Sbatti il mostro in prima pagina

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In principio non ho voluto esprimere opinioni sulla vicenda del meccanico di Imperia arrestato con l’accusa di “induzione alla pornografia ai danni di minorenni” e denunciato anche per pedopornografia.
Naturalmente sui media locali sono subito apparsi il nome e il cognome dell’arrestato, l’età, la professione e tutto il resto. Mancava il codice fiscale e il numero di cellulare.

Detto che non ho la minima intenzione di difendere il tipo che naturalmente normale non è e che ha bisogno di farsi dare una bella controllatina da qualche psicologo, a questo punto, dopo aver letto meglio della vicenda, ho voglia di esprimere la mia opinione.
Intanto c’è da dire che la foto del pervertito sul sito di un quotidiano è stata rimossa, su sollecitazione di un commentatore, ma sulla carta è rimasta.
Poi ci sarebbe da aggiungere dell’altro.
Per esempio: le ragazzine erano sì minorenni, ma erano consenzienti e su di loro, almeno fino ad oggi, non sono stati trovati segni di violenza.
Mi si potrebbe venire a parlare di violenza psicologica, ma a quanto pare non c’è stata neppure quella.
Il tipo, infatti, adescava le ragazzine via internet e in cambio di ricariche da dieci euro per i telefonini, insieme a loro, in luoghi appartati e vestito in intimo femminile, si faceva frustare e colpire a calci al basso ventre, senza nemmeno toccarle.
Le ragazzine, a quanto si legge, avevano iniziato “per gioco” e gli incontri sarebbero stati tre, in luoghi diversi di Sanremo.
Leggendo i giornali si deduce che il deviato non costringeva le ragazzine a fare quei “giochi” e che loro non solo non si erano rifiutate, ma avevano ripetuto l’esperienza.
Dunque c’è qualcosa che non quadra. Ripeto e lo sottolineo: quel tizio non è normale, ma la storia meriterebbe di essere valutata meglio e a mio parere, prima di sbattere il mostro in prima pagina, bisognerebbe riflettere un po’ di più.
Ma siamo sempre alle solite: dipende da chi sei e cosa fai nella vita. Qualcun altro farà sicuramente di peggio, ma di lui non si vedono né foto né nomi, sui giornali.
Il problema, grave, è che quelle ragazze sono minorenni. Ma anche questa storia della minore età con i tempi che corrono, regge fino a un certo punto perché diciamocelo chiaramente: ci sono ragazzine (e non mi riferisco a quelle adescate dal tizio. beninteso) che la sanno lunga sulla sodomia, sul masochismo e quant’altro.
Tant’è vero che gli inquirenti, pur non volendo sostituirsi a psicologi e sociologi, dalle pagine di un quotidiano locale, dichiarano: “Il nostro compito non è certamente questo. Ma abbiamo rilevato che il fenomeno è in costante crescita. Un fenomeno grave che deve far riflettere i ragazzini coinvolti in questa triste storia e soprattutto i loro genitori che dovrebbero fare più attenzione sulle frequentazioni dei loro figli.
Come padre posso dire due cose: se mio figlio fosse il tipo arrestato, mi preoccuperei di farlo seguire da qualche esperto per cercare di fargli rimettere tutte le rotelle a posto. Max Mosley ha fatto qualcosa del genere, ma l’ha fatto con persone maggiorenni, in luoghi privati, e non l’hanno arrestato: anzi, ha detto che gli piace fare certe cose e della sua vita privata ne fa ciò che vuole. Ha fatto una figura barbina, ma continua tranquillamente la sua vita, da cittadino milionario.
Per contro, se fossi il padre di una di quelle ragazzine, lì per lì, al tipo,avrei voglia di mettergliele io le rotelle a posto, ma mi chiederei anche dov’è che ho sbagliato come padre e la vergogna e qualche senso di colpa mi prenderebbe in entrambi i casi.

Scritto da Angelo Amoretti

14 luglio, 2008 alle 11:34