La ciliegina sulla torta

31 commenti al post

Il Secolo XIX
Sulla collina di Capo Berta spuntano trenta villette
Rifondazione: blitz dell’ultima ora. L’assessore: una pratica già avviata.

Oltre ventiquattromila metri cubi di cemento, ovvero una trentina di edifici di varie dimensioni da costruire sul versante imperiese di Capo Berta.
E’ la traduzione in parole semplici di un punto iscritto all’ordine del giorno del consiglio comunale di ieri sera che recita più o meno così: adeguamento del Piano territoriale di coordinamento paesistico e di una variante al piano regolatore generale relativi alla zona di completamento residenziale “BC15B” e “C9B”.
Un’ulteriore traduzione rivela che sigle e numeri si riferiscono a terreni su Capo Berta una zona di salvaguardia che dovrebbe rientrare tra quelle dove la Regione ha intenzione di ampliare le norme di vincolo.
«Una pratica, di gran lunga la più importante paragonabile a quella del porto turistico, dei dieci anni di amministrazione di centrodestra – ha detto Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione comunista – inserita all’ultimo momento all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale prima delle elezioni. Ed è grave che l’amministrazione chieda al consiglio di dare il proprio assenso all’approvazione tramite la procedura della conferenza dei servizi».
L’edificazione di uno degli angoli più suggestivi del promontorio onegliese è una delle pratiche urbanistiche con cui l’amministrazione comunale chiude il suo mandato.
«Andiamo a concludere una pratica Urbanistica che avevamo lasciato in sospeso con la Regione nel 2005 rendendo compatibile il Piano di coordinamento con il piano regolatore – ha affermato l’assessore all’Urbanistica Luca Lanteri – ed anzi abbiamo ridottogli indici di edificabilità e abbattuto la volumetria del 20-30 per cento».
Ma Indulgenza non si dà per vinto :
«E’ un fatto gravissimo – ha specificato – che la pratica, per la complessità e la delicatezza e per le implicazioni urbanistiche e ambientali che riveste venga inserita nell’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale prima delle elezioni e per di più venga chiesto al consiglio comunale di concedere la procedura agevolata ed accelerata della conferenza dei servizi».
Per l’amministrazione comunale però va bene così: «Noi vogliamo accelerare le pratiche non rallentarle!», ha sottolineato l’assessore Lanteri.
L’adeguamento del piano di coordinamento e la contestuale variante al Prg darebbero al soggetto attuatore (una società che dovrebbe inglobare altri soggetti dando vita ad unconsorzio) la possibilità di realizzare una trentina di costruzioni di piccole, medie e grandi dimensioni su una superficie di ottomila metri quadrati.
«Questa pratica viene portata in extremis in consiglio comunale perchè l’amministrazione uscente vuole mettere un’ipoteca, gettando le basi per una contrattazione favorevole con la Regione», ha aggiunto Indulgenza secondo il quale la Giunta aveva già dato il suo ok lo scorso 12 marzo e che pertanto avrebbe potuto approdare in consiglio molto prima di ieri. «Una pratica così complessa con dimensioni e aspetto peculiari così rilevanti meriterebbe un esame di mesi».
Anche perchè nell’area insistono la chiesetta e laTorre di Sant’Anna le antiche mulattiere della via del sale e nel piano territoriale di coordinamento paesistico vengono evidenziate “le rilevanti qualità ambientali del sito e i suggerimenti relativi ad azioni di salvaguardia già a livello territoriale. Il piano prescrive che i modesti incrementi edilizi, laddove ammessi dalla normativa del piano regolatore generale siano attestati su tracciati viari di innervamento già esistenti,che le modificazioni apportate da nuovi tracciati viari ( che dovranno essere tutti di modeste dimensioni) siano di impatto minimo sulla struttura territoriale esistente, che gli episodi di sostituzione edilizia o nuova costruzione siano coerenti con le tipologie di origine storica riscontrabili in zona”.
Nella stessa zona BC15B sarà realizzato anche un altro progetto approvato anche dai gruppi di minoranza alcuni mesi fa. Quello proposto da Beseliz, l’artista tedesco che ha ottenuto il permesso di trasformare una ampia serra nel suo atelier su progetto dell’architetto imperiese Roberto Saluzzo.
Anche in quel caso c’è stato il ricorso alla conferenza dei servizi: la pratica seguendo l’iter “normale” avrebbe dovuto fare un po’ di quella che si definisce “navetta” tra i vari enti interessati, con dispendio di tempi che sono di regola lunghi. Il nuovo studio dell’artista tedesco potrebbe diventare, la postazione “di lavoro” di elezione del maestro, che lavora tra Derneburg e, appunto, la nostra città.
Secondo i più accreditat icritici è stata proprio la luminosità della nostra terra, che con la richiesta di erigere un atelier Baselitz dimostra di voler in qualche modo privilegiare, a conferire alla sua opera una “luce” tutta nuova.

Loredana Grita – Il Secolo XIX – 9 aprile 2009

Il comunicato di Pasquale Indulgenza
Nell’ultimo Consiglio Comunale prima dello scioglimento, l’Amministrazione Sappa ha calato un vero e proprio asso.
Si tratta della pratica urbanistica più importante del’intera consiliatura, insieme a quella del nuovo Porto Turistico. Una doppia variante del Piano Territoriale del Coordinamento Paesistico e del Piano Regolatore Generale a scopo edilizio nel cuore di Capo Berta. La pratica è stata portata in discussione con una convocazione /in extremis /e con un ordine del giorno aggiuntivo, senza nemmeno essere passata in Circoscrizione.
Una vera e propria ipoteca sul Capo, uno di promontori più belli e di pregio dell’intera costa ligure, per valore ambientale, paesistico, storico e culturale. Nel cuore della collina, in ben tre aree a diversi livelli, si prevede di far nascere una sorta di cittadella nel verde, con fabbricati in posizione più o meno panoramica. La Giunta ha ottenuto l’assenso alla procedura agevolata della Conferenza dei Servizi, cosa che priverà il Consiglio Comunale di esercitare il suo ruolo di vaglio puntuale e di controllo amministrativo e al CTU della Provincia di intervenire. Una scelta non giustificata, in tutta evidenza, da nessun requisito di urgenza. Si prevede la costruzione di una trentina di edifici – per quasi 25.000 metri cubi, su una superficie di 8.000 mq – che potranno poi essere anche più numerose, per il fatto che le tipologie edilizie prese in considerazione consentono diverse soluzioni. In definitiva, si potranno realizzare centinaia e centinaia di appartamenti. L’Amministrazione Sappa ha sostenuto che l’adeguamento concepito risponde all’esigenza di intervenire virtuosamente con un piano norma e un adeguato studio organico d’insieme sul territorio in argomento, allo scopo di armonizzare lo strumento urbanistico generale e il piano regionale di coordinamento paesistico. Ma la verità è che in ben 10 anni, sulle altre zone in cui si sarebbe dovuto intervenire organicamente e con una visione d’insieme (Bardellini, Barcheto, Calvario, ecc.), non lo sì è fatto, privilegiando invece ‘riqualificazioni’ che in realtà hanno consentito di edificare tumultuosamente, forzando al massimo il PRG.
*Se vi fosse stata altra volontà politica, in questi lunghi anni, si sarebbe potuto immaginare e progettare per Capo Berta una valorizzazione autentica, che riprendesse e recuperasse, a beneficio della collettività e di un turismo sostenibile e di qualità, i motivi del grande pregio dei luoghi e del contesto, che naturalemnte hanno risentito dell’incuria e del relativo abbandono: i boschi, i sentieri, le mulattiere, le tracce delle antiche vie del sale, i corsi d’acqua, la chiesetta di S. Anna, la Torre, la vista sulla splendida baia, consentendo selettivamente modesti interventi di mantenimento o di nuova edificazione, ma salvaguardamdo la ricchezza di beni comuni offerti dall’ambiente e dal territorio.*

E’ del tutto logico pensare, invece, che questa operazione sia stata deliberata stante la preoccupazione che la prossima variante di aggiornamento del piano regionale di coordinamento paesistico, configurata sin dal febbraio scorso, possa introdurre una più salda salvaguardia delle aree costiere di pregio. Una delle contropartite che vengono inserite nella progettazione approvata, è la trasformazione in strada pubblica della via che collega le aree dove insistono i vari lotti, di cui si denuncia la precarietà e la pericolosità; vero, ma occorre chiedersi come sia stato possibile che per così lungo tempo si sia lasciato aggravare detta situazione, non essendo stati assicurati interventi essenziali di manutenzione da parte dei soggetti privati, e principalmente dagli stessi che oggi si consorziano per realizzare l’impresa che si vuole attuare, di rlilevantissimo peso economico/finanziario.C’è da ritenere, peraltro, che essa rimarrà sostanzialmente funzionale alle esigenze dei residenti, di quelli attuali e di quelli che verranno. Ci prepariamo ora a muovere adeguate osservazioni al progetto, che chiediamo anche ai cittadini di presentare, e ci attendiamo che la Regione Liguria sappia dire no ad un pesantissimo tentativo di manomissione degli equilibri naturali e ambientali di una delle ultime zone che fino ad oggi si erano salvate dall’incalzare della frenesia edificatoria e dalle speculazioni immobiliari sulla rendita fondiaria.

Pasquale Indulgenza – Consigliere comunale – Rifondazione Comunista – 9 aprile 2009

Il comunicato di Carla Nattero
L’ultimo Consiglio Comunale della legislatura ha presentato una coda avvelenata.
Dopo anni di rimandi e incertezze perché il Piano Paesistico, più vincolante e conservativo, non permetteva di edificare quanto previsto nel PRG, Luca Lanteri ha presentato una doppia variante del Piano Regolatore e del Piano Paesistico che permette una edificazione di 25.000 mc (da aggiungersi ai 19.000 esistenti) in una delle zone più delicate e di pregio della nostra città, sul promontorio di Capo Berta.
In una zona di grande importanza ambientale, ma anche rischiosa dal punto di vista idrogeologico, sorgeranno 28 tra ville e palazzine, con almeno un centinaio di appartamenti. Si tratta di un vero e proprio sfregio ambientale, di un ecomostro disseminato sul territorio. E le misure di programmazione urbanistica adottate -che determinano un’unica progettazione per l’intero territorio interessato- sono del tutto secondarie rispetto all’offesa fatta a uno dei pochi polmoni verdi, ricco di rara vegetazione mediterranea, rimasto sulle nostre colline.
Una delibera di tale importanza meritava la riflessione del nuovo Consiglio nel pieno dei poteri, invece è stata affidata al vecchio ormai in disarmo, in quanto si temeva che in futuro non sarebbe stato più possibile proporre una variante del Piano Paesistico perché la Regione sta lavorando, come più volte preannunciato, a una variante generale del Piano Paesistico stesso in senso maggiormente restrittivo. In più, sempre per accelerare i tempi e diminuire i controlli del Consiglio e degli organismi tecnici, Lanteri ha scelto di non seguire l’iter tradizionale ma di affidarsi alla Conferenza dei Servizi per approvare definitivamente il progetto.
A mio giudizio e l’ho fatto presente in Consiglio, a nome di tutti i consiglieri di minoranza, la delibera presenta anche una illegittimità procedurale: non è stata preventivamente sottoposta all’esame della competente circoscrizione (la quinta). Il Regolamento delle circoscrizioni infatti richiede che le convenzioni urbanistiche siano esaminati dagli organi di decentramento. E in questo caso la convenzione urbanistica costituisce appunto una parte fondamentale della variante. E perciò la pratica prima di venire in Consiglio doveva essere vagliata dalla quinta Circoscrizione.
Le nette obiezioni sia procedurali che di merito saranno materia delle osservazioni che io, sicuramente insieme ad altri consiglieri di opposizione, presenterò all’esame della Conferenza dei Servizi.
Mi auguro anche che la Regione, la quale ha dato il via libera alla procedura della doppia variante con il dichiarato scopo di “ tutela dei valori paesaggistici presenti nelle aree più delicate [della Liguria] “ si renda conto che il piano urbanistico approvato ieri sera non risponde per nulla a questa preoccupazione e, anzi, raggiunge l’effetto opposto rispetto a quello auspicato. E perciò si adoperi per respingere in sede di Conferenza dei Servizi lo schema urbanistico presentato dal Comune di Imperia.

Carla Nattero – consigliere comunale  – Sinistra Democratica- 9 aprile 2009