Presentato a Sanremo “Il partito del cemento”

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Ieri pomeriggio a Sanremo, presso la gremita sala della Federazione Operaia, c’è stata la presentazione del libro di Ferruccio Sansa e Marco Preve “Il partito del cemento”.
Sono intervenuti Franco Bonello, consigliere regionale, Bruno Barbaro, consigliere comunale di Sanremo e Daniela Cassini, assessore alla trasparenza del comune di Sanremo. Ho avuto il piacere di conoscere anche due bloggers ponentini Giorgio e Marco, presenti in sala.
L’incontro con gli autori, moderato da Claudio Porchia è stato assai interessante: Preve e Sansa sono molto disponibili al dialogo e alla fine della presentazione è venuto fuori un mini dibattito dal quale è scaturito, tra l’altro, che da cementificare, nel nostro Ponente, c’è rimasto più ben poco.
A tal proposito, su Liberazione di ieri, c’era un articolo di Pasquale Indulgenza che riguarda giusto i porti e i porticcioli di questo angolo di Liguria e che riporto:

Porti e porticcioli in provincia di Imperia
Per un moderno turismo ecosostenibile ed una equilibrata crescita economica
Oneglia, i resti delle Ferriere

“Liberazione” di domenica 14 settembre propone un articolo firmato dalla redazione di Altreconomia sui porti e i porticcioli turistici che stanno invadendo la Liguria, con particolare riferimento a quanto si va determinando nel territorio della provincia di Imperia. Effettivamente, il processo in questione investe l’intera costa dell’Estremo Ponente, i cui pochi chilometri saranno occupati e deturpati da ben sette approdi, che si aggiungeranno a quelli preesistenti di Portosole (Sanremo), Porto Maurizio (Imperia) e Marina degli Aregai (S. Stefano al Mare).
Nell’articolo si pone in evidenza, innanzitutto, la vicenda del progetto del nuovo porto di Ventimiglia, presentato nel 2006 dal Gruppo Cozzi-Parodi, di enorme impatto ambientale e sociale, intensamente contrastato dal locale comitato “Un altro porto è possibile”, oggi tornato in discussione a seguito delle prescrizioni regionali, nei confronti del quale il suddetto comitato si accinge a presentare nuove e ulteriori osservazioni. Il Gruppo imprenditoriale in questione è legato e opera insieme al Gruppo Acquamarcia, condotto da Francesco Battista Caltagirone, che sta realizzando il nuovo porto di Imperia, dalle dimensioni gigantesche, il cui progetto esecutivo ha appena beneficiato di una variante urbanistica che ne agevola ulteriormente le possibilità edificatorie relative a residenze, spazi commerciali e parcheggi.
Il locale Gruppo Cozzi-Parodi, per parte sua, ha ottenuto di costruire il porto turistico di Civitavecchia.
Un’opera colossale – quella nel capoluogo imperiese – che realizzerà la bellezza di 1400 posti barca, facendone uno dei porti turistici più grandi del Mediterraneo, comprensivo di appartamenti di lusso e negozi esclusivi, yacht club, hotel du charme, box e posti auto: tutto saldamente in mano ad una società, la “Porto di Imperia spa”, a maggioranza privata, con Caltagirone, già costruttore, in posizione dominante. Società cui è stato anche consentito di acquisire l’agibilità delle aree del porto commerciale e peschereccio di Oneglia, ormai occupato permanentemente da yachts. Il megacantiere del nuovo porto sta già producendo i suoi effetti, diretti e indotti: lo stravolgimento complessivo che sta subendo l’intero litorale cittadino per effetto di una formidabile cementificazione e di una intensificazione senza eguali dell’edificazione privata, che ha raggiunto, livelli altissimi. Edificazione consentita a tutto spiano dall’Amministrazione comunale, sulla costa e in collina, tirando al limite e spesso interpretando in modo discutibilissimo le maglie del Prg, al punto che, regolarmente, gli organi di controllo della Provincia intervengono per confutare, correggere e limitare ciò che il comune permette in prima battuta. Accanto al megaporto in costruzione si pone il progetto Colussi – proprietario del locale pastificio Agnesi, ultima grande fabbrica rimasta – riguardante la mega edificazione nell’area delle ex Ferriere, (120 mila metri cubi di cemento ancora per residenze, uffici e negozi), a dare il segno della drammatica trasformazione che sta subendo l’intero water front per effetto della realizzazione dei progetti approvati in serie dall’amministrazione di destra. E già se ne prepara un altro, appena più all’interno del centro di Oneglia, nella vastissima area ex Italcementi, acquisita da Fiorani (che – riferiscono le cronache – l’aveva sorvolata in elicottero con Scajola e l’assessore all’Urbanistica per illustrare il suo progetto), poi sequestrata a seguito delle note vicende giudiziarie, che ora risulta passata al gruppo “Geo” dei fratelli Nucera, al centro di accese polemiche relative a controverse iniziative immobiliari intraprese nel savonese.
La gravità della cementificazione di Imperia e del suo ipertrofico sviluppo edilizio, sotto gli occhi di tutti, è denunciata nel libro inchiesta “Il partito del cemento”, di Marco Preve e Ferruccio Sansa, uscito recentemente, che, documentando e denunciando la “rapallizzazione” dell’intero territorio ligure, dedica pagine incisive al “caso Imperia”, alla distruzione progressiva della sua costa e delle sue spiagge, alle cubature delle costruzioni che stanno congestionando il litorale, alle seconde case e ai posti barca che stanno gonfiando la rendita. La battaglia per combattere in loco la formidabile spinta dei “poteri forti” ad uno sviluppo squilibrato, speculativo e iniquo del territorio è difficilissima: condotta in condizioni ambientali pesantemente condizionate da un quadro politico/amministrativo dominato, con modalità feudali, dalla Forza Italia del ministro Scajola. La battaglia contro la cementificazione in atto va portata in profondità e va intrecciata con la denuncia del processo di progressiva appropriazione privatistica delle aree demaniali, che è ciò che, in larghissima misura, sta permettendo di promuovere e realizzare progetti enormemente impattanti lungo l’intero fronte mare. Ci si deve battere, nel contempo, sia contro l’eccessivo consumo di suolo e la mostruosa edificazione, sia contro la sottomissione delle aree pubbliche ad interessi prevalentemente privati.
In questa stessa ottica, abbiamo sempre denunciato il carattere ideologico del modello turistico voluto dai “poteri forti” e dal ceto politico dominante – nuovamente esaltato, qualche giorno fa, in occasione del Raduno delle Vele D’epoca e della concomitante assemblea annuale della locale Confindustria -, che vogliono far credere che la soluzione alla crisi del territorio verrà dalla completa riconversione in senso turistico delle attività produttive e delle risorse territoriali, quando sanno che non è affatto così e che il disegno della “vetrina turistica” corrisponde prevalentemente agli interessi di chi trae profitto dai valori della rendita fondiaria e immobiliare e dalle relative speculazioni. Alla “turisticizzazione” integrale sostenuta dalla Destra va dunque contrapposto un modello di sviluppo che sposi un moderno turismo eco/sostenibile con l’adeguata valorizzazione degli altri settori economici e produttivi che altri vogliono affossare e liquidare come residuali e non adatti, in una ricerca di integrazione lungimirante che costituisca il prerequisito per una equilibrata crescita socio/economica che salvaguardi il territorio e possa produrre davvero nei decenni a venire ricchezza a beneficio di tutti.
Pasquale Indulgenza

E’ stato presentato anche il mini libro del disegnatore Tiziano Riverso dal titolo “Betoniere roventi – Una colata vi seppellirà”. Ispirato al volume di Preve e Sansa, il libretto contiene quindici tavole con caricature di personaggi assai noti.