I fannulloni del consiglio comunale

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In una recente inchiesta pubblicata su La Riviera in edicola questa settimana a proposito degli assenteisti in consiglio comunale, viene evidenziato che Annamaria Giuganino (Gruppo Misto, candidatasi nel 2004 con grande coraggio a sindaco alle elezioni con l’appoggio del centrosinistra) su 12 sedute è stata presente solo 4 volte e dichiara:

“Appena ho assunto l’incarico di Provveditore agli studi ho subito avvisato i gruppi che mi avevano sostenuta in campagna elettorale, il Sindaco Sappa e il presidente del consiglio Emilio Varaldo, delle mie possibili assenze ripetute. L’incarico da provveditore mi porta via molto tempo, come del resto la direzione scolastica regionale. Sono spesso assente da Imperia. Le mie giornate lavorative durano 12 ore e quindi non riesco ad essere presente in consiglio. Non mi sono dimessa perché mi sembrava corretto portare a termine il mandato affidatomi dai cittadini”.

Basterebbe già questo ridondante discorso a far passare la voglia di commentare, ma è più forte di me e qualcosa mi tocca scrivere.

Anna Maria Giuganino al momento della nomina a Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – ora i Provveditori si chiamano così – era Preside dell’istituto scolastico Ruffini e ancora prima del bullismo era balzata all’onore delle cronache per quella storia di bermuda e canottiere in classe.
Subito dopo la nomina, avvenuta alla fine del 2006 da parte dell’allora Ministro Giuseppe Fioroni, aveva dichiarato al Secolo XIX:

“Non sapevo nulla di questa promozione e la notizia mi ha colto di sorpresa, anzi, direi che mi ha folgorato. Anche se, lo confesso, mi ha fatto un enorme piacere [...] C’è bisogno che l’Ufficio provinciale faccia da cemento amministrativo tra le scuole e spero tanto di poter lavorare al meglio delle mie possibilità.”

Credo che i cittadini, affidando il mandato alla signora, avessero in mente di mandarla in Comune e non in Provveditorato. Adesso penso che potrebbero anche voler mandarla altrove.
Dunque i casi sono due.
O nelle file del PD non c’è nessuno in grado di sostituirla o all’opposizione va bene così: essere uno in più o uno in meno, il risultato cambia di poco.
Ma con i tempi che corrono credo che sarebbe stato opportuno – e questo è il mio parere – che al momento della sua comunicazione al Sindaco, al Presidente del consiglio comunale e ai gruppi che l’hanno sostenuta in campagna elettorale, avrebbe dovuto aggiungere una semplice frase che l’avrebbe meglio distinta: “…onde per cui Vi prego di accettare le mie dimissioni da consigliere comunale“.
Non l’ha fatto ed è un vero peccato: ha perso una irripetibile occasione per fare un figurone.
Altro discorso merita Antonio Gagliano, della Lega: un altro con la maglia nera delle presenze, le stesse della Giuganino.
Ma in questo caso il discorso è diverso: Gagliano è stato lontano dal consiglio comunale per motivi strettamente personali. In due anni ha perso cognato e nipote e ha dovuto girare spesso per ospedali. Infatti si è lievemente stufato delle critiche che gli vengono da destra e da sinistra e per usare una parola che ultimamente pare vada di moda, il suo comportamento è stato “strumentalizzato” al punto che – e qui vengono fuori i motivi più prettamente politici – Gagliano, dalle colonne dello stesso settimanale paventa la possibilità di “rivalutare“* l’alleanza con Forza Italia e An e decidere di presentarsi alle prossime elezioni con un “super candidato sindaco” di cui peraltro finora si sa ben poco, anche se voci non confermate parlano di un personaggio molto noto su tutto il territorio nazionale.

*Forse rivalutare in questo caso non è il verbo adatto, immagino che Gagliano volesse intendere “ri-valutare” o più semplicemente “rivedere” sennò il discorso non reggerebbe. Probabilmente si tratta di un refuso.