Archivio per il mese di settembre, 2012
La questione dei rifiuti non è ancora chiara
Completato il sequestro di documenti sulla gara cui ha partecipto una sola ditta
APPALTO RIFIUTI, NUOVO BLITZ DELLA FINANZA IN COMUNE
Si protraggono intanto gli accertamenti degli uffici sul certificato antimafia prodotto dalla Tra.de.co.Nuovo blitz della Finanza ieri mattina negli uffici del settore ambiente al terzo piano di Palazzo civico. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno prelevato ulteriore documentazione relativa al maxi appalto (90 milioni di euro per 7 anni) per la gestione del servizio di igiene urbana nel comune capoluogo e in 34 centri della provincia.
La gara se l’è aggiudicata la primavera scorsa l’unica società partecipante, la Tra.de.co di Altamura in provincia di Bari. I sindacati di Ecoimperia la società mista pubblico-privata, esclusa per mancanza di requisiti dalla partecipazione al bando, però, non vedendoci chiaro circa diversi aspetti dell’appalto considerandolo, in particolare insufficiente a garantire i livelli occupazionali e salariali, hanno inoltrato un esposto alla procura della Repubblica che ha avviato le indagini parallelamente alle procedure della Prefettura circa il possesso dei requisiti morali della società aggiudicataria, in pratica l’immunità da precedenti di carattere mafioso. E a proposito del certificato antimafia, l’ultimo documento che il Comune deve valutare prima del via libera definitivo alla Tra.de.co (Ecoimperia prosegue l’attività da tempo in regime di proroga non senza difficoltà, con scarsi investimenti e, di fatto priva di prospettive) giace da metà luglio presso l’ufficio legale di Palazzo civico.
Per quale motivo non si è ancora proceduto? Il certificato è da considerarsi dubbio?
L’impressione è che il Comune, vista l’entità e la delicatezza dell’appalto tergiversi il più possibile, per evitare di doversi trovare a fronteggiare sgradite sorprese.
Intanto i dipendenti di Ecoimperia la cui copertura contrattuale è, comunque, garantita dalle clausole sociali che prevedono il passaggio diretto alla nuova azienda, non si sono ancora arresi all’eventualità di un cambio di gestione che considerano al buio per i loro interessi, né hanno mai perdonato all’amministrazione di centrodestra (prima di allora sempre sostenuta) di aver varato quando assessore era Giovanni Amoretti, un appalto che escludeva a priori Ecoimperia, dimostrando perfino in corteo sotto le finestre di Palazzo civico tutto il loro disappunto verso la scelta operata dalla giunta Strescino.D.D. -Il Secolo XIX, 29 settembre 2012
A Imperia nasce un nuovo comitato
A Porto Maurizio numerose opere pubbliche sono state avviate e altre prenderanno presto il via. Questo proliferare di cantieri porterà, in un prossimo futuro, innegabili vantaggi alla comunità, ma allo stato attuale si teme possa avere ripercussioni negative sulla qualità della vita nel rione.
Per questo motivo è nato il Comitato per la Vivibilità di Porto Maurizio il cui obiettivo è divenire portavoce dei cittadini su problemi riguardanti la qualità della vita del quartiere. Il Comitato per far da tramite tra cittadini e amministrazione, userà la petizione, strumento sempre efficace e diretto.
Il Comitato non vuole in alcun modo interferire alla realizzazione dei progetti o contestarne il merito, ma intende sensibilizzare chi amministra e chi amministrerà il Comune di Imperia, a gestire e programmare gli interventi di lavori pubblici con razionalità e criterio.
Esemplare una delle istanze che illustriamo nella lettera aperta che i cittadini potranno sottoscrivere già dai prossimi giorni in alcuni esercizi commerciali di Porto Maurizio: il caso del parcheggio interrato di Via Benza. Ottanta posti auto cancellati per tempo indeterminato a causa dell’imperizia di chi avrebbe dovuto verificare la reale fattibilità dell’opera. Questa “leggerezza” rischia di avere ripercussioni negative sul già bistrattato centro storico portorino, che saranno ancor più gravi appena sarà aperto anche il cantiere per il “Palasalute” di Via Acquarone. A quel punto i posti auto cancellati saranno quasi quattrocento, senza che sia ancora stato realizzato nulla di quanto sostenuto e sbandierato in questi ultimi anni come rimedio salva-Porto Maurizio.
In questa sua prima uscita pubblica il Comitato chiede, in definitiva, che le opere vengano programmate in modo razionale, senza che si verifichino aperture simultanee di cantieri in aree limitrofe o troppo vicine, temendo che questo possa causare pesanti disagi a chi vive e lavora a Porto Maurizio. Quel che si chiede è di rispettare le legittime aspirazioni di chi desidera la piena vivibilità del proprio quartiere.Le firme sono raccolte presso i seguenti esercizi commerciali:
Benedusi e Falciola – via Cascione, 32;
Calzature Massabò – via Cascione, 44
Cartolibreria Mietto – via Cascione, 87;
I Fori di Lisetta – via San Maurizio, 13I promotori del Comitato per la vivibilità di Porto Maurizio
Andrea Falciola, Giuseppe Franciosi, Nicola Podestà
Ilvo Calzia di nuovo indagato
Ilvo Calzia, l’ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Imperia, è stato di nuovo iscritto nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo che sta indagando sulle decine di pratiche messe sotto la lente d’ingrandimento anche dal Segretario Comuale Andrea Matarazzo.
Solo ieri la Polizia Postale si è recata in Comune per acquisire la documentazione du due pratiche urbanistiche: il complesso “Residenza le Vele e l’area dell’ex Nova”. Ilvo Calzia rientra nell’inchiesta del porto turistico ed è stato rinviato a giudizio sempre per abuso d’ufficio.
[Sanremonews]
Chissà stavolta come l’avrà presa la moglie?
Curiosità comunali [II]
Sul sito del Comune di Imperia, tra i Dirigenti, leggo che all’urbanistica c’è l’arch. Ilvo Calzia.
Nella sezione uffici, alla voce “Edilizia Privata” leggo che il responsabile è Fausto Mela.
Su puntoimperia.it leggo che questa mattina la Polizia Postale si è presentata nell’Ufficio Urbanistica per parlare con il dirigente del settore Fausto Mela.
Qualcuno sa chiarirmi meglio la qualifica del Sig. Mela?
Spazio Pubblicita’
Ricevo e pubblico:
Ti chiedo non una risposta o una tua opinione, ma attraverso il tuo e “nostro” blog di “aprire il dibattito”.
Può un organismo politico che si chiama “Laboratorio per Imperia” pubblicizzarsi e promuoversi attraverso canali e organi d’informazione, a pagamento si deduce? E’ lecito, non lo è?
Il Laboratorio per Imperia campeggia in bella evidenza su Sanremonews, giornale on line registrato presso il Tribunale, con tanto di immagine-icona e slogan che afferma:”Lo spirito che guida il laboratorio per Imperia è l’amore per la propria città – incondizionatamente.”
Sono pur recenti le notizie, clamorose peraltro, che hanno avviato indagini sulla propaganda politica attuata da movimenti e partiti attraverso e a mezzo di tv cosiddette locali, da ciò si potrebbe ritenere, quanto meno, che vi siano delle leggerezze e professionali e, per così dire politiche. Certo è che, nella corsa alle prossime elezioni amministrative, il Laboratorio per Imperia parte favorito, in correttezza o meno, rispetto ai partiti, pur sempre associazioni, Officine, Movimenti.
C’è perplessità nell’osservazione, a volte attenta e puntuale altre meno, e un briciolo di indignazione.
Steve Mc Queen
Un affezionato lettore
I Quattro dell’Ave Maria [e un Pater Noster]
Da sinistra a destra [nel vero senso della parola]: Giovanni Barbagallo, Sergio Barbagallo, Antonio De Bonis e Giuseppe Zagarella, i quattro “papabili” candidati sindaco del PD alle prossime elezioni comunali, come riportato da Puntoimperia.it.
P.S. Il Pater Noster non è rimasto, nella foto.
Enzo Barnaba’ e il suo romanzo “Il ventre del pitone”
Venerdì 5 ottobre, alle 18,30, all’Antica Compagnia Portuale – Circolo Arci Camalli – in via Bastioni di mezzo a Imperia Oneglia, lo scritore Enzo Barnabà presenterà il suo romanzo “Il ventre del pitone” insieme al prof. Giorgio Bertone.
Il mercato colonizza lo stato molto più di quanto lo stato non colonizzi il mercato. In Africa, l’invasione dei media internazionali attraverso radio, televisione, internet e telefoni cellulari ha effetti corrosivi sui legami sociali: mediante la colonizzazione dell’immaginario, trasforma la povertà modernizzata in miseria e lancia migliaia di migranti verso un drammatico fuggifuggi. Basti pensare alla voglia dei giovani – tra cui Cunégonde – di lasciare quello che finiscono per considerare come un inferno per i paradisi artificiali del nord, contro le cui porte andranno a frantumarsi.
E anche se, come succede a Cunégonde, avviene il miracolo e – non senza traumi – essi riescono a oltrepassare quelle porte, la cosa lascia ferite che difficilmente guariscono. Anche questa è la lezione del bel libro di Enzo Barnabà. [dalla prefazione di Serge Latouche]
La Seris, i panini e la trippa
Vi invito a [ri]leggere l’articolo di Diego David pubblicato ieri sul Secolo XIX e a riflettere sul suo contenuto.
ANCHE IL COMMISSARIO TRAVOLTO DALLA “BATTAGLIA DEL PANINO”
Marchione:«Rimango al mio posto»
Intanto un gruppo di genitori ha inviato un esposto in Procura: chi ha sbagliato deve pagareIMPERIA. «Mi assumo tutte le responsabilità per quanto è successo, ma non mi dimetto». Il commissario straordinario del Comune di Imperia, Sabatino Marchione, all’indomani della clamorosa “protesta del panino”che ha portato in piazza oltre 300 genitori inferociti che hanno bloccato addirittura il traffico sull’Aurelia, mentre altri prendevano letteralmente a “paninate” in faccia la delegazione comunale (Marchione, assente, è arrivato come sua abitudine solo nel pomeriggio di martedì), è pronto ad addossarsi tutte le colpe, ma non a dimettersi nonostante l’anomalia quasi assoluta di un commissario prefettizio contestato.
«Non sono abituato- ha proseguito Marchione – ad abbandonare la barca quando è in difficoltà. Dimettermi oggi significherebbe spogliarmi delle mie responsabilità, quindi non lo voglio fare».
Intanto, però, il caso mense è approdato negli uffici giudiziari. E’ stato depositato infatti già nella mattinata di ieri un esposto presso la procura della Repubblica del capoluogo.
I genitori (molti sono avvocati) vogliono vederci chiaro e «se qualcuno ha sbagliato-dicono-deve pagare. Valuterà la magistratura, ma se fossero rilevate responsabilità per negligenza o peggio per dolo, le teste stavolta devono saltare. Non è possibile che nel pubblico nessuno sia mai responsabile di nulla».
Marchione ha voluto addossarsi in prima persona tutte le responsabilità, ma è chiaro che all’interno del Palazzo qualcuno tra dirigenti e funzionari non ha fatto fino in fondo il proprio dovere, quantomeno allertando per tempo le famiglie.
A far nascere sospetti poi c’è anche lo sfogo (leggi dichiarazioni riportate dal Secolo XIX di ieri) della dirigente delle attività educative Sonia Grassi: «Credo che ci fossimo tutti presenti quando da agosto in avanti si è scatenata una battaglia politica sul tema, per cui chi prima non era a favore alla esternalizzazione adesso lo è, e viceversa».
A quale battaglia politica – e soprattutto condotta da chi, visto che il Comune è commissariato da maggio- si riferiva Grassi? Con ogni probabilità sarà la magistratura inquirente a verificare la sussistenza di eventuali condizionamenti esterni da parte di chi, essendo caduta l’amministrazione, non avrebbe avuto più alcun titolo per fare ingerenza nelle attività di Palazzo civico.
Un altro mistero in questa vicenda che ha visto come vittime i bambini è il management della Seris.
L’amministratore unico Pietro Salvo (38 mila euro di stipendio all’anno), già commercialista della società controllata al 100% dal Comune, ha ammesso candidamente di fronte alla platea di mamme, papà e nonni inferociti di «non capirne nulla in tema di ristorazione scolastica».
Magari sincero, ma viste le circostanze non proprio un bel biglietto da visita. Salvo ha quindi spiegato di aver dovuto “assumere”, appunto, tramite il suo studio di commercialista, in qualità di consulente, l’ex dirigente dei servizi sociali egià direttore della Seris, Gianfranco Mandara.
Mandara, infatti, essendo andato in pensione per legge, per un certo numero di anni non potrebbe occuparsi di società partecipate dell’ente per cui lavorava. Un bel modo, dunque,senza nulla togliere alle capacità del manager, di aggirare la norma e di far entrare dalla finestra ciò che la legge vorrebbe fuori dalla porta.Diego David – Il Secolo XIX, 20 settembre 2012
Da questo articolo non si capisce di chi sono le teste che devono saltare in blocco?
C’è un dirigente, Pietro Salvo, che ammette di non capire nulla di una materia per cui è stato messo lì a dirigere e che ha dovuto assumere un consulente, Gianfranco Mandara, che ne capisse di più. Alla luce dei fatti, si direbbe che ci capisce poco anche lui.
C’è la dirigente delle attività educative, Sonia Grassi, che dichiara che ad agosto erano tutti presenti, quando si è scatenata la battaglia politica e giustamente David si pone delle domande che sono assai inquietanti.
C’è un Commissario Prefettizio, Sabatino Marchione, che si assume tutte le responsabilità, ma non si dimette. Ai miei tempi già dire: “Mi assumo le mie resposabilità” in politica significava lasciare l’incarico. Ma i tempi cambiano, si sa. Ma allora chi dava la rotta al Commissario?
Se me lo chiedo continuo a pensare a quell’articolo sul Secolo XIX dello scorso 16 maggio in cui Natalino Famà parlava del giallo della retromarcia di Emanuela Garroni, colei che in un primo momento era stata scelta dal Ministro Cancellieri per commissariare il nostro Comune e che poi era stata sostituita da quello attuale.
Infine: i politici che stavano e che staranno in consiglio comunale, non farebbero meglio a occuparsi un po’ di più di quello che succede negli uffici del Comune e delle società partecipate? Oppure c’è un po’ di trippa per tutti e quindi conviene chiudere un occhio, se non due?
La guerra del panino [II]
Abbiamo qui un dirigente che per fare il proprio mestiere deve avvalersi di un consulente. Non è l’unico caso in Comune: pare che svariati dirigenti abbiano avuto necessità di rivolgersi a persone terze per piantare dieci alberi, per dire.
E penso sia giunta l’ora di farla finita: o i dirigenti sanno fare il loro mestiere, o si dislocano in altri uffici, al limite a fare fotocopie, se proprio non li si vuole licenziare.
Chi paga il Dottor Mandara? Noi contribuenti o l’amministratore di tasca sua?
[...] L’amministratore unico Pietro Salvo (38 mila euro di stipendio all’anno), già commercialista della società controllata al 100% dal Comune, ha ammesso candidamente di fronte alla platea di mamme, papà e nonni inferociti di «non capirne nulla in tema di ristorazione scolastica».
Magari sincero, ma viste le circostanze non proprio un bel biglietto da visita. Salvo ha quindi spiegato di aver dovuto “assumere”, appunto, tramite il suo studio di commercialista, in qualità di consulente, l’ex dirigente dei servizi sociali e già direttore della Seris, Gianfranco Mandara.
Mandara, infatti, essendo andato in pensione per legge, per un certo numero di anni non potrebbe occuparsi di società partecipate dell’ente per cui lavorava. Un bel modo, dunque, senza nulla togliere alle capacità del manager, di aggirare la norma e di far entrare dalla finestra ciò che la legge vorrebbe fuori dalla porta.Diego David – Il Secolo XIX, 20 settembre 2012
Appello ai lettori affezionati [III]
Ci (ri)vediamo sabato 22 all’anfiteatro della Rabina, alle 16, per stilare il programma.
Se piove, ci bagniamo.
Vi aspetto!