Archivio per il mese di marzo, 2012

Il Sindaco di Lucinasco (IM) scrive a Strescino

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Domenico Abbo, Sindaco di Lucinasco, ridente paesino dell’entroterra imperiese, noto per l’olio di Lucinasco e il laghetto di Lucinasco, ha scritto una lettera a La Stampa che condivido in pieno per cui la pubblico sotto forma di immagine perché oggi la mia impiegata si è presa un giorno di ferie e non ho tempo di ricopiarla.
Preciso che non conosco Domenico Abbo e che non so di che colore sia la lista civica che lo appoggia:

Tra tutti i commenti che ho letto in giro (pochi, troppo pochi) a mio parere questo è una spanna sopra a tutti.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2012 alle 12:55

Lettera del Sindaco: le dichiarazioni dei consiglieri

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Riporto le dichiarazioni dei consiglieri comunali Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico) in merito alla lettera del Sindaco pubblicata sabato scorso:

P. INDULGENZA - RIFONDAZIONE COM.

Dopo aver letto la sua lettera aperta, di tono e contenuti molto diversi dai precedenti interventi, penso di comprendere che il Primo Cittadino si trovi personalmente in una eccezionale difficoltà, persino al di là di quanto abbia mai immaginato potersi determinare, e che queste sue ultime, dolenti parole rispecchino la condizione drammatica in cui viene oggi a trovarsi l’Amministrazione Comunale.
Mi auguro anche che il suo amor proprio, oltre che il ruolo che ha ricevuto per mandato, gli suggerisca di tornare su di esse e tenere una riflessione più profonda su come il suo impegno pubblico e istituzionale sia stato oggettivamente parte della stessa logica da cui ora sembra voler prendere le distanze, traendone le conseguenze che riterrà liberamente.
Ciò che invece in queste ore pesantissime mi preme prioritariamente, in qualità di esponente eletto di una forza di Opposizione, è capire che cosa intendono fare le altre rappresentanze di Minoranza. Chiedo perciò in primo luogo al PD, con cui fino ad oggi abbiamo condiviso una responsabilità comune nell’Assemblea cittadina, come intende muoversi. Specifico, perché non si possa equivocare: non in vista di intese di interesse unicamente elettorale, ma per capire quale sia, precisamente, la prospettiva per la quale si intende lavorare.
Noi comunisti imperiesi pensiamo, non da oggi, che la vicenda del porto turistico sia centrale, tanto è vero che sin dal 2002 (cioè, addirittura dall’approvazione del progetto preliminare che beneficiò di consensi pressoché unanimi) ci battiamo apertamente contro quello che abbiamo sempre giudicato un disegno sbagliato e foriero di esiti pesantissimi per la città in termini di impatto ambientale e sociale, ma essa – bisogna aver chiaro – non è la sola a meritare questa centralità, per gli Imperiesi.
In discussione c’è tutta la gestione del territorio, un preciso modello di sviluppo dello stesso, l’intera politica di governo locale tenuta dalle Destre in questi dodici anni: nelle scelte urbanistiche, nei servizi e in particolare in quelli sociali, in campo ambientale, sul piano economico e produttivo.
Imperia è stata maledettamente condizionata dal “più grande porto del mediterraneo”, ma Imperia non è solo questo: rimane da discutere, all’interno della nostra comunità. come possiamo ancora salvare paesaggio e beni comuni, quale pianificazione urbanistica decidiamo per contrastare efficacemente cementificazione e consumo di suolo, come rimettiamo in pista un vero sviluppo dell’agro-alimentare che realizzi opportunità occupazionali, come avviamo un turismo eco-sostenibile e intelligente, che cosa facciamo per la portualità commerciale e peschereccia, come tuteliamo il nostro bellissimo mare e gli arenili, quale politica culturale scegliamo di intraprendere per una valorizzazione non speculativa delle nostre straordinarie risorse e per dare un chance di futuro che non sia precarietà o peggio alla nostra gioventù.
E, insieme con tutto questo, come fronteggiamo l’attacco sempre più chiaro e intenso portato dai poteri criminali di stampo mafioso al nostro territorio e alla nostra convivenza. Un attacco capace di avvelenare in profondità il tessuto socio/economico e di minare irreparabilmente la tenuta democratica e civile, affermando le proprie logiche, grazie ad una grande capacità mimetica, sia in settori strategici dove avanza la trasformazione in senso privatistico che si sta imponendo che nelle ferite prodotte dalla precarizzazione del lavoro che monta per effetto del ‘combinato disposto’ di queste misure e della crisi.
Gli ultimi episodi riferibili a questa emergenza (l’incendio chiaramente doloso di Arma) e le parole con le quali il procuratore di Sanremo Cavallone annuncia il suo congedo, che mettono strettamente in relazione il contrasto alle pratiche criminali con la necessità di far emergere la corruzione pubblica, indicano quale sia il rischio gravissimo che stiamo correndo.
Il problema che dobbiamo porci – dico agli esponenti del PD – non è solamente locale, ma è una situazione complessiva della provincia di Imperia, che va inquadrata, prima che sia troppo tardi, in un’ottica di rigenerazione radicale, che non si fermi solamente ad un impegno di ordine morale o legalitario, o ad infittire il sistema dei controlli, (condizioni di certo necessarie), ma faccia finalmente i conti con il modello di sviluppo perseguito allegramente e cinicamente fino ad oggi, oggettivamente favorevole a speculazioni, illeciti profitti e iniziative di malaffare, e realizzi cambiamenti strutturali della gestione del territorio, ripristinando un esigibile primato del pubblico e del bene comune.
Dopo la mia sorpresa reazione alla notizia della visita nel carcere dove era stato da poche ore ospitato il Sig. Caltagirone di un illustre deputato del FLI, il collega Fossati ha avuto l’accortezzza di precisare subito di non aver condiviso quella iniziativa, criticandone, con riconoscibile accento liberale, le caratteristiche.
Penso che, a fronte del moltiplicarsi di simili fatti, tra cui, a quanto risulta, anche la venuta di un parlamentare del PD, sarebbe di grande utilità per i cittadini imperiesi ed il confronto democratico conoscere l’avviso in merito della dirigenza locale dello stesso Partito, unitamente ad un chiarimento tempestivo, non diplomatico o politicista, sulle scelte fondamentali da fare in città, dato che apparteniamo tutti ad una storia che non inizia certo qualche giorno fa con la notizia, pur clamorosa, di alcune misure cautelari a carico di persone inquisite da tempo.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

G. ZAGARELLA - PD

La lettera del Sindaco dopo il terremoto del Porto di Imperia contiene due elementi di palese novità che non devono essere trascurati.
Le due grandi novità sono, a mio avviso, innanzitutto un vero e proprio “mea culpa”, molto simile ad uno “scusate, non avevo capito nulla e mi sono risvegliato in un incubo”.
La seconda è un SOS lanciato all’intero Consiglio Comunale per uscire dalle secche di una situazione di difficilissima gestione.
Quale risposta dovremmo dare a questa lettera?
Non dimentico, certo, che le parole di oggi escono dalla bocca di quello stesso Sindaco che a ottobre 2010, dimentico del suo ruolo di primo cittadino, leggeva le sue “liste di proscrizione” dal palchetto di una manifestazione in Calata Anselmi e ci additava come nemici della città da “buttare a mare”. Chissà, forse oggi, col senno di poi, probabilmente preferirebbe non aver proprio partecipato a quella improvvida quanto insulsa manifestazione.
Ma non posso non tener conto di un fatto, ovvero che proprio l’apparente desiderio di fare il Sindaco e di smetterla di far il “soldatino fedele” fa di quella lettera una vera bomba ad orologeria e risulta totalmente indigesta a un PDL che si è dimostrato in questi lunghi anni totalmente sordo al grido di allarme lanciato dalle opposizioni e profondamente ottuso ed inadeguato al grave compito di governare nell’interesse cittadino.
Una lettera di quel tenore, a due giorni dalla conferenza stampa col PDL che dichiarava la raggiunta ricompattazione delle forze di maggioranza, scritta in palese autonomia e all’insaputa del PDL, che come noi ha appreso dai giornali e che molto poco ne ha apprezzato i contenuti, presumibilmente nasce dal fatto che il Sindaco sa che i passi che dovrà fare sulla pesante partita portuale vedranno spaccata la sua maggioranza. La lettera del Sindaco è la confessione del fallimento di una intera linea politica che ha guidato la città negli ultimi 12 anni.
Il Sindaco sa che una parte del PDL, probabilmente quella che ha le maggiori responsabilità politiche delle scellerate scelte che han messo Caltagirone nelle condizioni di fare ciò che oggi gli viene contestato dalla Procura e dal GIP, quella che ancora oggi nelle trasmissioni televisive tenta di difendere l’indifendibile, non riuscirà mai a fare autocritica e smentire la linea portata avanti per anni dai vari Claudio Scajola o Luigi Sappa o Rodolfo Leone o Luca Lanteri, tutti ormai lontani dalla responsabilità di gestire il disastro da loro e dalle loro scelte acritiche provocato, e presumibilmente lui quella linea non vuole o non può più portare avanti.
Sa che quando si affronta un’avventura difficile occorre conoscere chi sono i compagni di viaggio e probabilmente sa che i suoi storici compagni di viaggio non sono o non saranno disposti a seguirlo, e sa anche che la partita portuale, tra le tante partite ahimé aperte in città e che vedono gli imperiesi tutti in enorme difficoltà è in assoluto la prioritaria, perché rischia di portare la città intera alla situazione di definitivo tracollo. Come sa che un commissario difficilmente avrà i poteri per traghettare la città fuori dalle secche.
Il gruppo PD in Consiglio Comunale ha dedicato anni di battaglie affinché l’interesse pubblico fosse il primo ed unico interesse da perseguire, lo ha fatto anche quando dire dei no significava essere additati dalla attuale e passata maggioranza come “contrari allo sviluppo ed al futuro”, lo ha fatto anche quando sapeva che certi temi di difficile comprensione per la loro complessità lo avrebbero penalizzato in campagna elettorale, lo ha fatto insieme a tutte le forze politiche cittadine di opposizione in maniera unitaria e convinta, e lo ha fatto perché leggendo le poche carte che gli veniva consentito di leggere aveva capito che rischiava di preannunciarsi una crisi economico sociale, con l’operazione porto, senza precedenti e di difficile sopportazione per una città che grazie ad una politica storicamente miope oggi è letteralmente in ginocchio.
Oggi il Sindaco si è risvegliato in un incubo e io non provo piacere, ma solo una grande amarezza per non essere stato minimamente ascoltato, ma il nostro primo ed unico obiettivo deve essere e per ciò che mi riguarda sarà sempre il bene della nostra città, a prescindere da casacche o colori politici.
In questo quadro ritengo che la cosa più giusta da fare sia ascoltarlo. Cercare di capire cosa ha i testa. Cercare di comprendere se la sua presa di posizione sia autentica e se vi siano, vedendo gli atti e leggendo le carte a cui non abbiamo ancora avuto accesso, possibili soluzioni da percorrere nell’esclusivo interesse cittadino.
Si scordi il Sindaco da parte mia o nostra appoggi “incondizionati” o acritici, sa bene che non ci appartiene quel metodo di lavoro.
Ma non sarò certo il PD a fare quello che Forza Italia ed il PDL han sempre fatto, ovvero portare avanti acriticamente e scioccamente posizioni finalizzate al puro interesse elettorale.
Faccia le sue proposte, pubblicamente, in Consiglio Comunale, e le valuteremo con grande attenzione.
Se proposte serie, percorribili, accoglibili, non ne ha, prenda atto della situazione e vada a dimissioni con geande onestà intellettuale.
Ma sappia che per ciò che mi riguarda tengo sempre a mente, indegnamente e nella piccola scala cittadina, il grande insegnamento di De Gasperi, che diceva “il politico guarda alle prossime elezioni. lo statista alle prossime generazioni.”

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia

C. NATTERO - SINISTRA PER IMPERIA

E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.
Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.
La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.
Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .
Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.
Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Segnalo gli interventi di Giuseppe Fossati [FLI], Alessandro Gazzano [PDL] e Gianni Rollero [Con Imperia].
Invito anche a leggere le considerazioni di Giorgio Montanari [PD].

Scritto da Angelo Amoretti

12 marzo, 2012 alle 9:17

La lettera del Sindaco ai cittadini

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Lo aveva annunciato dalla sua pagina di Facebook e sul suo profilo Twitter e ieri la lettera del Sindaco agli imperiesi è stata pubblicata:

Nel mio ruolo di Sindaco sento il dovere di fornire un quadro sull’attuale situazione portuale imperiese e in particolar modo sulla realizzazione del nuovo approdo turistico.
Oggi le opere risultano realizzate limitatamente alle opere di difesa primarie dell’approdo e le stesse consentono l’utilizzo in sicurezza degli specchi acquei. Mancano tutte le opere a terra, le opere di urbanizzazione primaria, e le opere a scomputo quali: ponte pedo-ciclabile sul torrente Impero, ponte carrabile sul Rio Baitè, raccordo della pista ciclabile in fregio all’eliporto, due rotonde in Lungomare Marinai d’Italia, la realizzazione della nuova passeggiata in Via Scarincio.
A seguito degli ultimi avvenimenti mi rivolgo a tutti coloro che credono nello sviluppo della nostra Città e pertanto chiedo un impegno deciso per affrontare i problemi legati al completamento del porto.
Dovranno essere affrontati in modo radicale gli aspetti di continuità di sviluppo della Città nel rispetto dei ruoli istituzionali legati al mondo produttivo locale, tenendo conto della vocazione turistica di Imperia.
I passaggi cruciali sono davanti a me e non nascondo il malessere che in queste ore avverto per cause che mai avrei potuto immaginare e che oggi si presentano in tutta la loro gravità per i riflessi negativi non solo di immagine del nostro territorio ma per carenza di rispetto verso le Istituzioni e soprattutto verso i cittadini.
Non posso entrare, per ovvi motivi, nel merito degli aspetti giudiziari, ma posso assicurare che il mio impegno sarà volto a garantire il prosieguo del mandato conferitomi dagli imperiesi nel maggio 2009, preventivando anche sacrifici in questo terribile momento che sono disposto a sopportare personalmente, anche sul piano politico.
Non nascondo di credere nelle forze buone, corrette, oneste e nelle risorse di questa Città confidando nell’aiuto incondizionato delle forze politiche rappresentate nel Consiglio Comunale e, come sempre fatto, sono pronto a ricevere da esse indicazioni finalizzate alla soluzione del problema.
Mi rendo conto che solo oggi ho compreso le condizioni drammatiche che hanno favorito e portato all’attuale situazione e vorrei che il mio pensiero non venisse strumentalizzato ma solo, esclusivamente, recepito in senso positivo per l’attaccamento che nutro per questa Città volto a garantire il futuro alle prossime generazioni.
Rivolgo, quindi, un forte appello perchè il Comune di Imperia possa superare le difficoltà con l’aiuto indiscriminato del Consiglio Comunale e invito tutti, indistintamente, ad adoperarsi nell’interesse di salvaguardare le risorse di questo Ente ed evitare una crisi politica senza alternativa.
Ringrazio tutti coloro che insieme a me stanno vivendo queste difficoltà e che vorranno contribuire alla soluzione dei problemi traguardando un futuro di speranza per Imperia.

Paolo Strescino – Sindaco di Imperia

Siccome questa lettera è rivolta anche a me, che sono cittadino di Imperia e che come il Sindaco sono attaccato alla mia città, vorrei fargli notare alcune cose.
A parte l’accorato appello a tutte le forze del Bene che tanto mi ricordano Star Wars [e chi sarebbero le forze del Male?], dov’era il Sindaco quando il baraccone stava per saltare? E’ grave che scriva: “Mi rendo conto che solo oggi ho compreso…“. Cribbio, ce ne ha messo del tempo! E dire che in molti glielo avevano fatto notare che qualcosa non andava e lui, forse per non pestare i piedi a qualcuno del suo partito, metteva il solito disco che gli piaceva tanto: “La sinistra non vuole il porto” e “Se fosse per l’opposizione saremmo ancora ai gozzi a remi“. Alla “marcia pro Scajola” aveva letto i nomi dei consiglieri comunali che avevano votato contro la realizzazione di questo porto e un considerevole numero di deficienti sotto il palco gridavano: “A mare! A mare!“, non se lo ricorda più? [è circa al decimo minuto del video]
Allora forse una riga in più sulla lettera ci sarebbe stata bene, tipo: “Non potevo dare ascolto alla sinistra, ma ora mi rendo conto che molte loro critiche erano fondate e avrei dovuto rifletterci di più e comportarmi di conseguenza”.
Invece, come se niente fosse, oggi scrive che “Come ho sempre fatto, sono pronto a ricevere da esse indicazioni finalizzate alla soluzione del problema“.
E’ chiaro che non può rimanere tutto così, ma qualche passo indietro dovrebbe farlo, prima di compiere quello in avanti. Si metta nei panni dell’opposizione e ripensi a tutto quello che ha detto quando magari gli giravano le scatole: al loro posto cosa farebbe? Scusarsi sarebbe un bel gesto.
Posso immaginare che all’interno della sua maggioranza ci siano persone in disaccordo con lui, ma questi problemi dovrebbero risolverli in casa.
Detto ciò, come pensa sia possibile avere una maggioranza allargata con lui Sindaco? Oddio, tutto è possibile, ma sarebbe a dir poco imbarazzante per quelli che fino a ieri erano considerati i “NO PORTO”.
E poi chi si prenderebbe la responsabilità di andarlo a dire a Pugi?
C’è poi un passaggio che non capisco là dove scrive che intende garantire il prosieguo del mandato che gli è stato conferito nel 2009. Un po’ come dire: il Sindaco sono e resterò io.
Allora che bisogno c’è dell’appoggio dell’opposizione se in consiglio si ha una maggioranza bulgara? Non è più tale? Allora potrebbe chiedere la fiducia su se stesso in consiglio comunale, così si vedrebbe chi, anche nella sua coalizione, ce l’ha e chi no.

Scritto da Angelo Amoretti

11 marzo, 2012 alle 9:59

Lo scrittore Marino Magliani aveva scritto sul Porto turistico gia’ nel 2009

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Nel suo romanzo dal titolo “La tana degli alberibelli“, edito nel 2009 da Longanesi, lo scrittore Marino Magliani scriveva già, seppur in maniera romanzesca, della “nebbia” sul Porto turistico di Imperia. La città che chiama Santaleula e che si affaccia sul mare, altro non è che Imperia dove un agente sotto copertura di un Bureau Antifrode straniero deve scoprire il dirottamento di fondi europei per la costruzione del nuovo porto turistico.
Ne riporto un passo che mi sembra significativo:

Cercò tra il materiale ricevuto da Echevarria, tra titoli e ordini del giorno che aveva già letto all’infinito.
Oggetto: Progetto definitivo del porto turistico di Santaleula
Compromissione del carattere pubblico.
Si nota che la regola della fruizione e del carattere pubblico delle opere previste non viene osservata:
Uno – dalla realizzazione di campi da tennis in riva al mare.
Due –
Tre –
andò oltre.
incertezza su costi riguardanti l’approvvigionamento idrico
Cercava altro.
Ecco, sottolineato:
illegittimità procedura di appalto per costruzione e gestione, scorrettezza dell’iter individuato per inserimento di nuovi partner privati nella società Porto di Santaleula Spa
In riferimento, non ottemperanza delle direttive UE… e con la corrispondente legislazione nazionale in materia, in particolare con le vigenti norme di diritto societario, diritto della concorrenza e salvaguardia della trasparenza.
Si rileva:
A) La concessione demaniale, così come rilasciata dal Comune di Santaleula, diventa un contratto di appalto per realizzare un’opera… il cui corrispettivo viene ad essere il diritto di gestione a tempo determinato.
Discliplina UE. La Corte di Giustizia europea ribadisce che l’affidamento diretto di attività senza gara si può concedere solo in caso di partecipazione totale enti pubblici.
House providing. Gestione servizi.
Direttive lavori pubblici. OBBLIGO di affidamento pubblica gara appalto.
Difetto di preferenza…
Dirottamento di fondi UE.
Notizie cerchiate.
Secondo testo.
Materiale sul campo pratica. Campi da tennis.
Il cursore si fermò su un’intervista. Giunta e opposizione si davano battaglia. Prescrizioni. Le foto dei politici, accanto a quelle dei signori del porto che tranquillizzano: rispetteremo le scadenze.
L’attesa, anche per loro. Due idee, due mondi, spaccati, in mezzo le società, due per due porti.
Una che realizza il porto turistico, piena di membri, di nomi. L’altra che si occuperà del porto commerciale. Entrambe le società composte da decine di microsocietà, circoli, ditte, ma esattamente dallo stesso materiale umano, dagli stessi uomini che detenevano quote diverse.
Tremila nomi di ingegneri, geometri, procuratori, assessori all’urbanistica.
Era dunque tra quei tremila nomi il contatto che aveva incontrato Pangloss? Forse la chiave era davvero in uno di quei nomi.
“Forse sei sulla strada giusta…” si disse.
Il torrente delle parole.
Lesse:
Relativamente ai profili…
Impatto ambientale. Altre valutazioni. Atti convenzionali riferibili e non riferibili ai contesti di interessi.
Opere già esistenti nel bacino portuale. Studio per rilascio di nuove concessioni. Mancanza di garanzia. Fruizione pubblica.
Relativamente al trasferimento di attività produttive.
Individuazione dei sedimi demaniali per mq 11.862 da destinare ad attività non commerciali.
Verifica ottemperanza alle prescrizioni apposte.
Documentazione riguardante i rilievi tecnici e profili inerenti la concessione demaniale.
La relazione tecnica. Totale di 2800 mq di parcheggio… Incompatibilità paesaggistica.
Autorità per la Vigilanza sui Lavori pubblici.
A seguito del trasferimento ai comuni delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo, ivi comprese quelle relative ai porti di rilevanza regionale, legge regionale n. 13/ 1999, come modificata dalla legge regionale n. 1/2002, Porto di Santaleula ha confermato al Comune istanza di concessione demaniale in precedenza presentata.
L’intervento…
saltò a:
Costituzione di società mista denominata «Porto di Santaleula Spa» con capitale sociale pari a lire 300.000.000 inizialmente detenuto dal Comune nella misura del 46% e da Virosantaleula per la quota di maggioranza del 52%
Dopodiché Virosantaleula spariva.
Convenzione regolatrice dei rapporti Comune/Virosantaleula. Statuto. Oggetto sociale…
Fin dove:
L’individuazione del socio privato di maggioranza non richiede l’espletamento di una procedura selettiva. Perché Virosantaleula è già presente e quindi si configura come partner obligato.
Aprì il terzo file.
Il 22/03/2000 Virosantaleula Srl cede quasi l’intera propria partecipazione alla Toscani Spa i cui soci a loro volta cedevano in toto le proprie quote a Porto di Santaleula Spa, senza che il Comune in entrambi i casi esercitasse diritto di prelazione.
Il 15/10/2005 l’assemblea dei soci della Porto di Santaleula Spa ha deliberato un aumento di capitale.
Il 12/12/2005 ha fatto ingresso nella Porto di Santaleula Spa, la Principo Srl, facente parte della società Univega Spa, con sottoscrizione dell’aumento di capitale.
Si passò una mano sulla faccia.
Nuovo stop per il porto di Santaleula.
L’authority sui lavori pubblici ha fatto richiesta di altri documenti.

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2012 alle 9:26

Capolavori d’arte moderna

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Trattasi di n. 4 acacie e n. 2 eucalyptus alti circa 6 metri residenti da almeno cinquant’anni sulla piazza del Comune nella ridente frazione di Clavi e da ieri sono ridotti come li vedete nella foto qua sotto (i cipressi non sono ancora stati toccati, a parte uno caduto a causa del forte vento del mese scorso).

Non riesco a capire se si tratta di una potatura o di un pre-tagliamento direttamente alla base da fare in seguito.
Mi auguro che il Comune non abbia chiesto una consulenza a qualche agronomo e che lo scempio sia stato commesso a insaputa di Sindaco, Assessore e Delegato di Frazione perché se così fosse, farebbero meglio ad andare tutti a zappare.
Coloro che si sono sbizzarriti con la motosega, avrebbero potuto chiedere consigli a un qualunque anziano del posto: glieli avrebbe dati con piacere e gratuitamente.

Scritto da Angelo Amoretti

8 marzo, 2012 alle 17:44

Abbiamo il carcere più bello del Mediterraneo

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«Il carcere di Imperia è una struttura modello da fare invidia ai migliori penitenziari stranieri»

Lo ha dichiarato l’on. Giuseppe Consolo di FLI, dopo aver visitato Francesco Bellavista Caltagirone nel carcere di Imperia.
Dunque lì per lì ci si potrebbe anche accontentare: il porto più bello del Mediterraneo deve ancora essere terminato, il carcere perlomeno ce lo abbiamo già e forse, con i tempi che corrono, è più utile un posto là che un posto barca.
Purtroppo, a discapito di quanto dichiarato dall’onorevole, Roberto Martinelli, il segretario generale aggiunto del Sappe, il più rappresentativo tra i sindacati della Polizia Penitenziaria ha detto al Secolo XIX che il suddetto onorevole del carcere ha visto ben poco e che “non ha ritenuto opportuno fare un giro di tutta la struttura detentiva, incontrare i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria e neppure gli altri detenuti.
Ma è altrettanto singolare definire “ottimo e rispondente all’articolo 27 della Costituzione” un carcere nel quale la carenza di personale è significativa, il sovraffollamento è estremamente pesante con 120 detenuti, dei quali il 60% circa stranieri, rispetto ai 69 posti letto regolamentari, e dove i detenuti che lavorano sono una percentuale irrisoria, con ciò favorendo l’acuirsi delle tensioni che proprio ieri hanno visto alcuni detenuti scontrarsi nella sala socialità.

Scritto da Angelo Amoretti

8 marzo, 2012 alle 12:07

Affare Caltagirone, indagati e arrestati: ecco l’elenco

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L’elenco aggiornato alle ore 18.32 del 6 marzo tratto da Sanremonews.it:

Arrestati:

Francesco Bellavista Caltagirone [imprenditore, proprietario di Acqua Marcia SpA]

Carlo Conti [ex direttore generale dei lavori della Porto di Imperia SpA]

Agli arresti domiciliari e indagati:

Delia Merlonghi [Amministratore unico di Acquamare]

Andrea Gotti Lega [Membro del CdA di Acqua Marcia e di Porto di Imperia SpA]

Indagati:

Paolo Calzia [consulente del Presidente della Provincia di Imperia, Luigi Sappa]

Gianfranco Carli [ex Presidente della Porto di Imperia SpA e amministratore delegato della Fratelli Carli - settore oleario]

Pietro Isnardi [patron della Pietro Isnardi SpA, settore oleario, suocero del nipote di Claudio Scajola, Marco]

Domenico Gandolfo [commercialista ed ex Presidente della Porto di Imperia SpA]

Beatrice Parodi [imprenditrice, ex Presidente della Porto di Imperia SpA]

Ilvo Calzia [dirigente settore urbanistica in Comune ad Imperia ora interdetto dai pubblici uffici]

Colpisce il numero degli ex presidenti della Porto di Imperia: a indagati, se la gioca alla grande con Carlo Conti che se non ho perso il conto deve aver qualcosa come 5 o 6 avvisi di garanzia.

E colpisce che ci siano Isnardi e Carli, due che, col senno di poi, a mio modesto avviso, avrebbero fatto meglio a occuparsi di olio e basta.

Qui c’è la prima pagina de Il Secolo XIX di oggi.

Update: La Stampa di oggi [9 marzo 2012] scrive che Pietro Isnardi non è indagato.

Scritto da Angelo Amoretti

7 marzo, 2012 alle 8:51

Arresto Caltagirone: le dichiarazioni di Claudio Scajola

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Un amico mi ha inviato le prime dichiarazioni di Claudio Scajola rilasciate all’Ansa questo pomeriggio:

”Ho sempre considerato l’attività politica come il modo per contribuire alla crescita della mia comunita’ – afferma Scajola che ha diffuso una dichiarazione.
I cittadini di Imperia sono testimoni dell’impegno, quasi ossessivo, che ho profuso per lo sviluppo della mia città natale. Il porto, voluto con determinazione fin dai primissimi anni della mia lunga vita amministrativa, è un sogno e un segno che ho inseguito con la passione e la fatica di chi vuole credere nel futuro della propria comunità per un’opera strategica, ai fini della crescita della città e della regione”.
”Quanto accaduto negli ultimi due anni – prosegue l’ex ministro – mi amareggia. La magistratura, sono certo, avrà modo di definire con precisione i contorni della vicenda e confido che questa importante, grande e bella opera possa comunque essere conclusa nel tempo più breve a beneficio degli imperiesi”.
Quindi Scajola annuncia querele nei confronti del Secolo XIX: ”Proprio l’amore per la mia terra, la determinazione a realizzare quel sogno e soprattutto il rispetto della verità mi hanno oggi indotto a conferire incarico ai miei legali per denunciare il giornalista Fabio Pin. E’ infatti destituita di ogni fondamento la gravissima dichiarazione pubblicata dal Secolo XIX, che scrive: ‘Su sua (di Scajola, ndr) precisa indicazione, l’amministrazione comunale guidata da Luigi Sappa, aveva accuratamente evitato una gara di pubblica evidenza, cioè niente appalto’ ”.

Scritto da Angelo Amoretti

6 marzo, 2012 alle 18:10

L’intervista del Sindaco Strescino al Secolo XIX

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Riporto l’intervista che il Sindaco Paolo Strescino ha rilasciato a Diego David per Il Secolo XIX lo scorso 3 marzo perché la trovo piena di spunti interessanti, anche alla luce dei recenti fatti.

LO SFOGO DEL SINDACO: GOVERNO UNA CITTÀ DOVE È IMPOSSIBILE APPLICARE NORME UGUALI PER TUTTI
«Imperia senza cultura della legalità»
Strescino: per troppo tempo hanno dettato legge raccomandazioni e regole ad personam

«Nella nostra città non c’è la cultura della legalità». L’affermazione è forte.  Ad esternarla, però, non è un procuratore dell’antimafia, nemmeno un militante della sinistra extraparlamentare o un blogger duro e puro, ma è il primo cittadino Paolo Strescino.

Detta da un esponente del Pdl di questi tempi suona strano. Non è che per caso qualcuno ha deciso di costituirsi?

«Non diciamo c…..e!».

Una frase del genere rivolta ai suoi concittadini…

«Non generalizziamo. Però, è chiaro che la legalità passa attraverso le cose più semplici».

Cosa la spinge allora a esprimersi in termini così perentori?

«Guardi per esempio il caso delle spiagge. Capisco che per gli operatori sia un costo smontare e poi rimontare le strutture,ma, è altrettanto evidente che non si può chiedere all’amministrazione di non vedere o di girarsi dall’altra parte. Infatti i balneari sono furenti. Mi rendo conto che a livello di consenso si scende, col rischio di andare a -500, ma se io avessi fatto finta di niente mi sarei sottratto al mio ruolo.
Tant’è che a seguito dei controlli da parte della polizia municipale chi non ha ottemperato subirà le conseguenze sia sul piano amministrativo che giudiziario, ma se la sarà cercata».

A proposito di operatori, la Confcommercio ha raccolto oltre 1200 firme contro il restyling di piazza Dante. Le sembrano poche?

«Se una amministrazione dovesse farsi condizionare da qualche raccolta di firme sarebbe la fine. Tra le petizioni ci sono quelle che poggiano su esigenze concrete, mentre altre sono pretestuose e politicizzate. Nel caso da lei citato 1200 firme sono poi una percentuale minima degli imperiesi.
Per restare nell’attualità pensiamo ai dehor, altra pratica battagliata.  Mi sono arrivate pile di segnalazioni da parte dei vigili perfino per spazi pubblici occupati abusivamente senza nessun titolo, per non parlare di quelli sulle strisce pedonali o peggio nelle aree destinate al parcheggio dei disabili. Capisco che il nuovo regolamento posso aver dato fastidio a qualcuno. Ma siamo sempre lì, rispetto della legalità prima di tutto.
Sugli interessi particolari devono prevalere quelli della città. Gli imperiesi si ricorderanno no, com’era piazza Dante coi parcheggi. Stanno raccogliendo firme anche contro il Palasalute a Imperia Ponente».

Scusi se la interrompo Imperia Ponente che vuol dire?

«Le ricordo che negli atti pubblici dopo l’unificazione le parole Oneglia e Porto Maurizio erano vietate e lo sono state per molto tempo. E’ ora di riprendere questa abitudine. Siamo una città sola».

Continui pure sul Palasalute.

«Dicevo, capisco che ci potrà essere disagio sui parcheggi, ma certe cose si fanno o non si fanno e questa amministrazione ha scelto il fare».

Le radici di questa, diciamo, scarsa attitudine degli imperiesi al rispetto delle leggi, dove affondano secondo lei?

«Direi degli italiani, non degli imperiesi».

Non si tirerà mica indietro adesso. Veniamo da anni di governo cittadino democristiano e da 15 di “scajolismo”, significherà mica qualcosa?

«Non è un problema di chi ha governato la città, ma della loro mentalità. Ora il sindaco sono io e me assumo tutte le responsabilità.  Alla fine la città mi giudicherà».

Perché in questa città è diventato quasi impossibile trovare un lavoro senza raccomandazione politica?

«E’ vero. E’ evidente che il politico può avere più facilità per i suoi contatti. Certo che se viene nel mio ufficio uno che ha perso il lavoro con due figli e moglie disoccupata cerco di fare qualcosa. Chi ha la possibilità di accedere al sindaco è agevolato. Io cerco, infatti, di ricevere più persone possibile».

Torniamo al tema della legalità. Rispetto delle leggi anche per il porto, allora?

«Assolutamente. E’ evidente che sarà così».

Però questa linea rischia di provocare delle defezioni nella sua maggioranza, in particolare nel Pdl.

«Io lavoro nell’interesse della città. Ai nostalgici ricordo che ho portato a casa il depuratore dopo 30 anni. Imperia Yacht è una conquista di questa amministrazione, così come la pace con la Compagnia Maresca e l’area pesca. Non è stato facile portare a termine tutto questo lavoro rispettando la normativa e i passaggi necessari. La piscina e il Palazzetto dello sport non accatastate me le sono ritrovate io. Credo che l’aggressività nei miei confronti da parte di certi ambienti cittadini sia in larghissima parte ingiustificata».

Il Secolo XIX – 3 marzo 2012

Secondo me il primo cittadino, in alcuni passaggi, fa un po’ di confusione tra il rispetto dei regolamenti e quello della legge. Perché quando dice che “nella nostra città non c’è la cultura della legalità” io faccio un salto sulla sedia, ma poi andando avanti nella lettura, mi accorgo che sta appunto parlando del non rispetto dei regolamenti, tipo per i dehor o le spiagge. Io mi immaginavo che si riferisse a qualcosa di più “alto”, che so, tipo appalti, aste, gare e concessioni.
E non risponde adeguatamente alla domanda del giornalista là dove David chiede, secondo me generalizzando un po’, quali sono le radici di questa scarsa attitudine degli imperiesi al rispetto delle leggi (è probabile, anzi ne sono certo, che la maggioranza degli imperiesi rispetti la legge).
E quando alla domanda sulla legalità anche sul porto risponde in quel modo, mi viene automatico chiedermi: “Perché, finora non è stato così?!”, ma alla luce di quanto è successo ieri con l’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti, si direbbe che no, finora non era stato così.
Dispiace anche dover leggere che “se una amministrazione dovesse farsi condizionare da qualche raccolta di firme sarebbe la fine“.
A me pare che quelle raccolte per il progetto “Dal Parasio al mare”, tanto per fare un esempio, perlomeno siano servite ad avere degli incontri con l’assessore competente e a fargli rivedere un po’ il progetto iniziale.
Anche sulle raccomandazioni politiche per trovare lavoro credo che l’intervistatore e l’intervistato non si siano capiti bene e di conseguenza non ho capito bene neppure io, quindi non saprei che dire: di che tipo di lavoro e raccomandazioni si sta parlando, nello specifico?
Sul depuratore portato a casa dopo 30 anni preferisco stendere un velo pietoso perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa e sulla scelta “del fare” idem.

Scritto da Angelo Amoretti

6 marzo, 2012 alle 9:40

Interdetto

senza commenti

Ilvo Calzia

Ilvo Calzia – fonte: Sanremonews.it

Se andiamo avanti così all’Ufficio Urbanistica del Comune di Imperia ci rimarranno solo le scrivanie.

Scritto da Angelo Amoretti

6 marzo, 2012 alle 9:36