Alzare i toni della campagna elettorale

56 commenti al post

Detto che mi dispiace di aver appreso che alcuni manifesti del candidato a Sindaco Paolo Strescino sono stati imbrattati da vandali, mi meraviglio che per una cosa così si sia già gridato al lupo. E badate bene: direi lo stesso se la disavventura fosse capitata a Paolo Verda.
Ma in campagna elettorale bisogna mettere in conto anche questo. Anni fa appena gli attacchini di un partito avevano finito il loro lavoro, arrivavano quelli della fazione opposta a staccarli. Qualche volta si è arrivati anche alle mani. Parlo di vent’anni fa. Nel frattempo le cose si sono evolute, le campagne elettorali si fanno nei salotti televisivi o nei comizi teatrali preconfezionati, dove magari se per disgrazia qualcuno del pubblico ha la possibilità di fare una domanda al candidato, l’ha concordata in precedenza.
Strescino dice anche, senza far riferimenti diretti, che negli ultimi consigli comunali i consiglieri dell’opposizione hanno cominciato ad alzare i toni. E questo gli dispiace.
Ma è la campagna elettorale, vogliamo già i tarallucci e il vino ancora prima che sia finita? Vogliamo metterci i guanti di seta e sciacquarci la bocca mille volte prima di parlare?
Lagorio, del PD, e la Badano, dei Verdi, si sono sentiti chiamati in causa e hanno giustificato i loro “toni” nella maniera più ovvia e giusta: niente di personale.
E’ così che deve essere in politica: anche dialettica. Se poi qualche imbecille (ma chiamatelo pure come volete) va a imbrattare i manifesti, non mi scalderei più del dovuto e la battuta più carina in proposito, secondo me, l’ha fatta proprio Paolo Verda “spero che sui miei non mi disegnino  i baffi perché non mi donano“.
La battuta potrebbe avere un doppio significato: sta meglio senza baffi e non è Stalin.
Ai candidati ormai si usa chiedere quale sarà il loro programma. Se negli anni a venire non sarà rispettato, chi se lo ricorderà più? I depliants elettorali che ci arriveranno a casa nelle prossime settimane saranno scritti in maniera tale che tra cinque anni ognuno potrà interpretarseli come vorrà.
Ai più basta sapere che uno appartiene a uno schieramento, identificabile con Franceschini e il PD, e l’altro in quello riconducibile a Berlusconi e al Pdl.
A me non basta.
Io per votare una persona che poi sarà il mio Sindaco, ho bisogno di sapere un pochino di più dal punto di vista politico, se non addirittura da quello personale.
Per esempio a Strescino chiederei come si pone nei confronti del fascismo e Mussolini, anche alla luce di quanto detto recentemente dal suo ex segretario Gianfranco Fini.
Gli chiederei se il prossimo 25 aprile andrà a commemorare i caduti della Resistenza – che lo scorso 24 marzo sono stati ringraziati dal Presidente della Camera – o quelli della R.S.I.
A Verda potrei chiederei come si pone davanti al comunismo, anche se francamente solo Berlusconi vede comunisti da tutte le parti, dal PD in là.
A entrambi chiederei se è vero che ai “granatini”, quei fabbricati fatiscenti sull’argine sinistro del torrente Caramagna nei pressi della foce, verranno costruiti dei palazzi anziché dei posteggi che libererebbero dalle auto quel gioiellino di Borgo Foce.
A Strescino chiederei una parola definitiva sulla discarica di Ponticelli, per esempio.
Insomma, ce ne sarebbero di domande interessanti da porre. E sicuramente gli elettori sarebbero soddisfatti.
Poi, finiti gli scrutini di voto, andiamo tutti a far merenda.

Scritto da Angelo Amoretti

2 aprile, 2009 alle 18:22