettagliate possibile, con ragionamenti tecnici, in ogni sede, erano, a quanto pare, le stesse persone che si dedicavano incessantemente a sviare l’attenzione, mistificare la realtà, lanciare spot e messaggi mediatici volti solo ed esclusivamente a minare la credibilità nostra e di chi osava dissentire, utilizzando allo scopo tutta la “potenza di fuoco” dei ruoli loro proprio attribuiti da quel “pubblico” così profondamente offeso, è cosa che non lascia indifferenti.
E chi da questa storia esce davvero con le ossa rotte è Imperia che nel frattempo è male amministrata e con parametri economico sociali da allarme rosso.
Il Primo Cittadino chieda scusa a Imperia, chiarisca se ha davvero ancora un residuo di quell’autonomia necessaria a fare lo stretto indispensabile per evitare il tracollo finanziario della città, e se ne vada.
Altrimenti consegni il tutto ad un commissario da subito.
Senza se e senza ma.
Lo deve alla città, a se stesso, a tutti noi.

Giuseppe Zagarella – Capogruppo gruppo PD – Consiglio Comunale Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 20:39

Porto di Imperia: truffa gigantesca

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Pubblico due estratti dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti emessa dal Gip Ottavio Colamartino, così arricchiamo il dossier:

Da: ilsecoloxix.it:

Da: repubblica.it:

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 0:44

The Ghostwriter

senza commenti

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2012 alle 18:43

Una questione di vita e di morte. Veglia per E.E.

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Ricevo e pubblico:

Sabato 17 marzo 2012 sarà in scena per la prima volta in Liguria il monologo “UNA QUESTIONE DI VITA E DI MORTE. Veglia per E.E.”, avoro drammaturgico ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, scritto e interpretato da Luca Radaelli, autore, regista e attore teatrale di Lecco.
Appuntamento alle ore 21.30 presso il Circolo ARCI Guernica a IMPERIA (via Mazzini, 15) – Ingresso gratuito con tessera ARCI – nell’ambito della Rassegna di Teatro civile “Cantori di Storie” 2012.
Il testo teatrale è stato scritto con il prezioso contributo e la collaborazione di Beppino Englaro, padre di Eluana, e del suo libro “Eluana. La libertà e la vita” (scritto in collaborazione con Elena Nave, ed. Rizzoli, 2008).
Si tratta di uno spettacolo che affronta con sobrietà, attenzione e sensibilità, ma soprattutto “in punta di piedi”, un tema complesso, difficilissimo, come quello della morte, partendo da una vicenda reale, personale, profondamente tragica e di forte coinvolgimento emotivo, che ha diviso l’opinione pubblica.
La messinscena di Radaelli si compone di momenti di narrazione, letture, brani poetici, musiche e canti e, partendo dalla cronaca e dall’attualità, allarga la riflessione sul tema della fine dell’esistenza ad un livello più ampio e generale, culturale, passando per la filosofia, la letteratura, la musica, il folklore, attraverso brani tratti dai grandi classici, da Sofocle a Dante, Shakespeare, Molière e Foscolo, canzoni di grandi autori come Fabrizio De Andrè, Robert Wyatt, musiche e canti della tradizione popolare, restituendo allo spettatore quesiti, dubbi, interrogativi, sui quali riflettere, oggi e per il domani, attraverso il linguaggio, il segno, il gesto e l’emozione del teatro e della rappresentazione.
Lo spettacolo è stato portato in scena con successo in diverse città italiane, anche nell’ambito di rassegne e festival di teatro civile.

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2012 alle 14:56

Pubblicato in Eventi

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Le reazioni dei politici dopo la firma di Pierre Marie Lunghi

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Riporto da La Stampa di oggi, le dichiarazioni di Fiorenzo Marino (PD) e Giuseppe Fossati (FLI) a seguito del diniego del diniego per la proroga della concessione alla Porto Imperia spa firmato dall’Ingegner Lunghi:

E’ una notizia grave per la città, un problema in più: si allontana il giorno in cui quest’opera sarà finita. Inoltre si apriranno altri contenziosi. La questione può ora solo complicarsi [...] Solamente adesso l’Amministrazione del Sindaco Strescino si rende conto di quanto è successo e di quanto sia grave la situazione, ovvero del danno che ora ricade sulla città. Mi auguro che si possa sapere come risolvere questo problema. Il sindaco ha ragione soltanto sul fatto che ora sia necessaria la collaborazione da parte di tutte le forze politiche in Consiglio comunale. Ma il centrodestra adesso faccia un bagno di umiltà e riconosca di aver sbagliato.

Fiorenzo Marino – Partito Democratico

Come ho già avuto modo di dire, questo è un atto di competenza del dirigente, che doveva decidere non sulla base di valutazioni politiche o di opportunità, ma su valutazioni di mero diritto. Conoscendo la serietà dell’ingegner Lunghi, sono certo che ha operato in coscienza e soppesando l’importanza dell’atto. Ribadisco che mi pare una decisione inevitabile e necessaria, per porre fine a una gestione fallimentare, che presenta molti lati oscuri e che non rappresenta certo il tramonto del sogno di un grande porto turistico a Imperia. C’è il rischio di un blocco dei cantieri, certamente, ma non è un dramma. Penso che una città non debba ragionare in termini di anni, ma di lustri, decenni e secoli. Imperia c’era anche prima del porto, continuerà a esistere anche se i lavori del porto si fermeranno anche per qualche anno.

Giuseppe Fossati – FLI

Sulle dichiarazioni dell’architetto Fiorenzo Marino preferisco non aggiungere molto, se non che ormai lo hanno capito anche gli scogli che il Partito Democratico tende non una mano, ma tutte e due al Sindaco. Per il bene della città, comunque.
Per le dichiarazioni di Giuseppe Fossati bisogna spendere qualche parola in più.
Atteso che lo stimo e che la mia è una semplice osservazione, vorrei ricordargli, ma so che ha memoria lunga, che nel PDL alle elezioni del 2009 c’era anche lui. E nel programma quinquennale di Strescino, dal titolo profetico “Imperia va avanti”, a pagina 1 c’è l’elenco delle opere realizzate dall’Amministrazione Sappa e tra queste compare la voce “grandi opere strutturali”:

- lo spostamento a monte della lina ferroviaria

- il grande porto turistio ed il riassetto delle opere a terra

- gli interventi sul porto di Oneglia, con il nuovo “banchinamento esterno.

A pagina 3

Il nuovo porto turistico con le sue attività di gestione e di manutenzione e con l’indotto ruotante innanzitutto attorno all’attività della cantieristica determineranno la crescita dei posti di lavoro in un settore, come quello nautico, di grande tradizione per la città“.

E lo so che poi l’avvocato Fossati è uscito dalla maggioranza, e so anche quanto sia facile giustificarsi con i propri elettori, così come so che l’idea del porto di Imperia risale a un secolo fa, sebbene le esigenze fossero totalmente diverse e che addirittura gli fosse stato dato il nome di Umberto I, ma adesso la cosa sembrava fatta e aspettare ancora un altro secolo per vedere perlomeno un po’ di ordine in quel tratto della città, mi sembrerebbe un po’ eccessivo.

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2012 alle 12:27

Vicende Porto turistico

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Il Dirigente Comunale del settore Porti e Demanio, Pierre Marie Lunghi ha firmato il diniego alla proroga che aveva richiesto la Porto di Imperia SpA.
Acquamare, non ho capito se per ripicca o altro perché non sono pratico di queste cose, sospende le attività di commercializzazione delle opere a terra e a mare.
La moglie di Claudio Scajola acquista due posti barca con sconto a insaputa del marito.

Commentate pure.

Scritto da Angelo Amoretti

15 marzo, 2012 alle 19:56

Riflessioni dopo la bufera sul porto turistico

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Riflettendo sull’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti e sulla lettera del Sindaco Strescino agli imperiesi, che più leggo più trovo surreale, mi vengono in mente tante di quelle cose che mettere insieme è davvero difficile.
Una cosa però mi ronza per la testa da qualche giorno, diciamo da quando l’ingegnere ha varcato le soglie delle patrie galere. Sì che ci vuole prudenza e bisogna essere garantisti, ma quello che mi ha stupito è stata l’immobilità dell’opposizione e, diciamolo una volta per tutte, in primis e soprattutto, quella del Partito Democratico. Perché da partiti che in consiglio comunale hanno uno o due rappresentanti, non puoi aspettarti troppo: immaginiamo benissimo quali possano essere le loro capacità organizzative. Ma dal Partito Democratico mi spettavo qualcosa di più.
E poi non mi si venga a dire che se noti che tra il cittadino e il politico c’è l’abisso, sei un qualunquista o un anarcoinsurrezionalista, per cortesia.
Quando in città comparvero i manifesti con la foto del Porto e su scritto “Avevamo un sogno: colmare un vuoto”; quando il Tar ripristinò la concessione annullando il provvedimento firmato dal dirigente comunale Pierre Marie Lunghi, era il marzo dell’anno scorso e quelli del partito dell’Amore fecero caroselli in città; quando allo Scajola Day Paolo Strescino lesse i nomi dei consiglieri di opposizione che avevano votato contro il porto, nessuno usò i guanti di seta.
Ora che il Partito Democratico avrebbe l’occasione per restituire qualche schiaffo, si limita a inviare  comunicati sui portali locali, ripresi il giorno dopo dai quotidiani e se non offre l’altra guancia poco ci manca: infatti offre una mano per risolvere “operazioni serie”.
Non un manifesto, non una manifestazione seppur improvvisata: tutti fermi dietro al pc o alla scrivania dell’ufficio.
E così non va bene perché (sta arrivando una battuta assai sarcastica, la stessa che fanno quelli del PDL anche a livello nazionale) la città e la democrazia hanno bisogno di una opposizione.
I cittadini non si sono accorti di niente: si parla nei bar e per le strade, ma non c’è il maggior partito di opposizione che si faccia vedere in piazza.
Un motivo ci sarà, ma io non lo conosco.
Peccato.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2012 alle 19:11