Il nuovo consiglio comunale di Imperia

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La mia candidata preferita, pur avendo triplicato i voti (dai circa 50 dell’altra volta è passata ai 150 di ieri),  non è stata eletta in consiglio comunale.
Nonostante un’appassionata campagna elettorale che l’ha vista al centro di insignificanti polemiche, nonostante a momenti posteggiasse il suo Suv anche davanti al seggio elettorale, è arrivata ventinovesima e purtroppo per lei, ma anche per me, in consiglio entreranno “solo” venti candidati del Pdl.
Peccato: la sua presenza avrebbe dato un tocco di finezza in più.
Anche l’ex caterinetta Franca Rambaldi, prima dell’Udc e ora del Pdl, rimarrà fuori dalla porta. Spero che le trovino una sistemazione in provincia, alle prossime elezioni. Una presenza femminile come la sua non può che fare del bene.
Tra coloro che non vedremo più nei banchi dei consiglieri c’è anche Antonio Di Marco. Ero convinto, e glielo avevo detto, che il suo slogan: “Scegli usato sicuro: 5 anni di garanzia” sarebbe stato vincente. Mi sono sbagliato e il buon Di Marco non sarà della partita.
C’è una new entry che mi ha sorpreso: quella di Emilio Broccoletti, colui che sul santino aveva scritto: “Un tuo voto mi premetterà di far parte di quel consiglio comunale e Giunta che deciderà anche il futuro della società Eco Imperia”. Gli elettori lo hanno ascoltato, adesso vedremo cosa deciderà sulla Eco Imperia.
Gian Luca Lanteri, figlio del famoso e simpatico Sergio, non ce l’ha fatta e purtroppo si spezza una catena che sembrava solida.
Così come non ce l’ha fatta la giovane Valeria Rainisio: anche in questo caso idem come sopra: si è piazzata  alle spalle del sorprendente Gianni Rollero.
Dai banchi di fronte non vedremo più Gabriella Badano e sono rammaricato perché va bene il rinnovamento, ma l’esperienza a volte serve, soprattutto quando l’opposizione è ridotta male.
Ma a proposito di rinnovamento, voglio qui fare i complimenti a Giorgio Montanari, anni 27, eletto per la prima volta al consiglio comunale forse grazie anche alla rete e a come la sa usare.
Benedetto Adolfo ha cambiato maglietta in tempo utile per essere rieletto: complimenti anche a lui.
Avremo un De Bonis che non sarà Antonio, ma Giuseppe, suo fratello, e che sempre un De Bonis è. In questo caso il passaggio di testimone ha funzionato benissimo. Antonio aveva beccato 253 voti, “Pino” ne ha presi 163. Qualcuno si è perso per la strada, ma è roba da poco.
Ci sarà ancora l’arredatrice, come simpaticamente la chiamo io: Angela Ardizzone che tra l’altro deve aver fatto un patto con qualcuno perché più passa il tempo e più diventa attraente.
Non ci sarà più Brunella Ricci, un’altra presenza femminile che mi mancherà assai. Per contro fanno l’ingresso trionfale per la prima volta le leghiste Maria Teresa Parodi e Monica Gatti, tutte e due da scoprire, insieme ai colleghi di partito Antonio Gagliano e Giuseppe Soria.
Confermato per fortuna Antonello Ranise, così nei prossimi anni non mi mancherà, sparso qua e là, un “Grazie al Ministro Claudio Scajola” che male non fa. Anche Sergio Barbagallo, zitto zitto, ha ottenuto la rielezione con la bellezza di 289 voti: il primo della lista del Pd. Complimenti.
Poi ci sono gli eletti che conosco di persona e ai quali vanno le mie felicitazioni per il risultato: Pasquale Indulgenza, Giuseppe Zagarella, Lorenzo Lagorio, Carla Nattero (così il gentile signore che a Piani le ha detto di andare a fare la calza, capirà chi è), Davide Ghiglione, Emilio Varaldo e Claudio Baudena che sono certo farà molto per la cultura locale, entroterra compreso.
Mi scuso se ho dimenticato qualcuno: in ogni caso ci sarà tempo per rompere le scatole a tutti.
Buon lavoro!