Archivio per il mese di agosto, 2013
In rete si trova di tutto, anche Romolo Marzi
Girovagare in rete è come immergersi sott’acqua. C’è chi va a pescare e trova anfore o addirittura segnala il ritrovamento di una nave romana appoggiata sul fondo che nessuno aveva mai visto prima e c’è chi in rete cercando “Romolo Marzi” s’imbatte in un documento del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova inviato alla Procura di Genova in cui si riportano svariate intercettazioni telefoniche alquanto interessanti.
Romolo Marzi è un imprenditore, titolare della società di consulenza Assoconsult di Genova “esperto della progettazione europea” e sul rapporto della Tributaria si legge che il Marzi, “tramite i pubblici amministratori, è in grado di sapere con un certo anticipo se e quando usciranno i bandi per la progettazione di PSL” [Piani di Sviluppo locale nda].
Vi domanderete come mai lo scrivo sul mio blog, visto che si tratta di faccende genovesi e io, come noto, mi occupo di quelle imperiesi.
In realtà l’organizzazione del Marzi è stata in grado di acquisire anche il progetto “Dal Parasio al Mare” e in una conversazione tra lui e la sua collaboratrice Carla Stradolini (pag.131) si parla appunto di Parasio, di Circolo Parasio, di Scuola Edile,di Istituto Pastore ecc. ecc. e a un certo punto il Marzi dice di “aver fatto il programma su Imperia e diviso il budget“.
Ora, dal momento che devo essermi perso qualcosa e che il rapporto della Tributaria di Genova risale al 2011, domando: qualcuno di voi sa come si è poi sviluppata l’indagine?
1) Della vicenda si erano occupati anche Matteo Indice e Marco Grasso su Il Secolo XIX.
2) Il documento della Polizia Tributaria si può leggere cliccando qui.
Ciao, Silvano!
Il Partigiano Silvano Alterisio, detto “Vassili” è morto all’età di 90 anni. Insieme a Felice Cascione e a Giacomo «Ivan» Sibilla compose i versi della canzone «Fischia il vento», sulla melodia del brano russo «Katyusha» e contribuì a sconfiggere i nazifascisti durante la Resistenza.
Con Silvano ho lavorato per circa vent’anni alla S.A.I.R.O. per cui ho di lui tanti ricordi e l’aver appreso che è mancato, mi ha rattristato alquanto.
La foto qua sotto è ripresa dal documentario di Remo Scellino “U Megu”.
(Soc)chiudi la porta che entra aria puzzolente
A giudicare da quanto dichiarato dal capogruppo del PDL all’opposizione Antonello Ranise sull’affare Colussi, direi che le previsioni di Fossati e Edo espresse in loro precedenti commenti, siano perlomeno opinabili.
Quando gli interessi (il bene della città) di chi sta dall’altra parte combaciano con quelli di chi sta di qua, un punto d’incontro si riesce a trovare sempre.
Quindi mi pare di capire che la vera opposizione (quella per il non bene della città) sarà fatta da Gian Franco Grosso e da Mauro Servalli di Imperia Bene Comune. Per il momento, alla luce dei fatti, non ci vedo il M5S.
P.S. Per coloro che non mi conoscono: quello scritto tra parentesi è una lieve presa per il culo e chiedo scusa per la parola “presa”.
Una regione satura di costruzioni
Riporto, a beneficio di chi se la forse persa, la lettera scritta dal Prof. Giuseppe Valditara pubblicata da Il Secolo XIX lo scorso 13 agosto, la cui lettura è stata consigliata da Pasquale Indulgenza in un commento al mio post precedente e in un altro (breve, ma esaustivo) sul blog di Marco Preve:
Caro direttore,
nei giorni scorsi stampa e televisioni nazionali si sono occupati dei terribili blocchi delle autostrade liguri causati da due incidenti. Migliaia di automobilisti intrappolati per ore sotto un sole cocente, senza vie di uscita, bloccati sulla pista autostradale. Sono state giustamente denunciate le gravi carenze infrastrutturali di una regione che ha una autostrada nata vecchia quando fu concepita e che avrebbe bisogno quanto meno di una Aurelia bis di supporto. Senza dimenticare i colpevoli ritardi per cui non procede il raddoppio e la modernizzazione della linea ferroviaria che da Sanremo avrebbe dovuto migliorare sensibilmente il tratto fino a Finale Ligure, e senza nemmeno citare la linea ad alta velocità fra Milano e Genova di cui sembra lontana ancora la realizzazione. Ho letto di assessori regionali che chiedevano interventi urgenti al Governo e c’è da sperare che qualcuno si decida finalmente a considerare anche il sistema infrastrutturale di questa regione fra le priorità nazionali.
Non ho sentito tuttavia, soprattutto a livello regionale, una qualche autocritica su una legge urbanistica che ha consentito nel corso degli anni, da parte dei comuni liguri, lo scempio del territorio. Procede da Ponente a Levante una urbanizzazione selvaggia con costruzioni che ormai sorgono persino sul lido del mare, colline sventrate ed entroterra devastati. Non ha senso continuare a rilasciare permessi a costruire in una regione ormai satura, con una viabilità così precaria. Fra l’altro le auto non si possono ormai più parcheggiare nel mese di agosto in nessuno dei comuni del Ponente, per una colpevole carenza di parcheggi inadeguatamente progettati dalle amministrazioni comunali. È ovvio che questa armata di migliaia e migliaia di auto si riversi inevitabilmente su un’unica autostrada che sarà sempre più intasata e impercorribile.
È troppo sperare che ci sia in futuro il blocco di nuove costruzioni, destinate all’edilizia residenziale, nei comuni della costiera ligure e un incoraggiamento al recupero e ad una migliore manutenzione del patrimonio edilizio esistente? Temo che gli interessi della politica produrranno solo chiacchiere inconcludenti, senza prevedere quella che in molte altre regioni d’Europa è già da tempo una regola imposta e fatta rispettare.
Giuseppe Valditara**L’autore è ordinario di istituzioni di diritto romano all’Università di Torino.
Chiudi la porta che entra aria puzzolente
“Ci sono cose conosciute e cose sconosciute, in mezzo ci stanno le porte della percezione”
Aldous Huxley
Ricordate la Porta del Mare ideata da Colussi? Cliccando qui, qui e qui, potete rinfrescarvi la memoria (e in un commento avevo scritto: “Ti dicono che fanno una cosa, poi ne faranno un’altra”).
E vi prego di notare i cambiamenti eccitanti che sono stati fatti nel corso del tempo: la multisala è diventata due salette, il museo dei cetacei è andato a farsi benedire e via dicendo.
Ma Colussi ha ripresentato il progetto al nostro Sindaco Carlo Capacci, già con le varianti, ovviamente.
Capacci giustamente dice che sarebbe un folle a far aprire nuovi uffici, ma io mi domando se non è folle costruire nuovi appartamenti, dal momento che già i tanti, tantissimi che sono nati di recente, sono disabitati. Forse significa che non c’è richiesta, ma non capisco di mercato, quindi non discuto. Di cemento capisco un po’ di più (anche perché ci vuole poco: basta guardarsi intorno) e speravo che ci fosse una tregua, con il vento che era girato, ma niente.
Strano che l’amica degli animali all’opposizione, non abbia ancora detto nulla, ma forse è perché il progetto era nato in era Sappa. La signora si scalda per un autista e una segretaria, ma a quanto pare non su nuove, possibili colate di cemento.
Giuseppe Zagarella, del Partito Democratico, all’epoca esponente della Margherita all’opposizione, chiese: “che fine abbiano fatto gli elementi più affascinanti e di preminente interesse pubblico di cui si era parlato nei primi incontri con l’imprenditore: il polo fieristico, il museo dei cetacei, la multisala“, per concludere chiedendo “che il Sindaco faccia il Sindaco e riferisca al più presto in Consiglio Comunale”. Chissà che avrà da dire, oggi?
Nel frattempo qualcosa hanno detto Carla Nattero di SEL (clicca qui per leggere) e Gian Franco Grosso di Imperia Bene Comune, che dalle pagine del Secolo XIX dichiara:
«La giunta Capacci non è altro che un diverso modo di centrodestra di governare la città. Lo dimostra ampiamente la questione Porta del Mare: non si guarda al bene pubblico come priorità, ma si guarda, invece, all’imprenditoria locale non come volano di sviluppo per il lavoro e l’occupazione, bensì come modello di rendita. Mi sarebbe piaciuto che Capacci rivisitasse il progetto chiedendo a Colussi di realizzare uno spazio vero per l’agroalimentare, colmando il vuoto della precedente amministrazione. Ma se n’è ben guardato.
Questa è una gravissima lacuna non solo casuale, ma ch eaffonda le sue ragioni nella visione padronale che il sindaco ha della città, molto probabilmente coincidente con quella del suo mentore Strescino, la sua ombra. Credo proprio che coloro chehannocreduto che il vento girasse debbano cominciare a recitare il mea culpa un’altra volta.
Ciò che però mi lascia di sasso è il ruolo che il Pd sta esercitando in questa amministrazione, praticamente da comprimario e completamente asservito al potere, con il solo fine di occupare qualche poltrona. Credo che il Pd stia veramente perdendo quella poca credibilità politica e progettuale che già gli era rimasta agli occhi dei suoi ancora increduli elettori».
Ottimista.
Gli fa eco Rifondazione Comunista, circolo Stenca-Binon:
«La vicenda del progetto Colussi costituisce una cartina di tornasole, in gioco c’è il modello di sviluppo della città. La variante approvata a suo tempo (con la nostra opposizione) fu una generosissima concessione di “sostenere” così la “voglia” di Colussi di rimanere in produzione a Imperia, in realtà senza esigere e ottenere alcuna contropartita occupazionale e di sviluppo dell’Agnesi e del distretto agroalimentare».
I muri di Imperia
Qui da noi o li troviamo o li tiriamo su.
Adesso ne è sorto uno sulla passeggiata degli innamorati, nota anche per il maniaco che vi si aggirava secoli fa.
Era la passeggiata preferita dalle coppiette in cerca di vedute romantiche e dagli joggers. Ora sembra che turisti e sportivi si siano messi il cuore in pace: la passeggiata Moriani, cosiddetta degli «innamorati» che è off limits da mesi ,ha visto sorgere, che neanche all’epoca delle Guerra fredda o nella striscia di Gaza, un muro. Gli operai del Comune, che hanno agito su disposizione dei superiori e di un’autorità politica, hanno eretto una parete con mattoni e cemento. A Imperia va così: non si aggiusta, ma si delimita come se ci fosse una permanente scena del crimine dove non si può transitare.
Ed è un peccato perchè la passeggiata è una delle più frequentate e non solo dai turisti ma anche dalla gente del posto. In precedenza erano stati messi dei cartelli e una blanda transenna in legno che però veniva regolarmente oltrepassata. Le autorità si erano volute mettre al riparo da responsabilità dopo che, dalla parete che si snoda lungo la strada, erano precipitate a terra pietre. Alcune avevano danneggiato una delle panchine. Invece di rimettere in sesto la parete, probabilmente in attesa dei finanziamenti, si è provveduto a bloccare il passaggio. Il fatto è accaduto mesi fa e ormai, a stagione estiva giunta quasi al culmine, la strada è ancora a ricordarci la vocazione alle incompiute di Imperia. Anche il belvedere che dista poche decine di metri, sempre sulla stessa passeggiata, è transennato da lungo tempo. Ci sono stati piccoli cedimenti, la stradina che permette di scendere rischia di franare, il pericolo c’è, è vero, ma nessuno provvede a sistemarla. E così anche il belvedere è inaccessibile. Qui niente muretto ma una barriera in legno. Per andare a fare il bagno in un dei posti più incantevoli di Porto bisogna scavalcare.
Maurizio Vezzaro – La Stampa, 5 agosto 2013
“Papel volume 2″ alla Biblioteca Civica di Imperia
Mercoledì 7 agosto 2013, alle ore 21, presso la Sala Convegni della Biblioteca Civica “L. Lagorio”, in P.za De Amicis, 7, Imperia, l’Assessorato ai Beni ed Attività culturali del Comune di Imperia, in collaborazione con l’Associazione ImperiaParla!, presenta il secondo volume di “Papel” a cura di Alessandro Giacobbe e Marino Magliani.
Papel è una realtà culturale nata in Liguria occidentale, ma non vuole essere limitata: non lo è dal punto di vista del territorio e neppure in relazione ai contenuti e ospita esordienti e autori noti, prosa, estratti di romanzi, anticipazioni, racconti, traduzioni, saggi e poesie.
Papel significa “carta“, parola per identificare anche il foglio umile, come quello che si usava nelle botteghe per avvolgere il cibo. Si richiama al “papiro”, alla maniera ligure, così come si impiega una lingua internazionale, come lo spagnolo castigliano.
Papel è edito da Edizioni Zem di Flavio Porchia.
Marino Magliani è originario di Molini di Prelà (Imperia) e vive in Olanda, ha già scritto svariati romanzi, tra i quali mi piace ricordare “Quattro giorni per non morire” [Sironi] e “Quella notte a Dolcedo” [Longanesi], ambientati nella “sua” Liguria.
Alessandro Giacobbe è uno storico del territorio, con spiccati interessi per la realtà culturale artistica, monumentale, materiale e gastronomica e su Papel cura una rubrica di “resistenza gastronomica”.
Antonia, alzati e cammina
[...] perché è strambo, è come.. è come se mi avessero avvertito.. che c’è.. che io sono iscr.. iscritto, ma non che indagano non su di me. Que.. questi qui.. credo che siamo a livello che.. o gli hanno detto – puoi fare quello che vuoi, e ti proteggiamo.. , ma se non è così, questa la radiano dalla Magistratura, eh? [...]
Puntoimperia.it, 16 maggio 2013
Sono parole pronunciate dall’On. Claudio Scajola al telefono con Rodolfo Leone, il 22 ottobre 2010 a proposito dello scandalo che stava scoppiando sulla mega truffa del porto turistico di Imperia.
E’ di oggi la notizia che il P.M. oggetto della discussione tra i due, Antonia Di Lazzaro, lascerà il Tribunale di Imperia.
Su Il Secolo XIX si legge che “è data in procinto di essere trasferita al Tribunale di Genova“, e su La Stampa non è chiaro se il suo trasferimento è stato chiesto dal P.M. stesso o da qualcun altro.
Fatto è che, come scrive Maurizio Vezzaro su La Stampa:
Una domanda sorge spontanea: che ne sarà, senza più la Di Lazzaro che conosceva l’argomento, delle tranche d’inchiesta sul porto ancora aperte?
Ritorno alla Rabina
Ho riletto i post riguardanti gli incontri di un anno fa alla Rabina e mi sembra che sia passato un secolo.
Dove siete finiti, o affezionati lettori che vi eravate palesati con entusiasmo?
Come mai non siamo andati avanti con quello bello spirito che mi faceva star così bene?
Certo, abbiamo fatto l’associazione e tra non poche difficoltà siamo riusciti a organizzare qualcosa di interessante (e qualcosa è in cantiere), ma se penso all’entusiasmo di quei giorni, un po’ di tristezza mi prende.
Per una cazzata o un’altra, ci siamo persi di vista, ci siamo di nuovo isolati, forse, alla luce di quanto sta succedendo, abbiamo perso la speranza di poter far qualcosa per questa città.
Su Facebook si sono formati gruppi che, per carità, sono interessanti e pieni di buona volontà, ma ritengo che FB sia il più grande trappolone del secolo, dove persone che manco si conoscono si scambiano “mi piace” o commenti che, in ogni caso, restano lì, in rete.
Ho bisogno di rivedervi (e non sto parlando dei soci fondatori: con loro il rapporto è ottimo, o con i soci sostenitori).
Ritorniamo ai lettori affezionati.
Rivediamoci, scambiamoci delle idee, organizziamo incontri a tema da fare in luoghi da stabilire.
Ma facciamolo, torniamo a respirare l’aria del mare, usciamo fuori!!
Claudio, Beppe e le anfore
«Non sono mai andato a caccia di reperti archeologici. Quando si fa il sub, per caso ci si imbatte molto più spesso di quanto si creda in anfore o altri reperti che possono essere considerati storici.
Ma io non ho mai fatto il sub per questo: io l’ho fatto e lo faccio ancora perchè amo la natura e difendo i fondali da chi tenta di rovinarli con la pesca eccessiva oppure catturando animali proibiti».La Stampa, 1 agosto 2013
«L’ho trovata sui fondali imperiesi»
Il Secolo XIX, 1 agosto 2013
Sono le dichiarazioni rilasciate dal dirigente Comunale Giuseppe Enrico (è al settore Ecologia e “si occupa con successo del depuratore“) a proposito della vicenda delle anfore e c’è qualcosa che non mi quadra.
Cosa ci faceva l’anfora (Il Secolo XIX parla di una, La Stampa di “alcune”) in casa sua?
Sulle spiegazioni di Scajola non mi pronuncio: lui ha i documenti in regola, ha trovato l’anfora in una baracca e non sapeva dell’indagine dei carabinieri.
Il colonnello è stato trasferito di recente.