Pasta Agnesi: al dente o scotta?

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Per cuocere la pasta Agnesi ci vogliono dai dieci ai dodici minuti: dipende dal tipo e se la si vuole ben cotta o al dente.
Per cuocere l’Agnesi ci vogliono ancora circa cinque anni, dopodiché il veliero che sta in via Schiva, proprio sull’entrata dello stabilimento, prenderà la via del mare per andare su altri lidi. Oltretutto non dovrà neppure chiedere il permesso a nessuno, visto che lì davanti Angelo Colussi avrà libero accesso.
Bruno Santini, consigliere comunale di AN che non parla mai, ma quando parla dice quello che pensa (se non ricordo male, all’epoca aveva votato contro la proposta di vendere Villa Carpeneto), l’altra sera in consiglio comunale quando si discuteva della Porta del Mare, ha detto, “a titolo personale”: “Quando il gruppo Colussi avrà completato l’opera, l’Agnesi se ne andrà da Imperia“.
Naturalmente credo che come me e tanti altri cittadini, Santini si auguri che ciò non accada, ma la sua dichiarazione ha fatto tremare le gambe soprattutto a quelli che all’Agnesi ci lavorano. E alle loro famiglie.
Non credo che lo stesso sia avvenuto per alcuni consiglieri, ma è una sensazione del tutto personale. Un po’ come quando la Sairo ha chiuso: penso che in molti abbiano stappato bottiglie di spumante. Dove non poté la politica ci pensò la finanza a dare una mano a chi voleva via da lì lo storico stabilimento. E nessuno mosse un dito per salvarla, neppure le banche nostrane, guarda caso.
Per l’Agnesi sembrerebbe più facile e non mi mette certo il cuore in pace ciò che afferma su La Stampa del 23 novembre 2008, Angelo Colussi, il patron: “Il fatto stesso di aver realizzato il progetto delle ex Ferriere significa che il mio gruppo ha intenzione di radicarsi sempre più nella città. Per noi, inoltre, Imperia è un punto di massima importanza. È da qui che agisce il gruppo di dirigenti che decide e coordina la politica economica con il mercato europeo. Mi pare un’ottima garanzia” perché a spostare un gruppo di dirigenti a decidere altrove non ci vuole né uno, né due: meno che a cuocere un piatto di spaghetti.
Per approfondire un po’: [1] -[2] – [3]

Scritto da Angelo Amoretti

25 novembre, 2008 alle 16:29