La Giustizia a Imperia

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In questi giorni mi ha colpito anche la cronaca giudiziaria di casa nostra, che per quanto riguarda i tempi dei processi, credo rispecchi più o meno l’andazzo nazionale.
Ormai quando i processi avvengono, a meno che non si tratti di delitti cruenti, non ci si ricorda più del fatto in sé.
Ovviamente premetto che non c’entra nulla il “funzionamento” del Tribunale di Imperia: per carità, se le cose vanno così sarà per cause che vengono da più lontano, ma prendiamo per esempio l’evasione di ferragosto dal carcere di Imperia di due anni fa. Chi se la ricorda più?
Eppure oggi sono stati sentiti gli accusati di aver agevolato la fuga avvenuta durante il ferragosto del 2006.
E se ne riparlerà il prossimo 5 marzo 2009.
I vigili che avevano malmenato un automobilista sono stati assolti: il fatto successe nel giugno 2002, la sentenza è di oggi. Sei anni per una sentenza riguardante una colluttazione tra due vigili e un automobilista.
Mi metto anche nei panni di chi la sta aspettando, questa benedetta sentenza: sei anni a chiedermi cosa deciderà il Tribunale per una cavolata del genere.
L’ultimo esempio, quello riguardante il processo per l’area di Pieve di Teco dove, secondo l’accusa, il patron dell’Olio San Lorenzo Massimo Vezza, l’architetto Paolo Verda e il costruttore Giovanni Carlo Borsa sono accusati di aver costruito un muro quattro anni fa.
Se ne riparlerà il prossimo 29 gennaio 2009. Per un muro: manco fosse quello di Berlino.
Non si potrebbero velocizzare un po’ questi benedetti processi? Sarebbe carino per tutti: se uno non viene ritenuto colpevole può andarsene in giro a testa alta in fretta (mi direte: “Ci va lo stesso” e va bene, questo è un altro discorso), se viceversa viene condannato, paga o sconta la sua condanna e tutto finisce lì.