I politici e la protesta nelle scuole

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In merito alla simpatica discussione sul cosiddetto disegno di legge Gelmini venutasi a creare in questi giorni sui giornali e in rete, tra l’Assessore Giuseppe Fossati (AN) da una parte e Carla Nattero (SD) e Pasquale Indulgenza (PRC) dall’altra, mi permetto solo di far notare che gli studenti avevano occupato le scuole già in occasione della riforma Berlinguer prima e Moratti dopo, per non andare troppo lontano, e che nessuno aveva battuto ciglio.
Capisco che si stia andando verso una deriva repressiva e mi domando, tra l’altro, come mai nessuno abbia ancora detto una parola sulle clamorose dichiarazioni del senatore Francesco Cossiga, (lui i docenti li picchierebbe, per esempio), ma forse si sta ingigantendo troppo una cosa che fino a pochi anni fa era considerata normale e tollerata senza problemi.
Anche questa storia della “strumentalizzazione” comincia a diventare piuttosto ripetitiva e penso che gli studenti sappiano benissimo cosa stanno facendo: metterlo in dubbio significa sottovalutare la loro intelligenza.
Non penso che l’Assessore, essendo un estimatore di Giorgio Almirante, abbia avuto nostalgie di “destra memoria”, piuttosto avrà voluto rimarcare, come in fondo stanno facendo un po’ tutti, le parole di Berlusconi.
Solo che lui, dopo ventiquattro ore, le ha smentite.
E per finire: se i fatti non si vogliono “strumentalizzare”, non sarebbe coerente, da parte dei politici, stare un po’ in disparte?