Nostra Signora dei porticcioli

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Aspettando il grande concerto di Francesco Baccini di domani sera organizzato dal Comune su Calata Cuneo nell’ambito della rassegna “Imperia in scena”, per cui l’Assessore Marco Scajola afferma:

“Siamo molto contenti di aver operato questa scelta. Baccini rappresenta a tutti gli effetti un pezzo di storia musicale della nostra regione e dunque ci pareva quanto mai pertinente il sodalizio tra la sue canzoni e lo scenario di Calata Cuneo, che racchiude in sé tutto il fascino e l’autenticità dell’Imperia portuale e votata al mare”

scrivo ancora de “Il partito del cemento” – il libro-inchiesta di Preve e Sansa – e riporto il pezzo intitolato “Nostra Signora dei porticcioli” dedicato a Beatrice Cozzi Parodi.

L’avvenente signora, com’è noto, è anche presidente della Camera di Commercio di Imperia e molto probabilmente lo sarà ancora alla fine del commissariamento.

Piergiorgio Parodi, geometra da Bordighera, crea la sua fortuna negli anni Sessanta e Settants in Riviera ma anche all’estero, ad esempio in Marocco dove, si racconta, realizza per il re Hassan II edifici importanti quali il palazzo reale di Agadir, la prefettura e la moschea di Casablanca. Negli anni novanta lo affianca la figlia. E’ la trentenne Beatrice Parodi, donna affascinante, intelligente e risoluta, personaggio che spicca nella generale opacità dell’imprenditoria ligure.

E’ la figlia d’u geometra che, mentre scrive la tesi di laurea, vende il suo primo appartamento. E’ la first lady della ricca provincia quando sposa Gianfranco Cozzi, erede della famiglia di costruttori forse più potente della zona, che viene eletto in parlamento per l’Udc e muore in un incidente stradale nel 2004. Fosse un romanzo di Balzac, Beatrice Parodi a quel punto finirebbe in miseria, emarginata dai circoli di potere. Ma il melodramma da feuilleton non si addice al laterizio.
Beatrice dimostra che nell’ipero finanziario condiviso con il marito c’era anche lei in sala di regia. I porticcioli, abbinati agli immancabili e redditizi volumi residenziali a terra, oltreché i campi da gold e gli alberghi di lusso, diventano il suo tratto distintivo. Le qualche migliaia di posti barca tra Marina degli Aregai e Santo Stefano al Mare, Imperia, San Lorenzo al Mare, Bordighera, Porto Sole a Sanremo, più le altre centinaia previste per il nuovo scalo di Ventimiglia e gli ampliamenti di quelli esistenti, non solo fanno del suo gruppo un quasi monopolista del Ponente, ma consentono alla Liguria di essere la regione italiana con il maggior numero di posti barca previsti dal Piano della costa: 22.237 secondo l’ultima ricerca Nomisma, 23.350 per la Regione Liguria. Ma oltre il numero è sorprendente vedere gli incrementi percentuali. La società di studi economici Nomisma li fissa in 42,3 per cento nell’arco dei sette anni compresi tra il 1998 e il 2005. Ma la tabella ufficiale del Piano della costa varato nel 2000 registra un’impennata del 61 per cento.
Secondo Nomisma solo la Sardegna ha fatto segnare uno sviluppo maggiore (114 per cento), ma oltre ad avere in assoluto un numero di posti barca inferiore, l’isola ha un perimetro costiero di 1848 chilometri, ossia cinque volte quello ligure. E poi non va dimenticato che, mentre sul litorale amministrato da Renato Soru esiste una legge che vieta costruzioni entro i due chilometri dalla costa, in Liguria la stragrande maggioranza delle iniziative nautiche si accompagna a sostanziose volumetrie a ridosso delle banchine.
Beatrice Parodi ha praticamente vinto tutte le sue battaglie. Anche quelle che sembravano perse, come la lunghissima vertenza giudiziaria per l’hotel Portosole a Sanremo, lungo la promenade, al centro della città e dell’omonimo porticciolo. Il processo la vedeva accusata di una serie di abuti edilizi assieme al defunto marito, due professionisti e un imprenditore. La vicenda dell’albergo di lusso costruito praticamente sull’acqua, si trascinava da quasi un decennio. Per gli ambientalisti era uno degli “ecomostri” italiani, Nel 2002 scattò il sequestro, ma quando nel marzo 2005 arrivò la sentenza, era già scritto che grazie a uno dei condoni del governo Berlusconi cui la proprietà dell’hotel aveva fatto largamente ricorso, i reati sarebbero affondati. E infatti: tutti assolti. Seppur con la cosiddetta formula dubitativa. Ma vuol dir poco. Per il Gruppo Parodi l’ultimo ostacolo è un mazzetto di richieste di condono ancora da definire e conciliare con il piano regolatore. E poi via, un bacio alla betoniera e l’ecomostro si trasformerà in uno sfavillante principe dell’hotellerie.
Per Beatrice è il successo decisivo. Quello che spiana le ultime riserve di chi la considerava la figlia del palazzinaro. Eccoci, la nostra eroina è vicina alla consacrazione, anche se il romanzo d’appendice riserva sempre qualche ulteriore colpo di scena. E’ il 27 febbraio quando viene nominata presidente della Camera di Commercio di Imperia. La spiacevole circostanza che il padre, solo un mese prima, sia stato condannato nel processo per le tangenti al sindaco Parrini non crea nessun imbarazzo né a lei né agli esponenti del mondo economico che ‘hanno eletta. E poi, visto che la Francia è a due passi e, come si dice, tout se tient, la Parodi subentra, al vertice dell’ente camerale a Giuseppe Bianchi, che non solo è un costruttore come lei, ma è finito in carcere perché indagato per corruzione in un filone d’inchiesta nato dalla stessa indagine su Ospedaletti che ha messo nei guai Parodi senior.
Suggestioni, niente di più. E, infatti, per festeggiare in un convegno i primi cento giorni del neopresidente e spazzare via qualunque maldicenza, ecco arrivare i più appassionati sostenitori della Signora dei Porticcioli. I due Claudio: Burlando e Scajola. Ma il fato non le concede tregua. A un anno esatto dalla consacrazione, il Tar (Tribunale amministrativo regionale) annulla la sua nomina bocciando le tesi aoatenute da Claudio Burlando e accogliendo quelle dei ricorrenti, ovvero i commercianti di Ascom e Confesercenti. I giudici definiscono come “erronei” i criteri con i quali Camera di Commercio e Regione avevano di fatto ridotto i seggi a disposizione dei commercianti, consentendo in tal modo alle altre associazioni di convogliare i propri voti sulla Parodi. Procedura che in passato aveva sempre garantito la poltrona di presidente a un rappresentande degli imprenditori, fatto assai raro in tutta Italia e ancor più in una provincia che le sue industrie le sta chiudendo. Edilizia a parte. E’ solo una battaglia persa in una guerra che si annuncia combattuta, ma per i due Claudio è uno smacco”.

Tutto il resto su Il partito del cemento di Marco Preve e Ferruccio Sansa – Chiarelettere -

Scritto da Angelo Amoretti

10 luglio, 2008 alle 17:10