Il partito del cemento [III]

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Riporto uno stralcio dal capitolo del libro “Il Partito del Cemento” di Marco Preve e Ferruccio Sansa dedicato alla nostra provincia.

Il regno di Claudio Scajola
Padrone di casa a Imperia

«Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Loro lo sapevano benissimo. Tanto che nel 2003 Caltagirone, Scajola, Fiorani e l’assessore Luca Lanteri sorvolarono in elicottero Imperia per vedere meglio, dall’alto, le aree interessate dai progetti. Caltagirone voleva costruire, Fiorani aveva in ballo un business da cento milioni con i suoi prestanome, Lanteri rifletteva sulle licenze urbanistiche e Scajola… be’ Scajola in teoria non aveva interessi ufficiali nelle diverse operazioni, quindi faceva il turista. Ma qui il padrone di casa è lui. Questa è la sua provincia, nel senso che si tratta di un territorio e di una popolazione che in lui vedono da oltre quindici anni, prima con la Democrazia cristiana e poi con Forza Italia, il loro naturale rappresentante. L’ex sindaco di Imperia diventato deputato nel partito di Berlusconi nel 1996 è un astro in continua ascesa: tre volte ministro tra il 2001 e il 2005, nel maggio 2008 è stato nominato ministro dello Sviluppo economico del quarto governo Berlusconi. Imperia è sempre stata divisa in due. A Porto Maurizio i centri amministrativi, i locali, il porto turistico, le spiagge. A Oneglia il porto commerciale, le storiche aziende dell’olio e della pasta. Ma questo è il passato. La svolta arriva nel 2006 quando, alla presenza di Claudio Scajola e del presidente della Regione Claudio Burlando, partono i lavori di realizzazione di quello che deve diventare il più grande porto turistico del Mediterraneo: 1440 posti barca, 112 appartamenti (ma una variante dell’aprile 2008 li vuol far diventare 117), negozi, attività artigianali.

Chi era contrario e sosteneva che era un’operazione che snaturava le caratteristiche del golfo viene messo all’indice. Realizzano l’intervento la società Porto di Imperia con il Comune, l’Acquamare di Francesco Bellavista Caltagirone, costruttore romano cugino dell’editore Francesco Gaetano, e la Imperia Sviluppo. In quest’ultima società chi troviamo? In prima fila Beatrice Cozzi Parodi (di cui ci occuperemo nelle prossime pagine), e a seguire alcuni imprenditori locali come Riccardo Guatelli, Emilio Mancinelli e soprattutto Pietro Isnardi, consuocero di Alessandro Scajola. Che è il fratello di Claudio e che a sua volta è stato sindaco di Imperia e due volte deputato (un vizio di famiglia). I due consuoceri, tra l’altro, siedono entrambi nel consiglio di amministrazione del gruppo bancario Carige. Roba di famiglia, insomma. Ma torniamo al porto di Imperia. Anzi di Oneglia. Sulle banchine commerciali una decina di portuali dell’antica Compagnia Maresca tenta di difendere le attività commerciali. Un’impresa disperata. Nella costituita società Porto di Oneglia Spa troviamo infatti gli stessi soggetti che stanno realizzando il porto turistico di Porto Maurizio. Oltre a Bellavista Caltagirone ci sono Beatrice Cozzi Parodi, che con Caltagirone sta costruendo anche il nuovo porto di Civitavecchia, e Pietro Isnardi. Che per festeggiare il matrimonio della figlia con il rampollo Scajola, assieme all’amico Guatelli, presidente dello Yacht Club, anche lui nelle Spa di Oneglia e Porto di Imperia, si è appena comprato, per quasi quattro milioni, un altro oleificio fallito, l’ex Borrelli di Pontedassio. Per farci cosa non si sa, ma visto che Guatelli è un immobiliarista, ogni pensiero è legittimo. Nell’arco di pochi mesi nell’orbita dei «signori» di Imperia sono finite anche le ultime aziende ancora indipendenti che potevano rappresentare un ostacolo: Docsa, Deposito Franco, Salso, Sairo [...]

L’intero capitolo si può leggere su Il Secolo XIX del 4 luglio 2008.