Archivio per il mese di novembre, 2013

In morte di Marco Amoretti

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Qualche giorno fa Marco Amoretti ha deciso di farla finita e si è gettato dalla finestra dell’appartamento in cui abitava.
So che per i media è sempre un tema delicato, ma in ogni caso la notizia è stata riportata da quelli nostrani e, a parte chi non ha indicato nome e cognome o chi solo le iniziali; la via in cui si è consumata la tragedia e chi no, tutti hanno scritto che Marco “soffriva di depressione” e qualcuno che era “molto introverso“.
Non sono uno psicologo, ma credo che non occorra esserlo per capire che se una persona decide di togliersi la vita, significa che non se la sta passando bene.
E allora si potrebbe evitare di scrivere la frase di circostanza “soffriva di crisi depressive“: si vuol dare la notizia? Si dia, ma si eviti di scrivere cose che portano chi non lo conosceva a pensare che il soggetto fosse una specie di “disadattato”.
O, al limite, si cerchi di capire (e far capire a chi legge) il perché di un gesto così estremo che, tra l’altro, mi ricorda tanto quello di un mio parente, avvenuto  dalle parti di Cian Zerbo, qualche anno fa.
Anche lui soffriva di “crisi depressive”, ma chiedetelo a chi lavorava con lui [qui] a cosa fossero dovute.
E chiedetelo a quelli che lavoravano con Marco, ma a quelli che gli erano vicino, non a un collega o un funzionario qualsiasi: forse capirete un po’ meglio. Capirete che le crisi depressive possono derivare sì dalla perdita di un parente stretto (il padre o la madre; un figlio); da un divorzio o dalla separazione da una persona che si amava, ma può anche derivare da come ti senti trattato al lavoro, per dire.

Scritto da Angelo Amoretti

25 novembre, 2013 alle 15:29

Questo è uno dei motivi per cui l’Aurelia bis non si deve fare

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In riferimento a questo post, ricevo la seguente mail che pubblico volentieri:

E’ priorità nazionale mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale. I lavori di cui all’articolo fanno parte di quelle che chiamano le “PICCOLE OPERE”.
I lavori si fanno ma non possono essere pagati.
Esempio di questi giorni: Olbia ha nelle sue casse 50 milioni di euro, ma non li può toccare per via del patto di stabilità imposto dall’Europa!
I soldi affluiranno tramite la Protezione civile e ci verranno carpiti con aumenti Irpef, Irap, addizionali, accise, ecc.
Il nostro paese è a rischio catastrofe sotto tutti i punti di vista.
Le “GRANDI OPERE” non danno del lavoro, ciò che viene speso, proviene solo da finanziamenti europei, e va tutto in consulenze!
I lavori non si fanno, vengono generate solo delle grandi incompiute.
Nel contempo aumenta il degrado e il dissesto idrogeologico, siamo a livello di “disastro annunciato”.
Le Piccole Opere sono le uniche che possono rilanciare l’economia.
Tutto il resto è una presa in giro.
Fatevi spiegare bene degli economisti la questione del debito pubblico.
Il Debito Pubblico non esiste, se mai esiste un Credito verso lo Stato.
Cordiali saluti
Salvatore Nieddu, abitante Valle Impero

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2013 alle 14:56

Pubblicato in Ambiente, Attualità

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L’autrice Raffaella Romagnolo alla Libreria Ragazzi

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Venerdì 22 novembre 2013, alla libreria Ragazzi, in via Vieusseux 14, Imperia Oneglia, alle ore 17, si terrà un incontro con la scrittrice Raffaella Romagnolo che, con Daniele La Corte, presenterà il suo libro “Tutta questa vita“.

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A sedici anni tutto è da scoprire, la vita è ancora intera, possibile, e il futuro un’opportunità. Così anche per Paoletta, che di avere “tutta la vita davanti”, però, non è entusiasta. Forse perché odia le frasi fatte o semplicemente perché è diversa dalle altre ragazze: detesta Facebook, legge Anna Karenina, filosofeggia su Harry Potter, invece delle sit-com guarda vecchi film, si ingozza di dolci infischiandosene della bilancia e allo shopping con le amiche preferisce di gran lunga le passeggiate silenziose con il fratello minore, Richi. O forse è proprio lui a renderla diversa: Richi ha dodici anni, le gambe così fragili che possono reggere solo pochi passi strascicati, un braccio difficile da controllare e una vita tanto più complicata davanti. Non parla molto, e quando lo fa, non sempre gli altri lo capiscono. Ma Paoletta sì; brevi frasi che hanno, per lei, il sapore della sincerità che manca nella villa di famiglia. Un’autentica prigione. Una tortura di menzogne, cose non dette, segreti pericolosi, da cui la ragazza scappa ogni volta che può. E insieme a Richi attraversa il confine, immaginario eppure così reale, che divide lo splendido giardino di casa loro dalle Margherite, il quartiere popolare, dove gli appartamenti sono modesti, le giostrine arrugginite e i padri non sono imprenditori di successo ma cassintegrati in difficoltà.E dove c’è Antonio, anche lui, a modo suo, diverso. L’unico, a parte Richi, che sa leggerle dentro e che l’aiuterà, almeno per una volta, a lasciarsi trovare.

RAFFAELLA ROMAGNOLO. Nata a Casale Monferrato nel 1971, vive a Rocca Grimalda con il marito.
Ha scritto “L’amante di città” (Fratelli Frilli, 2007) e, per Piemme, “La masnà”, che ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica.

Scritto da Angelo Amoretti

19 novembre, 2013 alle 19:07

Chi ha inquinato il porto turistico di Imperia?

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Alcune aree del porto turistico di Imperia sono inquinate.
Fin qui tutto bene e scommetto che, letta la notizia, la maggior parte avrà pensato: “Ah, ma lo sapevano tutti!”
Ma c’è qualcosa che non quadra e che, ovviamente, non si dice, (anche se lo sanno tutti).
Ammesso e non concesso che l’inquinamento sia dovuto anche alla Sairo, come mai chi ha deciso di fare il porto più bello del Mediterraneo non si è preoccupato di verificare prima lo stato del mare davanti all’ex raffineria che, tra l’altro,  ha cessato l’attività nel 1999?
E ammesso che la Sairo non c’entri niente: chi ha contaminato il porto? Cosa veniva scaricato su quella montagnetta che piano piano il mare si portava via?
Ecco: a me, più che interessare quanti soldi ci vorranno per bonificarlo, piacerebbe sapere chi lo ha impestato, giusto perché quei soldi li cacci lui (e non noi), prima di andare in galera e marcirci.

Scritto da Angelo Amoretti

14 novembre, 2013 alle 23:19

Movimento 5 Stelle: Gabriella Piccolo vs Antonio Russo

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Gabriella Piccolo, già candidata al Consiglio Comunale con il M5S Imperia, mi ha chiesto di pubblicare quanto segue:

Non sono mai intervenuta direttamente e pubblicamente, ma è ora che io lo faccia perchè sono stanca degli attacchi fatti da Antonio Russo alla mia persona.
Il sig. Russo continua a pubblicare una diffida scritta da lui, che ostenta a destra e manca su tutti i giornali online, sui social network e sui meetup. Diffida che non ha nessun valore legale e tanto meno nessun valore agli occhi del M5S compreso quello di Imperia. Per diffida vera e propria si intende la lettera del legale di Beppe Grillo che intima di NON usare il logo 5 stelle quindi se il sig. Russo voleva dissociarsi da ciò che ho fatto e faccio o da ciò che ho detto e dico e ha voluto farlo con una diffida pubblica diffamatoria non ha ancora capito come funzionino le cosa all’interno del M5S.
Si arroga il diritto di cacciare ex candidati, attivisti in veste di Consigliere portavoce, ma forse non ha capito che il M5S non è un partito.
I consiglieri eletti sono si autorizzati ad utilizzare il logo, ma non hanno nessuna autorità per mandare via nessuno, solo lo staff di Beppe Grillo è autorizzato a diffidare o meno qualcuno dato che l’iscrizione si formalizza con l’accetazione dei documenti sul blog nazionale gestito dallo staff sopracitato. Ricordiamo inoltre che il movimento 5 stelle Imperia non ha nessuna autorità giuridica, cosi come vuole fare intendere, le firme apposte ad un eventuale malcontento o diffida cosi come vogliono nominarla devono essere personali perchè nei gruppi del m5s uno vale uno. non vi sono tessere di partito e nessuna iscrizione da fare. La firma apposta lascia il tempo che trova. sono ancora in attesa dopo mesi di sapere quali attivisti hanno approvato il documento diffamatorio della mia persona più volte pubblicato. Firmare movimento 5 stelle Imperia è nascondersi verso un marchio che non esiste celando la trasparenza e le responsabilità di chi vuole utilizzare gli attivisti come capro espiatorio per coprire le proprie malefatte.
Il meetup “Amici di Beppe Grillo Imperia” (http://www.meetup.com/ amicidibeppegrilloimperia/) ha fatto un sondaggio dove secondo i principi del Movimento, gli attivisti e i cittadini possono chiedere la riconferma semestrale dei consiglieri eletti. Premetto che non può essere contestata dai consiglieri in carica in quanto nulla e stato sottoscritto prima della candidatura.

Scritto da Angelo Amoretti

13 novembre, 2013 alle 18:16

Si faccia chiarezza sul futuro dell’Agnesi

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Cliccando qui si può scaricare il bilancio chiuso al 31/12/2012 del Gruppo Colussi.
Dateci un’occhiata e poi valutate se tavoli e tavolini da pic nic con i vari Scibilia, Manti, Burlando e Capacci; la solidarietà dei sindacati (che in quel campo sono specializzati); dei partiti di sinistra, centro e destra, potranno evitare il peggio.
Certo: tutti quelli che ho nominato, per quel che gli compete, fanno la loro parte, così poi possono dirti: “Cosa potevamo fare di più?”, si sentiranno con la coscienza a posto e al prossimo giro i politici avranno la faccia di venirvi a chiedere il voto, tranquilli come papi perché loro, ehi, si erano dati da fare per noi!
Benissimo, ma, per favore, la smettano di prenderci per i fondelli.

Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

13 novembre, 2013 alle 11:37

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I residenti: via delle Valli è abbandonata

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Del cartello ironico che vedete qua sotto aveva già scritto Diego David sul Secolo XIX , lo scorso 8 settembre.
In sostanza gli abitanti denunciavano il quasi totale abbandono di Via delle Valli.

Nel frattempo pare che in Comune, passandosi la palla tra un funzionario e l’altro, non siano ancora arrivati a porre rimedio ai disagi, tant’è vero che quando di recente ha di nuovo piovuto forte, le cose sono peggiorate e una cara amica mi scrive, tra l’altro, che i cubetti di porfido della pavimentazione sono stati coperti con sabbia compattata che è stata portata via dalla pioggia con il rischio che scivolino giù  fino in Viale Matteotti, arrecando danni anche alle auto e alle moto.
Forse sarebbe il caso di accelerare la burocrazia e porre qualche serio rimedio.
In un prossimo post parlerò dello stato del torrente Prino, dalle parti del Ponte Romanico.

Scritto da Angelo Amoretti

4 novembre, 2013 alle 8:15

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