Archivio per il mese di gennaio, 2014

Roberto Braganti: petizione per abolire le slot machines

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Ricevo e pubblico con piacere:

Il gioco d’azzardo è un problema serio. Ciò che preoccupa maggiormente è la dipendenza dalle slot machines. Oramai nella maggior parte dei bar di tutta Italia è in continuo aumento il fenomeno delle slot machines. Giovani, anziani, pensionati sono attirati da queste macchinette che pian piano prosciugano i loro portafogli. La speranza di vincere qualcosa è ciò che porta le persone a tirare fuori moneta dopo moneta, come un’ossessione. Bisogna distinguere tra gioco d’azzardo ricreativo e gioco patologico. Lungo il continuum tra gioco d’azzardo ricreativo e gioco patologico, in relazione alle motivazioni che sembrano determinare e accompagnare il gioco d’azzardo, sono state distinte le seguenti tipologie di giocatori: il giocatore sociale che è mosso dalla partecipazione ricreativa, considera il gioco come un’occasione per socializzare e divertirsi e sa governare i propri impulsi distruttivi; il giocatore problematico in cui, pur non essendo presente ancora una vera e propria patologia attiva, esistono dei problemi sociali da cui sfugge o a cui cerca soluzione attraverso il gioco; il giocatore patologico in cui la dimensione del gioco è ribaltata in un comportamento distruttivo che è alimentato da altre serie problematiche psichiche; il giocatore patologico impulsivo/dipendente in cui i gravi sintomi che sottolineano il rapporto patologico con il gioco d’azzardo sono talvolta più centrati sull’impulsività e altre volte sulla dipendenza.Un giocatore veramente dipendente è una persona in cui l’impulso per il gioco diviene un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico. L’autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali assumono la funzione di strumenti di controllo del senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo in cui se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di “riuscire almeno a riprendere i soldi persi”, se vince si giustifica affermando che “è il suo giorno fortunato e deve approfittarne”, sottolineando una temporanea vittoria che supporta, attraverso una realtà vera ma alquanto instabile e temporanea, questa affermazione interiore o esteriore. Lo stato mentale di un giocatore patologico è pertanto estremamente diverso da quello di un giocatore anche assiduo non patologico e si caratterizza per il raggiungimento di uno stato similare alla sbornia, con una modificazione della percezione temporale, un rallentamento o perfino blocco del tempo, che nasce da una tendenza a raggiungere uno stato alterato di coscienza completamente assorbiti, fino ad uno stato di estasi ipnotica, dal gioco. Talvolta questa condizione della mente è favorita da un reale consumo di alcolici o di altre sostanze, associato al gioco, che alimenta la perdita di controllo della propria condotta.
Nell’ufficio elettorale del comune di Imperia era stata istituita una raccolta firme per regolamentare l’utilizzo delle slot machines. Dovremmo mobilitarci come cittadini, affinchè le slot machines vengano abolite ed affinchè vengano chiuse le sale da gioco. Ho deciso di chiedere dei banchetti per effettuare una raccolta firme. Nei prossimi giorni mi recherò in comune per chiedere i permessi per questa petizione. Occorre lottare con ogni forza contro questo tipo di malattia, perchè di malattia si tratta. Le persone perdono il controllo. Oltre a perdere i propri soldi. Chi ovviamente ne risente di più sono le classi più disagiate. Precari e pensionati, che sperano di vincere qualcosa per tirare avanti, senza sapere che pian piano arrivano in uno stato di ossessione.

Scritto da Angelo Amoretti

11 gennaio, 2014 alle 17:02

Tra.De.Co., Monesi Young e la “formazione”

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Imperia è una città blindatissima e piena di misteri o, se volete, di curiosità alle quali non so dare spiegazione.
L’ultimo riguarda la Tra.De.Co. e la Monesi Young.
Della Tra.De.Co. più o meno sappiamo, della Monesi Young confesso che, non essendo amante della neve, non sapevo nulla.
Sul sito dell’Associazione Sportiva Dilettantistica si legge che “è un’associazione senza fini di lucro che si pone l’obiettivo di organizzare eventi e attività sportivo formative“.
Solo che la formazione, tra una ciaspolata e l’altra, nel caso che mi capita sotto gli occhi, riguarda studenti e cittadini di Imperia e si occupa, detta in soldoni, di sensibilizzarci sul tema “raccolta rifiuti”.
Questa “formazione”, stando a quanto leggo su Puntoimperia, avrebbe dovuto essere a cura e a spese della Tra.De.Co. e invece la Provincia sovvenzionerà il progetto, peraltro interessante, per carità, con la cifra di euro 7.500.
Ecco, quello che mi chiedo è perché non se ne occupa la Società e come mai la Monesi Young?
A chi è venuta l’idea? E perché?
Mi piacerebbe tanto sapere, sempre per avere un quadro chiaro della situazione, come si è svolto l’iter della faccenda perché, sia detto con il massimo rispetto per i ragazzi dell’Associazione, sono un po’ stufo di brancolare nella nebbia, di vedere che un “compito” è stato assegnato a qualcuno anziché, si fa per dire, a un altro.
Io continuo ad avere l’impressione di vivere in una gigantesca presa per il culo e sono un po’ stanchino.
Per esempio: oggi Puntoimperia riporta gli stipendi dei dirigenti provinciali e, alla luce di quanto si è detto fino a poco tempo fa, non suona anche per voi come una leggera presa per i fondelli?

Scritto da Angelo Amoretti

10 gennaio, 2014 alle 18:23

Pubblicato in Attualità

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Lo Sceriffo con le carte in regola

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A parte la telenovela degli ascensori che ormai sono diventati una barzelletta, oltre che un’ottima arma di distrazione di massa, a me quello che incuriosisce è la storia del controllore, colui che in sostanza dovrà controllare l’operato della Tra.De.Co.
Lo scorso 30 novembre su Imperiapost si leggeva che il Comune “ha stilato un avviso per la predisposizione di un elenco di soggetti idonei all’espletamento delle funzioni di direttore per l’esecuzione del contratto per il servizio di igiene ambientale nel comprensorio imperiese (35 Comuni). Il corrispettivo è di 96 mila euro per l’intera durata del contratto, dal dicembre 2013 al marzo 2015“.
E di seguito erano elencati i requisiti necessari [col senno di poi mi verrebbe da dire che mancavano: altezza del soggetto e colore degli occhi].
Sul Secolone del 1 dicembre c’era una pagina dedicata alla faccenda con il titolo: “Il bando di concorso riguarderà il servizio garantito su tutto il comprensorio. Uno sceriffo per vigilare su Tradeco“.
Nell’articolo si leggeva  ”bando di concorso” e che “finora le candidature pervenute a palazzo civico sono state meno di cinque“.
Siccome Giuseppe Fossati, attento consigliere di opposizione di Imperia Riparte, aveva detto in consiglio comunale: “[...] un’amministrazione che, invece di mettere mano a una revisione delle tariffe, si attiva per nominare “persone di fiducia” nella commissione ambientale (il giorno stesso dell’insediamento il sindaco si è informato come fare) [...]” (come tutti noi comuni mortali non poteva ancora sapere chi sarebbe stato il vincitore, nda), il Sindaco, per sgombrare il campo da equivoci e strumentalizzazioni, aveva messo le mani avanti (e forse anche dietro: diciamo che avrà gesticolato così sono contenti sia il davanti che il di dietro) dichiarando che “La decisione è stata del dirigente (l’ing. Giuseppe Enrico, responsabile del dipartimento ecologia e ambiente, ndr)“.
Aggiungeva che secondo lui ce ne vorrebbero addirittura due, di sceriffi, visto il compito delicato e il comprensorio ampio. E faceva notare che la spesa di 96.000 euro sarà suddivisa tra le varie amministrazioni.
Quindi, un comune mortale comune come me era portato a pensare che l’ing. Enrico avesse deciso per tutti  e che tutti fossero d’accordo, dal momento che non mi risulta esserci stata una qualche lamentela da parte degli altri Sindaci.
E’ qui che ho cominciato a capirci poco e, da qualche giorno, niente.
Sì, perché dal cilindro è uscito il nome: Alessandro Barla, che è un funzionario del Comune e che, a rigor di logica, ha battuto gli altri “meno di cinque” che avevano probabilmente presentato il curriculum per vincere la gara (o il bando, non so) e acchiappare la stella da sceriffo.
Apprendo dal Secolo XIX dello scorso 3 gennaio che lo sceriffo è stato nominato dal Sindaco e che “ha già maturato una esperienza nel settore ambientale e dei rifiuti come dirigente in Provincia prima della nomina di Enrico Lauretti“.
Infatti, tra le altre cose,  è stato rinviato a giudizio nel 2012, quando era dirigente provinciale dell’Ato.
E come mai il “Pat Garrett de noartri” è stato rinviato a giudizio?
Mah, per belinate che sicuramente finiranno nel dimenticatoio: reato ambientale per quella storia di Ponticelli che vede alla sbarra anche Gianni Giuliano (l’ex Presidente della Provincia) e Alberto Bellotti (Assessore provinciale) insieme a qualche altro dirigente.
Quindi il curriculum del nostro sceriffo è perfetto perché ormai si sa: in Italia se non sei indagato o processato, non vai da nessuna parte.
Buon lavoro!

Scritto da Angelo Amoretti

7 gennaio, 2014 alle 12:27

I soldi vanno e vengono

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Buon giorno e buon 2014 a tutti.
Sarò breve perché vi pongo solo una domanda a cui non so dare una risposta logica.
Un provvedimento comunale assegna 113 mila euro alla Tra.de.co [vedi la notizia del 31 dicembre qui]
Quasi 100 mila euro di penale alla Tra.de.co per inadempienze del contratto [vedi la notizia di oggi qui].
Come vi spiegate questo giro bizzarro di palanche?

Scritto da Angelo Amoretti

2 gennaio, 2014 alle 11:55