Archivio per il mese di maggio, 2013

I cosiddetti “attacchi” di ImperiaParla

62 commenti al post

Di recente, ma anche nel non lontano passato, mi è capitato spesso di incontrare persone che si sono lamentate dei miei presunti “attacchi” nei loro confronti.
C’è chi lo ha fatto scherzando, chi un po’ più seriamente.
A queste persone vorrei consigliare di andare a leggere un articolo a caso de Il Fatto Quotidiano o de il Giornale, per citare le prime due testate giornalistiche che mi vengono in mente, giusto per capire cosa significa “attaccare” qualcuno.
Se una sottile ironia o qualche battutina possono sembrare “attacchi”, mi dispiace: il problema non è mio, ma di chi non riesce a cogliere la differenza.
Io non ho i mezzi né le competenze per poter “attaccare” qualcuno: mi limito a scrivere ciò che penso senza diffamare alcuno e fino a prova contraria direi che sono dalla parte della legge e dei principi democratici. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione e io lo faccio, allegramente, perché non devo niente a nessuno: non sono una persona libera, ma sono molto più libero di certi altri e continuerò a divertirmi con il mio blog, senza guardare in faccia a nessuno, a seconda di come mi sveglio al mattino.
Il fatto di essere in buoni rapporti con tanti di coloro che mi leggono, qualcosa vorrà pur significare, ma nello stesso tempo non mi impedisce di criticarli, se lo ritengo opportuno.
Criticare qualcuno per una dichiarazione che ha fatto, non è un “attacco” alla persona: è un modo di fare politica, tanto per capirci.
Non mi sono mai permesso di scendere nel personale, mi sono limitato a segnalare e, se del caso, a criticare l’operato o il pensiero di questo o quest’altro.
Se questi vi sembrano “attacchi”, ditelo voi.
Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

31 maggio, 2013 alle 12:27

Pubblicato in Attualità

“Papel” alla Fiera del Libro di Imperia

senza commenti

Sabato 1 giugno alle ore 12.00, presso il foyer del teatro Cavour di Imperia sarà presentato il secondo volume di “Papel“, curato da Alessandro Giacobbe e Marino Magliani.

Papel volume 2

Papel è una realtà culturale che nasce in Liguria occidentale, uno spazio libero, senza paletti, senza recinti, che ospita narrazioni di prosa, estratti di romanzi, anticipi, racconti, traduzioni, saggi, poesie. E infine, anche qualcosa sul nome di questo progetto. Basilare. Papel: carta. Parola per identificare anche il foglio umile, come quello che si usava per avvolgere il cibo venduto nelle vecchie botteghe. Si richiama il “papiro”, alla maniera ligure.
Spiega Alessandro Giacobbe: “Oltre la dimensione artistica di una copertina illustrata, c’è sempre una rottura della consuetudine. Questa rottura vuole essere anche recupero. Non solo narrativa di qualità. Non solo saggistica, a riprendere quei disiecta membra culturali già pubblicati magari tempo addietro e facilmente dimenticati. Non solo poesia, profonda e forte. Non solo cucina tradizionale e ricerche gastronomiche. C’è letteratura per l’infanzia (di tutte le età) e c’è la filosofia. Una palestra per pensare, in una accezione si direbbe “magnogreca”. E questo quando il vivere lento del pensiero non fulminante sembra essere fuori tempo.”

Scritto da Angelo Amoretti

31 maggio, 2013 alle 12:04

Se vince Annoni, se vince Capacci

24 commenti al post

A seconda di chi vincerà, ovviamente, il consiglio comunale sarà composto in un modo anziché in un altro e bisognerebbe fare chiarezza a beneficio di tutti gli elettori.
Stando al Secolo XIX di ieri, per esempio, lo scenario sarebbe questo:

ma su La Stampa di oggi trovo quest’altro:

Su Puntoimperia leggo che addirittura, in caso di vittoria di Erminio Annoni, la lista civica “La Svolta” non avrebbe nessun rappresentante in Consiglio e il Movimento 5 stelle perderebbe un consigliere comunale.

Update: fermi tutti! Sul blog del neo eletto del “PD per Imperia” Giorgio Montanari c’è uno scenario completamente diverso da quello prospettato da Il Secolo XIX, La Stampa e Puntoimperia. E se fosse vero, addio ai grillini, a La Svolta, a Grosso e a Servalli.

Scritto da Angelo Amoretti

29 maggio, 2013 alle 17:03

Elezioni amministrative: Capacci e Annoni al ballottaggio

24 commenti al post

Vorrei scrivere qualcosa sulle elezioni amministrative, anche per l’amico google, ma non so da che parte incominciare.
Ho due immagini davanti e troppe cose che mi ronzano nelle orecchie.
Potrei partire col dire che la politica, così come la intendevo io, brutto incorreggibile ingenuo, è finita.
Molti miei concittadini non sono andati a votare e il grande uomo politico [prima immagine] di casa nostra dice che si impegnerà a convincere gli astensionisti in vista del ballottaggio. Devo ancora capire se “fa finta” o no. Una cosa è certa: quest’uomo quando parla è allucinante. Nel senso che ti fa girare talmente la testa e ti sconvolge a tal punto che alla fine non sai se ridere o piangere.
Sto parlando dell’On. Claudio Scajola, se non si fosse capito, e ho la vaga impressione che quando parla, più che altro faccia dei danni [del resto se lo chiede lui stesso nell'intervista al Corriere della sera: "Quello di Imperia è un risultato negativo, non c'e' dubbio. Non so se il mio impegno ha portato un vantaggio o un danno"] e li fa in casa sua, tant’è vero che l’uomo da lui scelto, già ieri dichiarava, in puro stile Sean Connery:

«Che io abbia avuto un dominus, o un padrino, è un’idea sbagliata. Claudio Scajola è un uomo politico stimabilissimo ma io sono Erminio Annoni, altrettanto stimabile professionista, non una marionetta. Sono stato appoggiato da liste coese, il fatto che poi Scajola mi abbia dato la sua benedizione la cosa mi onora, ma, vorrei che fosse ben chiaro: il mio nome è Erminio Annoni».

Già questo discorso che, per quanto mi riguarda, passerà alla storia come “il discorso della macelleria” era da incorniciare e conservare, poi sono venuti quelli del dopo voto: il noto statista in una intervista rilasciata a caldo, dopo i primi risultati, ha tirato fuori tante di quelle cose che ci sarebbero da fare veri e propri trattati:

«Ma non si deve assolutamente dimenticare una cosa: questa campagna elettorale è stata fortemente condizionata da inchieste giudiziarie, sequestri e denunce che da due anni, quotidianamente, riempiono le pagine dei giornali. Tutto questo ha inevitabilmente influenzato in qualche modo l’opinione pubblica. E noi, evidentemente, ne abbiamo fatto maggiormente le spese».

Quindi si potrebbe proporre di sospendere le inchieste giudiziarie in tempo di elezioni (cioè, sempre, visto che qua per un belino o per l’altro si vota una volta all’anno) oppure di non denunciare nessuno o, se vogliamo esagerare, tutte e due: aboliamo le inchieste e le denunce.
Pare che, sempre secondo l’ex ministro, il problema sia stato anche nel simbolo. E questa è più pesante perché sul simbolo del suo partito, quello dell’amore, dopo svariate diatribe che non sto qua a raccontare, c’è scritto “Berlusconi per Annoni”: cosa vuoi di più, dalla vita?!
In ogni caso il PDL resta il primo partito in città e vedremo cosa succederà al ballottaggio.
Paolo Strescino, il nemico pubblico numero uno dell’ex Ministro, è stato il più votato: ha portato a casa 668 voti (pensa se ne avesse preso due in meno): potrà piacere o no, ma per onestà intellettuale non si può far finta di niente.
La mia candidata preferita ha preso 109 voti (pensa se ne avesse preso quaranta in meno) e non entra. Pazienza.
L’altra immagine che ho è quella del consiglio comunale e nella fattispecie quella del gruppo del Partito Democratico.
Stando alle previsioni di Puntoimperia, se vincerà Carlo Capacci, per il partito di Epifani saranno confermati: Zagarella, Risso, De Bonis e Montanari con le new entries Enrica Chiarini, Valeria Canetti e Gianfranca Mezzera. Barbagallo e Vassallo (il primo zio di Enrica, il secondo marito di Gianfranca) sono a posto.
Sono queste le cose che mi fanno ronzare le orecchie.
Prendiamo per esempio la lista “Imperia bene comune”, quella composta da SEL e Rifondazione: in consiglio porterà, insieme al candidato sindaco Gian Franco Grosso, Mauro Servalli. Ma con tutto il rispetto e la stima che ho per Mauro, che conosco personalmente, qualcosa non ha funzionato, così come non funzionò alle politiche quando era candidata Carla Nattero.
Sì, perché io, vecchio incorreggibile ingenuo, pensavo che un partito avrebbe fatto di tutto pur di confermare il consigliere uscente (in questo caso Dario Dal Mut), soprattutto se  ha fatto il suo dovere di oppositore in modo onesto, come ha fatto Dal Mut.
Invece  non ce l’ha fatta e la cosa non mi quadra. E le orecchie fischiano.
Mi fermo qua e nei prossimi giorni mi occuperò dello schieramento che appoggia Erminio Annoni.
Nel frattempo, se ricordate quando scrissi del “pacchetto di voti”, se volete potete divertirvi così (e c’è gente che lo fa seriamente, così capite cosa vuol dire “avere il pacchetto dei voti”):
andate su questo sito e troverete tutti i nomi dei candidati e dei voti che hanno preso.
Cliccando sull’icona sotto la scritta “dettagli” saprete quanti e dove ha preso le preferenze il tale candidato, così, se per esempio, nel seggio 12, ha preso cinque voti, potrete sempre dirgli: “Hai visto che qualche voto te l’ho fatto prendere?!”
In via Cascione lo fanno.

Scritto da Angelo Amoretti

28 maggio, 2013 alle 17:19

Scoli e cedimenti

8 commenti al post

A seguito dell’articolo pubblicato ieri su La Stampa online, un lettore mi ha inviato alcune considerazioni su cui è bene riflettere:

Ciao Angelo,
ti segnalo questo interessante articolo su La Stampa on line, un passaggio in particolare:

Nella zona dove sarà realizzata l’importante struttura sanitaria esiste anche un altro problema da risolvere. Si tratta di uno scolo di acque bianche in arrivo da monte che vede da tempo a confronto Asl, Comune di Imperia e ditta esecutrice dei lavori

Ora si parla di problemi da risolvere come fossero eventi naturali imprevedibili e per i quali non ci sono responsabilità oggettive. In realtà il problema è sempre lo stesso: le imprese edilizie fanno i palazzi e le autorimesse interrate, e nei progetti e nelle convenzioni ci sono ben elencati i lavori da fare per la collettività, tipo allargamenti stradali, parcheggi pubblici e rete acque bianche.
Nella realtà: questi lavori “pubblici” non sono fatti o sono fatti male, così dopo qualche anno (neanche tanti…) escono fuori le magagne.
Un bel quadretto neh?!

Io ci aggiungo che probabilmente molti cittadini come me si limiteranno a subire il disagio del senso unico alternato perché è il problema percepito, ma in quanti si chiederanno come mai, qualche volta, si verificano cedimenti, frane, franette e via dicendo?

Scritto da Angelo Amoretti

27 maggio, 2013 alle 16:25

Pubblicato in Ambiente

Tag:

La ‘ndrangheta in Liguria e nella nostra provincia

10 commenti al post

La prossima settimana sarà nelle librerie “A meglia parola – Liguria terra di ‘ndrangheta” scritto dai giornalisti de Il Secolo XIX Marco Grasso e Matteo Indice. Vi consiglio di comprarlo e, soprattutto, leggerlo. E conservarlo, perché i libri, per fortuna, continuano a essere pubblicati e bisogna metterli insieme come pezzi di puzzle.
Circola la voce, ovviamente da verificare, che il più bel porto del Mediterraneo sia stato costruito anche su materiale altamente nocivo, che non si sa come purificarlo e, soprattutto, come e se comunicarlo ai cittadini. Ma sono voci: un giorno potrebbero finire su un libro, o forse no.

da Il Secolo XIX del 23 maggio 2013

COSÌ LA ’NDRANGHETA IN LIGURIA RINASCE DALLE SUE CENERI GRAZIE AI POLITICI

Da oltre trent’anni la ’ndrangheta condiziona la politica e l’economia in Liguria. Ha deciso elezioni, manovrato migliaia di voti e pilotato commesse, in particolare nell’edilizia.
Non tutti i partiti hanno uguali responsabilità, ma le cosche hanno saputo raggiungere con spiazzante facilità sia il centrodestra che il centrosinistra, in Comuni, Province e pure in Regione. E soprattutto rinascere nonostante arresti e indagini, grazie a tanti, troppi taciti accordi. Alcuni politici sono stati smascherati, e di loro si è letto sui giornali. Altri, invece, hanno continuato a operare nelle istituzioni all’insaputa dell’opinione pubblica, ignara del peso della criminalità organizzata in decisioni che riguardano migliaia di persone, ogni giorno.
Per la prima volta, un libro prova a entrare nel dettaglio, esclusivamente sulla Liguria: “A meglia parola – Liguria terra di ’ndrangheta“, scritto dai giornalisti del Secolo XIX Marco Grasso e Matteo Indice (De Ferrari Editore, 236 pagine, 16 euro) sarà nelle librerie dalla prossima settimana. E va dritto, attraverso documenti e fotografie inedite, ai nomi, e poi ai ruoli-chiave che personaggi ancora presenti nella vita istituzionale e imprenditoriale hanno ricoperto mentre i clan si affermavano. Legami che oggi si tenta di nascondere, non essendo mai stati rivelati, o solo “accennati”.
A meglia parola spiega come «un’isola felice», dove l’esistenza della mafia fino a tre anni fa era negata da prefetti, parlamentari e sindaci, si sia trasformata secondo un rapporto commissionato dal Viminale nella «regione a più alta densità mafiosa del Nord». Una situazione così compromessa da portare allo scioglimento di due municipi, Bordighera e Ventimiglia, il secondo e il terzo caso di sempre nel Settentrione.
Come siamo arrivati a questo punto? Per provare a rispondere bisogna partire da lontano, dalla migrazione del Dopoguerra e dai boss spediti in Liguria in soggiorno obbligato; dai primi insediamenti che hanno dato vita a una vera e propria struttura militare organizzata su base territoriale, i cosiddetti locali, un esercito che negli anni si è impossessato del monopolio nel traffico di droga e del controllo degli appalti.
Che ha penetrato l’economia pulita e ha nascosto pericolosi latitanti.
Nella sua fase di maggiore sviluppo, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta, è una mafia che spara. E però i clan si accorgono presto che la violenza serve solo ad attirare l’attenzione degli inquirenti.
Capiscono la lezione e gettano le basi per il vero dominio. La nuova strategia è precisa e mirata: mimetizzarsi, nascondersi, fare poco rumore. Perché, come recita un proverbio calabrese che dà il nome al titolo dell’opera, A meglia parola è chira chi ’un si dicia, la parola migliore è quella che non viene detta. È anche questo il motivo per cui, nel 2013, dopo che quasi ovunque la malavita calabrese ha subito colpi durissimi, non esiste ancora una sentenza definitiva che riconosca l’esistenza e la contaminazione della ’ndrangheta in Liguria.
La novità di questo libro-inchiesta – un archivio di ritratti, informazioni, collusioni e scheletri nell’armadio – è che tanti elementi isolati o mai svelati, assumono finalmente una forma. E vanno a comporre una struttura omogenea al cui interno convivono tante anime.
C’è il vecchio immigrato calabrese che vende frutta e verdura ed è così potente da essere ricevuto dal capo assoluto del Crimine – il massimo livello gerarchico – nella sua residenza di Rosarno. C’è il broker con il colletto bianco, preparato e spregiudicato, che movimenta milioni di euro in paradisi fiscali con la complicità d’un tesoriere politico. E ancora: ci sono i grandi capi del centrodestra ligure che negano fino all’ultimo la malattia che sta corrodendo una fetta di economia nel Ponente, annientando la concorrenza e lasciando che a sopravvivere siano solo gli impresari che si piegano; mentre i big del centrosinistra hanno contatti e sponsor che compaiono nelle indagini della Procura. Ci sono nomi e volti di questa contaminazione, tanti eventi apparentemente slegati che adesso sappiamo far parte di un unico fenomeno. Una realtà che ci chiama in causa tutti e in cui tutti abbiamo una responsabilità.

Marco Menduni

Scritto da Angelo Amoretti

25 maggio, 2013 alle 8:56

Pubblicato in Attualità, Libri

Tag:

Esercizi di memoria [IV]

2 commenti al post

A seguito delle dichiarazioni rilasciate a Sanremonews dal candidato del PDL Antonello Ranise [in questo articolo], mi sono preso la briga di fare una piccola ricerca, giusto per esercitare la memoria e a onor del vero, con tutto il rispetto per lui e l’On. Scajola, occorre precisare che:

1) il Sen. Roberto Lucifredi, originario di Gazzo d’Arroscia, è stato più volte sottosegretario e Ministro per la riforma della pubblica aministrazione nel primo governo Leone.

2) L’Autostrada dei Fiori è stata inaugurata nel marzo del 1967 dal Ministro Taviani;

3) La prima variante della Strada Statale 28 fu aperta nel 1980 (tre gallerie e il viadotto Uveghi);

4) L’Aurelia Bis è stata finanziata e aperta negli anni ‘90;

5) La Strada Statale n. 20 della Val Roja è stata iniziata e terminata quando Antonello Ranise portava ancora i calzoni corti.

Scritto da Angelo Amoretti

24 maggio, 2013 alle 15:25

Non credete alle promesse

69 commenti al post

Questo post avrebbe dovuto essere visibile da qualche ora, ma per problemi all’hosting, riesco a pubblicarlo solo adesso.

Non parlo delle promesse che dovrebbero interessare l’intera città, ma non credete neppure a quelle: sono promesse da marinaio.
Esiste un altro tipo di promessa, più subdola e personale: “Di che hai bisogno? Io posso aiutarti” e non vale neppure più quella perché sono alla frutta, hanno finito la riserva di promesse di lavoro perché lo vedono anche le pietre che lavoro non ce n’è, quindi, in coscienza, non possono avere la faccia tosta di promettervelo, ma se dovesse capitare, fategli una risata sulla faccia.
Hai bisogno di fare un piccolo abuso edilizio? Vuoi che la tua pratica vada un po’ più veloce?
Come possono fare una domanda del genere quando sanno benissimo che la maggioranza dei cittadini, al momento, non può neppure cambiare due grondaie o quattro tegole, perché non ha soldi a sufficienza?
Ieri ho assistito al dibattito tra i quattro candidati sindaci, all’auditorium della Camera di Commercio (mancava quello che secondo me, anche alla luce dei recenti fatti, conta come il due di picche: Antonio Russo).
Al di là del fatto che il candidato di Berlusconi e Scajola, Erminio Annoni, a un certo punto, anzi, da subito, mi ha fatto tenerezza per tutte le volte che ha nominato “il ministro” dicendo addirittura che nelle “ultime due amministrazioni Scajola…“, avrei preferito sentir dire da qualcuno dei suddetti candidati, la verità: cari concittadini, siamo senza soldi, non possiamo promettere nulla, tanto meno fare passi più lunghi della gamba. Cercheremo di rilanciare il turismo e l’occupazione, ma con i mezzi e le idee che abbiamo, dovrete avere pazienza, Imperia non ripartirà dall’oggi all’indomani. La crisi economica e le precedenti amministrazioni (già: quelle di Sappa prima e la mezza di Strescino poi, o di Scajola, che dir si voglia) hanno ridotto la città come la vedete.
Cercheremo di fare un po’ di pulizia e di riempire qualche buca, anche nelle vicine frazioni, in modo che se ci dovesse capitare per caso un tedesco di passaggio, possa averne una bella impressione.
Poi, se le cose miglioreranno, cominceremo a pensare un po’ in grande.
E basta, per cortesia, con il disco rotto dei posti di lavoro che porterebbe il porto (adesso, con l’indotto, siamo scesi a 700; nell’era Caltagirone erano 4.000 e il bello è che per Annoni il modello da seguire sarebbe proprio quello di colui che adesso sta al fresco per quello che di poco chiaro avrebbe combinato nel nostro porto!).
Cerchiamo di essere realisti e smettiamola di prenderci in giro.
L’italiano, si sa, è paziente: altrove si picchiano da mesi sulle piazze, qua riusciamo ancora a farci le feste e Capacci vule farci un evento ogni sabato, “per 365 giorni all’anno“. Ci rendiamo conto?
Che senso ha l’Aurelia Bis? Chi è quel fenomeno che l’ha pensata? Non ce l’avevamo un piccolo genio che potesse provare a risolvere il problema del traffico in un altro modo? E poi: li abbiamo i dati reali del traffico a Imperia oppure qualcuno li ha sognati di notte e si è svegliato con l’Aurelia Bis in testa?
Potrei andare avanti ancora un po’, ma mi fermo qui.
Ai futuri assessori regalo un consiglio che peraltro regalo da anni: se proprio non vi vengono delle idee, andate un giorno nella vicina Francia, osservate con attenzione cosa hanno fatto a Mentone e a Nizza e quando tornate, magari dopo aver parlato con i vostri colleghi d’Oltralpe, cercate di memorizzare bene il tutto.

Scritto da Angelo Amoretti

21 maggio, 2013 alle 21:18

Beppe Grillo a Imperia: un trappolone per i grillini nostrani?

58 commenti al post

Domani a Imperia ci sarà Beppe Grillo per sostenere la candidatura a Sindaco del “grillino” Antonio Russo.
Questa è la notizia.
Ciò su cui non si è riflettuto è stata la location e tutto ciò che ne comporta: la centralissima Piazza Dante che non può certamente contenere tutte le persone che andranno allo spettacolo del comico.
Le conseguenze saranno un bel po’ di disagio e malcontento per tutti quelli a cui Grillo interessa fino a un certo punto.
Non vorrei essere frainteso: per ciò che mi riguarda vorrei che ci fossero anche 100.000 persone, solo che in città si sentono già molti mugugni del tipo: “E questi vorrebbero salvare la città? Questi che oggi l’hanno bloccata perché è venuto a parlare il loro leader?!
Capite cosa intendo, vero?
E dopo aver ascoltato decine di commenti su quel tono, mi è venuto spontaneo che il tutto sia stato studiato a tavolino da chi ha permesso e concesso la manifestazione, o chi per lui, a sua insaputa, per capirci.
Lo scopo della trappola? Semplice: scontentare un bel po’ di indecisi in modo che non vadano a votare per il Movimento 5 stelle, che, peraltro, ha organizzato benissimo l’evento.
Spero di sbagliare: vedremo cosa diranno i cittadini dopodomani e soprattutto i prossimi 26 e 27 maggio, quando si andrà a votare.

P.S. Quanto sono patetici quelli del partito dell’amore che fanno notare a Capacci che non si possono vendere prodotti farmaceutici nei negozi delle frazioni e che così dicendo “crea false aspettative negli esercenti e nelle persone“! Ma loro quante false aspettative hanno creato in tutti questi anni [una su tutte: i famosi 3 o 4 mila posti di lavoro scesi a 700 grazie al nuovo porto]?!! E il bello è che continuano!

Scritto da Angelo Amoretti

17 maggio, 2013 alle 20:08

“Bizzarri personaggi nel PDL”

54 commenti al post

Credo sia venuto il momento che tutti coloro che pensano con la loro testa ed avversano il sistema politico-economico-affaristico che controlla tutto in questa città uniscano la forze per dare la spallata definitiva a quel sistema. Noi di FLI stiamo lavorando da tempo in questa direzione e tutte le aree politiche che vorranno condividere con noi questo percorso, nessuna esclusa, saranno benvenute.
Interessante anche il comunicato delle forze di sinistra, cui curiosamente si e’ unita l’udc, che di fatto sbatte le porte in faccia a Strescino, mostrando, lo dico con il massimo rispetto, di aver capito poco di quanto sta avvenendo.
Il PdL va in pezzi e la sinistra e l’Udc cosa fanno? Vogliono mandare a casa chi sta rendendo palese e accuendo tale disgregazione, offrendo di fare politiche condivise con l’opposizione. Per governare loro? No. Per far arrivare un commissario prefettizio. Una strategia davvero singolare.
29 aprile 2012

Una sensazione sgradevole. Ecco cosa ho provato a vedere la trasmissione di ‘Report’ di ieri sul Porto di Imperia. Una sensazione sgradevole non tanto per i fatti narrati, noti ai più e che non hanno aggiunto nulla a quanto già si sapeva, ma per la pochezza morale ed etica dei protagonisti della vicenda. Abbiamo visto un ex Ministro che candidamente afferma di aver piazzato suoi uomini un po’ dappertutto e che sia normale che si intrometta, come un vero padrone, nella vita amministrativa e politica della sua città (anziché essere al servizio di quella città), tanto da poter far eleggere anche Paperino a Sindaco. Quale rispetto per la sua città ed i suoi concittadini!”
28 maggio 2012

[...] Una città “serva” “di dolore ostello”, per la pochezza morale ed etica dei suoi amministratori, nella quasi totalità asserviti ad un Capo Supremo, che, oltre a dirigere tutto e tutti, voleva e vuole addirittura veder organizzata una claque di utili idioti e servi sciocchi ad ogni sua uscita pubblica e che insulta chi non segue alla lettera i suoi desiderata o non lo ha incensato a sufficienza. Almeno “un aggettivo”, che diamine, non lo vedete il novello Napoleone! Non lo vedete lo scolapasta sulla testa? Una “nave sanza nocchiero”, ormai, con gli utili idioti ed gli servi sciocchi disorientati e atterriti dal perdere i favori del Capo e le conseguenti prebende, come in una sindrome di Stoccolma in salsa imperiese, in balia della “gran tempesta” in cui l’ha portata l’incapacità e la disonestà, quanto meno morale, dei suoi inetti marinai. Non “donna di provincia, ma bordello” in quanto pronta a vendersi ed ad essere venduta a miglior offerente, senza onore, senza pudore, senza vergogna. A questo punto, occorre dire solo un’altra cosa: al prossimo che mi chiede perché abbiamo lasciato senza rimpianti il PdL, risponderò sempre con le parole che Dante attribuisce ad Ulisse quando si rivolge ai suoi marinai per invitarli ad aver il coraggio di varcare le Colonne d’Ercole, “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. Spero che gli imperiesi decidano a breve di smettere di scegliere persone che desiderano continuare a “viver come bruti”, per finalmente far diventare Imperia una “donna di province” e smettere di essere solo “un bordello” [...]
14 aprile 2012

[...] Strano partito il PDL, non c’è che dire, popolato da bizzarri personaggi, con bizzarre analisi politiche, degne di analisi approfondite. Tenuto conto, però, che mi dicono che quella consigliera organizzava corsi di formazione politica per il PdL, è tutto detto e si capisce perché siamo arrivati a questo punto [...]
5 aprile 2012

Sono tutte dichiarazioni di Giuseppe Fossati [fonte: Sanremonews] che con la lista “IMPERIA RIPARTE” appoggia il candidato Sindaco Erminio Annoni, a sua volta appoggiato dal PDL, che ha tra i candidati il “personaggio bizzarro” di cui sopra.

Scritto da Angelo Amoretti

14 maggio, 2013 alle 10:03