Giri di vite e di parole

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Il Sindaco Strescino è intervenuto sul caso Podestà e dalle pagine de Il Secolo XIX di ieri ribadisce che non si tratta di questioni politiche, ma piuttosto economiche. Infatti l’ing. Giuseppe Enrico – che ringrazio per i suoi utili commenti al post precedente – non costerà un euro in più al Comune perché svolgerà la funzione di direttore dell’osservatorio nell’ambito del suo incarico di dirigente del settore ecologia.
Purtroppo, come spesso accade, il Sindaco, con i suoi giri di parole, non riesce a convincermi del tutto e alla fine della breve intervista, pone la domandona da 1 milione di euro: “«Se Podestà fosse del Pdl, avrebbero montato ugualmente un caso come questo?
Il che mi spinge a chiedere: “Se Podestà fosse stato del Pdl, sarebbe stato allontanato dal suo incarico?
Pare di capire, in ogni caso, che trattasi davvero anche di questione economica.
Ricordate quando prima delle elezioni l’assessore Rodolfo Leone un giorno sì e l’altro anche, sui giornali locali raccontava che i conti del Comune e a tutto ciò che gli gira intorno, erano a posto?
Strescino durante la campagna elettorale ha detto più volte che i conti del Comune erano in ordine, nonostante il centro destra avesse avuto un pessimo bilancio in eredità dal centro sinistra, dieci anni fa, quando al Comune non rimasero neppure i soldi per pagare le bollette dell’Enel.
Pare che le cose non stiano esattamente così. Secondo quanto scritto su La Riviera in edicola questa settimana, “nessuno vuole più la presidenza delle SpA“.
Mangraviti scrive: “Pare che essere a capo di una SpA ad Imperia crei più problemi che altro (conti in rosso e grane amministrative). Pino Camiolo preferirebbe mantenere il posto in consiglio comunale, piuttosto che trasferirsi ai vertici dell’Amat. Lo stesso vale per Davide Ghiglione che avrebbe storto il naso all’idea di dover presenziare l’Ecoimperia“.
Nonostante siano dunque passati dieci anni da quando non si poteva pagare la luce e nonostante le ripetute rassicurazioni dell’ex assessore al bilancio Leone, arriva anche la notizia che il Comune è in procinto di vendere le sue quote di Autofiori SpA.
Lo dice sulla stessa pagina de Il Secolo XIX, il capogruppo del Pdl, Giuseppe Fossati.
E questo si può capire perché “è la legge che impone la cessione delle quote che i Comuni hanno in Società non funzionali all’amministrazione” dice infatti Fossati.
C’è però l’altra notizia che ritorna tra le righe e la brava Loredana Grita gli pone la domanda come se la cosa fosse già stata scritta sulla locandina gialla due giorni fa [in effetti già se ne era parlato nel dicembre del 2007]: “Il Comune venderà anche il 33 per cento della spa del Porto?
Fossati dà una risposta che non lascia spazi a dubbi: “Non se dipendesse da me. La giunta ne sta discutendo. Ma ritengo che all’interno dell’esecutivo e non solo le posizioni siano diverse“.
E’ tutto più chiaro, no?
Adesso per colpa della crisi che a seconda di come gira il vento c’è e non c’è, la città, tutti noi insomma, finiremo per vendere il Porto ai privati.
E mi vengono in mente le parole che pronunciò il Ministro Scajola il 31 maggio del 2007 in una intervista a La Stampa : “Chi deve decidere il destino della nostra città non è sicuramente Genova, che per troppo tempo ha trascurato questo territorio, ma sono i cittadini di Imperia, che si esprimono attraverso il Consiglio comunale. Quello imperiese è stato democraticamente eletto e su queste idee ha costruito lo sviluppo della città con una maggioranza di oltre il 60%.” [Qui].
Saranno davvero gli imperiesi a decidere il futuro della città?

Scritto da Angelo Amoretti

13 luglio, 2009 alle 11:18