Archivio per il mese di novembre, 2012

Il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri a Imperia

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Il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ieri ha fatto visita alla nostra città e in un convegno nell’auditorium della Camera di Commercio, ha dichiarato, tra l’altro, che anche senza le Province i presidi di sicurezza resteranno e che non c’è alcuna volontà di indebolire il territorio.
Significa che Questura e Prefettura rimarranno dove sono ed è una buona notizia.
Al convegno, promosso da Confindustria su “Economia e Legalità”, hanno partecipato numerose personalità e tra i vari interventi mi piace ricordare quello del Sindaco Prefettizio Commissario Straordinario, Sabatino Marchione, che tra l’altro ha detto che Imperia è una città di incompiute; quello del Presidente di Confindustria Imperia, Alessandro Bocchio, che ha sostenuto che senza legalità non può esserci sviluppo economico e ha fatto un elenco delle cose che non vanno: “corruzione, concussione, usura, violazione delle norme sul lavoro e sulla sicurezza, utilizzo dell’intimidazione e della violenza, utilizzo di capitali provenienti da attività illecite“.
Il PM Anna Canepa, fra i relatori al convegno, ha detto che “per le mafie è essenziale il rapporto con la politica e la Pubblica amministrazione, che gestisce le risorse, soprattutto gli appalti. In questa Provincia due Comuni sono stati sciolti per mafia e le presenze locali della ‘ndrangheta sono molteplici.
Riguardo le recenti assoluzioni ha ancora aggiunto che “ci vuole grande consapevolezza da parte di tutti e non si può nascondere la polvere sotto il tappeto“.

Scritto da Angelo Amoretti

13 novembre, 2012 alle 9:23

Da noi non c’è la ‘ndrangheta? [II]

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Curioso, e probabilmente ironico, l’articolo di Matteo Indice pubblicato sul Secolo XIX di sabato.
In pratica, scrive Indice, i quattro imputati di Ventimiglia, accusati di appartenenza alla ‘ndrangheta, sono stati assolti perché il fatto non sussiste e perché non è stato dimostrato che chi appartiene a un’associazione mafiosa incute paura, crea un clima di soggezione e genera omertà.
Se tutto ciò non viene dimostrato, scrive Indice, il giudice assolve anche pregiudicati per reati gravissimi (Garcea è stato condannato di recente a nove anni per usura aggravata dai metodi mafiosi ed è l’unico che resterà in carcere).
Non esprimo giudizi in merito alla sentenza, ma spero di poter dire che la trovo un po’ bizzarra.
Infatti la vice Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Anna Canepa, ha dichiarato su La Stampa di ieri:

Le sentenze non si commentano, se non si è d’accordo si appellano, personalmente ho vissuto un’esperienza simile nel ‘96 quando in primo grado sono stati assolti tutti i clan siciliani poi il tutto è stato capovolto in appello, e confermato in Cassazione. In Liguria la lotta alla criminalità organizzata non deve arretrare , bisogna mantenere la consapevolezza che in questo periodo la criminalità organizzata sta avanzando.

E il Silp, il sindacato di polizia, per bocca del suo Segretario di Genova, Roberto Traverso, aggiunge:

La mafia in Liguria c’è. Senza risorse, con tagli degli stipendi, dei mezzi e non solo è difficile svolgere attività investigativa e fornire elementi probatori
alla Procura.

Inviterei a riflettere su queste due dichiarazioni.
Quella di Traverso mi riporta all’intervista rilasciata a Imperia TV dall’ex vice Questore vicario di Imperia, il Dott. Stefano Bonagura che si meraviglia che un’indagine complessa e delicata come quella sul porto di Imperia, sia lasciata condurre da soli 5 o 6 uomini della Postale.
E’ lampante che sul nostro territorio c’è bisogno di più personale perché logica vorrebbe che più il fiume ingrossa, più gli argini devono essere rinforzati.
E mi riporta anche a quanto scritto da Qualunquemente in un commento al post del 10 novembre: da tempo la mafia non gira più con la lupara , al limite, se la infastidisci, arriva anche a farti bloccare un fido in una banca.

Scritto da Angelo Amoretti

12 novembre, 2012 alle 9:54

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Da noi non c’è la ‘ndrangheta?

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Riporto l’articolo di Marco Preve apparso su la Repubblica di oggi, 10-11-12:

Come era già accaduto per l’inchiesta gemella piemontese, anche il processo genovese contro dieci presunti capi e referenti della ‘ndrangheta in Liguria si è chiuso con un’assoluzione generale.
La sentenza, pronunciata al termine del rito abbreviato dal giudice Silvia Carpanini, non può definirsi clamorosa perché, nonostante il curriculum dell maggior parte degli imputati (pregiudicati o condannati), l’accusa nei loro confronti era sì quella di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma fondata sulla sola appartenenza alla ‘ndrangheta e con l’evidente assenza di reati fine (violenze, minacce, usura, omicidi, etc).
Nonostante la Cassazione abbia stabilito che è sufficiente l’appartenenza per condannare, ha allo stesso tempo definito la necessità di una serie di parametri di contorno come il controllo del territorio, l’infiltrazione nel tessuto sociale, economico e politico, la pressione anche indiretta su una comunità.
Ebbene, nell’inchiesta, nel mare di atti e di intercettazioni, il giudice non ha trovato traccia di questi elementi. Naturalmente, l’assoluzione non significa che la mafia in Liguria non ci sia. Tutt’altro, visto il moltiplicarsi di alcuni fenomeni (incendi dolosi, infiltrazioni negli appalti, rapporti tra politici e imprese gestite dalla criminalità) specie nel ponente imperiese dove addirittura due comuni, Bordighera e Ventimiglia, sono stati sciolti dal Ministro dell’Interno dopo le inchieste della procura di Sanremo e dei carabinieri del nucleo provinciale che hanno portato a numerose condanne.
Ma la lotta alla mafia non può basarsi solo su un salutare, e diffuso sul territorio, spirito di rifiuto del fenomeno, e deve andare oltre i teoremi che ancora una volta, come in altre occasioni era accaduto per le indagini sul terrorismo di matrice anarchica, i carabinieri dei Ros hanno costruito attorno ad gruppo di calabresi, di Genova e del sanremese, già finiti nei guai per usura, droga e altro ancora.
I pm della direzione Distrettuale Antimafia Vincenzo Scolastico e Alberto Lari hanno cercato di asciugare il dossier costruendo un rinvio a giudizio credibile, ma non abbastanza per ottenere le dure condanne richieste: dai 6 ai 12 anni. Gli imputati erano Fortunato e Francesco Barilaro, Raffaele Battista, Rocco Bruzzaniti, Michele Ciricosta, Onofrio Garcea, Antonino Multari, Lorenzo Nucera, Benito Pepè e Antonio Romeo. Numerosi gli avvocati difensori: Pietro Bogliolo, Paolo Bonanni, Alessandro Lanata, Marco Bosio, Maria Brucale, Mario Iavicoli ed Emanuele Lamberti.

Marco Preve – la Repubblica, 10 novembre 2012

C’è già stato qualcuno del partito dell’amore che a livello regionale ha alzato la cresta per chiedere chi risarcirà i comuni di Ventimiglia e Bordighera sciolti per mafia, ma c’è  anche da chiedersi se tutti quegli incendi nelle nostre zone erano davvero fenomeni di autocombustione.

Scritto da Angelo Amoretti

10 novembre, 2012 alle 21:46

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L’ex vice Questore Bonagura a Imperia TV

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Ieri l’ospite della puntata de L’irriverente, condotta dal giornalista Daniele La Corte su Imperia TV, era l’ex vice Questore vicario di Imperia, il Dott. Stefano Bonagura e ascoltandola con attenzione si apprendono cose assai interessanti o perlomeno conferme autorevoli a ciò che qualcuno sostiene da tempo.
Dal minuto 21 circa si parla anche del porto di Imperia, di come mai a condurre le indagini siano pochi volonterosi poliziotti della Postale, peraltro bravissimi, e non una squadra più consistente; della montagna di rifiuti arrivata e andata chissà dove; e dei due vice Capo della polizia che arrivarono direttamente da Roma, episodio ritenuto “irrituale” dall’ex vice Questore.
Ne consiglio la visione a tutti coloro che se la sono persa, cliccando sull’immagine.

Scritto da Angelo Amoretti

8 novembre, 2012 alle 16:30

Pino Masciari incontra gli studenti della scuola edile

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Il progetto sulla legalità della Scuola edile imperiese, realizzato in collaborazione con il Tribunale attraverso il ciclo «Io…cittadino di domani», si aprirà lunedì con un appuntamento di rilievo assoluto: l’incontro tra i ragazzi e un coraggioso imprenditore calabrese che ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica, portando all’arresto e alla condanna di decine di esponenti della criminalità organizzata dai Vallelunga di Serra San Bruno agli Arena di Isola Capo Rizzuto. La storia di Pino Masciari, nato nel 1959 a Catanzaro e sottoposto
a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, verrà rappresentata dalle 9 alle 10,45 nello spettacolo «Padroni delle nostre vite» della compagnia torinese SciaraProgetti, proposto per la prima volta in Liguria nell’Aula magna dell’istituto in via Privata Gazzano (è basato sul libro «Organizzare il coraggio»). Sul palco, Ture Magro.
Dalle 11 alle 13 gli studenti della scuola incontreranno Masciari.
L’imprenditore edile calabrese nel 1994 denunciò ‘ndranghetisti e politici mettendo in luce un sistema di collusione diffusa: aveva dichiarato di essersi sentito chiedere il 3 o per cento dei guadaggni per le ‘ndrine e il 6 per i politici corrotti.
Fra i suoi commenti: «La paura non ci salverà» e «Quando istituzioni e società civile si assumono le proprie responsabilità lo Stato vince».
Dicono gli organizzatori: «E’ un lavoro che coinvolge tutti su temi di sconcertante attualità in un momento come questo, in cui nella nostra provincia si parla di infiltrazioni della ‘ndrangheta e collusioni con la politica.Un impegno della Scuola edile verso una cultura della legalità, affinché gli studenti, ciascuno per proprio conto, imparino a nutrire legittime aspirazioni, senza dover avvertire l’esigenza di piegarsi al ricatto, potendo essere veramente ognuno di loro padrone della propria vita con coraggio, ma il coraggio, come dice Pino Masciari, “va organizzato e per essere organizzato va insegnato attraverso l’esempio”.
La storia dell’imprenditore e della sua famiglia è una storia di libertà, un grido contro ogni forma di prevaricazione».
Il progetto pilota sulla legalità coinvolge i 120 allievi della Scuola edile oltre a 500 studenti del Polo tecnologico imperiese.

Enrico Ferrari – La Stampa, 8 novembre 2012

Scritto da Angelo Amoretti

8 novembre, 2012 alle 14:58

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Cambiamo posizione

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L’articolo è su Puntoimperia.it: Comune di Imperia. Retribuzioni di posizione da record. Oltre 380 mila euro all’anno /LE CIFRE.

Polizia Municipale (nuove competenze di carattere istituzionale tra le quali la gestione del sistema di videosorveglianza cittadina, la gestione processuale delle opposizioni ai verbali del codice stradale, la gestione dei procedimenti relativi ai veicoli in stato di abbandono, il concorso nella progettazione di spettacoli e manifestazioni di alto rilievo con conseguenti problematiche viabilistiche).

A questo punto, paradossalmente, quando si nota qualche auto abbandonata da mesi, tanto vale non segnalarla e lasciarla lì perché le spese dei procedimenti ricadranno sulle nostre tasche.
Idem per concerti e manifestazioni: accontentiamoci di quelli che ci sono sennò al Comandante Aldo Bergaminelli altro che 35.233 euro dovremo dare!
Mi scappa anche una battuta su Sonia Grassi: pensate a quanto ci è costata la guerra dei panini e delle merendine scadute!

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2012 alle 8:17

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Appuntamenti letterari

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Presentazione di “Papel”

Occasione importante per la Cultura ligure e non solo. Il 7 novembre, presso la Biblioteca Civica di Imperia “Leonardo Lagorio”, si presenta alle ore 17.30 il volume letterario “Papel”. Si tratta della prima presentazione assoluta della pubblicazione, auspice la direzione della splendida biblioteca del capoluogo provinciale. I curatori di “Papel” sono Marino Magliani ed Alessandro Giacobbe. Magliani è un autore e traduttore originario di Prelà, dimorante nei Paesi Bassi, vero uomo di lettere di caratura internazionale. Noto per i suoi romanzi, scritti, basi per graphic novel e quant’altro sia in Europa che in Sud America, con testi editati in Italia, Paesi Bassi e Germania. Alessandro Giacobbe è uno storico del territorio, con spiccati interessi per la realtà culturale artistica, monumentale, materiale e gastronomica. Non a caso per “Papel” cura proprio una rubrica di “resistenza gastronomica”. Ricerca e commento di antiche ricette. Altri autori dell’opera a più mani hanno assicurato la loro presenza per il dibattito.

Cos’è Papel: Papel è una realtà culturale che nasce in Liguria occidentale, ma non vuole essere limitata: non lo è dal punto di vista territoriale, non lo è in relazione ai contenuti. Papel ospiterà prosa, estratti di romanzi, anticipazioni, racconti, traduzioni, saggi, poesie. Ospiterà esordienti e autori noti, avrà spazi fissi o numeri a tema. E infine, anche qualcosa sul nome di questo progetto. Basilare. Papel: carta. Parola per identificare anche il foglio umile, come quello che si usava per avvolgere il cibo venduto nelle vecchie botteghe. Si richiama il “papiro”, alla maniera ligure, così come si impiega una lingua internazionale, come lo spagnolo castigliano.
Papel è stato curato a livello grafico e reso edito da Edizioni Zem di Flavio Porchia.

Si trovano in questo numero

Gianfranco Sarchi, Considerazioni su emigrazione, sport e identità culturali.
Riccardo Ferrazzi, Roma senza miti.
Oscar Wilde, La verità delle maschere (tradotto da MarcoVignolo Gargini)
Gabriele De Canis, Come si coltivano gli ulivi.
Gabriele Virgillito Cassini, Racconti da fogli volanti. Condorminio.
Paolo Veziano, Scritti in memoria di Nico Orengo. L’albero della fretta.
Marco De Carolis, Haiku, tanka e pensieri.
Alessandro Giacobbe, Salsa verde.

Poesia e racconto: due modi di sentirsi liberi

Sabato 10 novembre 2012 alle 18.00, presso i Giuseppini, nella palazzina padronale che rimane quasi sotto piazza Ricci, si terrà un incontro di interscambio di idee ed esperienze poetiche ed artistiche.

Saranno trattati anche nuovi modi di incontro tra gli autori emergenti e di diffusione delle loro opere presso un pubblico che, crisi a parte, è più interessato di quanto possa sembrare a quanto ciascun autore è disposto a condividere.

L’ostacolo è quasi sempre un’editoria che guarda quasi esclusivamente alla vendibilità (cioè alla popolarità degli autori affermati grazie a posizioni di prestigio) che non alla qualità e che si affida troppo spesso ad intermediari che pretendono l’esclusività togliendo ogni incentivo agli autori.
Fortunatamente i nuovi mezzi di comunicazione danno modo di riunirsi ed organizzarsi in modo da poter essere, finalmente, in grado di contrattare.

I titoli presenti all’incontro sono:

“Il mare e il sale” – poesie – Simonetta Paroletti - edito da Arduino Sacco di Roma
“Come un volo d’uccelli” – poesie – Melchiorre Giovanni – edito da Arduino Sacco di Roma
“Ora ti racconto” – racconti – Melchiorre Giovanni - edito da CEI di Imperia

Espone alcuni quadri la pittrice sanremese Vittani Floriana.

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2012 alle 8:08

Il porto turistico e le mareggiate

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Queste due foto che mi ha inviato un affezionato lettore, sono state scattate un anno fa, dopo la mini alluvione.
Si può notare come le correnti tendano a portare nel porto tutto ciò che arriva dalle foci dei torrenti Prino e Impero.
Tutto sommato l’anno scorso non ci sono stati gravi danni causati dalla pioggia, ma con i torrenti intasati (la pulizia effettuata di recente è stata certamente utile, ma non sufficiente), se le precipitazioni dovessero essere più intense, il porto si riempirebbe di tronchi di albero e altro.
Inoltre sembra che ci siano già delle secche, peraltro segnalate con apposite boe, in cui uno yacht qualsiasi rischierebbe di rimanere incagliato.

Il Porto di Imperia

Il Porto di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

5 novembre, 2012 alle 12:18

La Cassazione: il porto di Imperia è dei cittadini

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La Corte di Cassazione ha stabilito che il Porto di Imperia è da considerarsi un’opera pubblica e non privata, come aveva tentato di far credere la Giunta Sappa.
L’equivoco, se così lo vogliamo chiamare, era nato tempo fa, ma praticamente ufficializzato nel consiglio comunale del luglio 2005.
Lì, giocando sul fatto che il porto sarebbe stata opera privata e non pubblica, si era permesso a Francesco Bellavista Caltagirone di entrare a far parte dell’operazione. E infatti il giorno dopo il patron di Acqua Marcia varcava la soglia del Palazzo Comunale.
Dunque si è giocato sul fatto che il porto fosse opera privata, ma la sentenza della Cassazione ha stabilito il contrario. Quindi ci sarebbe stato bisogno di aste pubbliche europee, così come succede, per esempio, quando si costruisce una ferrovia.
Per cui la sentenza di oggi è una sentenza storica: il porto è dei cittadini.
In effetti durante quella lunga notte del consiglio comunale, Beppe Zagarella, allora della Margherita, aveva detto che “le perplessità sono tante questo è un porto che, ricercando l’eccellenza, finisce per diventare esclusivo, poco fruibile. Troppi gli accessi privatizzati” e Pasquale Indulgenza, di Rifondazione: “Il progetto è eccessivo rispetto alle esigenze di sviluppo turistico di questa città. La politica delle grandi opere, la sopravvalutazione delle possibilità espansive della nostra portualità contiene dei rischi, anche speculativi“. Avevano ragione loro e, con loro, tutta l’opposizione.
E l’intervista rilasciata oggi al Secolo XIX da Gianfranco Carli fa un po’ sorridere, specie quando dice che “Salvare il porto è un impegno che va onorato” ergendosi a difensore della Patria, quando, sentenza alla mano, sarebbe da considerare un “abusivo”.

Anche Marco Preve, sul suo blog, ha scritto in proposito.

Scritto da Angelo Amoretti

2 novembre, 2012 alle 21:20