La grande truffa del presidente della comunità montana

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Da Repubblica.it del 29 maggio 2008:

Dopo aver fatto concedere centomila euro alla sorella per un agriturismo fantasma, essersi sostituito ad un geometra, essersi impadronito di 150 mila euro destinati allo sviluppo dell’ entroterra, averli addirittura investiti in titoli ed essercisi pagato un’ assicurazione sulla vita, adesso, dopo tanto lavoro, Pierluigi Leone, 54 anni, presidente della Comunità Montana dell’ Olivo a Imperia, consigliere comunale di Chiusanico, in quota a Forza Italia, si riposa in carcere.

Gli investigatori del Comando provinciale della Guardia di finanza gli stavano con il fiato sul collo e si sono accorti che stava per volare in Romania, dove avrebbe lavorato nel settore investimenti finanziari, a lui ben noto. Il pm della procura di Imperia Maria Paola Marrali, che indagava su di lui da tempo e aveva raccolto elementi ritenuti inequivocabili ha deciso di farlo restare in Italia. Troppo alto il pericolo di fuga e così, ieri mattina, è scattato l’ arresto. Lui in carcere, e la moglie Marina Neri, 62 anni, ai domiciliari. Indagato anche un impiegato del Gal, che non è una brigata partigiana, ma la sigla dei Gruppi di Azione Locale, una srl mista, presieduta da Leone, che doveva attirare finanziamenti europei per le realtà locali. Invece, secondo le accuse di peculato, ricettazione, truffa, indebito percepimento di contributi comunitari, Leone aveva aperto conti paralleli da cui prelevava le somme che gli servivano, le investiva in titoli percependo gli interessi, e le giustificava falsificando versamenti a gruppi e associazioni i cui responsabili, convocati dai finanzieri, sono caduti dalle nuvole: «Mai visto un soldo». L’ indagine era anta da una precedente inchiesta, sempre della finanza, che riguardava contributi europei per agriturismi. Si era scoperto che molti progetti erano fasulli. Secondo gli investigatori anche quello per la ristrutturazione di un immobile della sorella di Leone (è stata denunciata). La casa inserita nella richiesta fondi era un’ altra, e Leone, come presidente della Comunità Montana, avrebbe garantito le autorizzazioni necessarie. L’ inchiesta è solo all’ inizio anche perché in casa e nello studio di Leone è stata sequestrata molta documentazione che potrebbe riservare ulteriori sorprese e favori illeciti.
MARCO PREVE

Scritto da Angelo Amoretti

30 maggio, 2008 alle 23:43