Archivio per il mese di luglio, 2013

Sulla corruzione

39 commenti al post

Alcuni commenti al post dello scorso 11 luglio, mi hanno fatto tornare in mente un pezzo scritto nel 2009 da Paolo Franceschetti sul suo blog, in un ampio articolo dal titolo: “Complottismo e sistema in cui viviamo. Parte I: linee generali“.
L’avevo trovato interessante allora, figuriamoci adesso. Franceschetti si riferisce alla politica nazionale, ma il suo pensiero si può benissimo accostare anche a quella locale.
Intendiamoci: con questo non voglio dire che i nostri amministratori/dirigenti comunali/provinciali siano corrotti, ricattabili e con scheletri negli armadi, ci mancherebbe!
La prossima volta che andremo a votare ragioniamoci di più e cerchiamo di individuare meglio le persone “giuste”, a prescindere dallo schieramento politico con cui si presenteranno alle elezioni e che si sceglierà di votare.
Rileggendo il paragrafo del post in questione, mi dicevo che in fondo sono cose ovvie che molti di noi pensano già, ma che comunque fanno sempre riflettere.
Il problema è che molti altri, invece, non ci pensano neppure o perché hanno un cervello limitato o addirittura perché non hanno convenienza a pensarci.
Giudicate voi.

La corruzione
La corruzione deve essere estesa a ogni livello. E’ sotto gli occhi di tutti che non c’è una reale volontà politica di lottare contro la corruzione. Non solo perché le pene per questo reato (e altri ad esso affini, come l’abuso di ufficio) sono sempre minori e tendono sempre più alla prescrizione, ma perché negli ultimi decenni la corruzione anziché diminuire è aumentata, fino ad arrivare al paradosso che oramai quasi tutti i politici hanno commesso una marea di reati conclamati, dal nostro Presidente del Consiglio all’ultimo degli amministratori comunali. E rari sono i personaggi, tranne Grillo, Travaglio e pochi altri, che denunciano l’assurda contraddizione di un parlamento ove siedono decine di politici condannati per reati vari. Addirittura ce ne era qualcuno condannato in via definitiva per omicidio, come D’Elia.
Questo della corruzione diffusa è il primo presupposto del sistema in cui viviamo, assolutamente fondamentale per poter attuare i punti successivi.
Assicura infatti funzionari incapaci e politici ignoranti e garantisce che alle cariche pubbliche accedano solo persone ricattabili.
Assicura cioè che la persona, sapendo di aver avuto accesso a quella carica, o quel lavoro, solo per raccomandazioni, si terrà stretto quel posto, e farà qualsiasi cosa, anche illecita, pur di mantenere la sua posizione.
Il fatto che nella pubblica amministrazione i funzionari non vengano scelti per merito ovviamente provoca un abbattimento della qualità dei servizi complessivi. E il meccanismo di arruolamento, basato su raccomandazioni e favori vari, fa si che la maggior parte degli impiegati pubblici sia sottomessa al potere costituito (nella forma del superiore, o del referente politico che gli garantisce il posto).
Il meccanismo psicologico è il seguente: io, dipendente, so di essere stato messo in quel determinato posto per raccomandazioni.
Di conseguenza sarò grato a chi mi ha dato il posto, e allo stesso tempo sarò psicologicamente più incline ad essere ricattato e ricattabile, perché non ho fiducia nelle mie capacità di trovare un lavoro autonomamente.
In pratica, il fatto di essere costretti a trovare lavoro per favori conoscenze o raccomandazioni, ha un effetto distruttivo sulla psicologia del singolo, che è nelle mani del “sistema” cui si affida completamente, temendo altrimenti di rimanere senza lavoro.

Dal punto di vista dei politici di rango nazionale, un sistema in cui essi siano corrotti e incapaci, assicura che i reali problemi del paese non verranno mai risolti perché essi non saranno in grado di vedere né il problema né la soluzione.

Per convincersi di ciò è sufficiente vedere il livello intellettuale e la profondità di pensiero dei governanti attuali, più o meno pari a quello di una velina leggermente acculturata; essi vengono scelti in base a qualità che sono completamente opposte rispetto a quelle che dovrebbe avere una persona al comando della società. Chi comanda dovrebbe essere non solo onesto, ma intelligente, con qualità superiori alla media e un curriculum (anche culturale) di primo livello. Invece la maggior parte dei politici al potere non sa neanche cosa è la Consob, e probabilmente pensa che il signoraggio sia una marca di formaggio.

Ecco perché al Ministero di Grazia e Giustizia possono sedere ingegneri, come Castelli, o laureati in filosofia, come Mastella. Oppure al ministero della salute possano sedere dei laureati in giurisprudenza, come Sacconi, che per giunta dopo qualche mese cambieranno anche ministero, assicurando così un continuo ricambio di incapaci. Insomma… un sistema che funziona al contrario.
Chi dovrebbe risolvere, ad esempio, il problema della privatizzazione della Banca d’Italia? Borghezio, Bossi, Vito, Gelmini, Schifani, D’Elia?
Paolo Franceschetti

Scritto da Angelo Amoretti

22 luglio, 2013 alle 21:15

Una pallottola spuntata

4 commenti al post

Al Sindaco Capacci, dopo che la Digos aveva intercettato una busta con proiettili a lui indirizzata, è arrivata la solidarietà di tutti, ma proprio tutti. Quindi, visto che il mondo gira così, gliele mando anche io, scusandomi per il ritardo dovuto a motivi “tecnici”.
Così mi metto la coscienza a posto. Già, perché c’è sicuramente più di uno che gliel’ha mandata sennò “chissà cosa pensano gli altri”. E, perdonate la sincerità, trovo assai patetica la vicenda.
Supponiamo che si tratti di un avvertimento mafioso (ma non lo è di certo): se gli invio la mia solidarietà significa che mafioso non sono e se non gliela mando, invece sì?
Chi non era alla fiaccolata di ieri contro la mafia, è colluso? Chi c’era non lo è? Trovo ridicolo il teorema.
E trovo ridicole alcune frasi trovate qua e là sui portali locali.
Quelli dell’opposizione, a parte Mauro Servalli di Imperia Bene Comune, ne approfittano per chiedere che vengano abbassati i toni perché ormai la campagna elettorale è finita e chi ha vinto governa, chi ha perso fa opposizione (il che è ancora tutto da dimostrare, a livello locale). Curioso che l’appello venga da chi in campagna elettorale c’era già due giorni dopo il varo della Giunta, ma sorvoliamo.
Quelli del partito dell’amore si prodigano in un “abbassiamo i toni”: perché, erano alti?! Da qua non si sente bene.
Piuttosto c’è da condannare senza riserva il gesto di chi ha spedito la busta: posso capire benissimo la sua disperazione, ma avrebbe potuto “protestare” in una maniera diversa e, detto per inciso, la crisi economica in cui sfortunatamente si trova, non è certo stata causata da Capacci e la sua Giunta.
Il Sindaco si dice “estremamente tranquillo” e fa bene. Il perché ce lo spiega indirettamente Paolo Franceschetti nel suo blog, quando scrive di minacce in genere:

1) la minaccia non è mai esplicita. E’ sotto forma di consiglio, raccomandazione, ecc…
2) Non è possibile raccontare che sei stato minacciato altrimenti la situazione peggiora e ti prendono per pazzo.
3) Quando sei un personaggio pubblico la minaccia è eseguita in modo eclatante, per mezzo di altri fatti: processi, sequestri, furti, ecc…
4) Se ti minacciano non sei in pericolo.
5) Se i giornali si occupano delle minacce ricevute da qualcuno, è perché devono far sapere che la persona è minacciata. Ma non lo fanno certo per informare.
6) se denunci delle minacce esplicite (pallottole sull’auto; la porta dello studio sfondata) te le sei inventate per farti pubblicità o per esibizionismo.
7) se denunci delle minacce velate o indirette, sei un paranoico perché erano raccomandazioni o consigli.
Se denunci una minaccia indiretta, come il sabotaggio dell’auto, o il processo penale che ti hanno costruito, sei paranoico; e poi sei ti che guidi male, e il giudice che è distratto e ti ha condannato senza motivo.

Scritto da Angelo Amoretti

20 luglio, 2013 alle 21:53

Pubblicato in Politica

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Del perché non scrivo

164 commenti al post

Uno degli ultimi commenti, quello di Ernani, che saluto con affetto, mi ha spinto a spiegare i motivi per cui recentemente ho trascurato il blog.
Sceglietene pure due o tre a caso e vedete voi:

1) La gallina che tempo fa aveva smesso lo sciopero riprendendo la produzione a pieno ritmo, è mancata.
Potete immaginare il mio stato d’animo.

2) Dallo scorso 25 giugno sono senza la internetz e in questo momento sto andando di chiavetta, che, diciamocelo, è una bella ciofeca.
Potete immaginare la mia ansia.

3) Dopo una breve, ma intensa storia d’amore, la donna che amavo mi ha lasciato. Siccome mi amava anche lei, mi ha dato un taglio con delicatezza, ma sono rimasto sconvolto, riuscendo a stare alla larga dalle droghe pesanti e leggere solo per miracolo. Il suicidio non mi è passato neppure per l’anticamera del cervello.

4) Il mio blog non è un forum. Capisco che lascio la porta aperta a tutti, mitomani e archimedi vari, ma a un certo punto la cosa stanca, specie se non si ha tempo per stare dietro a tutto. E’ un po’ come se uno ti aprisse la porta di casa e tu ti ci comportassi come fosse la tua: non è carino. Sarebbe più giusto, nei commenti, attenersi al post in questione.

5) Siamo circondati dai massoni e la cosa mi fa andare in panico.

6) Se per strada uno mi tira uno schiaffo, lui sa perché, io no. Di archimedi ne girano svariati, anche sul mio blog. Nel senso che proprio ci gironzolano sotto traccia giusto per vedere un po’ cosa ci scriviamo.

7) Togliere la possibilità di commentare o mettere i commenti in moderazione non mi piace: un blog senza i commenti non è un blog e con la moderazione si toglie ritmo alla eventuale discussione.

9) Conoscere un po’ tutti i politici locali è castrante e autocensurante.

Facciamo un esempio e scriviamo un post a caso:

La mia candidata preferita è nell’occhio del ciclone. (Titolo)

Lorella Arnaldi, che in campagna elettorale chiamavo “Boccuccia di rosa” è stata assunta in Comune, senza concorso, in qualità di addetto stampa e riceverà la somma di 35.000 euri all’anno. Con lei ha vinto la lotteria anche l’autista del Sindaco.
Capisco l’indignazione di Fossati, ma se non ricordo male, anche in Provincia LMCP era entrata senza concorso a fare da segretaria all’allora presidente Gianni Giuliano: evidentemente ha delle ottime competenze.
Che a lamentarsi sia Fossati però è sorprendente. Invece di preoccuparsi della figura poco edificante che ha fatto alle comunali (ah, già, ma la colpa è dell’astensionismo), “ruba” la scena ai grillini e affermando che “questi” sono peggiori degli “altri” perlomeno dimostra di conoscerli bene, dal momento che insieme c’è stato per qualche anno. Non c’è niente da fare: i politici non si leccano mai le ferite in disparte. Presa la batosta, noi poveri esseri umani, andremmo a nasconderci in qualche truna, loro ringalluzziscono dopo due o tre giorni.
Il Sindaco, comunque, ha mantenuto l’unica promessa fatta in campagna elettorale: ha fatto piazzare due cartelli indicanti “Borgo Prino” a est e a ovest del ridente borgo portorino. Sono cose belle perché secondo me è dai rioni e dalle frazioni che bisogna partire per rilanciare il turismo e sono certo che LMCP glielo avrà già suggerito.

Fine del post

Adesso se lo pubblico c’è il rischio che Lorella quando mi vede per strada mi faccia il muso e Fossati magari mi cancelli dagli amici di Facebook e i suoi amici e gli amici dei suoi amici, pure. Capite che dramma? Penso che dovrò studiarmi un nuovo sistema e magari mi ci divertirò di più.

Scritto da Angelo Amoretti

11 luglio, 2013 alle 16:52

Fiaccolata a Imperia per ricordare la strage di via d’Amelio

17 commenti al post

Ricevo e pubblico

In occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, giorno 19 Luglio 2013, le associazioni Libera coordinamento regionale, Libera Imperia e Ossermafia Italia hanno organizzato una fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina.
L’evento è stato organizzato anche per manifestare solidarietà ai pubblici ministeri di Palermo e Caltanissetta, impegnati per la ricerca della verità nei processi conosciuti come “Trattativa Stato Mafia” e”Borsellino quater”. Via via che i procedimenti proseguono la loro fase dibattimentale, la pressione sui pubblici ministeri è diventata sempre più violenta e inquietante, ricordando in modo drammatico la solitudine vissuta dal Giudice Borsellino in quei 57 giorni che separarono la propria morte da quella del Giudice Falcone.
La fiaccolata partirà alle ore 21 dalla banchina di Calata Cuneo e raggiungerà P.zza della Vittoria, dove interverranno Matteo Lupi, in rappresentanza di Libera e Paola Borsellino, in rappresentanza di Ossermafia Italia.
Si invitano tutte le associazioni locali si accettano le adesioni fino a sabato 13 luglio-
Possibile aderire scrivendo alla mail liguria@libera.it

Scritto da Angelo Amoretti

11 luglio, 2013 alle 8:44