la Talpa e l’Orologio: sfratto posticipato

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L’annunciato sfratto de la Talpa e l’Orologio di stamattina non è avvenuto per mancanza di forze dell’ordine, tutte impegnate per via delle Vele d’Epoca. Il fatto è che c’era un “presidio pacifico” (riprendo le parole scritte dai media online) e forse l’ufficiale giudiziario aveva dimenticato di chiedere in prestito a qualcuno un elmetto perché magari i ragazzi del centro sociale avevano nascosto i kalashnikov.
Ora, obiettivamente, se la faccenda non fosse tragica, ci sarebbe da rotolarsi dalle risate.

Ma la notizia è positiva: tutto è rimandato al 28 ottobre.
Si tenterà direttamente con i carrarmati.
Ciò che mi meraviglia è che nessuno di quelli che hanno il dito sul tasto F5 della tastiera non abbiano battuto ciglio leggendo le parole di Don Andrea Gallo, pronunciate lo scorso 4 settembre, giusto durante la conferenza stampa, il giorno dopo la performance di Rivera. Parole riportate solo da Riviera24 e da me riprese sul tumblr:

“Lancio questo messaggio in una città che conosco molto bene, dove c’è una massoneria che pensa ai propri interessi, ma dove il nostro interesse propritario è quello di dare spazio ai giovani che vogliono partecipare al futuro della città. Io sono qui per dare il mio modesto contributo, chiedendo a tutti: a partire dal vescovo, per proseguire con il sindaco, i politici, gli industriali e chiunque, di rispettare le istanze giovanili e non sfrattare questi giovani, perché togliere questo centro sociale, significherebbe togliere una parte vitale della città.”

Mi si dirà che un massone non si prende certo la briga di rispondere perché chi glielo fa fare di uscire allo scoperto? A lui piace esserlo senza che altri lo sappiano, al di fuori della loggia. E poi, per carità, mica tutte le logge sono come la P2 e tanti massoni, come Berlusconi, per fare un esempio, si sono iscritti per sport.
Ma apprendo da casa della legalità.org che da ieri c’è una novità in edicola: un mensile che si chiama “La Voce delle Voci“. La rivista ha un fascicolo allegato dal titolo “Massoni d’Italia”. E’ il primo di tre, in cui sono elencati i nomi dei 26.410 italiani iscritti alle logge massoniche, città per città.
In questo numero ci sono i fratelli di: Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Bari, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Crotone, Cuneo, Enna, Faenza, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì, Frosinone, Genova, Gorizia e Grosseto.
Magari richiedetelo e prenotatelo al vostro edicolante ché son cose che spariscono in fretta.