Archivio per il mese di marzo, 2014

Polposte, Polfer e Polmare non subiranno tagli [per il momento]

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Buone notizie da Roma: niente soppressione, per il momento, di Polposte, Polmare e Polfer.

Il ministro Alfano congela i tagli. Si salvano Polposte, Polmare e Polfer.
La decisione presa su pressing dei sindacati. Il ruolo della senatrice Albano.

Polposte, Polfer, Polmare non verranno soppresse. E non saranno accorpati il commissariato di Ventimiglia e la Polizia di frontiera e neppure i vari distaccamenti e sottosezioni di Polizia stradale.
Da Roma, dove nelle ultime ore si sono susseguiti incontri e colloqui tra i sindacati di Polizia e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, arrivano dunque buone notizie sulla sorte, che sembrava ormai segnata, di decine di agenti, ispettori e funzionari delle varie specialità appartenenti alla Ps. Alfano ha deciso di congelare la tanto temuta, anche dai cittadini, rivoluzione- riorganizzazione di organici e strutture della Polizia sul territorio.
Niente più “tagli”,accorpamenti e riduzioni di presidi, uffici e commissariati.
Almeno per il momento. Toccherà ai questori e ai rappresentanti delle forze dell’ordine preparare proposte e accorgimenti da attuare, sempre comunque nell’ambito di una spending review a cui non si potrà rinunciare. Il ministro Alfano e i vertici nazionali della Polizia hanno preso atto, evidentemente, che non era possibile procedere a tagli e riduzioni indiscriminati e senza una fondamentale consultazione dal basso con chi viveva e vive a stretto contatto con i cittadini, i loro bisogni, le loro esigenze e istanze.
Stop, dunque, alla corsa dei decreti che sarebbero stati firmati il prossimo mese e che, a livello nazionale, prevedevano la chiusura di quasi 300 uffici di Polizia tra commissariati, squadre nautiche, sezioni e distaccamenti di Polizia stradale, ferroviaria e postale.
La frenata del ministro Alfano, in qualche modo, ha una forte matrice imperiese. Tra i più accaniti e strenui difensori del mantenimento delle varie specialità sul territorio – in particolar modo della Polposte di Imperia, i cui ispettori e agenti hanno firmato buona parte delle più grosse indagini e inchieste giudiziarie degli ultimi anni in Riviera, porto turistico in primis – la senatrice del Pd, Donatella Albano, autrice di diverse interrogazioni al ministro, e l’ex sindaco e attuale presidente del consiglio comunale di Imperia, Paolo Strescino, più volte in visita personale da Alfano, tra l’altro suo collega di partito.

GI. BR. – Il Secolo XIX, 27 marzo 2014

Scritto da Angelo Amoretti

27 marzo, 2014 alle 16:04

La Monesi Young batte cassa

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Mi fido di quello che leggo sui portali nostrani, quindi, se sbaglio, è perché sono andato dietro a una falsa notizia o a una notizia incompleta.
Mi riferisco, in questo caso, alla questione Tradeco/Monesi Young.
E ricapitolo.
La Provincia ha sovvenzionato il progetto della Monesi Young per 7.500 euro.
I volontari della Monesi Young avevano il compito di sensibilizzare i cittadini sul tema della raccolta rifiuti.
I volontari della Monesi Young si lamentano perché la Tra.de.co. è in ritardo con i pagamenti [650 euro al mese per ogni volontario, e sono 24].
Due domandine, anzi, tre:
1) Se sono volontari e la Monesi Young è un’associazione senza scopo di lucro, perché vengono pagati?
2) I 7.500 euro della Provincia a chi sono andati?
3) Se è la Tra.de.co. che deve sborsare, è lecito avere la vaga sensazione che i soldi vengano presi dalle nostre tasche?
Ecco, penso che i cittadini abbiano diritto di sapere qualsosina di più in merito.

Scritto da Angelo Amoretti

24 marzo, 2014 alle 11:29

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Agnesi: l’opposizione prende in mano l’iniziativa

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Qui non è questione di “maggioranza” o “opposizione” perché la cricca ha sempre fatto ciò che voleva, a prescindere da chi, in Comune, fosse in minoranza o in maggioranza.
Mi riferisco a quanto detto dal consigliere di Imperia Riparte Giuseppe Fossati e riportato sul Secolo XIX di oggi, riguardo la questione Agnesi: “Dopo la delibera dei mesi scorsi del consiglio comunale che, in relazione alla chiusura del mulino, ha istituito un tavolo permanente sulla vicenda Agnesi aperto anche ai gruppi di minoranza, il Comune, fatto il compitino di una bella discussione davanti alle telecamere, è stato assente e passivo. Il tavolo non si è mai riunito, l’amministrazione si è eclissata, in tutt’altre faccende affaccendata. Credo che, una volta di più, spetti all’opposizione prendere in mano l’iniziativa“.
Ottima idea, ribadita con un comunicato che forse pone fine al simpatico botta e risposta con il sindaco Capacci.
A suffragare l’idea che mi sono fatto in questi anni e che naturalmente può essere sbagliata, nella stessa pagina del Secolo XIX c’è un impietoso elenco delle industrie sparite dalla faccia della terra imperiese: infatti il disegno della cricca parte da lontano. Loro, con cappuccio o senza, hanno una visione temporale diversa da noi comuni mortali: pensano una cosa e mettono in moto la macchina che può terminare il lavoro a breve o a lungo termine, non importa. Ogni tanto la macchina s’inceppa e allora si concentrano su qualcos’altro, ma il loro fine è sempre stato e sempre sarà quello di cementificare la città e il suo immediato entroterra. Mi domando cosa architetteranno i loro nipotini quando non ci sarà più un metro quadrato da riempire di cemento:

1929 chiudono le Acciaierie Ilva alle Ferriere;

La Società Esercizio Molini, già Molini Alta Italia che produceva fecole e farine, chiude dopo aver ridimensionato attività e dipendenti.

Fine anni cinquanta: chiude l’Italcementi che nel massimo del suo splendore aveva 134 dipendenti. “Anche in quel caso si formò il consueto “tavolo” istituzionale con la proprietà che promise di mantenere al lavoro la metà degli operai per sopperire al fabbisogno di cemento della provincia, ma la fabbrica chiuderà definitivamente i battenti all’inizio degli anni Settanta, asciando le vestigia che ancora oggi abbruttiscono il centro di Oneglia” scrive David e, aggiungo io: la macchina in quel caso si è inceppata,(pensiamo al famoso giro in elicottero di qualche anno fa), ma la forza della cricca sta anche nel fatto che se si ferma la sua macchina, si ferma tutto. Si lascia tutto lì, in attesa di tempi migliori (pensiamo alla Sairo: avevano fatto il giro largo e ci avevano fatto credere che sarebbe nato il famoso incubatore di imprese). Qualcuno starà aspettando che crolli, poi ci pensa lui.

Negli anni settanta chiudono la Pamar (che produceva mangimi) e la Renzetti che aveva chiesto una variante al PRG per costruire un grattacielo e, con la vendita degli appartamenti, avrebbe aperto uno stabilimento nell’entroterra. Solo che la variante non arrivò mai: il sindaco era il democristiano Alessandro Scajola.

Nello stesso periodo chiude la Solertia, alla Fondura: settanta lavoratori a casa.

Poi tocca al settore oleario: Berio, Sasso, Borelli e Sairo (”Lo stabilimento fu poi acquisito da una cordata di imprenditori imperiesie destinato a ospitare l’Incubatore di imprese, altro progetto industriale morto in culla” si legge nell’articolo).

Ora il Sindaco, a proposito dell’Agnesi, dice: “O Angelo Colussi ci garantisce gli attuali posti di lavoro o si può scordare di venire a fare operazioni immobiliari a Imperia” e aggiunge: “L’importante è che l’azienda rimanga nel territorio del Comune di Imperia e poi che si producano pure eccellenze alimentari (come lui stesso aveva proposto ndr), ma non deve andare perduto nemmeno un posto di lavoro“.
Mi spaventa un po’ che i sindacati siano sul piede di guerra perché l’ho vista sulla mia pelle e quella di altri colleghi, la guerra dei sindacati.

Scritto da Angelo Amoretti

21 marzo, 2014 alle 17:10

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La speranza è l’ultima a morire [II]

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Nel post dello scorso 10 marzo riportavo l’articolo del Secolo XIX in cui Diego David paventava il possibile intervento di un gruppo agroalimentare spagnolo interessato all’acquisto dello stabilimento Agnesi di via Schiva e “il comparto riseria che fa capo al marchio umbro che dispone di due centri di produzione” in provincia di Pavia dove viene confezionato il riso Flora.
Si apriva così uno spiraglio di salvezza per i 130 lavoratori imperiesi.
Ma in una nota del 12 marzo, riportata dal quotidiano di Genova, il gruppo di Perugia ha definito la notizia “non esatta e non corrispondente al vero“.
Su La Stampa dello stesso giorno, invece, a parlare è lo stesso Angelo Colussi che “s’arrabbia molto per le voci circolate (e subito smentite) su una presunta proposta di acquisto che sarebbe arrivata ai vertici del pastificio da parte di un gruppo agroalimentare spagnolo” e dice che ciò “è assolutamente falso“.
Senonché sul sito de il Giorno, nell’edizione di Pavia, si legge il seguente articolo firmato da Manuela Marziani:

In risaia arrivano gli spagnoli. L’offerta di Ebro Food per acquisire Colussi.

Pavia, 18 marzo 2014 – Dopo essersi «imparentato» con Scotti, ora il gruppo iberico Ebro Foods guarda al riso lomellino. Una fusione che potrebbe rilanciare il brand di Pavia. Ad Angelo Colussi, presidente dell’omonimo gruppo con cent’anni di storia alle spalle e un portfolio con alcuni tra i più importanti marchi italiani di pasta, riso, prodotti da forno e pasticceria, gli spagnoli hanno formulato un’offerta d’acquisto per lo stabilimento Agnesi di Oneglia (Imperia) e il comparto riseria con i centri di produzione di Valle Lomellina, nei quali si confeziona il Riso Flora. Una proposta che l’imprenditore sarebbe propenso ad accettare, forse anche perché secondo i recenti dati commerciali divulgati dal gruppo, il riso rappresenterebbe uno degli anelli deboli del suo business.
Ma non per questo Antonio Hernandez Callejas, ceo della società madrilena leader nei primi piatti, ha pensato di «mangiarsi» riso Flora. Risale ad almeno un anno fa, infatti, l’interessamento di Ebro Foods – leader mondiale nel riso e secondo nella pasta, che in Italia controlla anche Carapelli, Sasso e Bertolli – ma solo ora si sarebbe concretizzato in una proposta formale che rientrerebbe in un disegno di internazionalizzazione più ampio. Da meno di un anno, infatti, Ebro controlla il 25% della Riso Scotti ed è entrato nel gruppo risiero pavese anche per intensificare la propria presenza sul mercato dell’Est Europa. E, grazie alla partnership, l’imprenditore è riuscito a far arrivare il suo riso in Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. Inoltre si appresta a commercializzare nella penisola iberica e nel Regno Unito il latte e la pasta di riso. Stando all’analisi della Camera di commercio di Pavia, in collaborazione con Borsa Merci Telematica, emerge come i prezzi all’ingrosso del risone carnaroli abbiano registrato tra novembre e gennaio una crescita del 46% sulla piazza di Pavia, attestandosi a gennaio su un valore di 632,5-/t, ai massimi dal luglio 2011.
Un’impennata che ha condotto le quotazioni a raddoppiarsi rispetto allo scorso anno: +95,6% rispetto a gennaio 2013. Al contrario, il prezzo del risone thaibonnet si è attestato a gennaio su un valore medio mensile di 246 -/t, in linea con i valori di inizio campagna, ma inferiore di oltre 14 punti percentuali rispetto a gennaio 2013. «Sono soddisfatto per le quotazioni dei risoni del mercato interno – è il commento del presidente della Camera di commercio, Giacomo de Ghislanzoni Cardoli – ma preoccupato per le varietà da esportazione che pagano la decisione della Ue di abolire i dazi per i risi lavorati provenienti da Cambogia e Thailandia, concorrenziali ai nostri».

La telenovela, dunque, è destinata a continuare.

Scritto da Angelo Amoretti

19 marzo, 2014 alle 9:59

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Una zattera, un amore

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Sabato 15 marzo, alle ore 21, nella sala della S.O.M.S. “Raineri” di via Carducci 65, a Imperia Zona Duomo, la Chiesa Valdese di Imperia organizza, con il patrocinio del Comune di Imperia, in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni, l’incontro pubblico

Una zattera, un amore
Avere cura della dignità della vita

Partecipano:

Mina Welby

Dr.ssa Regine Quitmann

Coordina Maura Orengo

Letture di Agata Spalla

Nel corso dell’incontro si parlerà dell’esperienze delle due relatrici che per la loro professione o per la loro storia personale si sono dovute confrontare con la sofferenza, la morte e la dignità della vita.

Scritto da Angelo Amoretti

14 marzo, 2014 alle 16:04

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I tempi cambiano, le opposizioni pure

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Non aspettiamoci nulla di buono, meno che meno che i craniacci abbiano trovato il sistema per eliminare o attutire i danni che hanno già fatto con la TARES!“.

Piera Poillucci, Capogruppo F.I. – 13 marzo 2014

Registro ancora oggi come una divertente consigliere comunale del PDL, con la consueta comicità involontaria, si stracci le vesti disperata ed indignata perché, secondo lei, la nuova giunta (dove vi sono due tesserati PdL) sarebbe stata scelta dal Sindaco, che è un dirigente del PdL e che ha tale prerogativa per legge, e dall’On.Minasso, che è un onorevole del PdL, il vice coordinatore regionale del PdL e, quindi la massima autorità del PdL in provincia di Imperia, anche se, in ultima analisi, secondo la consigliera in questione la scelta della giunta sia stata operata del sottoscritto, come capo supremo della Spectre[...]
Tenuto conto, però, che mi dicono che quella consigliera organizzava corsi di formazione politica per il PdL, è tutto detto e si capisce perché siamo arrivati a questo punto.

Giuseppe Fossati, Capogruppo FLI – Sanremonews, 5 aprile 2012

Interessante Consiglio Comunale, quello di questa notte o, per meglio dire, di questa mattina, considerato che è terminato alle 7,30. Interessante perché è andata in scena, in tutta la sua tragicomicità, la disfatta dell’armata Brancaleone del PdL, per l’occasione condotta con mirabile inconsistenza, condita dalla usuale macchiettistica acidità da zia acida di un film di Sordi degli anni ’50, che vorrebbe essere malevola ma risulta solo ridicola, dalla Consigliera Poillucci, alla quale il PdL ha dato il compito di parlare con i tempi del capogruppo, con l’ovvio risultato disastroso di dare l’immagine di un partito rancoroso senza idee, senza strategia, senza argomenti, senza prospettive che è capace solo di fare una serie impressionate di autogoal”.

Giuseppe Fossati, Capogruppo FLI – Sanremonews, 13 aprile 2012

Scritto da Angelo Amoretti

14 marzo, 2014 alle 12:36

Documenti da leggere con attenzione

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A proposito di documenti poco chiari, sul sito della Provincia, sotto la voce “Albo Pretorio” ho trovato il provvedimento n. 899 [N° 291/2014 del 26/02/2014 - Società Aimeri Ambiente s.r.l. con sede in Rozzano (MI) - Milanofiori Strada 4 - Palazzo Q6 - Comunicazione ai sensi dell'art. 12 del D.Lgs. 36/2003 di approvazione della chiusura definitiva dell'impianto di discarica "Ponticelli" sita nel Comune di Imper] pubblicato lo scorso 27 febbraio e che verrà depubblicato domani [perciò l'ho salvato].
Cliccate su Allegato n. 1 e Atto n. 291/2014 firmato dal dirigente Enrico Lauretti e poi ditemi cosa ci avete capito perché io, nella mia ignoranza, penso che significhi “mettiamoci una bella pietra sopra”. E probabilmente mi sbaglio.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2014 alle 19:25

La speranza è l’ultima a morire

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Forse c’è la possibilità che i dipendenti dell’Agnesi vengano “salvati”. Lo scrive Diego David sul Secolo XIX di ieri in questo articolo che riporto a beneficio di chi se lo fosse perso:

Il pastificio Agnesi è in vendita. La salvezza per i 130 lavoratori imperiesi, dopo la chiusura definitiva dello storico mulino avvenuta a fine febbraio e la cassa integrazione per ventuno addetti, potrebbe arrivare dalla Spagna. Un gruppo agroalimentare iberico, infatti, ha fatto pervenire al patron Angelo Colussi una offerta di acquisto comprendente lo stabilimento di via Schiva a Oneglia e anche il comparto riseria che fa capo al marchio umbro che dispone di due centri di produzione a Valle Lomellina in provincia di Pavia dove viene confezionato il riso “Flora”.
La proposta parrebbe seria e sarebbe stata presa in seria considerazione da Colussi che, però, non vorrebbe privarsi degli stabilimenti di Belgorod in Russia entrati nel mirino degli spagnoli che hanno posto come condizione l’acquisto dell’intero “pacchetto pasta” sia di quella prodotta in Italiano che in Russia. Le resistenze deriverebbero dal fatto che Angelo Colussi e i suoi soci russi,a capo di società leader nel dell’Est dove la pasta Agnesi è presente dal 2009, considerano strategici gli impianti di Belgorod, potendo disporre di un già ricco mercato in fase di espansione oltreché della materia prima, il grano duro. E le tensioni internazionali certo non aiutano.
Nel frattempo è tramontata, invece, un’altra trattativa nata negli ultimi tempi, quella con la Kimbo. I dirigenti dell’azienda napoletana del caffè avrebbero voluto acquistare anche, insieme all’Agnesi, una nota e storicaazienda olearia imperiese che ha la sua unità produttiva nell’immediato entroterra, ma le offerte sarebbero risultate, in definitiva, troppo basse, sia per Colussi che per l’acquisto dell’oleificio.
Il Gruppo Colussi al tavolo di crisi in Regione tenuto nelle scorse settimane, alla presenza del rappresentanti del Comune, della Provincia di Imperia e dei sindacati, ha garantito che manterrà la sua presenza nel capoluogo fino alla fine dell’anno, ma per il 2015 non ci sono certezze. Una situazione che preoccupa non poco lavoratori, sindacati e istituzioni. Il sindaco Carlo Capacci e l’assessore alle attività produttive Enrica Fresia, ma anche il presidente della Provincia Luigi Sappa, hanno garantito il massimo impegno per l’attivazione entro breve tempo del Distretto agroalimentare, dal quale potrebbe arrivare a Colussi l’“ossigeno” necessario per rilanciare da sola il polo produttivo di Oneglia. L’altra carta, non meno interessante, che Capacci ha in mano è, però, quella che chiama in causa il progetto edilizio “La Porta del Mare” presentato dal Gruppo Colussi destinato a sorgere a fianco dell’attuale stabilimento di fronte alle Ferriere.
Angelo Colussi la scorsa estate ha richiesto un ampliamento della porzione residenziale che il Comune non ha intenzione di concedere se non dietro precise garanzie di permanenza dei livelli produttivi e occupazionali del gruppo di Perugia nel capoluogo.
Intanto, entro i primi giorni della settimana, è atteso a Imperia l’arrivo di Sergio Moriconi, responsabile del personale del Gruppo Colussi. I sindacati chiederanno al manager l’applicazione della cassa integrazione a rotazione. Ma i segnali che giungono dalla proprietà vanno in senso opposto: anche per la seconda settimana sono stati confermati in “cassa” gli stessi ventuno lavoratori: diciassette sono addetti al confezionamento, due in forza ai forni e solo due del mulino appena chiuso. I sindacati chiederanno a Moriconi informazioni a proposito delle strategie di rilancio del gruppo e della produzione nello stabilimento imperiese e ribadiranno la loro ferma opposizione a una cassa integrazione che non preveda una rotazione tra i lavoratori.

Diego David – Il Secolo XIX, 9 marzo 2014

Scritto da Angelo Amoretti

10 marzo, 2014 alle 11:53

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Ricomincia il film?

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Distribuito da Medusa e probabile candidato ai prossimi Oscar nella sezione “miglior film comico straniero”.

Verso le Europee. Claudio Scajola riparte da Imperia. Incontro oggi alla Camera di Commercio

L’attuale scenario politico, le problematiche da affrontare e risolvere nel Ponente, la vicenda della casa romana e la partecipazione alle Elezioni europee. Questi, in sintesi, gli argomenti che saranno affrontati oggi da Claudio Scajola (foto). L’occasione è offerta dall’appuntamento in programma alle 18 nell’auditorium della Camera di commercio di Imperia: l’ex ministro, incontrerà cittadini, simpatizzanti e amici, ovvero i rappresentanti di Forza Italia della Riviera. A un’analisi sulle criticità politiche del momento, si aggiungeranno le prospettive future di sviluppo del Ponente.
Mentre per quanto riguarda il candidato a sindaco di Sanremo, la prospettiva è quella delle primarie per arrivare a un nome condiviso, per le Europee, sembra ormai quasi sicura la candidatura di Claudio Scajola che, proprio oggi, facendo una scelta «affettiva», fa partire da Imperia, la sua corsa verso Bruxelles. E potrà valutare direttamente il grado di risposta di cittadini e fedelissimi.[M.BR.]
La Stampa, 9 marzo 2014

Non riesco a capire se si tratta di un comunicato stampa o di un articolo vero e proprio: in questo caso chi lo ha firmato è da candidare al Pulitzer 2014. Mica per altro: se sono un suo “fedelissimo” o  mi si invita via telefono ad andare a venerare l’uomo più amato del Ponente, è un po’ difficile che vada a dirgli di lasciar perdere.

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2014 alle 17:18

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Come capire Imperia

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L’autore della mail che ho pubblicato qualche giorno fa a proposito dell’Agnesi, ieri mi ha confessato di esserci rimasto male nel constatare che i politici nostrani non abbiano ancora detto una parola sulla questione.
Lo stesso è successo a me a proposito del post precedente a questo.
Ma in fondo non mi stupisco più di tanto perché piano piano sto per conoscerla meglio, la mia città, anche se non riuscirò mai a conoscerla come in effetti è perché la sua grandissima qualità è sempre stata quella di sapersi ben mascherare per cui non si capisce se è così per caso o per il disegno di qualcuno, buttato giù nel secolo scorso, quando, tanto per dirne una, durante il ventennio erano quasi tutti fascisti e dopo l’8 settembre non lo era quasi più nessuno, salvo mantenere le posizioni che avevano quando c’era il Duce.
Un ottimo sistema per farsi un’idea è quello di guardare con attenzione le foto pubblicate dai portali online in occasione di qualche evento importante, tipo un funerale o la processione dei Santi Patroni [a San Giovanni c'è il must].
Osservate bene le foto e ci troverete, tutti insieme, più o meno appassionatamente, i burattini e, forse, qualche burattinaio, della città.
Quando le avrete viste tutte e vi sarete fatti un piccolo ragionamento, sarete già a buon punto.
La foto qua sotto, che m’inquieta non poco, è tratta da Sanremonews ed è stata scattata al funerale del compianto onorevole Manfredo Manfredi, il 15 febbraio dell’anno scorso.
Ma sono più interessanti tutte le altre che trovate su google immagini.

Scritto da Angelo Amoretti

5 marzo, 2014 alle 18:42