Archivio per il mese di marzo, 2015
A Clavi non ci sono più le panchine di una volta
A Clavi, ridente frazione di Imperia dove vivo, sono sparite due panchine dalla piazza del Comune, quella che con un po’ di fortuna si riesce a vedere dietro i cassonetti della spazzatura arrivando da Piani.
Non sono le punkine della foto, sono due panchine di ferro, color verde-panchina-di-ferro. Qualche volta mi ci sedevo, per respirare il profumo che esce dai cassonetti e farmi pungere da quei simpatici moscerini che più sono ini, più danno fastidio.
Al posto di una hanno messo una yucca [non so se ci sia stato bisogno di sbolognare 1.000/1.500 euro a un agronomo per una eventuale consulenza], al posto dell’altra, nulla.
Ce ne sono rimaste quattro di legno che bastano e avanzano, visto che gli anziani non ci si siedono più [ce ne sono pochi e attraversare la strada è un tentativo di suicidio bello e buono] e i bambini sono due o tre che giocano altrove; la piazza, in verità, è stata rimessa un po’ a posto, ma adesso vi dico qual è il punto.
In tanti anni ho sempre cercato di evitare di parlare di cose personali sul mio blog: per fortuna non ho processi in corso, nessuno mi ha ancora querelato e gli affari miei preferisco tenerli fuori da qua.
Una piazza comunale non è propriamente un affare mio: è del Comune, cioè di tutti, ma siccome in questa storia mi ci sono trovato un po’ in mezzo, ora la metto in piazza.
Che le frazioni siano trascurate, senza specificare quali e senza esclusioni, lo ripeto da anni, cosicché, un po’ di tempo fa, ho deciso di andare in Comune per esporre i problemi di quella in cui vivo, a voce.
Erano anni che non mettevo piede in Comune. L’ultima volta fu quando andai a salutare l’allora sindaco Sappa che, con estrema gentilezza, mi regalò il fondamentale “Manifesti elettorali nell’antica Pompei” su Bur Rizzoli. Più che altro feci in modo che me lo regalasse: “Che bello…deve essere interessante…cercherò di trovarne una copia..“, sapete come va e con la faccia che ho riesco spesso a farmi dare le cose che desidero (a parte una o due).
Quel giorno parlai con la Arnaldi, che, come sapete, io chiamo amorevolmente “Boccuccia di Rosa” e che mi ascoltò con molto interesse.
Le chiesi solo di far prendere in considerazione al Sindaco l’idea di ricavare, su metà piazza, quattro o cinque posti auto, motivando la richiesta con due o tre argomenti:
1) Ce n’è urgente bisogno;
2) Nessuno usa più la piazza, quindi nessuno dovrebbe lamentarsi;
3) I costi sarebbero irrisori: spostare una panchina (eccola!), coprire di ghiaino, fare una piccola rampetta per accedervi là dove c’era la cabina del telefono e ora c’è una scandalosa piazzola di cemento.
Tralascio altre due o tre idee che le esposi per rendere più attraente il borgo con poca spesa.
Alcuni giorni dopo fui contattato dal consigliere comunale geom. Alessandro Savioli [sul sito del Comune continua a esserci scritto così] che in seguito venne al borgo, prima da solo, poi accompagnato dall’Assessora Dott.ssa Maria Teresa Parodi [idem].
Ripetei a loro ciò che avevo detto a BDR e parvero assai interessati alle mie proposte.
Dissi loro che quello era il piano “A” e, nel caso, sarei passato al piano “B”.
Ora al posto della panchina c’è la yucca e questo è il piano “B”.
Se dici che è scandaloso ti danno del populista o del qualunquista
Riporto questo articolo de Il Secolo XIX e non aggiungo altro, tanto è lo stesso. Fate voi.
Regione, un “super gettone” per chi esce
Il riposo finale,con due mesi e mezzo abbondanti di “sonno”, perché il consiglio regionale ha finito ieri il suo ciclo – e con esso si placheranno le commissioni – è la classica ciliegina
sulla torta. Ma la caratura dei consiglieri delle Regioni, che solo (tardivi) interventi governativi hanno in parte limitato, è solo un aspetto della storia. Che comprende, tratto forse meno noto, anche una ragguardevole buonuscita: l’assegno di fine mandato, la cui entità è proporzionale a due fattori, lunghezza della militanza in aula e indennità percepita durante la carica. Il tetto sono le 10 mensilità, di pari passo con ogni anno passato in aula. In pratica, chi dà l’addio a via Fieschi dopo due mandati consecutivi, tenuto conto di una lieve trattenuta, riceve 80 mila euro netti (circa) di buonuscita. Che spetta anche a quei consiglieri – com’è accaduto di recente – nei guai con la giustizia.
L’extra, è ovvio, deve essere contestualizzato. E si può fare in vari modi. Uno dei più semplici potrebbe essere il richiamo alle “spese pazze” e al diffuso utilizzo dei fondi aggiuntivi rispetto agli stipendi e destinati ai gruppi politici come un bancomat personale (da questo filone sono esenti assessori e presidente). Uno meno brutale: come tutte le altre indennità dei componenti “parlamentino” ligure (e degli altri 19), pure l’assegno di fine mandato è stato ridotto solamente di recente (non troppo tempo fa le mensilità limite erano 15, con trattenuta al 3%).
Altro spunto: l’assegno dell’addio è la “ coda”di un trattamento notevole. Il quadro degli emolumenti attuali (aggiornati all’ottobre del 2014) è quello visibile nella tabella accanto. Comesi vede, in modo diverso da altri enti pubblici, come ad esempio il Comune, in Regione le norme tendono ad equiparare lo stipendio dei consiglieri, titolari di un qualsiasi incarico (capogruppo, coordinatori ecc.) e degliassessori,che siano eletti dal popolo o chiamati, fino al presidente della giunta.
Altra differenza: a differenza di altri enti di grado minore, i pur notevoli stipendi della “macchina” amministrativa- a norma di legge, sono idirigenti responsabili degli atti sono, seppur di poco, inferiori a quelli del contraltare politico.
Pur a fronte di responsabilità, civili, penali e tributarie, per i singoli consiglieri, senza dubbio non comparabili. Come non sono confrontabili, con gli appartenenti al consiglio, incombenze e responsabilità della giunta.
La composizione degli stipendi è uniforme ed è presto detta: una parte fissa, l’indennità di carica, più una variabile, legata a due fattori essenziali, la copertura di cariche e la distanza dal luogo di lavoro, che si traduce in una diaria. Ecco perché spezzini e imperiesi hanno stipendi più alti.
La forbice dei “netti” oscilla fra un minimo teorico di 6.330 euro (non si applica a nessuno) fino a 8.994. Per presidenti di giunta e del consiglio la variabile è sempre massima: 4.884 euro (lordi). Gli sono equiparati gli assessori che abitano oltre gli 80 km dall’aula – e numeri due di consiglio e giunta. Lo stipendio è virtualmente intoccabile, salvo che si disertino senza valido motivo consiglio commissioni.
Dalla terza assenza (pure questo limite, prima, non era previsto), scatta una trattenuta del 2,5% sull’indennità di carica.
Si tratta comunque dell’ultimo giro, almeno a questi livelli. Come stabilito su input del governo in accordo con le Regioni a partire da fine 2012, dal prossimo mandato si ridurrà il numero dei consiglieri- da 40 a 30-esparirà il vitalizio, altro “piccolo” bonus legato alla carica.Assessori “esterni” [quelli che nessuno ha votato]
Il Secolo XIX – 29 marzo 2015
Provinciali 2015: un primo passo verso la democrazia [grazie, Renzi!]
Ci saranno le elezioni, il prossimo 3 maggio, ma noi stavolta saremo spettatori. Grazie al gelataio di Firenze, noto anche come “rottamatore”, a votare per il presidente della Provincia ci andranno i sindaci dei 67 comuni più i consiglieri comunali. Sanremo sarà l’Ohio de noartri.
Ho letto questo articolo e non so se ridere o piangere:
Si voterà domenica 3 maggio per il rinnovo del Consiglio provinciale di Imperia. Ma, per la prima volta, non saranno i cittadini a eleggere presidente e consiglieri. A esprimere le loro preferenze saranno infatti i consiglieri provinciali uscenti, i sindaci e i consiglieri comunali dei 67 Comuni imperiesi. Il decreto è stato firmato ieri mattina dal presidente, Luigi Sappa, dopo l’ultimo Consiglio provinciale che si è tenuto lunedì scorso. Le votazioni si svolgeranno dalle 8 alle 20 e ci sarà un unico seggio, allestito nel Palazzo provinciale di via Matteotti 147. Alla chiusura del seggio inizieranno le operazioni di scrutinio. Gli elettori «selezionati» dovranno eleggere il nuovo presidente e dieci consiglieri provinciali.
Sono eleggibili alla carica di presidente i sindaci dei Comuni il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni e i consiglieri provinciali uscenti, compreso
il presidente. Alla carica di consigliere provinciale possono essere eletti, oltre a consiglieri provinciali uscenti e sindaci, anche i consiglieri comunali in carica dei Comuni imperiesi.
Il «peso» del voto da parte di sindaci e consiglieri comunali varierà in base al numero degli abitanti del loro Comune. Le località saranno quindi suddivise in cinque fasce a secondo del numero di residenti, cui corrisponderà una scheda di votazione di colore diverso; i colori sono azzurra, arancione, grigio, rosso e verde. Si parte dai Comuni fino a 3 mila abitanti per arrivare a quelli oltre 30 mila.
Le candidature dovranno essere ufficializzate attraverso la presentazione di liste, che dovranno essere depositate in Provincia domenica 12 aprile dalle 8 alle 20 e lunedì 13 aprile dalle 8 alle 12.
La complessa preparazione del nuovo manuale di voto è stata affidata a due funzionari provinciali, Stefania Demichelis e Mirella Ferrari, che hanno
lavorato alcuni mesi per districarsi nelle novità normative, prendendo anche spunto dall’esperienza di altre Province. I problemi comunque non mancano.
La nuova normativa prevede che il mandato del presidente duri due anni e quello dei consiglieri quattro e non è quindi impossibile che, cambiando le Amministrazioni comunali e quindi gli elettori, un presidente si trovi a fare i conti con un Consiglio composto da esponenti opposti alla sua parte politica.
Chi sarà il presidente della «nuova era»? Negli ultimi mesi sono circolati molti nomi di sindaci, tra cui ci sono quello di Imperia Carlo Capacci, quello di Taggia Vincenzo Genduso e anche il primo cittadino di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri.
Ultimamente sta però prendendo piede l’ipotesi di una rielezione di Luigi Sappa, che pare possa trovare il sostegno del Centrosinistra. Ma nulla è ancora definito e tutto ovviamente dipenderà dagli accordi politici che verranno raggiunti entro metà aprile.La Stampa, 25 marzo 2015
Regionali 2015: la campagna elettorale si fa anche così
Quella che vedete qua sotto è Alice Salvatore, la trentunenne candidata per il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali che, con un colpo di genio, sono state fissate da Renzi per il 31 di maggio (c’è il ponte del 2 giugno per la festa di quello che rimane della Repubblica Italiana e il governo ha pensato a quella data lì: avranno pensato che tra il mare e i monti, meno persone andranno a votare, meglio sarà. Non pensavo, solito ingenuo, che ci sottovalutassero fino a quel punto, ma tant’è…)
La Salvatore è una tipa combattiva: non so sul territorio perché non mi metto certo a seguirla, ma di certo sui social.
Foto di Fulvio Martinoia
Qualche giorno fa sul sito della Casa della Legalità è venuto fuori che tra i sostenitori di Raffaella Paita alle primarie del PD, c’era anche il signor Paolo Cassani, un prestanome dei Gullace [qui c'è la documentazione] e la Salvatore, sulla sua pagina FB ha pubblicato questo:
Poi il signor Cassani è stato allontanato dal PD, ma la frittata era fatta.
Non conosco ancora il programma del Movimento 5 Stelle e cercherò di provvedere in fretta, ma ora come ora la Salvatore mi pare l’unica che ce la stia mettendo tutta per rendere meno facile la vittoria della candidata del PD e se all’orizzonte non vedrò svegliarsi qualcosa di nuovo, resterà la mia candidata preferita.
I “cervelli” di Imperia ignorano le valli e l’entroterra del Comune
Su un portale locale si è sviluppato un dibattito che era iniziato sul blog di Benedusi, al quale aveva risposto il Sindaco Capacci dalla sua pagina Facebook.
Ho letto con attenzione gli interventi di Settimio Benedusi, Maurizio Rainisio e Stefano Senardi e, detto che concordo con gran parte di ciò che hanno scritto, mi meraviglio che nessuno abbia preso in considerazione, ma proprio per niente, le frazioni che stanno in Valle Prino e nella bassa Valle Impero, a pochi chilometri dal capoluogo. Così come non si è mosso l’aeroporto di Nizza, che dista un centinaio di chilometri e a 45 minuti da noi, non si sono mosse le frazioni che dal mare distano km. 10 in media, 10/15 minuti dal centro, per dire.
Basterebbe leggere “I monumenti delle Valli di Imperia” di Nino Lamboglia per capire quello che non stiamo sfruttando e resto dell’idea che occorrerebbe inglobarle nel discorso turismo e “linkarle” meglio e di più con il centro.
Posto due immagini che ho scattato personalmente, tanto per rendere l’idea.
La Torre antibarbaresca di Torrazza
Il ponte romanico di Clavi
Raffaella Paita e le immagini del duce
Oggi Raffaella Paita ha twittato quanto segue:
Detto che Salvini e quelli della Lega non mi sono particolarmente simpatici [per usare un eufemismo] e che anche io mi auguro che non ci siano immagini del duce né croci celtiche, mi domando se l’aspirante governatrice della nostra Liguria, abbia ascoltato il discorso di Salvini in Piazza del Popolo o se si sia limitata a vedere le foto pubblicate dai quotidiani servi del regime.
All’occorrenza, il discorso può essere riascoltato qua.
E penso che, più o meno, Salvini abbia detto quel che direbbe una sinistra di opposizione, se esistesse.
Perché continuare a fare i puri e a voltare la faccia da un’altra parte?
Salvini ha detto che Renzi è un burattino di Bruxelles e non ha forse detto il vero?
Cercate di capirlo: il Partito Democratico di Renzi [e quindi tutti i renziani a livello comunale e regionale] sta completando l’opera di Monti e Letta: quella di portarci alla povertà e alla rovina, come viene loro ordinato da Mario Draghi e Angela Merkel, basta leggere i quotidiani [pochi] o i blog [pochissimi] non asserviti.
Devo ancora capire se in quel partito se ne rendono conto oppure, pur di avere una poltroncina in consiglio regionale [ma anche in quelli comunali] fanno finta di no.
E’ in ballo il futuro dei nostri figli e un partito asservito alle superlogge massoniche non può garantircelo. Come non può garantircelo chi appoggia la Paita con liste diverse.
Come ho scritto su Facebook – chi è tra i miei amici lo sa – ho iniziato da qualche giorno la mia campagna ufficiale contro il Partito Democratico, la Paita e tutti quelli che l’appoggiano e sono ancora in attesa che un’altra opposizione si faccia vedere perché al momento non sono pervenuti segnali concreti.
Non parliamo di quello che è stato fatto in Liguria, sennò andremmo troppo lontano, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti