Non fa scandalo se un algerino si uccide in carcere

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Riporto l’articolo scritto dal Prof. Vittorio Coletti e pubblicato ieri sull’edizione genovese di Repubblica.

Non fa scandalo se un algerino si uccide in carcere

Un UOMO di 35 anni, un algerino, che scontava 10 mesi per aver contravvenuto alla legge sull’ immigrazione, si è suicidato nel carcere di Imperia. Di lui, delle ragioni del suo gesto, di quelle della sua carcerazione non si occupa nessuno. I giornali locali, dopo la breve notizia, hanno già dimenticato il fatto. Si sa solo che le autorità stanno cercando parenti (la moglie?, figli?) per l’autorizzazione all’  espianto degli organi; e basta. La gente non ci fa caso. Le pagine provinciali danno molto più spazio al tunisino che è evaso dallo stesso carcere negli stessi giorni: com’ è stato possibile? Ci sono stati complici? E’ annunciato un ispettore dal ministero. Un tunisino in libertà è un serio pericolo per la brava gente e bisogna fare qualcosa; se un algerino si è tolto la vita che ci si può fare, a parte utilizzarne gli organi, giusto perché la sua esistenza non sia del tutto sprecata? Un uomo che avevamo in custodia si è ucciso. Nell’ Italia della Lega, e della Liguria, non si commuove nessuno, neppure il prete di Nervi, a quanto pare. Non c’ è né scandalo né pena. Del resto, a Ponente, c’è altro di cui occuparsi: ad esempio del decisionismo del giovane sindaco di Sanremo,  Zoccarato,  che, prendendo esempio dal suo virtuoso Papi, ha subito proibito le zoccole per la strada, fatto pitturare i fiori e avviato lo spoil system. Da Sanremo è stato fatto immediatamente sloggiare il segretario generale del Comune, il dott. Glinianski: nessuno che si chieda se non è una perdita per la città la rinuncia a un giovane funzionario, che è stato capace di risultare tra i primissimi a un difficile concorso nazionale a giudice della Corte dei Conti. Ma era una nomina di Borea e a Zoccarato non serve un funzionario competente e severo, bensì un dipendente pronto a legare l’ asino dove vuole il padrone, in modo che l’ alta amministrazione del comune matuziano torni tutta nelle mani della destra. E poi ci sono le nomine nelle partecipate. Siccome la competenza non conta niente, ci sono un sacco di candidati per ogni tipo di carica. Zoccarato ha solo l’ imbarazzo della scelta. I criteri delle nomine non saranno più quelli della giunta Borea. Conterà solo la fiducia del sindaco, cioè la fedeltà cieca dei nominati. L’ unica cosa che interessa ai vincitori è la divisione del bottino, tanto che persino l’ innocuo direttore dell’ osservatorio astronomico di Imperia viene licenziato dal nuovo sindaco Strescino, perché non dell’ area,e sarà provvisoriamente sostituito da un ingegnere minerario. Il geologo dimissionato curava le previsioni del tempo. Ora, si sa, ai berlusconiani servono previsioni ottimistiche, come quelle che invoca contro la crisi il Capo del governoe il buon dott. Podestà aveva troppo spesso previsto il maltempo quando poi davvero pioveva. Vedrete che presto a Imperia si troverà un meteorologo con tessera, più docile e pronto persino a far splendere il sole quando diluvia, se occorre. Per il momento si sono già trovati quelli che trascurano un suicida in carcere per dedicarsi a inseguire quello che ne è scappato.
Vittorio Coletti – Repubblica [ed. Genova] 15 luglio 2009

Scritto da Angelo Amoretti

16 luglio, 2009 alle 15:23