Via Almirante: Saso ritorna sull’argomento

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Alessio Saso ritorna sulla questione della via da intitolare ad Almirante con una mail inviata a Sanremonews e Riviera24.

A dispetto della polemica suscitata, resto convinto che la figura di Almirante meriti oggi un riconoscimento pubblico che, peraltro, dovrebbe stare a cuore di tutti i militanti che hanno una storia politica nell’ambito della Destra.

Fin qui tutto bene.
Se coloro che hanno una storia politica nell’ambito della destra vogliono ricordare Almirante sono liberi di farlo. Possono appendersi dei poster in casa o delle spille al bavero della giacca. Siamo in democrazia!

Il consigliere regionale continua:

Al Consigliere di Rifondazione Comunista Pasquale Indulgenza rispondo che emettendo le sue ‘indiscutibili sentenze’, praticamente si è autonominato Presidente del Popolo di Imperia.
Ed è di fronte a queste trite e ritrite prese di posizione che prendo atto tristemente di quanto lungo sia ancora il percorso che deve fare la sinistra radicale in Italia prima di raggiungere quella serenità ed obiettività di vedute che le possa consentire di superare un odio che, al contrario, con le sue dichiarazioni, dimostra di voler continuare a fomentare.[...]

Non voglio prendere le difese di nessuno perché non ne sarei neppure capace, ma temo che se il percorso che deve fare la sinistra per piacere a Saso e a tutti quelli come lui, sia quello di arrivare a dire che Almirante è stato un grande statista, di acqua sotto i ponti dovrà passarne ancora per un bel po’, sebbene stia piovendo a catinelle.
Non si tratta di odio, ma di ricordare semplicemente la Storia, quella che insegnano ancora nelle scuole, per il momento e anche se potrà interessare a pochi, non odio nessuno. Diciamo che qualcuno mi sta decisamente antipatico, altri un po’ di meno, ma l’odio è altra cosa, credo.
Saso conclude dicendo:

Voglio aggiungere inoltre – e concludo – ricordando le tragiche dichiarazioni di simpatia e di sostegno fatte da molti esponenti della sinistra ai governi comunisti che hanno provocato indicibili sofferenze a milioni di individui e genocidi diffusi in tante di quelle nazioni che hanno avuto la sfortuna di averli come guide. Contano molto di più le azioni e le parole spese da Giorgio Almirante per la pacificazione nazionale in quarant’anni di attività politica, svolta in un regime democratico che teneva il MSI fuori dal cosiddetto Arco Costituzionale, di quelle che tanti esegeti del socialismo reale, tanti profeti della democrazia proletaria, esaltatori del marxismo, hanno speso per continuare a tener viva – non la memoria della storia, ma la soggettività di una storia che vogliono parziale, senza assumersi le responsabilità delle dottrine sanguinarie che fino a ieri hanno difeso ed oggi a fatica misconoscono.[...]

Infatti, se non ho amnesie, nessuno si è mai sognato di chiedere di intitolare una via a Giuseppe Stalin, per esempio. Come spero non venga in mente a nessuno di chiedere di intitolarne una ad Augusto Pinochet.
Infine: il Movimento Sociale Italiano fu sì tenuto fuori dall’arco costituzionale, ma i fascisti hanno sempre sostenuto i governi della DC, monocolori, bicolori o balneari che fossero.
Proprio come appoggiano quelli di Berlusconi dal di dentro (vedere alla voce Ciarrapico e Mussolini) e dal di fuori (ripassare quello che qua da noi ha fatto La Destra in campagna elettorale).

Scritto da Angelo Amoretti

30 maggio, 2008 alle 15:56